Grandi entrate sceniche e finalmente vi rendete
utili…
La prova finale: posso
fidarmi di me?
«Dannato lupo, è la seconda volta che mi sfugge…» imprecò la voce di un
uomo.
Neji lasciò cadere il fucile a terra, guardando il lupo e la cugina stesi
a terra dopo un salto disperato per evitare lo sparo. Ed in quel momento un
ringhio bestiale assordò tutti, e Naruto, Gaara, Sasuke e tutti gli amici del
bosco si lanciarono come furie fuori dalla vegetazione, puntando direttamente
alla casa. Ignorarono Neji, che aveva abbassato il fucile, e andarono a
schiantarsi volutamente contro la casa di Hinata, cercando una via
d’entrata.
Kiba si mise a sedere, accarezzandosi un braccio ferito di
striscio.
«Cappuccetto, dai che ce la facciamo, andiamo!» esclamò raggiante. Ma il
sorriso gli morì in gola e si irrigidì, constatando che una propria mano era
piena di sangue. «Hinata?» chiamò a bassa voce, incerto. La ragazza si tirò su
con espressione sofferente e il suo odore di sangue gli fece salire l’acquolina
in bocca, ma, senza sapere come, si trattenne.
«Sono tornati… credevo che…»
«E’ più forte di loro.» li giustificò, ghignando apertamente, mentre
dentro di sé cercava solo di capire come stava l’altra, chiedendosi da dove
arrivasse tutta quella forza di volontà e non potendo che sentirsi rinfrancato.
Poteva salvarla. «Ha graffiato anche te?» chiese, riferito al colpo partito poco
prima, facendo leva su tutto il suo autocontrollo e riuscendo ad apparire calmo,
per quanto rigido.
Hinata si sfiorò una manica, trattenendo un gemito di dolore. Il braccio
sinistro era ricoperto di sangue. «Purtroppo non è un graffio… per favore, per
favore, Kiba-kun, va via.» lo supplicò, con le lacrime appena trattenute. Prima
che lui potesse ribattere, aggiunse: «Sei affamato. Farà male ad entrambi, va
via.»
«Affamato?» ripeté Neji, tornando a prendere il fucile, ma fu bloccato da
un ringhio sordo di Naruto. Kiba, sconvolto, si rese conto che ancora una volta
lei non aveva paura di essere morsa, ma temeva le sue sofferenze. E la paura si
tramutò in rabbia, perché non era giusto, perché non poteva vincere il lupo e
mordere lei, così dolce, che si fidava di lui più di ogni altra cosa, e pensava
a lui, sempre e solo a lui, anche quando l’acquolina in bocca gli faceva notare
che per natura avrebbe dovuto mangiarla. Afferrò la ragazza per le spalle,
ignorando il suo gemito di dolore quando il braccio ferito oscillò, e premette
con forza le labbra sulle sue, assaporando queste invece che il suo sangue tanto
invitante.
Non udirono più alcun rumore di battaglia, concentrati solo su loro due.
Kiba avrebbe volentieri dato il meglio di sé, aveva già approfondito il bacio
con passione animale e scordato l’urgenza del momento, ma Hinata scattò
all’indietro, mai rossa come allora ma abbastanza lucida da non svenire, vista
l’urgenza della situazione. Ed il lupo si rese conto che la fame era scomparsa,
rimpiazzata dalla serenità.
«Non è… dobbiamo scappare ora.» annaspò, cercando di riprendere fiato,
ancora incredula.
«Chi se ne frega!» protestò di malavoglia, ma sollevandola come se fosse
una piuma. Rise, rendendosi conto che il suo autocontrollo e ciò che sentiva per
lei era davvero più forte del suo istinto animale, e che se si fidava delle sue
capacità ce l’avrebbe fatta. «Questo te lo dovevo, quindi non dire quello che
penso tu voglia dire. Ma chi ha sparato, tuo padre?» si pentì all’istante della
domanda, ma era troppo tardi.
«Immagino non gli importi di aver colpito me…» sussurrò Hinata,
triste.
