I'll
chase you
Robb ricorda di essere stato un bambino nascosto dietro la gamba di suo
padre, Jon era sparito da qualche parte probabilmente in compagnia di
Spettro ma Vento Grigio è dal veterinario e lui non ha scuse da usare
per non essere lì in quel momento, mentre Eddard Stark parla con un
uomo dal volto severo e segnato da profonde linee che sembrano dare
alla sua faccia un aspetto costantemente corrucciato.
"Robb, perché mentre noi parliamo tu non fai amicizia un po'con Theon?"
gli sussurra Ned dandogli una leggera spinta verso il bambino, dagli
scompigliati ricci castani e gli occhi azzurri in cui brilla una luce
che sa di astuzia volpina e propensione alle marachelle, che al pari di
lui si nasconde dietro la gamba di suo padre.
Robb davvero non vorrebbe farlo, ma sua madre insiste sempre che lui
smetta di passare il tempo insieme al suo cucciolo per imparare a
crearsi amicizie più umane,
per questo si decide a compiere un passo in avanti, a testa alta,
mentre i suoi corti riccioli ramati risplendono sotto la luce del
debole sole di tarda primavera.
"Io sono Robb Stark, piacere di conoscerti" tenta, con una sicurezza
che non sente assolutamente sua, in una debole interpretazione di
quello che è lo stile con cui suo padre parla ai suoi soci. Il castano
sembra soppesarlo con attenzione per un tempo che gli pare lunghissimo,
al punto che inizia a chiedersi se non abbia fatto qualche errore
madornale nel presentarsi in quel modo, quando con un sorriso sghembo
ma non per questo meno sincero quest'ultimo si sporge in avanti e
avvolge la mano intorno alla sua.
"Theon Greyjoy, il piacere è tutto mio" replica con eguale serietà,
prima che entrambi scoppino a ridere per l'assurdità del loro modo di
fare.
Robb si sente immensamente sollevato in quel momento, felice del fatto
che sua madre questa volta non avrà nulla da recriminargli: Theon non
sembra male, senz'altro appare molto più simpatico di tutti gli altri
bambini della sua classe, e qualcosa gli dice che potrebbero andare
d'accordo se provassero a passare del tempo insieme.
"Ehi, ti va di fare una partita a pallone con me?" propone
improvvisamente Theon, tirando fuori da chissà dove un pallone
estremamente consumato e porgendoglielo con un sorriso ancora più largo
del precedente "Da quando i miei fratelli sono cresciuti, non ho più
avuto un amico con cui giocare senza rischiare di lasciarci qualche
dente per strada"
Robb è più che felice per una volta di abbandonare la gamba di
suo padre per correre dietro al bambino dagli occhi del colore del mare.
Robb ricorda tre vite ora, ma ha la sensazione che dovrebbero essere
molte di più: semplicemente, non si è ancora trovato nella situazione
adatta a sbloccare anche quei ricordi. In fondo, non è detto che questi
eventi debbano accadere necessariamente quando è ancora giovane,
potrebbero volerci anni se non addirittura decenni prima che una frase
detta da qualcuno o una persona incrociata per strada lo lascino per un
attimo a boccheggiare, ricordando fatti che è certo non essere
appartenuti alla vita che sta vivendo correntemente.
Peccato che, nella situazione che si trova, dubita che avrà molte
occasioni per poterlo fare in futuro.
I proiettili piovono tutti intorno a loro, mentre si riparano dietro
l'effimera protezione data dalla trincea: stringendo contro il petto il
fucile, cerca di ricordarsi da quanti giorni la radio abbia smesso di
gracchiare ordini dopo quell'ultimo "mantenete
la posizione ad ogni costo" che il generale Baratheon ha
trasmesso a tutte le truppe. O pure, se altri ordini ci sono stati,
loro di certo non possono saperlo dato che Sam, il loro addetto alle
comunicazioni, è stato freddato da una scarica di mitragliatrice mentre
strisciava sotto il fuoco nemico nell'eroico e vano tentativo di
salvare il loro unico apparecchio di comunicazione.
"Stanno arrivando" mormora Jon al suo fianco, i riccioli neri resi
quasi bianchi dalla polvere che aleggia nell'aria intorno a loro e che
sembra invecchiare tutti di almeno una ventina d'anni. E vecchio Robb
si sente, tremendamente, ed anche stanco e con il sogno di poter presto
ritornare a casa da sua madre e dalle sue sorelle, mentre con un cenno
del capo comunica al caporale di essere pronto all'azione.
"Diamo a quei bastardi quello che si meritano"
Con un urlo che spera possa apparire abbastanza eroico, ma che in
realtà ha solo lo scopo di non fargli esplodere i nervi prima del
tempo, il giovane salta oltre la trincea insieme alla dozzina di
commilitoni che ancora compongono la loro squadra, mentre il resto
della truppa li copre con il fuoco delle mitragliatrici.
Lasciarsi cadere a terra, sparare, saltare in piedi e correre ancora
più avanti sono cose che nei lunghi mesi di servizio il suo corpo ha
imparato a fare in maniera quasi meccanica, fino a che il caricatore
non è completamente vuoto. A quel punto, lascia cadere l'arma per
estrarre la pistola e continuare ad uccidere: è questo il loro compito,
combattere per la libertà del loro paese anche a costo di perdere la
vita, per il bene di coloro che sono rimasti a casa perché troppo
giovani o troppo deboli per poterlo fare.
Robett Glover è il primo a cadere, quando un proiettile lo colpisce al
centro della fronte facendolo accasciare a terra come un sacco di
patate abbandonato da un contadino lungo la strada, seguito subito dopo
da Jon Umber e Lawrence Snow. Robb è l'unico insieme a Roose Bolton a
raggiungere indenne le linee nemiche, mentre il resto dei loro compagni
cade nel mezzo dell'avanzata o rimane indietro a causa di ferite più o
meno gravi: anche dall'altro lato le cose non vanno meglio, perché dal
fumo delle mitragliatrici surriscaldate escono solo tre uomini
barcollanti, che però sembrano riprendersi non appena posano gli occhi
su di loro.
