Poesie di una vita di lana

di clausdayan
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Sono stanca, ho dormito poco, ho dormito troppo
E sono stanca di tutta questa malvagitā mascherata da perbenismo.
Sono stanca di guardare i vostri volti nell'azzurrino schermo,
 Scorrere di fiume in piena,
Mostrando al mondo intero,
L'intelletto costruitovi tramite grandi citazioni d'autore.
Sono stanca, ho dormito poco, ho dormito troppo.
Lui giace, steso su un letto di polvere e stelle, sogna.
Vaghi sospiri di quiete.
Palpebre serrate dietro un mondo di razionale meraviglia.
Dorme lui, sogna, come un bimbo, sogna monti alti
E prati in fiore. Dorme.
E sono stanca del menefreghismo delle genti,
della scarsa importanza donata ai dettagli,
Vitali son le foglie degli alberi di Autunno,
Graziose le perle che dal cielo cadon lievi in Inverno,
Verde e stanco č il mare dei pomeriggi estivi,
Freschi e irriverenti sono i Bambini del Prato,
Che parlano con il vento di fate e di magie.
Ma la gente va, per asfalto e menzogne,
La meraviglia smarrita dietro il fascino della carta stampata,
Dietro un lusso artificiale, che di straordinario ha ben poco.
E lui dorme, su di un letto di polvere e stelle, sogna,
curve linee che il cuor suo ha conosciuto,
Sogna, come un bimbo, il passar delle stagioni,
Il futuro oscuro, ma di luce forte.
Dorme.
E io sono stanca, ho dormito poco, ho dormito troppo.
Dormo.




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