«Basta così. Ti porto da qualcuno che possa curarti.» decise, e la
ragazza sollevò lo sguardo, sicura.
«Vado dove vuoi.»
«Da sola con te, no.» si intromise Neji, che aveva abbandonato il fucile
e si guardava attorno inquieto.
«Che fai, non difendi il tuo zietto?» lo derise il
lupo.
«Ha mirato a caso.» si giustificò l’altro. «Avrebbe potuto colpire anche
me, se non gli importava allora… tanto vale che io stia qui. E poteva anche
colpire Hinata. A questo punto non mi sembra meriti una mano. Mi sbagliavo, non
invidio affatto Hinata, perlomeno io ho avuto una
famiglia.»
Hinata si lasciò sfuggire un gemito alle ultime
parole.
«Cazzo, che tatto.» commentò Kiba.
«Pensa per te, stupido lupo. Un linguaggio simile non le farà certo
piacere, come anche le smancerie pubbliche, sei disgustoso.» lo apostrofò
gelido.
«KIBA! TE NE VUOI ANDARE?» urlò Naruto, che aveva appena sfondato la
porta di casa e evitato un altro sparo.
«Tieni il passo, inutile umano.» disse rivolto a Neji e cominciando a
correre per il bosco.
«Ne hai una anche in braccio, devo dedurre che la consideri
inutile?»
«Fottiti.»
Corsero, corsero come mai avevano fatto prima, mentre Hinata diventava
sempre più debole per il sangue perso, che tingeva la mantellina di un rosso
ancor più scuro e macabro.
«Kiba.» la voce imperiosa di Temari arrestò la loro corsa, frenata
all’ultimo. Neji si parò davanti ai due, per difendere
Hinata.
«Che cazzo fai? Si può sapere da che parte stai?» sputò Kiba, tanto
sorpreso da essere infastidito.
«Smettila. Il giovane cacciatore stanotte non è venuto per ciò che pensi,
è stato solo battuto sul tempo da voi.»
«Che cosa? Sei scema?» sbottò incredulo, e dovette chinare la testa per
non ricevere una scarica magica.
Il lupo spostò infine lo sguardo sul ragazzo, che lo evitò con
noncuranza. «A prescindere dalle mie simpatie personali, non posso tollerare che
una fanciulla venga segregata in una casa per una colpa non sua. Ora come ora
sono convinto che sia tua la colpa, inutile ammasso di pelo, e non potevo
starmene con le mani in mano.» spiegò, altero.
«Parla come mangi…» mormorò Kiba, che non aveva poi capito molto di quel
chiarimento.
«Lui voleva salvarla dato che come sempre è tutta colpa tua, e non è che
la odi, ma gli conveniva mostrarsi così per non dirle che è geloso della sua
condizione. Giusto?» intervenne Temari, altrettanto altezzosa. «Anche se, se
davvero vuoi cambiare la tua condizione, limitarti a riempirti di rancore mi
sembra inutile.»
«Cosa ne sai tu?» l’aggredì immediatamente il
cacciatore.
«Gaara mi ha chiamata per Kiba, e ho avuto modo di assistere a parecchie
cose…a proposito, lupo, ti sei dato ai concerti
notturni?»
Hinata in quel momento sussultò per una fitta al
braccio.
«Lasciamo perdere ora, curala, Temari, per favore.» la supplicò Kiba,
ormai disperato.
Temari fissò sbalordita il lupo, che mai si era riferito a lei con tono
così umile, e sorrise all’indirizzo della ragazza che tanto lo aveva
cambiato.
«Ci vuole solo un secondo, anche se Sakura è più portata per questo… Tu,
Neji, giusto? Ho apprezzato le tue parole ed il tuo gesto, dopotutto. Ti stavo
osservando, e tu non avresti mai colpito Kiba, dopo le parole di Hinata. Voglio
farti un dono. Kiba, intanto metti Hinata a terra.»
Il lupo ubbidì all’istante, e Temari si chinò su di
lei.
«Quale dono?» indagò sospettosamente Neji.