Robb sente il sangue gelarsi nelle vene, perché se non ha perso il
conto nella pistola gli rimane un colpo solo e Roose ha perso tutte le
sue armi tranne il coltello da porta sempre legato alla gamba sinistra;
inoltre, lo svantaggio numerico pende chiaramente a loro sfavore e se
pure riuscisse a piantare un proiettile nella testa di uno dei tre… non
è detto che da quella situazione possano uscirne vivi entrambi.
Prima che possa rendersene conto però, i nemici gli sono addosso e
tutto si trasforma in un caos di corpi che si avvinghiano fra loro,
sangue che schizza in ogni dove ed urla di dolore che si perdono nel
fragore della battaglia. Il colpo in canna è stato scaricato nella
testa dell'uomo che stava cercando di assalire Roose alle spalle, ma
ora il ragazzo si ritrova disarmato a doversi difendere da solo contro
qualcuno che potrebbe non esserlo.
Per questo, prima che il giovane dal volto mezzo nascosto dall'elmetto
verde possa tentare di reagire, si lancia su di lui e gli sferra una
decisa testata nello stomaco, godendo del gemito di dolore che si fa
doppio quando riesce a sfruttare il suo corpo robusto per far
precipitare l'altro a terra. Appena in tempo, nota, perché l'avversario
aveva già estratto la pistola probabilmente con l'intenzione di
lasciargli un regalino di piombo nello stomaco e lui non ha la minima
intenzione di lasciarglielo fare.
Con un pugno, riesce a far allentare a sufficienza la presa che l'altro
ha sull'arma per fargliela scivolare via dalle mani e puntargliela alla
testa con una movimento fluido: non sarà oggi il suo ultimo giorno di
vita, non quando ha tutta l'intenzione di sopravvivere fino alla fine
di quella fottutissima guerra per tornarsene a casa e riabbracciare i
suoi fratelli, consolare sua madre e pregare per la salvezza di loro
padre che si trova al quartier generale della prima linea, quasi
dall'altro lato del continente.
Vuole vivere, perché c'è qualcosa che deve fare prima di morire e non
riesce ad accettare l'idea di non riuscire a mantenere la promessa che
si è fatto: ritrovare quegli occhi azzurri che popolano i suoi sogni ed
i ricordi delle tre vite che è certo di aver già vissuto, e che in
questa non è ancora stato in grado di incontrare.
Non gli importa che vita faccia in questo mondo il loro possessore, se
sia un semplice barbone di strada o un soldato come lui, un libraio o
un povero contadino malnutrito, perché anche se solo per lo spazio di
un secondo ha bisogno di
sapere che anche lui vive in questo mondo e che ci sarà sempre speranza
di incontrarlo ancora quando il suo tempo su questa terra sarà giunto
al termine.
Robb si è immaginato mille possibili incontri tra loro, in un parco
della capitale mentre passeggiano in due direzioni opposte, così come
in un negozio di periferia o in un vicolo buio delle zone più
malfamate, uscendo da una chiesa o entrando nello studio di un dottore.
Robb non avrebbe mai immaginato che quegli occhi, lucenti, spalancati e
spaventati sarebbero stati
l'ultima cosa che avrebbe visto nel corso della sua vita, su un campo
di battaglia, mentre una salva di colpi lo fredda nella schiena ed il
suo corpo, dopo aver esalato l'ultimo respiro, precipita sul petto del
loro ferito e terrorizzato possessore.
La vita numero cinque era stata un ritorno ai tempi moderni e Robb
aveva accolto con un sospiro di sollievo la semplicità della vita
borghese dopo una breve ma violenta esistenza sul campo di battaglia.
I ricordi delle vite precedenti erano tornati molto presto, come incubi
che avevano popolato la sua adolescenza prima di crescere abbastanza da
essere in grado di dare loro una spiegazione: ancora adesso, a
venticinque anni, gli capita di svegliarsi di notte con la maglietta
sudata incollata al petto ed il respiro affannato, mentre chiama il
nome di una persona che non ha ancora avuto modo di incontrare.
Ora che non deve più temere la morte per colpa di un proiettile
vagante, la sua unica paura è che Theon non debba necessariamente
reincarnarsi esattamente nello stesso momento in cui capita a lui, col
risultato che potrebbero esserci vite in cui loro due sono destinati a
non incontrarsi. L'idea è sufficiente a causargli attacchi di panico di
tanto in tanto, specie nelle notte trascorse da solo nel dormitorio
dell'università, ma in fondo continua a ripetersi di essere ancora
abbastanza giovane da non dover perdere le speranze.
Theon potrebbe essere dietro l'angolo o fare la sua comparsa quando
meno se lo aspetta, potrebbe persino essere il suo futuro vicino di
letto quando la vecchiaia lo costringerà a ritirarsi in un ospizio per
anziani!
L'unica cosa che sa per certo è che, in qualunque forma sarà, lui lo
riconoscerà sempre da quegli occhi azzurri come il mare sulle cui
sponde ha vissuto nel corso della sua seconda vita.
I suoi compagni di tanto in tanto lo prendono in giro per il modo in
cui il suo sguardo sembra perdersi in mondi lontani e fantastici,
mentre le ragazze bisbigliano fra loro di come la sua aria
costantemente malinconica aggiunga un tocco di fascino alla sua
persona: gli appuntamenti gli fioccherebbero addosso se solo volesse,
ma lui non sente alcun bisogno di impegnarsi in una relazione in cui
non sarebbe coinvolto. Non quando tutti i suoi pensieri sono pieni del
sorriso sghembo e degli occhi cerulei di una persona che non riesce a
dimenticare.
"E' occupato qua di fianco a te?"
