Wait
for me
By
Irene Adler
Note
d’inizio: Prima di cominciare, devo premettere
alcune
cosucce che vi avrei volentieri risparmiato se non fossero strettamente
necessarie. Allora…la ff è ambientata alla fine
del film.
Dal secondo capitolo in poi l’ambientazione si
sposterà
nella Germania del 1923, più precisamente Monaco e
dintorni…sono gli anni del
dopoguerra, ma per questioni di copione ho preferito inserire alcuni
riferimenti a sporadici scontri ancora in atto per movimentare un
po’
l’ambientazione; inoltre, più avanti,
inserirò anche rivolte e simili. Non mi
rifaccio ad avvenimenti realmente accaduti (in questo caso durante la
prima
guerra mondiale), ma ho preso spunto per poi sviluppare una serie di
eventi di
mia invenzione…spero che questo non disturbi qualche grande
appassionato di
storia^^ In ogni caso più avanti aggiungerò
l’avviso AU se sarà il caso.
Avviso fin da subito che
probabilmente non riuscirò ad
aggiornare con costanza, nonostante la fan fic sia quasi del tutto
terminata.
Dopo queste piccole precisazioni vi
lascio alla ff.
Buona (speriamo) lettura!
Capitolo 1
Promessa: per stare con voi.
Aspettava.
I suoi occhi cerulei vagarono da una
parte all’altra del
viale, cercando fra la moltitudine degli Alchimisti di Stato i visi di
chi, da
molto tempo, era diventata la sua famiglia.
Man mano si succedevano volti di
militari e civili feriti,
esausti o terrorizzati dalla battaglia appena conclusa, la
più devastante che
la capitale avesse mai intrapreso.
La città era in ginocchio,
ovunque edifici fatiscenti
cedevano rovinosamente, mietendo vittime che si venivano ad aggiungere
a quelle
della battaglia contro gli sconosciuti uomini in armatura provenienti
dal
portale.
Si fece largo fra quelle persone,
mentre l’angoscia si
faceva sempre di più sentire.
Una mongolfiera atterrò
poco lontano e distrattamente riuscì
a distinguere la figura del colonnello Mustang che scendeva dal
velivolo e si
guardava intorno apparentemente alla ricerca di qualcuno.
“Winry,
aspettami!”
La voce di Sheska era lontana,
smorzata dal vociare confuso
delle persone scampate alla battaglia.
Un bruciore al petto
iniziò a toglierle il fiato, mentre
avvertiva sempre più che la sensazione provata
precedentemente, quando aveva
visto quell’oggetto volante varcare nuovamente il portale.
-Ed…-
“Winry!”
Un’altra voce si era unita
a quella di Sheska, più
profonda e maschile
che lei ignorò
completamente, talmente era la foga con la quale stava cercando.
Una mano guantata le si
posò sulla spalla e la fece trasalire appena, costringendola
a voltarsi per incontrare gli occhi color ebano del colonnello Mustang;
al suo
fianco Sheska e il tenente Hawkeye la fissavano con
un’espressione che le
veniva difficile decifrare.
Fissò smarrita entrambe,
ma quando loro non sostenettero il
suo sguardo si ritrovò costretta a chiedere spiegazione a
Mustang.
“Winry…”
Lei assottigliò gli occhi,
chiedendogli di parlare.
“Acciaio…ha
riattraversato il portale” rispose laconico.
La bionda abbassò il viso,
con tremendo sconforto.
Ed aveva fatto la sua scelta ed era
stata quella più giusta
per il suo paese natale, ma non per lui, non per lei…non per
loro.
“Capisco…”riuscì
a soffiare, rendendosi conto solo in quel
momento che i suoi timori erano divenuti realtà.
Sheska
le si fece
vicino, mettendole una mano sulla spalla.
Winry non piangeva; il dolore che
provava le impediva
perfino di versare lacrime.
Si guardò ancora intorno,
gli occhi spenti, alzando con
fatica lo sguardo per cercare il viso dell’unica persona che,
in quel momento,
avrebbe potuto starle vicino e condividere, almeno in parte, il suo
stesso
dolore.
Si levò dagli una lacrima
inesistente, tentando di
riacquistare un po’ di contegno; avrebbe avuto dopo il tempo
per piangere e
sfogarsi. Tutta una vita, si disse.
“Colonnello, sa
dov’è Al?” chiese, tentando di abbozzare
un
sorriso speranzoso.
L’espressione di Mustang si
fece, se possibile, ancor più
imperscrutabile.
Lo incoraggiò con lo
sguardo a parlare, mentre sentiva la
pressione della mano di Sheska aumentare per chissà quale
motivo.
Il tenente Hawkeye la
guardò con tristezza abbandonando la
sua solita espressione decisa, ma lei non vi fece caso.
Si sporse oltre il colonnello quasi
sperasse di vedere la
figura di Al avvolta in un lungo mantello rosso, un tempo appartenuto a
suo
fratello maggiore.
“Winry…”
La ragazza tornò a fissare
il colonnello.
“Allora
dov’è Al?” disse, mentre sentiva il tono
della sua
voce farsi sempre più allarmato, spezzato da una nuova
emozione.
“Ascoltami
Winry…”
La ragazza ignorò le sue
parole e superò l’uomo di qualche
passo, portandosi le mani alla bocca.
“Al! Alphonse!”
Ripetè quel nome
più e più volte, sapendo, in cuor suo, che
il suo grido non sarebbe arrivato alle orecchie dell’amico
d’infanzia.