«Tu non tolleri che una fanciulla sia tenuta prigioniera… Ebbene, oltre
il monte sacro vi è un castello, intorno ad esso è cresciuta una muraglia di
rovi, che tiene chiuso al suo interno il più bel regalo che tu possa ricevere. È
scritto nel destino che tu debba averlo, perciò va. Prendi la magica spada che
ti offriranno strada facendo, fidati di chi incontrerai, perché così deve
andare.»
«Io non ho capito… e poi non mi fiderei tanto di una stregaccia-ahia!» la
bacchetta di Temari uccise quel commento maligno, mentre Neji
rifletteva.
«Dovrei fidarmi? E chi mi darà la spada che mi serve? Cosa
troverò?»
«Conosci il significato di fiducia? E allora fidati delle mie parole e fa
ciò che ti ho detto, la tua strada è ormai segnata. Credi nel destino,
Neji?»
Neji alzò gli occhi al cielo.«Qualcosa del genere. Ma non mi fido di
nessuno.»
«Neanche di te stesso? Impara a credere in te per primo, e sii degno
della fiducia che gli altri ripongono in te.»
«Gli altri?» domandò, e Temari indicò Hinata, ancora a terra, che
riposava dopo i tanti avvenimenti della nottata e la guarigione della ferita.
«Questa fanciulla non si è mai spostata dalla traiettoria del tuo fucile,
neanche di un millimetro. Sapeva che non l’avresti
colpita.»
«Non ne ero certo neppure io.» ammise a
disagio.
«Prima di tutto bisogna credere in se stessi, e poi negli altri… Vero,
Kiba?»
Suo malgrado, il lupo ghignò. Poi guardò Neji. «Tanto non hai una casa in
cui tornare, ti ammazzerebbero. Che ti costa? Vagabondaggio per
vagabondaggio…»
«E tu sei quello che rimproverava il mio poco tatto?» ironizzò
Neji.
Temari ridacchiò. «Diventerete amici.»
decretò.
«Giammai!» risposero entrambi, dandosi le
spalle.
Neji alzò ancora una volta gli occhi al cielo, come in cerca di risposte,
e infine, senza voltarsi, riprese a camminare.
«Lupo… se le cose stanno come penso… abbine
cura.»
E Kiba, che mai avrebbe pensato di poter dire simili parole, sorrise:
«Fidati di me, cacciatore.»
Hinata aprì gli occhi, e sorrise a sua volta, senza trattenere più
lacrime, stavolta di sollievo.
«Te l’avevo detto che ci si può fidare di
te.»
E tutti vissero felici e contenti… com’è classico di
noi.
Cantavano, ballavano, mangiavano e ridevano, tutto
insieme.
Mai si era visto gruppo più mal assortito e più felice in quella valle
sempre verde: un tanuki, due streghe, una volpe, due gatti, un grillo, un
falegname, un ragazzo che era stato una marionetta, un principe, una
principessa, uno scoiattolo, un lupo e la sua femmina, umana.
Festeggiavano la loro nuova casa e la nuova arrivata, che al momento era
impegnata in un walzer con il gatto con gli stivali, e non riusciva a trattenere
le risa.
Alla fine, esausta, Hinata si gettò a sedere accanto a Kiba, che subito
le portò un braccio attorno alle spalle.
«Ti diverti, eh?» chiese, visibilmente al settimo
cielo.
«Tanto, davvero tanto.» rispose lei, altrettanto
felice.
«Non ti manca casa tua? Voglio dire, quello che ne è rimasto…» rise
Naruto.
«Oh, ricordiamo che non abbiamo ucciso nessuno, abbiamo solo fatto
danni!» si unì a loro Kankuro.
«Va bene così.» lo ammonì Hinata, ormai entrata in confidenza con tutti
loro.
«Quindi tu sei la bella Hinata che ha rapito il cuore del nostro
lupacchiotto! Che piacere!» e con una piroetta Lee fu davanti a lei, porgendole
una mano in segno di saluto. Hinata sbarrò gli occhi, e ancora peggio fu quando
a loro si unì Gai, nella medesima entrata.