Robb sente un brivido che gli scende lungo la schiena, mentre si gira
per posare lo sguardo sulla figura che gli ha appena rivolto la parola:
i capelli questa volta sono neri e lisci, lunghi fino alle spalle, e la
carnagione è olivastra ma ugualmente il respiro gli si mozza in gola
nell'incrociare gli occhi con quelli del ragazzo che di rimando lo sta
osservando con espressione vagamente confusa.
"Amico, sei sicuro di sentirti bene? Sei diventato pallido come un
fantasma"
L'altro non può fare a meno di annuire, ancora incapace di recuperare
abbastanza fiato da rispondergli a parole, ma a quando pare il suo
cenno deve essere stato sufficiente perché, con una scrollata di
spalle, il nuovo arrivato tira indietro la sedia e molto poco
elegantemente si lascia cadere sopra di essa.
"Io comunque sono Theon, Theon Greyjoy. Tu ce l'hai un nome rossino, o
devo iniziare a chiamarti Casper per caso?"
Robb sente la risata nascere dal fondo del suo petto, per poi risalire
lungo la gola e scoppiare finalmente, libera e fragorosa, nell'aria
soffocante dell'aula.
Non gli è mai sembrato di poter respirare meglio.
"Robb Stark. E non osare chiamarmi ancora in quel modo" esclama,
allungandogli una mano affinché l'altro possa stringergliela.
Il labbro di Theon si piega in una smorfia maliziosa, mentre la giacca
di pelle nera che gli avvolge le spalle crepita appena nel momento in
cui solleva il braccio per stringere con presa ferrea le dita
dell'altro.
"Non faccio mai promesse che non posso mantenere, amico"
La otto e la nove sono entrambe un inferno, anche se ciascuna per
motivi diversi: nella prima, Theon muore sotto i suoi occhi a soli
dodici anni per colpa di un tumore e la vista dell'elettrocardiogramma
piatto è sufficiente a riportare brutalmente alla memoria di Robb la
terza e la quinta vita. Dopo dieci anni passati a soffrire per la morte
prematura dell'amico, decide di scrivere una lettera di addio ai suoi
genitori e lasciarsi cadere dalla cima della vecchia fabbrica dove da
bambini andavano sempre insieme, di nascosto, a giocare.
La sua unica speranza, è quella di non dover sopravvivere ancora una
volta a Theon ed in un certo senso la ruota del destino sembra
accogliere le sue preghiere perché al giro seguente entrambi sono
nuovamente soldati, anche se questa volta commilitoni sotto la stessa
bandiera, ed è lui a morire per primo parandosi davanti a Theon un
istante prima che un cecchino pianti il suo proiettile nel petto del
ragazzo.
La decima vita è quasi una benedizione dopo le ultime due, e Robb
decide di trascorrerla nel modo più tranquillo possibile. Ha bisogno di
respiro, dopo gli orrori che è stato costretto a vivere, e per questo
una volta conclusi gli studi decide di non puntare alla carriera
universitaria ma ritirarsi invece in un angolo appartato della città ed
aprire una piccola libreria.
Il contatto con i vecchi tomi è rassicurante e la polvere che si
deposita sugli scaffali pochi giorni dopo averli spolverati è il suo
cruccio più grande dopo che per troppo tempo è stato costretto a
strisciare nel fango o schivare micidiali piogge di proiettili mortali.
Theon non si è ancora fatto vedere in questa realtà, ma dopo due vite
in cui sono stati amici d'infanzia può anche permettersi di avere un
po'più di pazienza.
Ha deciso di non voler avere fretta questa volta, né che si tratti
della sua routine quotidiana né di ragazzi dagli occhi cerulei e lo
sguardo malizioso; tanto che gli sembra che siano passati pochi giorni
da quando ha iniziato a ricordare, quando invece ormai ha trentacinque
anni ed un paio di capelli che iniziano pericolosamente a farsi grigi
in mezzo alla massa di ricci rossi che gli incorniciano le orecchie, la
mattina in cui il camion delle consegne si ferma davanti alla vetrina
del suo negozio ed un uomo dai capelli color pel di carota, tanto corti
da apparire quasi rasati intorno alle orecchie, sbuffando gli scarica
davanti ai piedi uno scatolone di dimensioni ragguardevoli.
"Diamine amico, ma hai ordinato dei libri o ci sono dei mattoni qui e
mia sorella mi ha giocato un brutto scherzo?"
Robb non dovrebbe nemmeno stupirsi quando, sotto la visiera scolorita
che dovrebbe proteggerne il viso dai raggi del sole, fanno capolino due
iridi del colore del mare.
L'undicesima vita è strana ed è una di quelle di cui in futuro
riporterà i ricordi più vividi: lui è il figlio di un Lord di una terra
fredda e priva di compassione, mentre Theon è un ragazzo di nobile
lignaggio che è stato affidato come ostaggio a suo padre. Crescono
insieme, loro due ed i sempre più numerosi figli di casa Stark,
dedicando le loro giornate al combattimento con la spada e alle corse
con i cavalli per i boschi che circondano il castello. Sono
inseparabili, anche se Robb vede negli occhi dell'amico un'ombra di
tristezza che sembra non volerne sapere di scomparire neppure nei
momenti in cui sono loro due da soli, nascosti in qualche cantina
polverosa a bere vino di nascosto dalla vecchia septa e dal resto della
servitù.
Quando sono un po'più grandi, è nella stessa occasione che insieme si
recano nel bordello poco oltre le mura e passano la loro prima notte
con una ragazza. Dopo l'amplesso, con il petto che ancora si alza e si
abbassa per lo sforzo, Robb si domanda per la prima volta se il corpo
di Theon sotto il suo gli darebbe la stessa sensazione di quello della
fanciulla con cui ha appena giaciuto.
Subito dopo averlo pensato però, quel desiderio lo riempie di orrore e
lo spinge a rafforzare la presa sulla giovane assopita al suo fianco
che, svegliata dal suo movimento brusco, sembra pensare che lui non
abbia ancora voglia di smettere e per questo gli risale a cavalcioni
riprendendo a baciarlo. Ma ormai il pensiero si è insinuato nella testa
di Robb, e da quel momento ogni nuova prostituta con cui si ritrova a
passare le notti, nel momento culminante, per un attimo sembra
acquistare gli occhi azzurri come le acque del Mare Stretto che
appartengono invece al suo migliore amico.
