L’osservo sorridere seducente alla sua compagna, usare con garbo le lunghe dita affusolate per sfiorare casualmente la mano sottile della donna seduta elegantemente di fronte a lui. Tony O’Toole, capitano della nazionale di rugby, è veramente un bell’uomo, lo schermo non gli rende giustizia, dal vivo sembra più giovane dei suoi trentaquattro anni, il vestito grigio che indossa sembra fatto su misura per evidenziarne le spalle larghe e i fianchi stretti. Capelli castani leggermente schiariti dal sole e meravigliosi occhi grigi. Sono una fan sfegatata e se non fosse che sono in incognito gli salterei addosso urlando pur di ottenere un suo autografo, ma, ahimè, prima di tutto il dovere!
Lei, Charlotte Monstard, gli è abbastanza vicina da permettergli di godere della seducente visuale del suo decolté e delle lunghe gambe snelle sapientemente accavallate, lasciate scoperte dal profondo spacco dell’ abito di seta che indossa di un brillante blu cobalto, ma non troppo perché si possa evincere nulla di sconveniente in quella serie di sfioramenti che paiono apparentemente casuali, agli occhi di un osservatore inavveduto. Senza sforzo alcuno la donnina riesce chiaramente nel suo intento, toccarlo e farsi toccare. Secondo me è tutta un’enorme perdita di tempo, non capisco perché non si procurano una stanza in qualche albergo di lusso e non ci danno dentro per qualche ora, invece di filtrare in uno dei locali più in voga di Londra, sfiorandosi accidentalmente come due adolescenti inesperti!
Mi chiamo Rachel, sono una fotografa, una freelance se volete, quella che volgarmente viene anche indicata con un nome antipatico e obsoleto, sono una paparazzo. E’ da due giorni che “inseguo” discretamente la moglie bionda di un ricco magnate della finanza. Sembrerebbe la solita storia, una bella donna annoiata con un ricco marito molto occupato che intreccia una relazione clandestina con un uomo disponibile a …colmare le mancanze del suo illustre consorte. Fin lì tutto chiaro, una storia trita e ritrita nella sezione del gossip di un qualsiasi giornale, se non fosse che quell’uomo incauto che subisce il fascino datato della donna è un calciatore molto famoso, sulla cui vita sentimentale non si ha notizia alcuna….. finora. Questo servizio coadiuvato da tutte le foto che ho scattato in venti ore di pedinamento mi frutteranno una bella cifra. Questa lieta considerazione riesce sempre a farmi dimenticare che il mio lavoro è privo di una qualsiasi etica morale, che in realtà io non sono altro che una parassita della carta stampata e che invadendo la privacy dei personaggi famosi corro dei grossi rischi…. a fini legali, ovvio. Purtroppo tutti i posti disponibili per crocerossina erano già stati assegnati mentre ero in coda nella fila dei disoccupati e con le buone intenzioni non si pagano né l’affitto né le bollette! Siate comprensivi!
Con nonchalance cambio tavolo e mi siedo alle spalle di “Rodolfo Valentino” che imperterrito sussurra paroline dolci alla sua compagna, la sua voce è leggermente roca e vibrante, un tratto molto apprezzato dal suo pubblico femminile, che buffone!! Lentamente mi ravvivo i lunghi capelli con una mano, fingendo di volerli legare, mentre mi sporgo verso di lui per cogliere qualche brano della loro conversazione.
- E’ stata una sorpresa incontrarti dopo tanto tempo, Charlotte. – mormora l’uomo.
- Anche per me è stata una piacevole sorpresa sapere che finalmente eri ritornato a Londra. L’ultima volta che ci siamo visti, non ci siamo salutati con animo lieto… - replica seducente la donnina.
- Hai ragione naturalmente e non credo ci sia bisogno di rinvangare la questione. –
- Tesoro hai frainteso le mie intenzioni e ti giuro che… -
- Non le voglio ascoltare le tue … ponderate scuse. Mi hai mentito e questo mi basta, Charlotte. Ho accettato di vederti solo perché… -
- Tony stai bene? – chiede preoccupata.
