Una come te

di Dreamer In Love
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1.
 
[Una come te]
 

- Pronto? -
- Dove sei? -
La voce dall'altro capo del telefono era visibilmente scocciata. La ragazza spalancò gli occhi cremisi, conscia, solo in quel momento, del guaio in cui si era cacciata. Iniziò a correre nella direzione opposta cui inizialmente era diretta.
- Sto arrivando, Shade. Dammi cinque minuti. -, riattaccò non dando tempo al ragazzo di replicare. L'asfalto passava veloce sotto i suoi piedi che incontravano ripetutamente pozzanghere e rivoli d'acqua. Con la borsa stretta sotto il braccio e l'ombrello penzolante nell'altro, il suo viso era grondante di pioggia. A un tratto, la sua attenzione fu attirata da un movimento accanto al marciapiede. In una scatola di cartone, sfasciata dalle intemperie, una creaturina pelosa miagolava tutta la sua disperazione. Senza rifletterci troppo, la ragazza si fermò, accucciandosi accanto al gattino. - Chi ti ha lasciato qui tutto solo? -, cantilenò prendendolo per il ventre e portandoselo in grembo. Due enormi occhioni blu, circondati da un pelo candido incrostato dal fango, la guardavano arrabbiati. Una zampetta, armata di artigli, tentò di ferirla ma la rossa si scostò in tempo. - Sei burbero come qualcuno di mia conoscenza. -, commentò a mezza voce sorridendo tra se. Mise il micio nella borsa e ricominciò a correre.
 
Due colpi alla porta portarono il ragazzo, appena uscito dalla doccia, ad aprire l'uscio.
- Scusa il ritardo. -, cominciò lei entrando nella piccola stanza. Si fiondò nel bagno appena liberato, lasciando sul pavimento macchie di fango e sporcizia.
- Puoi almeno toglierti le scarpe? -, mugugnò il padrone di casa seguendola e afferrando un asciugamano. Iniziò a strofinarsi la zazzera cobalto, mentre osservava incuriosito, ma ancora un po' offeso, Fine. Vide la rossa sfilarsi le calzature e lanciarle con i piedi in un angolo. Poi, questa appoggiò la sua borsa sul ripiano del lavandino, tirandone fuori un batuffolo miagolante. Il ragazzo, dietro di lei, la guardava scettico dallo specchio. - Quello cosa è, Fine? -
La ragazza spalancò la bocca scandalizzata e alzò l'animale all'altezza del viso di Shade. Il piccolo stese una zampina minacciosa proprio verso il naso del cobalto.
- È un gatto, ovviamente. -, puntualizzò la rossa riabbassandolo sul lavandino. Accese l'acqua che scorrendo per qualche secondo divenne calda e poi, con il sapone, iniziò a strofinare il pelo della creatura che rizzava la coda, le orecchie e miagolava a più non posso, morsicando e graffiando la principessa. Shade scosse la testa, rassegnato, e appoggiò l'asciugamano che aveva appena usato sulla testa della rossa, tamponando l'umidità della pioggia. La giovane alzò gli occhi sullo specchio e intrecciò le sue iridi cremisi con quelle scure di Shade, per poi regalargli un dolce sorriso. - Sai come l'ho chiamato? -
- In Accademia non si possono tenere animali. -, disse l'uomo abbandonando la stoffa sulle spalle della ragazza e incrociando le braccia sul petto nudo. Fine issò il gatto, finalmente lindo, dal lavandino e lo osservò divertita. - Oh ma Eclipse è un bravo gattino. Sarà un maestro della mimetizzazione e a non farsi trovare dai cattivi. -
Il batuffolo bianco rispose con un forte miagolio e la ragazza scoppiò a ridere.
- Stai scherzando, spero! Eclipse? -, domandò scandalizzato e offeso il cobalto. La principessa fece finta di non averlo sentito e spiattello il micio sul torace del cobalto, che lo afferrò goffamente.
- Mentre voi due burberi fate amicizia, io faccio una doccia. -, annunciò e spinse il Principe della Luna fuori dal piccolo bagnetto chiudendogli la porta alle spalle.
 




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