trama
Salve a tutti,
Questa fic è nata da
un momento di delusione amorasa (vi auguro di non averne mai, sono davvero
deprimenti:(...) e dal delirio della febbre.
Spero comunque che
possa piacere e se vi va di lasciatemi un commentino, così almeno mi tirate un
pò su il morale... prendetelo come un atto di carità...
Adesso vi lascio alla
storia,
Buona
lettura!
Triste
Verità
La notte fu illuminata da
un improvviso lampo, seguito dal rombo del tuono che lo accompagna, avviso di
una tempesta imminente.
Un ragazzo, alto e
slanciato, con la pelle pallida e i capelli di un biondo talmente chiaro da
sembrare bianco.
Guardava attraverso il
vetro dell’enorme finestra della sua camera da letto; sua e di sua
moglie.
Già sua moglie, come se lo
avesse voluto davvero.
Guardava fuori dalla
finestra, ammirando tutto ciò che c’era oltre quel vetro.
Invidioso, perché
nonostante potesse avere tutto all’interno di quelle mura, non avrebbe mai
potuto avere quello che c’era al di fuori.
Ma non in senso materiale,
oh no, i suoi soldi e il suo nome gli garantivano tutto quello che voleva, tutte
cose, appunto, materiali e futili.
Ma non poteva avere niente
di quello che realmente desiderava.
Come un sorriso vero, come
un abbraccio pieno di calore, come un amore, come il potersi esprimere con il
cuore, come affidarsi a qualcuno completamente.
Come poter dire le verità
del suo cuore.
Perché lui, Draco Lucius
Malfoy, aveva un cuore, eccome se lo aveva.
Quello stupido organo
vitale, continuava a pompare sangue e dolore nel suo corpo, ma puntualmente
nessuna lacrima aveva il permesso di solcare il suo viso, un viso regale, dai
lineamenti duri e affilati, terribilmente eleganti in tutto.
Perfetto.
Ecco ciò che
era.
Niente di più lontano
dalla realtà.
O all’apparenza era
impeccabile, nel vestirsi, nel presentarsi, nel conversare, nel
lavoro.
Già, impeccabilmente
bello… e freddo.
Mai una volta una parola
intrisa di sentimento, mai un segno che davvero un cuore battesse nel suo petto,
mai un espressione che non fosse la sua maschera, perfetta
naturalmente.
Nessuno gli voleva bene
veramente.
Era a conoscenza di tutta
la gente che lo criticava alle spalle, ma nessuno di quelli glielo diceva in
faccia, nessuno gli diceva no.
Perché il suo cognome era
Malfoy.
Proprio come lui diceva no
al suo cuore.
Nessuno avrebbe mai
pensato che lui potesse soffrire per amore.
Eppure, tutte le notti di
pioggia e tempesta, lui osservava al di là di quel vetro.
Immaginava che le piccole
gocce che in quel momento bagnavano la finestra davanti a lui, fossero le sue
lacrime, lacrime che non uscivano dai suoi occhi da troppo
tempo.
Tutti pensavano che lui
potesse avere tutto, tutti credevano che lui avesse già
tutto.
Ma non era così, non
sapevano che in realtà l’unica cosa che voleva non avrebbe mai potuto averla,
che l’unica cosa per cui avrebbe rinunciato a tutto (il suo sangue puro, le sue
ricchezze, il suo cognome…) l’aveva già persa, tanto tempo
fa.
Forse da
sempre.
Lei non avrebbe mai saputo
la verità, lei non avrebbe mai avuto l’opportunità di vedere il cuore del suo
nemico di sempre denudato da ogni muro che lo stesso vi aveva costruito intorno,
non avrebbe mai visto quegli occhi del colore della tempesta, animati, vivi,
finalmente non più solo un colore, ma un vero e proprio
uragano.
Perché le storie d’amore
che si leggono sui libri, il lieto fine che tutti credono di poter avere non
esiste.
È appunto una
favola.
La realtà è che la vita
non ti lascia scampo.
In pochi si accorgono
della verità celata sotto quel velo di finta felicità che avvolge la vita di
tutti.
Quasi nessuno ha il
coraggio di vedere come tutta la vita, tutta la felicità che ti sei costruito e
credi di meritarti, non è altro che un’abile menzogna, un semplice accordo fatto
involontariamente col destino.