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Un formicolio fastidiosissimo m’irrita la pelle, a tratti mi manca il respiro e gli occhi lacrimano abbondantemente, la causa di questo malore è certamente il profumo nauseante che infesta l’aria, chiunque sia l’essere diabolico che siede dietro di me, si è divertito a mischiare una svariata quantità di profumi e l’orripilante miscela sta inibendo i miei sensi, costringendomi a riconoscere l’unica sostanza a cui sono allergico. Prossimo ad un attacco d’asma cerco di slacciarmi la camicia e la cravatta per riprendere fiato ma vengo strattonato bruscamente all’indietro, qualcosa o qualcuno m’impedisce i movimenti, con un’ occhiata veloce comprendo la natura del mistero, sono prigioniero di un groviglio di setosi riccioli neri.
- Stai fermo per pietà!! Non ti muovere assolutamente!! Vuoi lacerarmi il cuoio capelluto??!! – strilla il mio carnefice.
Il mio braccio viene afferrato saldamente da due mani affusolate che appartengono ad una ragazzina che mi fissa terrorizzata, con una forza insospettata mi costringe a torcerlo per evitare ulteriori danni. I suoi capelli sono rimasti impigliati nella chiusura del mio orologio. Per un attimo la guardo affannarsi per risolvere la situazione tentando delicatamente di liberarli. Non è una bellezza appariscente ma sibillina, quella che cattura e conquista l’attenzione dopo una seconda e più attenta occhiata. Le labbra piene finemente cesellate sono piegate in una buffa smorfia imbronciata, lunghe ciglia che le nascondono gli occhi di un verde chiarissimo e la pelle perfetta senza un difetto è colorata dall’ansia. Con la mano libera slaccio il cinturino dell’orologio per poterlo sfilare, purtroppo mi sfugge dalle dita e cade sul pavimento portandosi dietro alcuni fili neri che rimbalzano sui miei pantaloni.
- Perché l’hai fatto?! Me ne hai strappato una decina!! Sommetto che sei uno di quelli che si tolgono i cerotti senza remore, incurante del dolore!! Beh… non vale per tutti sai?!! – brontola irata raccogliendo il mio Rolex in acciaio, piantandomi addosso uno sguardo accusatore.
- Cercavo di aiutarti, mi sembravi seriamente in difficoltà, oltre al fatto che la circolazione del mio braccio era totalmente bloccata! – replico cortese.
- Perché stai piangendo? Non mi dirai che ti ho fatto male?! –chiede incredula e preoccupata.
Tra un paio di settimane si disputa una partita importantissima per la squadra e il capitano non può mancare adducendo come scusa un infortunio al braccio causatogli da uno scricciolo di donna! Non faccio fatica ad immaginare i vari commenti “coloriti” con cui mi tormenterebbero i compagni, per non parlare dei tifosi.
- No, non sei stata tu, ma sono le esalazioni simili al gas nervino che provengono dai tuoi vestiti che m’impediscono di respirare normalmente! – borbotto asciugandomi le lacrime.
- Oh povero! Mi spiace immensamente, sono una patita del banco della profumeria e a quanto pare questa mattina devo averne provati veramente troppi, ma non credevo di essere un pericolo per la salute pubblica!! -
Il sorriso divertito che le rischiara il viso mi incanta, rimango a fissarla come un idiota senza parole mentre indossa un soprabito nero e raccoglie le borse dei suoi acquisti. Velocemente cerco una scusa qualsiasi per poterla trattenere, non ne vedo l’utilità ma vorrei sapere almeno il suo nome. Un sospiro indispettito mi ricorda in modo tremendamente fastidioso di non essere solo.
- Tony? –
- Ehm… si…. scusa. …. – sono incapace di distogliere la mia attenzione da quella ragazza.
