La Fiaba della Luna Scarlatta

di MinexLaggante
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La luna è davvero strana stanotte... non credo di aver mai visto in vita mia un azzurro più intenso di quello, pensò il principe Grimm, seduto accanto a una finestra della sua sontuosa camera da letto, osservando il cielo con il suo libro preferito, le Favole, aperto sulle ginocchia. Mentre stava così, assorto nei suoi pensieri, udì un certo trapestio al di fuori della porta, da cui poi entrò un maggiordomo trafelato.

-Principe Grimm, sono dispiaciuto di dovervi disturbare a quest'ora, ma... c'è qualcosa che richiede la vostra attenzione.

-Non fa niente, tanto sono ancora in piedi. Dimmi tutto.

-C'è una donna... una straniera... che richiede udienza presso Sua Maestà il Re , e ha richiesto espressamente la vostra presenza.

Una straniera che, a quest'ora della notte, era venuta al Palazzo della Luce a chiedere l'udienza della famiglia reale? Doveva essere o una principessa o un personaggio decisamente eccentrico. In ogni caso, Grimm era curioso di conoscere questa donna.

-Va bene, dille che sto arrivando.

Il maggiordomo fece un inchino e uscì frettolosamente, poi entrò un altro servitore che aitò il principe a indossare gli abiti appropriati; quindi, fu accompagnato da altri due servi nella grande e splendida sala del trono, dove si trovavano già i suoi genitori (il Re a la Regina), sua sorella Lumia e il suo precettore Aesop.

-Bene, vedo che ora ci siamo tutti- disse il Re -Avanti, fate entrare l'ospite.

Un servo aprì il pesante portone dorato. L'aspetto della donna stupì non poco Grimm; ella era vestita in modo decisamente inusuale, con dei lunghi strascichi e un velo che le copriva il volto, il tutto di un colore azzurro molto simile a quello della luna di quella notte. In mano portava un ramo di ciliegio dorato e decorato di nastrini rossi.

La donna, giunta a passi lenti e misurati a pochi metri dal trono, fece un lungo e formale inchino.

-Presentati, straniera- disse il Re.

-Sono un'umile veggente venuta dall'est, sire- rispose la donna con voce calma e soave -E sono venuta qui, in questa notte di luna blu, per portarvi una profezia.

-Una profezia, hai detto?

-Esattamente. Prima che il sole compia sette giri e le stelle perdano la loro lucentezza, la terra sarà avvolta dall'empia oscurità; la luna si tingerà di sangue, l'odio scorrerà nei fiumi e la disperazione esonderà dai cuori degli uomini. Il crudele tiranno sorgerà dall'incubo e ferirà tutte le terre con il suo flagello, l'orda dei malvagi distruggerà le città e le vite; il mondo cadrà nel nero caos, il mondo cadrà nell'incubo totale, il mondo cadrà nella disperazione assoluta.

La veggente tacque, e il silenzio fu assoluto. Sul volto del Re e di tutta la sua famiglia comparve una grande cupezza mista a una certa incredulità. Dopotutto, il Palazzo della Luce era il centro della civiltà, un barlume di ragione e prosperità, come poteva il suo sovrano credere a tali superstizioni?

Il Re si alzò, con ancora quell'espressione severa in volto.

-L'udienza è conclusa.





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