«Ti prego, ignorali. A loro ha pensato Karin, maledetta, l’avesse
lasciato di legno…»
«Allora, Lee…» cominciò Kankuro con un sorriso malandrino, poggiando una
mano sulla sua spalla.
«Abbiamo un affare im-per-di-bi-le!» annunciò Naruto, occupando l’altra
spalla del ragazzo.
«Il gatto e la volpe all’opera… quanto adoro il mio branco…» sghignazzò
Kiba.
«Naruto, evita.» ordinò Sakura categorica, mentre offriva un cesto di
noci a Sasuke. Questi le prese, ringraziando con un grugnito, e lei sorrise
amorevolmente provocando l’indignazione di Naruto e l’approvazione estatica di
Lee.
Hinata rise, finché non sentì la voce di Choji chiedere: «Ehi, senti un
po’, Temari… ma dove hai mandato il nostro giovane cacciatore?»
«Dove potrà finalmente trovare qualcuno a cui aprire il suo cuore…»
rispose quella, con una voce civettuola che non le apparteneva, motivo per cui,
molto meno signorilmente, lei ed Ino si sganasciarono poco
dopo.
«L’hai mandato dalla nostra bella addormentata?[11]» chiese Sakura, che già gongolava all’idea.
«Aveva bisogno di trovare qualcuno che gli desse cieca fiducia, perché
potesse cominciare da zero…» spiegò appena più seria Temari, per poi
ricominciare a ridere.
Neji aprì la porta con cautela, causando uno scricchiolio sinistro. Si
pulì una guancia ancora sporca di sangue, e si avvicinò al grande letto al
baldacchino, portando una mano alla spada. Su di esso dormiva una ragazza, dai
lunghi e mossi capelli castani e l’aria serena.
Il suo cuore di ghiaccio ebbe un sussulto, e si formò una prima crepa.
Trovandola così bella e indifesa, fu più forte di lui chinarsi per darle un
bacio. Quando si separò da lei incontrò due occhi color del cioccolato,
leggermente a mandorla.
La giovane sorrise, mettendosi a sedere.
«Chi sei?»
«Il mio nome è Neji Hyuga, per servirla, mia signora.» rispose,
ricordando la propria educazione e recuperando i modi nobili nonostante le
origini meno aristocratiche.
«Io sono Tenten, principessa di questo regno.» si presentò con allegria
l’altra. «Grazie per avermi svegliata, temo di aver dormito troppo a lungo.»
aggiunse, con un caldo sorriso.
Neji pensò che in fondo era piuttosto simile ad Hinata, ed
involontariamente si chiese se stesse bene. Imbarazzato, porse una mano alla
principessa. «Andiamo?»
L’altra saltò giù dal letto senza accettare il suo aiuto, e lo
precedette. «Ah, Neji? Bel bacio!» approvò, per poi fuggire
sghignazzante.
Neji si bloccò, sconvolto. “Simile
ad Hinata, avevo pensato?”
E poi ricordò le ultime parole di Temari.
«Vai, presto… troverai ciò di cui hai bisogno. Poi torna qui, ma solo
quando avrai la stessa espressione stupida di questo lupo
qui.»
E temette che davvero, davvero, quella strana principessa l’avrebbe
tirato scemo.
«Ah, che invidia, scommetto che lo hai mandato a cercarsi una principessa
dolce e gentile per placare il suo animo da bastardo» sospirò Kankuro, che non
l’aveva particolarmente in simpatia.
«Dolce e gentile? L’ho semplicemente mandato a cercare la persona di cui
aveva bisogno…»
E ridendo e scherzando, la cagnara riprese.
Kiba ne approfittò per tirare Hinata con sé, all’ombra di una
quercia.
«Cosa succede?» domandò serena la fanciulla.
«Cappuccetto Rosso… Hinata… io mi fido di te.» confessò il lupo,
sfiorando con un dito il braccio che lune prima era stato ferito nel suo
tentativo di proteggerlo.