Riza le si fece vicino, bloccandola
per un braccio.
“Non
c’è Winry”sussurrò,
fissandola.
Lei la allontanò. Sapeva
dove il tenente volesse andare a
parare, ma il suo cuore, la sua mente, provavano repulsione a
quell’idea,
quella dura realtà.
“Alphonse!”
Si voltò bruscamente verso
Mustang, rimasto immobile fino a
quel momento.
“Dov’è
Al?! Cosa gli è successo? Mi
risponda!”gridò con il
petto in fiamme, mentre un bruciore intenso s’impossessava
della sua gola e le
lacrime cominciavano a illucidirle gli occhi.
Che fosse ferito? Scomparso? No, non
poteva essere…Lei
doveva prendersi cura di lui…
L’angoscia per la sorte di
Al non era che l’ultima goccia di
tutte le sensazioni che stavano per farla esplodere.
Aveva perso Ed, la sua amicizia, il
suo amore e non voleva
assolutamente che tutto ciò riaccadesse con Al. Senza
entrambi si sentiva
persa.
Le bastò
un’occhiata di Mustang per comprendere ogni cosa.
“Loro…hanno
entrambi
attraversato il portale”sussurrò.
“Mi dispiace”
Le gambe le cedettero, ciocche di
capelli biondi le
coprirono il viso.
Sheska si chinò su di lei
e vide che, malgrado tutto, un
sorriso, seppur pieno di malinconia e sconforto, le solcava le labbra
della
meccanica.
“Winry-chan…”
Lei non diede segno di averla udita;
nonostante avesse perso
le persone più importanti della sua vita non poteva che
essere almeno
rincuorata del fatto che fossero insieme, sani e salvi, anche se in un
altro
mondo. Però…
“Mi hanno lasciato
sola…di nuovo”
Fin dalla loro partenza, anni prima,
quando avevano preso la
decisione di lasciare Risembool per ritrovare i loro corpi, aveva
deciso
che li avrebbe aspettati, perché sapeva che, un giorno,
sarebbero tornati da
lei; ma in quel momento era diverso: Anche se li avesse aspettati tutta
la
vita, loro non sarebbero mai tornati, mai.
Loro erano la sua famiglia.
“Devo
andare…devo distruggere il portale”
Le parole di Mustang furono come una
pugnalata al cuore.
Distruggere il portale significava
arrendersi all’idea di
perderli per sempre, tutti e due.
“Aspetti!”
Si rimise in piedi, guardandolo con
supplichevole decisione.
“La prego colonnello, non
lo distrugga!”
Lui la fissò intensamente.
“Non si può fare
altrimenti: Ci sarebbe il rischio di una nuova invasione”
La ragazza sostenne il suo sguardo.
“Potrà
distruggerlo non appena sarò passata io”
Quella frase, pronunciata con voce
decisa, scatenò in
ciascuno dei presenti reazioni differenti.
“Winry, ma cosa
dici?!”
Sheska la fissava sbigottita, i pugni
stretti portati al
petto.
La ragazza la fissò e
l’amica.
“Ho fatto la mia scelta
Sheska…”riuscì a dire con voce roca.
Era una decisione sofferta, da un
certo punto di vista anche
egoista, ma il cuore le diceva che se non avesse preso quella decisione
subito, se ne sarebbe pentita per sempre.
“Raggiungerai Edward
allora…” si lasciò scappare Riza,
osservando seriamente la ragazza.
Lei abbozzò un sorriso.
“Li raggiungerò
tutti e due”disse semplicemente.
“E se Acciaio e suo
fratello avessero già distrutto l’altro
portale? Non pensi che in questa eventualità il tuo
tentativo sarebbe
vano?”domandò Mustang.
Winry lo guardò con
decisione.
“Senza alchimia ci
impiegheranno molto di più per
distruggerlo, per quando l’avranno fatto conto di averlo
già passato”
Mustang la osservò. Era
un’idea assurda, senza contare che
fosse anche molto pericolosa, a dir poco folle… ma era il
suo desiderio.
“E sia”disse
infine con voce roca.
Sul viso di Winry si dipinse uno
sguardo pieno di
gratitudine.
“Quando?Come pensi di
farlo?”
Gli occhi della ragazza si
soffermarono sulla carcassa di uno
dei mezzi nemici, molto simile a quello utilizzato da Edward.
“Intendi ricostruire
quell’aggeggio?!”
“Tre giorni”
Il colonnello la fissò.
“Mi dia tre giorni per
ricostruirlo, non appena avrò passato
il portale potrà richiuderlo”
“Come farai? E’ a
pezzi, senza contare che non esiste in
tutta Amestris una diavoleria simile…”
“Lasci fare a me. La
prego…”
Mustang annuì grave.
“Va bene.Ti farò
avere tutto il necessario. Tre giorni, non
uno di più”
“…ma,
colonnello--”tentò di replicare Sheska.
Winry mise una mano sulla spalla
dell’amica.
“Winry…”
“Sheska…
è la mia scelta. Loro sono la mia famiglia, senza
di loro non sarei la stessa”
La bruna sentì che in
quelle parole c’era un fondo di
verità.
Un silenzio opprimente scese sul
gruppo, infine Sheska annuì
con il capo.
Winry sospirò, per poi
concentrare lo sguardo in un punto
imprecisato del cielo.
-Edward, Alphonse…Stavolta
siate voi ad aspettare
me…aspettatemi, vi raggiungerò ad ogni costo!-
|