myers
Notte del 18 Luglio, ore 01:34
Tic, Toc. Tic, Toc. I secondi volavano, il tempo passava. Il letto era
colmo di sudore e vodka che, mischiati, davano all'atmosfera della
stanza
la classica di una notte suicida. 'Avrebbe dovuto essere la mia ora.
Non la loro. Avanti, Anthony, non starai mica impazzendo?' pensò
tra sè.
Erano 2 giorni che non aveva altro a cui pensare se non ai migliori momenti passati con la sua famiglia, e a quella frase...
lo stava tormentando troppo. Era visibilmente ubriaco, così
tanto da non riuscire ad alzarsi dal letto ormai da 1 giorno ma
così tanto da non
riuscire nemmeno ad addormentarsi. Un forte ronzio pervase la cucina, a pochi metri dalla sua stanza.
E poi, due secondi esatti e di nuovo quel fastidioso ronzio, proprio come una mosca in una notte d'agosto disturba il tuo udito
quando si avvicina all'orecchio. Due secondi, e di nuovo. Bastarono una
manciata di secondi per poter capire che era il cellulare che vibrava.
Non rispondo, si ripetè tra sè. Anthony non aveva bisogno
di conforto. Per ben cinque volte qualcuno venne a bussare alla porta
nei
due giorni precedenti ma non rispose mai, figuriamoci se avesse il
bisogno di rispondere al cellulare. E poi, era la notte suicida, la sua.
Stringeva in mano una Beretta a matricola abrasa, la vodka l'aveva
visibilmente aiutato. Perdere la famiglia fu poi la goccia che fece
traboccare
il vaso, che senso aveva vivere? Fu nel momento che aveva deciso di
puntare l'arma sulla tempia, armato più della convinzione
di potersi sparare che della Beretta. Anche se c'era un piccolo
particolare che indubbiamente stava cominciando ad infastidire l'opera
suicida appena iniziata...ed era il ronzio del cellulare, ormai era
passato più di un minuto, cosa spingeva alla persona dall'altro
lato
ad insistere così tanto? Infastidiva, certo, ma non avrebbe
interrotto. Tutto era iniziato, tutto come previsto. Vodka, Beretta,
convinzione.
'Conto fino a 3 e la faccio finita'.
1.
2.
Bom, bom! Qualcuno bussò con tutte le sue forze sulle porta,
come se fosse inseguito da qualcuno. E continuava, accennava a non
fermarsi.
3.
'No, Cristo! Non ce la posso fare!' Anthony era furioso, era come se
qualcuno volesse fermarlo, ad ogni costo. Ma nessuno sapeva del suo
piano,
com'era possibile?
"Basta, ora basta.' Ronzii, forti rumori sulla porta...e all'improvviso, una voce, stavolta nella testa di Anthony.
"Papà, papà. Ti prego, vieni a giocare con me!" Era
Corinne. Anthony poteva vedersi. Sì, si vedeva. C'era lui, Chris
con sua moglie Christine,
Bob l'amico di famiglia di vecchia data e Marie, moglie di Anthony.
Tutti insieme, felici. In lontananza si poteva scorgere anche John
Marrys e la sua famiglia, poliziotto da 90 Kg di muscoli ma con un cuore altrettano enorme.
"Vuoi giocare con me, tesoro? Vedo un frisbee, laggiù, avanti
prendilo." Lo sguado di Anthony era tanto dolce quanto amorevole.
"Eccolo che arriva, papà, girati!"
Anthony si era distratto un attimo, non aveva visto la direzione intrapresa dal frisbee.
"Oh, peccato, papi, ora ti tocca trovarlo e prenderlo, so che non
vorrai farlo..ma fallo per me, così è più
divertente!"
Ti tocca trovarlo e prenderlo, fallo per me.
Ore 1:50
Ritorno alla realtà. 'Ti tocca trovarlo e prenderlo, fallo per
me', ancora le solite frasi che continuavano a tormentarlo, come se
qualcuno le gettasse
nel suo subconscio a sua insaputa. Non era quella la notte giusta per morire, evidentemente.
C'era un altro, nuovo puzzle da comporre. Intanto erano finiti tutti i
suoni, sia il cellulare sia la porta. "Bene, bisogna tornare nella
visione,
devo capire..." ripetè ad alta voce, come se stesse parlando con
qualcuno, e invece era solo, seduto sul letto, parecchio ubriaco
e con una Beretta a fargli compagnia, che stava per tramutarsi in un qualcosa di più intimo, ma invano.
Ore 1:52
Aveva chiuso gli occhi da un minuto, il Sig. Liers e pian piano si rigettava nella visione...e all'improvviso, eccola!
"Nah, Anthony! Stai perdendo la stoffa, l'ho trovato prima io..ma
toccava a te." se la rise l'agente John in una risata generale tra i
presenti.
Ore 1:54
Nuovo ritorno alla realtà, eccolo, il puzzle era risolto. Il
frisbee raffigurava l'assassino, e toccava a lui prenderlo, per il bene
della figlia, o meglio, per vendicarsi di lei,
e in un tal senso della moglie. Ma eccolo John che lo anticipa, col degno di nota 'ma toccava a te.'
Cosa significava precisamente? Perse qualche minuto a riflettere, e
riuscì a trarne due conclusioni. La prima è che John
prende l'assassino,
anche se toccava a lui, teoria che aveva senso in quanto gli venivano
mandati segnali da forze sconosciute cui facevano pensare che
toccava a lui invece, trovarlo e prenderlo. Ma, come ricordato da Chris
nella colazione al bar, era compito della polizia, e quindi di John
di riuscire a prenderlo. Nella visione, la polizia lo anticipa. Ma
c'era un altro significato...ancora una volta collegato al puzzle
precedente.
'Toccava a te..' morire. Non toccava nè a Marie, nè a
Corinne, bensì a lui, Anthony Myers, catapultato in un Caos che
lo trascinava
nei suoi abissi. Il quadro stava diventando chiaro, non ne era ancora
certo ma dubitava fosse proprio l'assassino a mandare quei segnali,
come se volesse dirgli "Prendimi..."
Si alza dal letto, barcolla per il suo visibile al solo sguardo elevato tasso di alcolismo e riesce ad arrivare in cucina.
Ore 2:00
Dietro la porta non c'era nessuno. E sul cellulare, nessuna chiamata.
"Dio..mio".
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