- Beh.. vorrei dire che è stato un piacere conoscerti .. Tony, ma sono cosciente che per farti cosa gradita, è più opportuno che mi allontani subito da qui. Buona giornata. –
La seguo con lo sguardo mentre cammina verso l’uscita e se non fosse che ritengo altamente scortese abbandonare una signora per seguirne un’altra, l’avrei raggiunta con una scusa e tentato di conoscerla meglio, ma rassegnato a desistere dall’istinto, riprendo il mio posto sospirando leggermente, costringendomi a rivolgere la mia più cortese attenzione alla mia amica. Una parte di me sta ancora pensando a quel sorriso e stranamente la fragranza del profumo che ancora permane nell’aria, non mi da più fastidio.
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Organizzare un trasloco in breve tempo non era stato difficile visto che tutto ciò che era stipato nel mio armadio aveva trovato una comoda sistemazione in due valige, ma per spostare dal piccolo appartamento che ho condiviso con altri ragazzi per due lunghi anni, tutta l’attrezzatura fotografica e i miei libri, ho mobilitato fino all’ultimo conoscente che sono riuscita ad arruolare per aiutarmi in questa delicata operazione. L’amore per la letteratura l’ho ereditato da mio padre, professore universitario, che mi ha insegnato ad amare ogni singolo verso dei nostri più illustri poeti e scrittori. Sono l’orgogliosa proprietaria di alcune prime edizioni che risalgono ai primi del Novecento, su cui sto elaborando la mia tesi di laurea in Lettere Antiche e Filosofia. Quei preziosi scritti mi hanno seguita quando ho lasciato il paesello natio per trasferirmi in città e mi fanno compagnia nei momenti di scoramento che ogni tanto attraverso.
Lasciare i miei coinquilini è veramente penoso, sono degli amici adorabili, Maddie e Sandy sono delle ballerine ma in mancanza di una scrittura, sfilano sulle passarelle. Peter è un sarto, il genio creativo di una Maison, ama i vestiti delle donne ma non è interessato a intrattenere nessuna relazione sentimentale con loro. Non amano i libri come me, ma sono simpatici e quando siamo insieme il divertimento è assicurato. Il loro scopo principale è “adescare” un ricco pollo pronto per essere allontanato dalla sua triste condizione di celibe spensierato. Hanno le idee molto chiare, frequentano assiduamente con altri personaggi che bazzicano nel mondo dello spettacolo e della moda, i più esclusivi club privati, partecipano ad estenuanti party che durano fino all’alba pur di conoscere l’uomo “giusto”… cioè quello adeguato alle loro aspettative!
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Per festeggiare il trasloco ho acquistato una piantina di pomodori che adesso mi fissa allegramente dal davanzale della finestra in camera. Per ringraziare tutti gli amici dell’aiuto, ho organizzato una cena per sabato sera, ma questa prima notte nella mia nuova casa, la voglio passare da sola. Lasciare la casa dei miei e cercare di raggiungere un po’ d’indipendenza era stato faticoso, ma ho stretto i denti, mi sono privata di tutto il superfluo pur di non chiedere nulla, dovevo dimostrare a me stessa che ero in grado di cavarmela. All’inizio ho fatto un mix di lavoretti pur di sbarcare il lunario, dog sitter, marketing telefonico, fattorino per le consegne a domicilio, poi finalmente le mie foto sono state notate da una rivista che si serve nell’agenzia in cui le lascio in visione. E’ nata una collaborazione che dura tuttora e la vendita delle foto “compromettenti” del mio caro Capitano O’Toole , mi hanno fruttato abbastanza da permettermi di affittare questo appartamento, che si trova in una zona bellissima, piena di parchi e non troppo lontana dal centro.
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Durante la notte si è alzato un venticello dispettoso che aveva portato sopra il tetto del mio palazzo un vero e proprio temporale. Mentre i lampi e i fulmini disturbavano la quiete notturna, la mia coscienza venne scossa dal rimorso per aver lasciato la piccola piantina fuori dalla finestra in totale balia degli agenti atmosferici. Con un ghigno scacciai quel pensiero molesto, non avevo nessuna intenzione di lasciare il mio nido caldo per sfidare il vento e la pioggia. Ma il sibilo sinistro di una follata più violenta mi spinse a gettare fuori le gambe dalle coperte per recuperare la mia coinquilina vegetale.