Quando ormai la loro adolescenza si prepara a giungere al termine per
lasciare spazio all'età adulta però, re Robert Baratheon giunge al
castello con la sua corte al seguito reclamando l'aiuto di suo padre
alla capitale, ma prima ancora che possa essersi abituato alla sua
assenza la testa di Lord Eddard Stark è già rotolata fra le strade di
Approdo del Re ed i suoi alfieri urlano a gran voce la guerra.
Re Robb Stark è quindi costretto a farsi avanti, lasciare che la corona
di ferro gli venga posta sulla testa ed un ruolo troppo pesante per la
sua età gli venga scaricato sulle spalle: Theon Greyjoy erede delle
isole di Ferro è il primo ad inginocchiarsi al suo cospetto per
giurargli fedeltà, presto imitato da tutto il resto dei lord del Nord,
ma è solo del ragazzo dai capelli castani che al giovane re importa,
nonostante si costringa a far scorrere lo sguardo sulle decine di
uomini prostrati ai suoi piedi e a rivolgere a tutti loro cenni di
apprezzamento.
La fiducia in Theon però, è la strada che lo porta alla rovina.
Quando la prima freccia si pianta nel suo petto, sotto lo sguardo
orripilato di sua madre, il suo ultimo pensiero è insieme un addio ed
una maledizione al ragazzo che, con il suo tradimento, ha ucciso il suo
cuore molto tempo prima.
Durante la dodicesima vita lui e Theon sono inseparabili sin dalla
nascita, ma dopo le rivelazioni del mondo precedente il tutto è reso
ancora più complicato dal fatto che stavolta siano veri fratelli.
Theon è più grande di lui di un paio d'anni ed il loro rapporto è il
quanto di più intenso sia possibile tra due consanguinei: dove l'uno va
l'altro inevitabilmente lo segue, che sia al campetto da calcio dietro
casa come al bar all'angolo a prendere un gelato o, più tardi, al pub
per una birra in compagnia degli amici.
In questa vita, Robb non avrebbe nulla di cui lamentarsi eppure non può
fare a meno di soffrire egualmente per il fatto di doversi porre dei
limiti con il giovane uomo che è diventato suo fratello più grande:
vorrebbe impedirselo, ma non può fare a meno di arrossire quando
passando davanti alla porta socchiusa della sua camera lo vede
spogliarsi prima di andare a dormire, e le notti insonni sono piene di
pensieri su quei piccoli scampoli di visioni che riesce a cogliere
mentre suo fratello entra ed esce dalla doccia.
Ma nonostante il peso delle sue colpe, non riesce a fare a meno di
stare il più appiccicato possibile al ragazzo più grande, tanto che
quando è arrivato il momento per Robb di imparare a guidare è Theon
stesso a proporsi di insegnarglielo, nonostante lui stesso sia un
guidatore piuttosto mediocre e decisamente spericolato.
E' durante una di quelle lezioni, che coincidono anche con una
settimana più dura delle altre in cui Robb ha sentito dire dagli amici
che qualche ragazza sembra aver iniziato a girare intorno al fratello
con intenzioni più serie di una semplice scopata e via, che Theon
sembra notare per la prima volta lo sguardo spento del ragazzo più
giovane e, dopo averlo fatto scendere e scambiare di posto con lui in
modo da non distrarlo quando ancora non si sente sicuro al volante, si
dirige verso le campagne fuori città, deciso a farsi raccontare la
verità.
Robb però è testardo, ma soprattutto non ha alcuna intenzione di
raccontare a qualcuno il segreto che da sedici anni tiene accuratamente
nascosto nei più profondi ed oscuri recessi della sua anima, men che
meno proprio all'oggetto delle sue sofferenze. La sua testardaggine è
ammirabile, ma dato che certe cose devono necessariamente essere una
caratteristica di famiglia anche il fratello maggiore non è da meno,
non smettendo neppure per un istante di insistere nel volersi far
raccontare le cose come stanno.
Dopo una prova di mutismo decisamente troppo lungo, iniziano a fioccare
le ipotesi apparentemente più realistiche ma che, nel suo caso, sono di
quanto più lontano possibile dalla realtà: non è stata una ragazza a
spezzargli il cuore o un bullo a pestarlo e ricattarlo a scuola, non ha
rubato niente al discount vicino all'autostrada e non ha messo incinta
nessuna ballerina di night club che ora pretende di fargli crescere il
bambino da solo. Del resto, come potrebbe una persona normale
presupporre che la verità sia che lui è innamorato di suo fratello
maggiore, che la sua testa sia piena di ricordi non suoi di vite
passate in cui entrambi si sono già conosciuti e poi separati, né di
come ogni volta abbia salutato la fine della sua esistenza col solo
desiderio di poter ripetere quell'incontro ancora una volta?
Ma Robb è anche stanco, sia fisicamente che mentalmente, ed il suo
corpo non ancora adulto non riesce più a sopportare la tensione di
tenere imbottigliati dentro di sé quei sentimenti che gli corrodono
l'anima dall'interno. Sa benissimo di stare facendo il più grande
sbaglio della sua vita, ma a diciotto anni il suo segreto è costretto a
venire prepotentemente alla luce.
"E' perché sono innamorato pazzamente di te, nonostante tu sia mio
fratello!" si ritrova ad urlare, con le lacrime che già iniziano a
scendergli lungo la guance perdendosi nella rada barba incolta che gli
copre le guance.
Perché suo fratello lo sta guardando con l'espressione più sconvolta,
orripilata e terrorizzata che gli abbia mai visto sulla faccia e lui sa
che è tutta colpa sua se questo è successo ed ora la loro famiglia
andrà distrutta per colpa del suo amore disgustoso e immorale.