Buffo che le poche persone
che conoscono davvero quel velo, che lo riconoscono e che non ne hanno paura,
siano proprio le vili serpi.
Perché per essere una
serpe devi essere un bugiardo, e per essere un bravo bugiardo devi conoscere la
verità.
Quella verità che tutti
credono di sapere, ma che non è altro che una menzogna.
Perché la verità non è mai
semplice.
Non è mai
indolore.
E quasi mai la puoi
avere.
Una volta che conosci la
verità, capisci che perché il mondo vada avanti, che perché la gente continui la
sua vita di tutti i giorni e sia davvero felice con i loro piccoli problemi,
l’unico modo è rimanere nell’ignoranza.
Occhio non vede, cuore non
duole.
Già, ma i suoi occhi
vedono benissimo.
E il suo cuore duole
immensamente.
Un altro lampo illuminò la
stanza, Draco osservò ancora un po’ le goccioline che cadevano sul vetro, e
ancora immaginò con tutto se stesso che quelle fossero le sue lacrime, perché
lui non poteva versarne.
Perché lui non poteva
piangere per il suo amore impossibile, per la sua vita
infelice.
Lui non poteva piangere
per la mancanza della sua lei nella sua vita triste e vuota, fatta di sfarzo e
ricchezza inutile.
Tornò nel suo letto, di
fianco sentiva il copro caldo di sua moglie.
Chissà come avrebbe
reagito Pansy nel sapere che tutte le volte che faceva sesso con lei si
immaginava un'altra.
Se si fosse accorta che
lui durante gli amplessi non gridava il suo nome per il semplice motivo che in
realtà dalle sue labbra sarebbe uscito un suono che non corrispondeva a quello
che si sarebbe aspettata.
Hermione
Come sarebbe stato urlare
quel nome durante il primo vero orgasmo della sua vita?
Ma in fondo non rimaneva
altro che pura immaginazione, perché la sua mezzosangue non lo avrebbe mai
amato.
Non gli si sarebbe mai
concessa.
Non a
lui.
Tutta colpa del suo
stupido nome.
Pansy si rigirò nel letto,
come se cercasse un abbraccio o il calore del corpo di suo marito, come tutte le
mogli.
Ma lei non l’avrebbe mai
avuto.
Lui non sopportava di
dormire con una donna che non fosse la sua mezzosangue.
Non lo sopportava prima di
innamorarsi di lei e lo sopportava ancora meno dopo.
Ma era pur sempre sposato
e quello era il minimo.
Una volte che Pansy gli
avrebbe dato il suo primo erede maschio non l’avrebbe più sfiorata, ne tanto
meno ci avrebbe dormito.
Non si preoccupava dei
sentimenti di sua moglie, sapeva che aveva una storia con Theodor Nott, e non
gliene importava un fico secco.
L’importante era la
segretezza e le apparenze.
La sua speranza consisteva
proprio in suo figlio.
Lo avrebbe educato al
meglio, ma non come aveva fatto suo padre, ma con più affetto, sempre severo, ma
non disdegnando un abbraccio o una pacca sulla spalla in segno di solidarietà
maschile.
Non per questo però
avrebbe potuto salvare il suo piccolo Malfoy dal suo
destino.
Poteva solo insegnargli ad
amare e sperare e che il suo amore fosse più possibile del suo, speranza che
poteva essere certezza, visto che la guerra era finita.
Al diavolo il sangue
puro.
Lui ci era già dentro, ma
suo figlio no.
Si girò dalla parte
opposta del letto, rivolto verso la finestra e di spalle a sua
moglie.
Di nuovo i suoi occhi
tempesta si posarono sulle piccole gocce di acqua che bagnavano il vetro e di
nuovo immaginò che quelle fossero le sue lacrime.
Purtroppo non sapeva che,
nello stesso momento, in un modesto appartamento della Londra magica, la sua mezzosangue avesse
i soliti pensieri, mentre dava le spalle a Ron Weasley, suo
marito.
Però lei, al contrario di
Draco, piangeva, silenziosamente, ma si concedeva il lusso di piangere, poiché
lei doveva fingere più di lui.
Hermione non poteva
permettere che Ron sapesse la verità, ne poteva concedersi il lusso di
accontentarsi di un figlio e non soddisfare più suo
marito.
Lei poteva piangere, ma
era forse più in gabbia di lui.
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