Il vento gelido s’infilava sotto la camicia da notte e neanche i leggins che avevo infilato dentro ai calzettoni di lana m’impedivano di rabbrividire violentemente, maledicendomi di non aver indossato la vestaglia aprii la porta finestra che dava sul terrazzo. La povera piantina era in balia delle raffiche di vento che schiaffeggiavano senza pietà le tenere foglioline appena germogliate, cercai di allungarmi il più possibile per prenderla senza mettere i piedi sopra le mattonelle bagnate, ma purtroppo era troppo lontana.
Tutto successe all’improvviso, un terribile tuono fece tremare i vetri della finestra mentre un’accecante lampo illuminava la piantina che sembrava chiedermi aiuto e quando un’ulteriore raffica di vento rovesciò il suo vasetto, senza pensare alle conseguenze mi slanciai a “salvarla” lasciando incustodita per un nano secondo la porta finestra, che inesorabilmente, senza un ostacolo a fermare il suo cammino si chiuse con un tonfo.
Il custode mi aveva spiegato che le chiusure delle finestre erano fornite di un congegno di sicurezza per cui si potevano aprire solo dall’interno finché non si sbloccava una sicura vicino alla maniglia, cosa che naturalmente io non avevo fatto, ergo sono rimasta chiusa fuori dalla mia camera.
Con la testa appoggiata al vetro della finestra osservavo scoraggiata il mio caldo lettuccio, non era possibile! Perché questi casini capitano sempre e solo a me? Ma che avrò fatto mai di male nella mia vita precedente?! Disperatamente cercavo qualcuno che potesse aiutarmi, ma a quell’ora di notte chi mai poteva essere così idiota da uscire nel proprio terrazzo per salvare una piantina di pomodori? Solo Io!
Il mio appartamento è situato al piano rialzato e tutto sommato il prato ben curato sottostante il terrazzo non mi pare troppo lontano e facendomi coraggio scavalco la ringhiera decisa a scendere per chiedere aiuto al custode. Nei film sembra sempre tutto facile, l’eroina salta con un balzo, atterra precisa sulla tenera erbetta del prato senza farsi un graffio. A me non andò esattamente così, ovvio! Ero con le gambe a penzoloni che scalciavo l’aria in cerca di un qualsiasi appoggio e le mie mani, paralizzate dall’aria gelida , non volevano saperne di mollare la presa. Lentamente il panico m’ invase, non ce la facevo più, la forza necessaria a sostenermi mi stava abbandonando. Domani i miei amici avrebbero letto nella sezione della cronaca nera, “Trovata giovane fotografa senza vita, in pigiama sotto il suo balcone di casa, si presume un tentato suicidio…andato a buon fine…”
- Mi faccia capire, sta tentando di scendere o di salire? Se posso permettermi, mi pare che questo sia un ben misero tentativo di furto con scasso!! - mormora una voce decisamente sardonica che proviene da un punto non ben precisato sotto di me.
Giuro che non ne avevo l’intenzione, ma le mie mani all’improvviso lasciano la presa ed io piombo addosso al povero malcapitato che crolla a terra schiacciato dal mio dolce peso. Naturalmente per finire in bellezza la disavventura invece di atterrare sulla tenera erbetta che avevo intravvisto dal mio balcone, finiamo sull’unico cespuglio, presente nel prato condominiale, di una sottospecie di cactus altamente spinoso.
- Le spiace spostarsi? Eviterei volentieri di farmi perforare totalmente la schiena dagli aculei di questa maledetta pianta!! – sbraita imbufalito il mio salvatore.
- Oh ma certo!! Quanto mi spiace!! Non so dirle quanto sono felice che lei sia rientrato tardi, rischiavo di farmi veramente male!! La ringr….. –
Come dicevo…io…. non sono una persona fortunata, ma neanche l’uomo che mi fissa stralunato a bocca aperta lo è! Per parecchi minuti lo osservo in silenzio mentre si rialza con calma misurando i gesti, forse per controllare di non aver riportato nessun danno a causa della caduta. Lentamente un sorriso gli piega le labbra ben disegnate mentre scuote la testa incredulo.