Ma anche se non riesce a staccare lo sguardo dalla faccia sempre più
pallida di Theon, con la coda dell'occhio riesce a cogliere quel
qualcosa che non dovrebbe esserci, sulla strada che ora stanno
percorrendo.
"Theon, attento!" urla, cercando vanamente di afferrare il volante e
riportare la macchina nell'altra carreggiata, ma è ormai troppo tardi.
L'ultima cosa che le sue orecchie registrano prima dello schianto è la
bestemmia che sfugge dalle labbra del ragazzo più grande ed il suono di
ruote che stridono sull'asfalto prima che il tutto lasci spazio al
fragore di metallo che si scontra con altro metallo.
Il suo ultimo pensiero è che almeno gli occhi di Theon, carichi di
disgusto ma non per questo meno belli, sono stati l'ultima cosa che ha
visto in questa vita.
Nella tredicesima vita, Robb decide di non perdere tempo: trova Theon
quando sono entrambi alle elementari, fa coming-out con la sua famiglia
prima ancora di finire le medie e non si stacca dal fianco del ragazzo
neppure per un istante durante tutta la durata delle superiori.
Al college lo accompagna ad ogni festa, sorreggendogli la testa quando
vomita e riportandolo ogni volta a casa quando il ragazzo è troppo
ubriaco per guidare: Arya commenta ogni volta acidamente che si
comporta più come una baby-sitter che un migliore amico, ma altrettanto
spesso la ragazza lo saluta scuotendo la testa e lanciandogli
un'occhiata che sa di deciso buona
fortuna.
Robb non commenta mai le abitudini di Theon, sorride ai racconti delle
sue mirabolanti conquiste e ride quando il ragazzo, che questa volta
sfoggia un mirabile biondo platino ed un accenno di barba sul mento, si
lascia scappare una delle sue orribili e per nulla divertenti battute.
Il ragazzo continua a ripetersi che vada bene così per ora, che Theon
sia ancora troppo immaturo per poter accettare un'eventuale confessione
da parte del suo migliore amico e che ci sarà sempre tempo di farlo in
seguito, ma la situazione finisce per sfuggirgli di mano nell'unica
sera in cui, complice il clima piovoso e l'umore nero dato dallo stress
universitario, si lascia sfuggire un po' troppo la mano e si ritrova
ubriaco fradicio al pari dell'amico. La fortuna è che la casa in cui la
festa ha avuto luogo si trova poco distante dal loro dormitorio, tanto
che anche il loro passo barcollante non è un ostacolo troppo grande
quando alle tre di notte decidono infine di avviarsi verso le loro
stanze.
Robb tutto sommato riesce a mantenere una parvenza di lucidità, mentre
Theon è praticamente un peso morto che a mala pena riesce a mettere un
piede davanti all'altro, al punto da doversi tenere stretto intorno
alla vita dell'amico che riuscire a tenersi in piedi. La situazione è
una tortura per lo Stark, perché i capelli del Greyjoy finiscono
inevitabilmente per finirgli sotto il naso quando l'altro gli appoggia
il mento sulla spalla blaterando l'ennesima fesseria di poco conto, e
nonostante la puzza di alcol e fumo riesce ancora a percepire una punta
di quel profumo salato che sembra essere costantemente incollato alla
pelle del biondino.
Ma non è quella la parte più difficile, perché il corpo di Theon
praticamente spalmato contro il suo è un doloroso ricordo di cosa
potrebbe essere eppure non sarà mai e la colpa che gli offusca i
pensieri, mentre innocentemente fa passare un braccio intorno alle
spalle dell'amico e lo stringe contro di sé, è un peso doloroso che gli
comprime lo stomaco e quasi gli fa scappare un singhiozzo.
Per quanto cerchi di apparire forte, questo trascinarsi e basta nel
corso degli anni ha lasciato il segno ed ora si è trasformato in un
fardello quasi insopportabile, mentre tutta la risoluzione che lo ha
animato da ragazzino sembra essere scomparsa nel momento in cui ha
deciso di non puntare ad un ruolo diverso da quello del migliore amico
con il ragazzo che ora stringe fra le braccia.
"Ehi Stark, sei sicuro di stare bene? Perché stai piangendo?"
Anche se mezzo soffocato dai fumi dell'alcol, o forse proprio per
quello, Theon sembra essere in grado di vedere uno scampolo di quello
che giace dietro la maschera che Robb si sforza di indossare
costantemente in sua presenza, oppure questa volta semplicemente i
sensi offuscati dal liquore gli hanno impedito di ricostruirla
abbastanza in fretta dopo che il gesto dell'altro l'ha momentaneamente
ridotta in mille pezzi.
Il ragazzo dai capelli rossi vorrebbe solo singhiozzare, o scappare ed
abbandonare Theon al suo destino perché davvero non può sopportare
oltre la sua vicinanza senza poter fare nulla, ma quando la mano del
biondo si posa sul suo petto, forse per tenersi in equilibrio o forse
per offrirgli un qualche tipo di strano conforto, tutte le sue
restrizioni vanno a farsi fottere e con un movimento brusco afferra il
volto del suo migliore amico per poi stampare le labbra contro le sue.
In un primo momento l'unica risposta che ottiene sono gli agitati
mugolii di protesta, ma testardamente lo Stark si rifiuta di fare
qualcosa di diverso dall'inclinare ancora di più la testa per aumentare
la superficie di contatto. Dopo qualche decina di secondi però, le
proteste si trasformano in gemiti di piacere che culminano nel momento
in cui Theon apre la bocca per lasciare libero accesso alla sua lingua:
la sensazione è tanto inebriante, nonostante il gusto zuccherino di
alcol e cocktail vari che vi aleggia dentro, che Robb sente le gambe
iniziare a tremare leggermente ed ha paura che da un momento all'altro
potrebbe cadere se non trova qualcosa a cui appoggiarsi. Fortuna che
Theon gli ha fatto passare una mano dietro la testa, perché qualche
secondo dopo la sua schiena sbatte coltro il muro di qualche casa,
anche se per quanto ne sa potrebbe anche essere quello del loro
dormitorio, dandogli un nuovo supporto stabile da sfruttare per non
dover interrompere oltre quella lotta forsennata che sta avendo luogo
tra loro.
