La principessa ribelle e l'enigma dell'albero

di Stella_Del_Mattino
(/viewuser.php?uid=294929)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


La principessa ribelle e l’enigma dell’albero
C’era una volta, in un bosco poco luminoso, un castello, nel quale era rinchiuso un principe. Era tenuto segregato da una fata gelosa, che, innamorata di lui, desiderava sposarlo e non aveva affatto gradito il suo rifiuto, così lo aveva portato con sé nella sua dimora incantata. Qui il principe, per rimandare il matrimonio, con parole dolci aveva convinto la fata a scendere a compromessi: se, entro dieci anni, una delle principesse che vivevano nella città al di là della foresta fosse riuscita a salvarlo, lei lo avrebbe lasciato libero, in caso contrario avrebbe avuto diritto di sposarlo. La fata si fece beffe di questa proposta, ma la accettò di buon grado, convinta di possedere l’arma perfetta per tenere alla larga le principesse. Quella sera stessa, non appena scese la notte, si avvicinò al principe addormentato e gli sottrasse l’anello col sigillo reale che portava al dito, dopodiché uscì dalla fortezza e si incamminò nella foresta. Giunta in una radura rischiarata dalla luna, fece un sortilegio al monile e lo sotterrò; immediatamente spuntò dal terreno un ramo, che in un batter d’occhio divenne un albero, al quale la fata parlò così:
‹‹ Ogni volta che una principessa si mostrerà al tuo cospetto le rivolgerai una domanda e se risponderà correttamente, ritornerai un anello e tu e il principe apparterrete a lei. Diversamente, se nessuna saprà rispondere, tra dieci anni esatti metterai definitivamente radici in questa radura e il principe sarà mio. ››  
Detto ciò, la fata tornò al castello e il vento, su suo ordine, diffuse la voce della prigionia del principe e della possibilità di salvarlo (e sposarlo) fino alla vicina cittadella delle principesse. Immediatamente in molte partirono per tentare l’impresa.
‹‹ Cosa significa essere una principessa? ›› chiedeva il tronco, ogni volta che qualcuna faceva capolino nella radura.
‹‹ Comandare, imporre la propria volontà ai principi ›› rispose Matilde, la principessa guerriera, che si presentò di fronte all’albero stregato per prima.
‹‹ Sbagliato. Il potere e la forza bruta non sono mai la soluzione. ››
‹‹ Essere principesse vuol dire essere al centro dell’attenzione, attirare gli sguardi e suscitare ammirazione ›› disse Laura, la principessa famosa.
‹‹ Sbagliato. Solo i ridicoli o gli stolti sono sempre al centro dell’attenzione. ››
‹‹ Essere una vera principessa vuol dire truccarsi, depilarsi, indossare i vestiti giusti, i tacchi più alti che ci sono in circolazione, essere sempre pettinate e bellissime per fare in modo di piacere ai principi ›› sostenne Cecilia, la principessa vanitosa.
‹‹ Sbagliato. Le mie orecchie legnose non hanno mai udito una risposta più sciocca di questa. ››
‹‹ Essere una principessa significa fare ciò che ti viene richiesto, non uscire dai sentieri tracciati e agire in modo consono ›› affermò Sofia, la principessa saggia.
‹‹ Sbagliato. L’opinione comune non sempre richiede cose giuste. ››
Dopo Sofia altre principesse provarono a risolvere l’enigma, ma, per nove lunghi anni, tutte fallirono. Stava per scattare il decimo anno, quando decise di sfidare la sorte Emma, la principessa ribelle.  
‹‹ Cosa significa essere una principessa? ›› domandò, come sempre, l’albero.
‹‹ Essere una principessa vuol dire essere forte e determinata. Le vere principesse sono capaci di camminare al fianco dei principi, non davanti a loro né dietro, e non hanno bisogno di vestiti o acconciature particolari per essere notate, né di tanti trucchi per piacere, perché è la loro forza interiore che le fa risplendere. ››
‹‹ Esatto. ›› I rami dell’albero iniziarono ad accorciarsi, il tronco si rimpicciolì e dal terreno sbucò un anello. Un attimo dopo, nella radura c’era un ragazzo.
‹‹ Mi hai salvato! ›› esclamò, incredulo, rivolgendosi ad Emma. ‹‹ Dunque, se vorrai sposarmi … ››
‹‹ Cosa?!? ›› Emma si allontanò con un balzo dal principe, che si era proteso verso di lei per baciarla. ‹‹ Io non voglio sposarti, nemmeno ti conosco! Sei libero, desidero solo il tuo anello magico. ››
‹‹ Oh. ›› Il principe raccolse l’anello, lo pulì e lo porse alla principessa. ‹‹ Chi lo possiede ha diritto a un desiderio, uno soltanto, quindi sceglilo con attenzione. ››
Emma annuì. ‹‹ Desidero che le principesse imparino ad essere sempre se stesse. ››         

NdA: Salve a tutti, questa è la mia seconda storia in questa sezione (in realtà più che una favola è una fiaba, ma su EFP il gruppo fiaba non c'è XD) e come forse (o forse no) qualcuno ha captato, è un po'insolita, perchè di fatto presenta uno scambio di ruoli: è la principessa che salva il principe e non viceversa, come nelle fiabe classiche (e la fata stavolta è cattiva). Questo perchè a me non piace moto attenermi agli schemi (ok, siamo sinceri, non mi piace affatto) e in più non ho mai capito perchè la parte della debole in pericolo toccasse sempre alle femmine. Ah, già, quesi dimenticavo: la domanda che fa il tronco di fatto si può rivolgere alle donne, non alle principesse, le risposte sbagliate sono quelle che vedo e sento in giro e l'ultima quella che invece, a livello personale, reputo giusta.

Stella.  
       




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3143229