- Dimmi che stai partecipando ad un pigiama party…a casa di una tua amica e che hai deciso, invece di prendere una boccata d’aria, di improvvisarti alpinista e che sei rimasta chiusa fuori... – mormora speranzoso.
- Vorrei poterti dire….. che hai ragione…..Mi sono trasferita oggi. Dimmi che hai appena lasciato la tua donna dopo una notte di sesso selvaggio e che stai ritornando a casa tua dall’altra parte della città….- replico guardandolo demoralizzata presagendo in anticipo la sua risposta.
- Vorrei poterti dire…. che hai ragione… Vivo qui da quattro anni. – replica ripetendo le mie parole con lo stesso tono avvilito.
- Decisamente non è la tua giornata fortunata, Tony! Mi spiace per te, ma non ho nessuna intenzione di abbandonare il mio appartamento. Ti prometto però che sparirò dalla tua vista all’istante se sei così gentile da indicarmi dove abita il custode. - lo prego stancamente.
- Ti ci accompagno, Dio solo sa, cosa saresti in grado di combinare durante un tragitto così breve! Prima che iniziamo ad ignorarci per spirito di sopravvivenza, potrei sapere come ti chiami, Tony O’Toole .. – mormora allungando una bellissima mano affusolata.
- Ok … ti dico il mio nome solo se mi prometti che appena ci separiamo inizieremo ad evitarci … Rachel Dundee, contea di Clare. - preciso sorridendo, stringendogli computa la mano.
- Ah… ecco sei una Banshee! – ridacchia divertito.
- Già … della peggior specie, quindi stai alla larga da me!! – borbotto mentre lo seguo tremante.
Alzando gli occhi al cielo, Tony mi copre le spalle con la sua giacca e dopo aver premuto un campanello parla brevemente con un certo Billy che dopo pochi minuti scende in ciabatte e vestaglia e decisamente scornato gli consegna un passe-partout per poter entrare nel mio appartamento. Dopo averlo ringraziato profusamente ed essermi scusata più volte, il custode si allontana accennando un breve saluto solo al mio compagno.
- Come primo giorno non c’è male devo dire, ho superato notevolmente le mie più rosee aspettative! – sibilo sottovoce.
- Ti aspettavi qualcosa di peggio di quest’avventura?! Ragazza inizia a rinchiuderti in casa, tra poco devo giocare un derby molto importante, vorrei evitare infortuni gravi… ehm…. guidi la macchina? – chiede colto all’improvviso da un atroce dubbio.
- Quella Mini gialla è la mia… e la tua….?. –
- Quella Porche nera parcheggiata di fianco alla tua…. – ammette deglutendo penosamente.
- Sai quel detto, cerca di conoscere il tuo nemico per poterlo battere? Bene noi siamo a un buon punto, adesso non ci resta che iniziare ad evitarci! Buonanotte Capitano. –
- Ah… sai chi sono? – mormora quasi compiaciuto.
- Sono una tua fan….. normalmente ti pregherei in ginocchio per avere una foto autografata, ma abbi pazienza in questo frangente non ho più energie da dispensare nelle suppliche. - confuto senza forze.
- Buonanotte Banshee … è stato un piacere conoscerti e… sarà un piacere evitarti! – sussurra sorridendo veramente divertito.
- Ah.. ah molto spiritoso! –
Non sono sicura se sono più furiosa di essere stata vittima del suo sottile sarcasmo o per il fatto che mi abbia vista nella versione “mostro della laguna non mi fai un baffo” …… perché non ho messo un pigiamino sexy? Perché non ho un filo di trucco e ho i capelli che sembrano siano stati aggrediti da un frullatore? Perché il Cielo ha voluto che prendessi alloggio proprio in questo condominio? Solo per farmi scoprire di avere il mio uomo ideale come vicino di casa, che da domani inizierà ad evitarmi perché ha paura di me? PERCHE’?!!!!!
Ciao, qualsiasi riferimento a persone e fatti realmente accaduti sono assolutamente casuali. Il racconto è il frutto della mia fantasia e l'ho scritto per puro diletto e lo pubblico per chi ha voglia di leggerlo. Buona Lettura.
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