MYRCELLA
Cosa vuoi mia Regina?
Chiedi e lo avrai
Dolore, era
l'unica cosa che provava in quel momento, dolore misto a un
opprimente senso di impotenza, e l' unica cosa che voleva era che
cessasse, l' unica cosa che voleva era che quell' emozione così
impegnativa da sopportare la lasciasse in pace.
La
prima cosa che sua madre le aveva insegnato era che i leoni
proteggono i loro cuccioli, ma lei, protetta dal sole e dal caldo di
Dorne, il suo cucciolo non l' aveva protetto.
Cosa vuoi mia Regina?
Chiedi e lo avrai
Stava
lì sola, rannicchiata sul pavimento, con la gola graffiata dalle
grida e dai singhiozzi, con gli occhi ancora gonfi per il pianto, il cui
verde era reso ancora più brillante dalle lacrime che
prepotentemente scendevano lungo le guance il collo...l'hanno
bruciata viva, l'hanno uccisa, me l' hanno portata via per sempre.
Cosa vuoi mia Regina?
Chiedi e lo avrai
Un'
altra cosa che sua madre le aveva insegnato era che dei cervi non ci
si doveva mai fidare, sulle prime Myrcella, ingenua bimba di appena
dieci anni non aveva capito, lei era una cerva, Renly era un cervo, e
le voleva bene, Shireen non era ancora una cerva, solo una
cerbiattina, ma di certo di sua cugina si sarebbe sempre potuta
fidare.
Cosa vuoi mia Regina?
Chiedi e lo avrai
Shireen,
così intelligente, come lei, così buona, come lei, così
sottovalutata, come lei.
Sì,
di quello Myrcella era sicura, lei e Shireen erano uguali, entrmabe
figlie preferite, entrambe schiacciate da quel mondo di perbenismo e
ipocrisia, entrambe con la passione per le belle storie e per il
mare, le poche volte che aveva visto la sua cuginetta le uniche cose
che aveva potuto notare erano tutte le cose che le accomunavano, e
quella consapevolezza le faceva ancora più male, l' unica persona
uguale a lei non c'era più, l' unica persona alla sua altezza le era
stata portata via nel più brutale dei modi.
Cosa vuoi mia Regina?
Chiedi e lo avrai
Uguali,
in tutto eccetto che nell' aspetto, perché la sua coraggiosa
cugina non era come lei, non nascondeva le sue cicatrici, non aveva
reso il dolore e il coraggio invisibili agli altri, no, lei indossava
le sue cicatrici sul volto, fieramente, lei affrontava commenti e
pregiudizi verso la sua natura a testa alta, lei non si faceva
piegare.
Cosa vuoi mia Regina?
Chedi e lo avrai
Il
morbo Grigio...era quello che le reneva diverse...quello che
faceva tremare tutti appena la vedevano, quello che aveva portato sua
madre a chiuderla in una stanza per anni, tenendola lontana da tutti.
Ipocriti tutti quanti, deboli e patetici ipocriti, lei lo
sapeva che ciò che aberravano non erano le cicatrici e la pelle
morta, lei lo sapeva cosa temevano davvero, sua cugina, la sua
cerbiatta, così piccola aveva sconfitto da sola una cosa che aveva
decimato eserciti interi, tutti quanti temevano ciò che Myrcella
ammirava, tutti quanti temevano la forza di sua cugina, e il modo
crudele in cui essa si era manifestata.
Cosa vuoi mia Regina?
Chiedi e lo avrai
I
cervi sono dei codardi...la principessa dei sette regni non aveva
mai dato troppa importanza a ciò che la madre diceva, neanche in
quel caso, ma ora se ne pentiva, i cervi erano davvero dei codardi, e
lei non voleva più essere una cerva, sua madre aveva ragione, i
cervi non proteggono i loro cuccioli, i cervi non vingono le
battaglie da soli, i cervi sono prede, e lei non voleva essere una
preda, cominciò a sentire le braccia pizzicarle violentemente, solo
qualche secondo dopo si rese conto che il motivo di tale pizzicorio
erano gli innumerevoli graffi causati dalle sue stesse unghie, si
fermò brevemente ad osservare il liquido rosso che usciva dai
taglietti più profondi, sì, era quello che doveva succedere, se non
voleva più essere un cervo la prima cosa da fare era sbarazzarsi di
ciò che la legava a suo padre, che inevitabilmente la legava pure a
Stannis, e lei non ci avrebbe avuto più nulla a che fare, pregò per la
prima volta che ciò che le malelingue dicevano su lei e i fratelli
fosse vero, almeno se fosse stata concepita da suo zio sarebbe stata
pura, il suo sangue non sarebbe stato sporco della codardia e della
malvagità dei cervi.
Cosa vuoi mia Regina?
Chiedi e lo avrai
le sue
braccia furono allontanate dal suo petto dove si erano rifugiate, da
una forza delicata e sconosciuta, e appena sollevò lo sguardo
Myrcella si ricordò che se anche la sua cuginetta era andata via per
sempre lei non restava da sola, Trystane si era portato una delle
braccia proprio sotto il volto, ricoprendo la supreficie graffiata di
baci e carezze.
“Devi sbarazzarti di
lei Stannis, il morbo potrebbe tornare, spediscila a Valyria, fa quel
che devi ma allontana quell' abominio da qui”
Erano parole che
Myrcella aveva sempre accettato con difficoltà, pronunicate da suo
padre le avevano fatto provare per la prima volta il disprezzo verso
qualcuno, se mai avessero provato a ricordarle quanto suo padre fosse
coraggioso avrebbe tenuto a mente quella frase riferita a una bimba
in fasce, e non si sarebbe fatta trarre in inganno, osservò la
creaturina nella culla che la guardava con curiosità, il morbo si
stava espandendo sul suo volto, ma Myrcella non aveva paura, forse
perché la bimba era sua cugina, forse perché essendo piccola era
anche lei tanto ingenua, fatto stava che decise di darle coraggio, si
sporse con cautela nella culla, e depositò un bacino sulla guancia
sana della neonata facendi attenzione a non toccare le cicatrici.
“Non temere
cerbiattina, tu non sei un abominio...e nessuno ti porterà da
nessuna parte”
“Cosa
vuoi mia Regina? Chiedi e lo avrai”
Myrcella prese coraggio
dagli occhi neri e intensi di Trystane che sembravano leggerle dentro
così bene da quando era arrivata in quella terra sconosciuta, chiedi
e lo avrai, cominciò inspiegabilemente a sorridere, d'ora in poi
sarebbe stata una leonessa come la sua mamma, e i leoni i cervi li cacciano.
“Voglio...la
testa di Stannis Baratheon”
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