«Lo so.» rispose lei, sorridendo sorpresa.
«Si, ma io non te l’avevo mai detto.» proseguì lui, e ammutolì quando lei
gli prese le mani, arrossendo per entrambi. La trovò splendida, e pensò che
fortunatamente mai avrebbe superato quel suo dolce imbarazzarsi per
tutto.
«E io mi fido di te, ma questo lo sapevi già. E non dire che faccio male,
non ho mai sbagliato nel farlo.»
«Stavolta ti dico che fai bene, invece. Ormai ho la prova che neanche
servita su un piatto d’argento ti mangerei.» dichiarò scherzoso, facendole
l’occhiolino.
«S, Choji mi ha detto che invoglio poco a mangiarmi, una volta.» confermò
lei, trattenendo le risata.
Lentamente, un ghigno pericoloso comparve sul viso dell’altro. «A me
invogli eccome…»
«Kiba-kun? No. No, non farlo! Ah!»
E Kiba la strinse a sé, mordicchiandole una spalla e facendole il
solletico, per poi sollevarla e farla roteare in aria; finirono con lo scoppiare
a ridere entrambi. Tenendola sospesa a pochi centimetri da sé, Kiba mormorò:
«Cappuccetto Rosso e il lupo… se mi avessero raccontato la nostra storia avrei
pensato ad un finale diverso.»
Hinata annuì, poi, mentre la rimetteva giù, guardò volutamente altrove
cercando di non ridere ancora. «Anche Neji-niisan avrebbe desiderato un altro
finale, forse. Ah!» e ancora una volta fu afferrata e fatta scivolare a terra,
in mezzo all’erba alta e fresca; qui, lontano da sguardi indiscreti, Kiba smise
di ridere, ed i suoi occhi ricominciarono ad ardere come facevano solo per lei.
E la mantellina rossa ebbe un nuovo temporaneo utilizzo, ovvero
nascondere agli altri il loro bacio d’amore. A nascondere per qualche secondo
agli occhi degli altri il loro “e vissero per sempre felici e
contenti.”
«Mi
fido di te.»
«Ora, finalmente, anch’io mi fido di me.»
[10] Gai e Lee
sono maestro Geppetto e Pinocchio.
[11] Tenten è
la bella addormentata.
Bene,
parliamone.
Prima di tutto:
l’avrei scritta dilungandomi un po’ di più e tutto il resto, se non fosse che
appunto c’era un limite di pagine, che ho pure superato.
A metà della storia
stavo già indirizzandomi verso l’angst «Parlerò di Kiba e del branco che l’ha
cacciato.» e «Ucciderò qualcuno con lo sparo.» al che sono piovute imprecazioni
e suppliche «FALLA FINIRE BENE!» [Recchan; Akami] e ho abbandonato
l’idea.
La fiducia è il filo
conduttore di questa storia, ecco perché si ripete di continuo. Se Hinata non si
fosse fidata di Kiba, e Kiba se ne fosse accorto, se la sarebbe mangiata preso
dalla fama. Se Kiba non si fosse fidato di Hinata, sarebbe poi fuggito via
temendo i cacciatori. E così via, fino alla fine.
Naruto e Kankuro che
propongono affari sono rientrati nel loro personaggio di “il gatto e la volpe”
anche seguendo un po’ la famosa canzone XD
Karin, ho scordato
di dirlo, è ovviamente la fata [strega?] che trasforma Pinocchio e di cui ora
non ricordo il nome XD
La fiducia riappare
anche con Neji e Tenten, non potevano mancare. Lei, la bella addormentata, che
cancellerà le tenebre del bel cacciatore/suo salvatore XD era un principe forse?
Chissene, io non conosco bene le fiabe. E comunque Tenten/Aurora era leggermente
poco fiabesca. Leggermente.
Passiamo alle
risposte alle recensioni, e sappiate che vi amo per aver recensito XD comprese
quelle aggiunte all’ultimo, ovvio. Una recensione in più fa sempre
piacere.