"Cazzo Stark, pensavo che non l'avresti mai fatto" mormora Theon quando
finalmente sono costretti a staccarsi, mentre i loro polmoni urlano a
gran voce il bisogno impellente d'aria "Pensavo che avrei dovuto
continuare a scopare a destra e a manca ancora per molto tempo prima
che iniziassi ad accorgerti finalmente di me"
La sorpresa causata dalle sue parole è tanto grande che Robb non se la
prende nemmeno quando, due minuti dopo, Theon gli vomita sulle scarpe
per poi accasciarsi svenuto fra le sue braccia.
Alla quattordicesima vita, Theon è il controllore del treno che Robb
prende tutte le mattine per recarsi all'università in cui insegna e
questa volta è l'uomo, che sfoggia nuovamente i capelli castani della
prima, terza, quarta, sesta, ottava e undicesima vita, a rivolgergli la
parola con una battuta ed un'occhiata che lasciano il rosso
momentaneamente senza parole.
Cosa che raggiunge un nuovo livello quando nota, sul retro del
biglietto che aveva passato al giovane affinché glielo timbrasse, un
nome ed un numero di telefono che è certo non ci fossero stati quando
lo ha acquistato alla biglietteria della stazione.
Il loro incontro successivo è in un bar il sabato successivo davanti ad
una tazza di caffè, che ben presto si trasforma in venerdì sera al pub
con una birra in mano a guardare la partita e domeniche allo stadio a
tifare per la loro squadra del cuore.
Quando una sera d'inverno Theon gli prende la testa fra le mani e lo
bacia davanti al portone di casa, Robb sente che potrebbe anche morire
in quell'istante, e che nessuna morte sino a quel momento gli sarebbe
parsa tanto dolce.
Durante il sedicesimo passaggio, Robb non riesce a trovare Theon
durante nessuno degli anni del periodo scolastico, né durante quelli
del college.
Sono passate cinque reincarnazioni, perché ormai ha deciso che questo
devono essere, dall'ultima volta in cui ha incontrato il ragazzo dopo
aver compiuto i trent'anni ed inizia quasi a temere che in questo mondo
Theon possa non essere nato.
La scorrettezza nella sua assunzione è data dal fatto di aver
semplicemente dimenticato un ancora,
nella sua frase: è un giorno come tanti altri nell'asilo in cui Robb
insegna, in questa vita ha deciso di dedicarsi ai bambini per
sperimentare almeno una volta cosa significhi sentirsi un papà, che un
frugoletto dai vispi occhi azzurro mare e gli arruffatissimi capelli
castani gli viene scaricato davanti da un uomo arcigno con la promessa,
decisamente priva di sentimento, che verrà a riprenderlo nel tardo
pomeriggio.
L'uomo dai capelli rossi vorrebbe scoppiare a ridere per l'ironia della
situazione, ma gli occhi lucidi del piccolo ed il modo in cui il suo
labbro trema sempre più violentemente sono la prova che un pianto
dirompente sta per scoppiare e, per quando la cosa a Robb non dia
generalmente fastidio, il solo pensiero che proprio Theon debba
piangere senza che lui possa farci niente… gli stringe il cuore in una
morsa dolorosa.
Per questo, cavata dalla tasca una delle caramelle che per sicurezza
porta sempre con sé, con il sorriso più sincero ed aperto che gli
riesce la porge al bambino riuscendo a distrarlo abbastanza da
catturare la sua attenzione.
"Non è il caso di piangere, i bravi bambini non ne hanno bisogno. Ti
piacciono le caramelle, vero?"
Lo sguardo adorante che riceve in cambio è tanto intenso che il cuore
di Robb, e di tutti i Robb che è stato sino a quel momento, sembra
esplodere di puro e semplice amore per quel ragazzo che in un modo o
nell'altro, sotto forme sempre uguali e sempre diverse, ha incrociato
inevitabilmente la sua strada nel corso di un numero di esistenze di
cui poco alla volta sta perdendo il conto.
Per i successivi tre anni, non è facile per l'uomo cercare di non
mostrare favoritismi per quel piccoletto gracile e timido che gli viene
quasi scaraventato addosso con disprezzo ogni mattina e con altrettanto
poca empatia viene trascinato via ogni sera. Tuttavia Robb ha giurato a
se stesso che se nessuna famiglia amerà Theon, allora sarà lui a
compensare quella mancanza: cercando di nascondere la reale portata del
suo affetto, con la scusa di qualche soldo in più da guadagnare, si
propone come baby-sitter del bambino durante i weekend e, data la sua
esperienza, riesce a mantenere quel ruolo fino a che Theon non ha ormai
iniziato da un pezzo le medie.
Anche in seguito, forte del legame che si è instaurato tra loro e che
gli ha fatto guadagnare l'appellativo di zio Robb molti anni or sono, riesce
a continuare ad essere una figura di riferimento per il ragazzo quando
nessun altro membro della famiglia Greyjoy sembra voler avere nulla a
che fare con lui: è a lui che il giovane si rivolge quando durante gli
anni del liceo combina qualche casino e, sebbene accolga i consigli che
gli vengono dati con uno sbuffo, in un modo o nell'altro riesce sempre
a mantenersi sulla retta via nonostante la sua vita abbia basi
traballanti a sufficienza da poterlo spingere verso le zone più buie
della società.
Dopo il liceo, è a Robb che Theon parla del suo desiderio di aprire un
semplice bar e preparare cocktail per il resto della vita, invece che
ereditare l'azienda di famiglia, e l'uomo è più che felice di aiutarlo
a realizzare il suo sogno usando vecchie conoscenze per trovargli un
locale in una zona non troppo malfamata della città e pagandogli i
corsi necessari ad imparare a preparare veramente quelle bevande che
tanto ama, ma che per ora sa più che altro berle.
