Stamattina ho aperto gli occhi e per 4,3 secondi era come se
nulla fosse successo. Ho pensato “che palle, che sonno, devo studiare”, come
tutte le mattine. E poi, in modo così dirompente che se non fossi stata già sdraiata
sarei caduta a terra, mi è arrivata la consapevolezza. E’ arrivata come un
pugno, o meglio, come un treno, dritto al centro del petto. Ha risalito la
gola, è giunta fino agli occhi pizzicandoli dispettosamente.
E’ da stamattina, da quando mi sono svegliata, che provo
questa sensazione. Domani ho un esame importante ma non me ne preoccupo. Fuori
c’è un tempo orribile ma me ne frego. Le mie prospettive sono tristi giornate
fatte di studio e di stupidi programmi televisivi, ma non sono triste per
questo. Mi sento come non mi ero mai sentita prima d’ora, come profondamente
demotivata. Ma non al punto da odiare la vita, da odiare questa domenica
mattina noiosa e vuota.
Non mi sto annoiando, non vorrei fare altro che non sia
stare sdraiata in silenzio. Vorrei che questa giornata fosse un enorme silenzio, rotto ogni
tanto dal rumore di un accendino e di un primo tiro di sigaretta.