Hotaru:
era sensato anche dire “grande Hinata” XDD sai che mi piace il tuo nick? Posso
usarlo come nome di qualche personaggio, se capita? XD in effetti sì, ho cercato
di far rispecchiare il carattere dei personaggi col loro “animale” e anche di
mantenere un po’ il loro carattere. Neji ha effettivamente tentennato come hai
visto tu, e ha anche ceduto alla fine, ricavandone un bel regalo da Temari.
Grazie tantissimo per aver recensito!
BloodNyar:
IO.AMO.LE.RECENSIONI.LUNGHE. l’ho guardata meravigliata e felice XD ma sì,
meglio tardi che mai, specie se recensisci in tale modo! ti ringrazio per tutti
i complimenti, e passo al commento: anche a me qui Kiba e Hinata piacciono
assieme, hanno messo la coppia quasi in parità con le naruhina, nella mia lista
personale. Shino ha fatto successo, accidenti XD eh, per farlo offendere con
tipaccio ho pensato a quando nel manga se l’è presa per non essere stato
riconosciuto XD tranquilla, come hai potuto leggere poi, Kiba è miracolosamente
sopravvissuto, nonostante la mia fama XD ti ringrazio tantissimo per la tua
recensione così precisa e sentita, mi inorgoglisce abbastanza da spingermi oltre
alla pigrizia alla Nara e farmi rispondere e pubblicare XD grazie ancora!
Yellow_B:
ecco qui, da oggi potrai dormire felice XD ho riso un sacco quando ho letto che
sono proprio una carogna XD dovresti sentire che dicono di me le mie amiche XD
grazie per aver recensito, e grazie per aver sempre seguito, è la spinta che
aspetto sempre per scrivere!
Shizuki:
beh, meglio tardi che mai XD la presentazione l’avrei cambiata volentieri, ma
ormai era troppo tardi… a me non sembra così carina XD Sasuke il gatto? Ma sì,
solo che poi mi sono ricordata che il suo nome vuol dire scoiattolo [e chi se lo
dimentica con tutti gli sfottò seguiti alla scoperta] e ho deciso di farlo così.
Ma no, non ha un aspetto simile, povero XDDDD ha le orecchie da scoiattolo,
questo sì, e la coda a batuffolo tanto perché Naruto sfotta, nel caso. Ci farei
una spin off solo su questo XD altra gente che si ricrede sulla KibaHina… io che
sono NaruHina dovrei spararmi XD comunque grazie mollissimo (XD) per i
complimenti, è bellissimo leggerne tanti insieme e di ogni tipo, a storia,
titolo, me… bello, sì XD per la fine, sono stati coinvolti entrambi come vedi,
ma niente di irreparabile XD grazie mille per la recensione!
Arwen88:
non avevo mai pensato di ucciderli tutti! *mente, poi ricorda di averlo scritto
nelle note* coff. Ad ogni modo… ed anche Naruto era nel mio mirino… dicevo,
ecco, sì, anche a me piaceva farli tutti felici, e poi ancora di più il
cambiamento brusco, ecco. Comunque, sei stata accontentata. Sono tutti vivi!
Miracolo! XD grazie per avermi sempre seguita!
Lauretta92:
Ero calorosa? Bello XD quasi dimostrazione di umanità di Neji? Ma povero XD in
questo come vedi è stato rivalutato del tutto, lui non aveva cattive intenzioni!
Più o meno… e tolto Kiba… beh, non ne aveva verso Hinata… no, non è vero neanche
questo. L’importante è che ne sia uscito bene, Oh. come avrai letto, stavo per
fare una strage ma mi sono trattenuta, la farò altrove XD ti ringrazio ancora
per avermi sempre seguita! Grazie di tutto!
Grazie ancora millemila volte a tutti, avrei volentieri pubblicato prima
ma ho cominciato a rispondere alle vostre recensioni solo poco prima che il sito
fosse bloccato, al diavolo XD comunque, non è stato male… quindi tenete gli
occhi aperti, potreste trovare un’altra KibaHina o una spin off di questa storia
XD