Robb c'è, ogni volta che Theon ha bisogno di parlare con qualcuno e
sfogarsi degli affari che vanno un po'meno bene del solito o raccontare
orgoglioso dell'ultima ragazza che gli ha lasciato il numero sulla
banconota usata per pagare la colazione, ed ogni volta i suoi capelli
sono sempre un po'più bianchi e qualche nuova ruga ha fatto la sua
comparsa intorno agli occhi, ma il sorriso che rivolge al giovane è
sempre carico del più profondo affetto che sente nascergli direttamente
dal cuore.
Anche se non può far parte come vorrebbe della sua vita, non gli
dispiace quello che ha ottenuto questa volta e il momento in cui Theon
gli mette fra le mani suo figlio affinché il piccolo Robb possa fare la
conoscenza del vecchio nonno Robb,
questi sente le lacrime premere per uscire agli angoli degli occhi e
deve stringere un po'di più il neonato al petto per impedire a queste
ultime di scendere.
La sua vita prosegue fino a tarda età, con i figli dell'uomo che ama
che lo chiamano nonno e passano a salutarlo tutti i pomeriggi dopo
scuola, mentre il loro padre gli ammonisce di farsi viziare troppo e
che lui alla loro età non era così bisognoso di attenzioni.
Robb ride, ricordando il bambino che gli stava costantemente aggrappato
alla gamba mentre camminavano per il giardino dell'asilo e che durante
le gite al parco si rifiutava di lasciar andare la sua mano per più di
un secondo, perché alla fine Theon è sempre stato il più viziato di
tutti pur ora non voglia ammetterlo.
La sua vita si protrae molto più a lungo di qualunque altra abbia
vissuto sino a quel momento, tanto che quando sente finalmente il
giorno della sua morte avvicinarsi, i capelli di Theon si sono ormai
fatti grigi ed i suoi figli si preparano a dargli dei nipoti da un
momento all'altro.
Il giorno di tardo autunno in cui Robb Stark si spegne nel suo letto,
guardando una foto vecchia di anni che ritrae un ragazzino dagli
arruffati capelli castani ed un uomo dai riccioli rossi appena
ingrigiti sulle tempie, il suo ultimo pensiero è che quella in fondo è
stata proprio una buona vita.
La diciassettesima, diciottesima e diciannovesima vita sono tutte
abbastanza simili per il fatto di essere tranquille, ma non per questo
felici.
Nella prima, Theon è solo un volto incrociato per strada mentre
passeggia al braccio di una ragazza e l'unica decisione che sente di
dover prendere è quella di non interferire con la sua vita: la vita di
Robb passa quindi in un susseguirsi di viaggi per il mondo, nel
tentativo di colmare il vuoto che sente dentro di sé attraverso
l'incontro con realtà diverse se non addirittura opposte a quella in
cui è nato. Durante il suo lungo peregrinare finisce per abituarsi ad
annotare le esperienze più curiose che gli capitano in un piccolo
diario, ma dopo il terzo viaggio gli appunti iniziano a trasformarsi in
brevi racconti delle sue giornate, trascrizioni di leggende locali e
brevi interviste. I libri in cui in seguito si trasformano diventano
una delle più famose collane di guide turistiche del paese.
Durante la seconda, sin da subito ha la sensazione che il ragazzo si
trovi molto lontano da lui e che per la prima volta potrebbero non
venire in contatto neppure una volta: fra tutte, questa è la vita più
reclusa e riflessiva che si concede, mentre la passione per la
scrittura ereditata dal se stesso precedente si manifesta questa volta
sotto forma di riflessioni, più che di resoconti. Dopo una laurea in
lettere, Robb sente il bisogno di dedicarsi un po'a sé e prima che se
ne renda conto i ricordi di tutte le vite vissute sino a quel momento
sono scolpiti con notevole minuzia nella sua testa, al punto che
persino lui ha capito che cosa il destino vuole che faccia: il libro
non è un bestseller ma riesce comunque a creare un piccolo circolo di
appassionati che di tanto in tanto gli inviano delle lettere
complimentandosi per le emozioni che le sue storie sono state in grado
di suscitare.
Robb al contrario non si sente per nulla orgoglioso, perché tutto ciò
che ha descritto è solo un pallido spettro dei sentimenti che vita dopo
vita si sono stratificati poco alla volta dentro di lui e per quanto si
sforzi e rilegga da capo ogni riga… sente di non riuscire comunque ad
esprimere come vorrebbe la forza di ciò che gli si agita dentro. Ma
forse, in fondo, semplicemente farlo sarebbe impossibile.
Le lettere dei suoi fans sono però un palliativo per il suo cuore
straziato, specie quando nelle loro parole avverte l'eco di vite
difficili ed amori complicati e spesso carichi di dolore, di ragazzi e
ragazze che soffrono in silenzio camminando ogni giorno al fianco dei
loro migliori amici con la certezza di non poter rivelare loro il
segreto che portano dentro di sé.
Robb vorrebbe poterli aiutare, perché in loro riconosce il se stesso di
fin troppe vite passate, ma spera che almeno i suoi libri abbiano dato
loro un pochino del coraggio che a lui tanto spesso è mancato.
Un giorno, fra le lettere, una in particolare sembra attirare più delle
altre la sua attenzione, per la sorpresa del suo editore che la vede un
giorno incorniciata sulla scrivania del suo studio semi coperta dalle
bozze infinite del romanzo successivo. Il semplice foglio di carta,
strappato neppure troppo bene da un quaderno a quadretti e coperto da
una fitta e disordinata scrittura sottile, contiene i ringraziamenti e
la storia della vita di un tredicenne che vive dall'altro lato del
paese, che di nome fa Theon Greyjoy.
La diciannovesima vita è la peggiore di tutte, perché Robb non riesce
in alcun modo ad incrociare Theon.
