La strega e la bacchetta scrausa
LE STORIE DI BEBA LA
TARDA
LA STREGA E LA BACCHETTA SCRAUSA
C’era una volta una Strega di nome Anvedi discendente di una
nobile e antica famiglia di purosangue, in questa famiglia vigeva una
antichissima tradizione: la bacchetta della matriarca, alla morte del
possessore, passava nelle mani della figlia maggiore. Anvedi ricevette la
bacchetta a 9 anni dopo la prematura scomparsa della madre, trovata morta in
camera da letto di fianco ad un biglietto “Non sono stata io. Anvedi”. Arrivata
alla scuola di magia fu una delle studentesse migliori che la scuola abbia mai
avuto. Tutto merito della bacchetta che aveva il potere di ampliare sia la
conoscenza che il potere degli incantesimi. Anvedi finì la scuola ottenendo il
massimo dei voti nei M.A.G.O. Passarono gli anni e la bacchetta diventava
sempre più vecchia e meno sicura. Tutti le consigliavano di andarla a fare
vedere ma Anvedi per paura che potessero requisirla, danneggiarla o comunque
che togliessero il suo potere, non portò mai la propria bacchetta a fare una
revisione. Quando ormai Anvedi era una donna si era così affezionata alla
bacchetta che la custodiva in una teca ogni volta che non la indossava. Era
anche convinta dell’idea che lei a la bacchetta fossero una cosa sola,
inseparabile e decise quindi di non avere figli per non rischiare di perderla
una volta morta. Passarono così altri anni e Anvedi divenne una vecchia signora
mezza ceca e zoppa da una gamba. Andava in giro con il suo bastone e ovviamente
con la fedele bacchetta custodita in una tela impermeabile e antiurto. Ma ormai
anche la bacchetta era alla fine della sua esistenza......se Anvedi pronunciava
“Lumos” poteva capitare di tutto. Da un raggio arancione che colpiva il
soffitto e faceva a pezzi il lampadario di cristallo a improvviso scatto di
libertà da parte di tutti i coltelli di casa che si mettevano a rincorrere
tutti gli elfi domestici della casa (alcuni rimasero anche feriti, poveri
elfi!). Una domenica notte, svegliata da alcuni rumori, Anvedi scese al piano
di sotto e scorse alcuni individui intenti a rovistare tra i cassetti
dell’argenteria e li soprese sventolando minacciosa la bacchetta “Ostrega, se
ve chapo ve rompo.......e in mona” (non sono brava a scrivere in veneto) (non
lo parlo nemmeno tanto, lo capisco molto però essendo una MezzaVeneta) (per chi
non avesse capito Anvedi ha origini venete...traduzione: Acciderbolina, se vi
prendo vi.........e andate a ******) I ladri (perchè di ladri si trattava)
appena videro questa vecchina con un piede e un quarto nella fossa gli risero
in faccia
“Per favore, non vogliamo farle del male.....non ci
costringa a usare le nostre di bacchette” e mostrarono un arsenale di fucili e
mitragliatrici degne di Rambo
“Per favore, si scosti o le spezzo la bacchetta, nonnina”
A quella parola Anvedi non ci vide più e avanzò con la
bacchetta levata
“Non...Chiamarmi....Nonnina......CRUCIO!!!!!!” ma dalla
bacchetta uscì zampillando un filo d’acqua “Crucio!!!!” ma non successe nulla “crucio!”
riprovò allora lei ma invece dell’incantesimo del Dolore Anvedi riuscì solo a
spogliare quasi del tutto i due banditi
“Ahhhhhhh!!!!!!!” i due ladri allora approfittarono
dell’urlo della vecchia per rubare quel legnetto che gli avrebbe procurato così
tanti soldi. Anvedi invece si buttò a terra distrutta dal dolore e dalla
separazione della sua fida compagna
I due ladri che se ne stavano andando però non avevano
ancora fatto i conti con la Bacchetta che aveva preso il nome dalla
matriarca.... Scrausa.
La bacchetta infatti iniziò a gonfiarsi e a illuminarsi
pericolosamente, i due ladri (che erano romani) iniziarono a urlarsi contro
“Anvedi...la bacchetta, ANVEDI LA BACCHETTA!!!!!!!!”
E la vecchia “Si lo so è la mia......me l’avete rubata!!!!
Che cosa è che ha?”
“Anvedi la bacchetta!”
Andarono avanti così per un pò di tempo (chissà perchè) fino
a quando la bacchetta Scrausa non scoppiò in mille pezzi facendo urlare i tre
personaggi.
Anvedi, dopo essersi ripresa dallo schock saltò in aria
stile Matrix e iniziò a picchiare i due meglio di come sarebbe riuscito a fare
Bruce Lee, agitando il bastone e usandolo per fare mosse spettacolari fino a
quando i due furfanti scapparono a gambe levate, no beh....le gambe le
appoggiavano a terra però correvano veloci come dei fulmini......magari un pò
più piano!
Anvedi per il dolore
di aver perduto per sempre la sua bacchetta fu trovata deceduta la mattina dopo
dagli elfi domestici supertiti al secondo crucio che Anvedi aveva tirato ai
banditi........
MORALE: Controllate periodicamente la vostra bacchetta o
potreste far male ai vostri elfi domestici (e poi dovreste comprarne di
nuovi....)
NOTE DELL'AUTRICE:
Momento di totale e pura follia......l'ho sempre detto che la scuola bruciava le mie cellule cerebrali!!!
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