La ventesima vita è quella dello sballo, in cui lui e Theon sono amici
praticamente sin dalla culla e scopamici sin dagli albori
dell'adolescenza. Il loro viaggio di diploma è un mese di strade
sconnesse e notti trascorse in motel scadenti a scopare come se quella
dovesse essere la notte prima della fine del mondo, stringendo i denti
e ringhiando i rispettivi nomi in mezzo ad oscenità e brevi momenti di
dolcezza.
Non si dicono neppure una volta "ti
amo", ma Robb sa perfettamente quale sentimento li unisce ed in
fondo va loro bene così, anche se di tanto in tanto gli capita di
vedere sul collo di Theon succhiotti che è certo di non avergli
lasciato lui. Ma il fatto che alla fine l'altro torni sempre, magari
bussando alla porta del suo appartamento in piena notte per poi
interrompere qualunque protesta sull'ora tarda con un bacio che sembra
più un morso, mentre mani si muovono veloci e vestiti volano da ogni
parte… Robb è convinto che possa farselo bastare, per questa volta.
La ventiduesima vita è assurda, perché loro due sono cloni di altri se
stessi ed il loro unico scopo nella vita è quello di essere i portatori
viventi degli organi che i loro altri
andranno a farsi sostituire nel corso degli anni.
Il loro tempo è segnato fin dal principio e destinato ad essere breve,
per questo nessuno dei due accetta di voler sprecare un solo minuto del
tempo loro concesso. Robb perdona a Theon ogni cosa, accettando anche
di farsi trascinare nelle situazioni più sconsiderate solo allo scopo
di potersi sentire vivo; scopano tanto, anche, a volte solo tra loro ed
a volte includendo altri ragazzi e ragazze del loro "centro di
allevamento", ma qualche volta si recano anche insieme sulla riva del
mare ad osservare il sole tramontare prima di spogliarsi e fare il
bagno insieme godendo dell'acqua ancora tiepida dopo una giornata di
sole.
Quella è anche la prima vita in cui finalmente Robb trova il coraggio
di dire a Theon che lo ama, anche se lo fa un secondo prima di essere
portato via per essere sottoposto alla seconda asportazione di organi.
Quando la macchina che segna il suo battito cardiaco improvvisamente si
arresta, Robb sente la sua vita spegnersi con ancora sulle labbra il
sapore dell'ultimo bacio che Theon gli ha dato.
Durante la ventitreesima vita, Robb è l'amante clandestino di un Theon
sposatosi per obbligo su ordine di suo padre: è una situazione in cui
entrambi soffrono, per il senso di colpa e per il fatto stesso che i
loro sentimenti siano tanto forti che l'idea di smettere li ucciderebbe
ancora più che il lento avvelenamento portato dal continuare a vedersi,
tanto che spesso l'uomo vorrebbe solo prendere la mano dell'altro e
trascinarlo con sé in una fuga dall'altra parte del globo. E' un bel
pensiero, per quanto doloroso, che certe volte si divertono quasi a
coccolare mentre si stringono l'uno contro l'altro sotto le lenzuola,
nel cottage in cui Robb vive: in quei momenti di pace, il cui la
passione è sedata almeno per un po', si ritrovano a creare con le
parole scenari diversi in cui convivono, sono sposati o addirittura
hanno dei bambini. Certe volte litigano su chi dei due avrebbe dovuto
fare la proposta, sul luogo che avrebbero scelto per la cerimonia e
addirittura sul numero degli invitati, ma le discussioni più burrascose
sono sul nome dei loro figli e su a chi sarebbero assomigliati di più.
Robb la sera si addormenta da solo pensando che prima o poi, nel corso
delle vite che ancora gli restano, gli piacerebbe poter vivere uno
scenario da favola simile.
La ventiquattresima volta sembra essere una risposta alle sue
preghiere, perché si trovano in un mondo assurdo in cui lui e Theon
sono i principi di due paesi confinanti, promessi sposi allo scopo di
poter unire i loro regni.
Sin da bambini sono spinti a trascorrere del tempo insieme,
esercitandosi insieme con la spada in un modo che a Robb ricorda
spaventosamente un mondo violento e crudele in cui ha vissuto molti
cicli or sono: ma i regni in cui vivono ora sono in pace sotto la guida
sicura dei loro padri, tanto che la loro unica preoccupazione come
principi è crescere abituandosi l'uno alla presenza dell'altro.
Al punto che è quasi naturale per loro innamorarsi con il passare degli
anni, rendendo il loro futuro matrimonio non più un obbligo ma un
desiderio da far avverare al più presto.
Quel giorno coincide con la più grande festa che si sia mai vista,
mentre il popolo saluta i principi che tanto ama con il lancio di rose
bianche per celebrare la felicità della loro unione e ruggisce
apprezzamenti quando Theon, con un sorriso malizioso che sa di guai
dipinto sul viso, prende il volto di Robb tra le braccia e gli pianta
sulle labbra un bacio decisamente poco casto mentre si trovano sulla
reale carrozza delle cerimonie.
I loro padri sembrano non apprezzare troppo la scena, più per questioni
di etichetta che altro, ma ai due giovani non potrebbe importarne di
meno ed è solo con notevole sforzo che riescono a tenere le mani
lontane l'uno dall'altro per il tempo necessario ad arrivare alla prima
notte di nozze.
Un paio di anni dopo, i loro padri decidono di abdicare e permettere ai
due regni di unirsi spontaneamente in un nuovo, unico e più grande
reame, lasciando l'onere di governare alla giovane coppia: Theon è un
re svogliato ma intraprendente, mentre Robb è giusto sebbene un
po'troppo cauto in certe questioni ed insieme i due si bilanciano nel
bene e nel male. I sudditi li amano per il rapporto diretto che hanno
con il popolo e nessuno pare lamentarsi del governo che esercitano sui
loro territori.
Qualche anno più tardi però, da ovest si levano gli squilli dei corni
da guerra ad annunciare l'intenzione di invadere il pacifico regno e
tra i due consorti scoppia la contesa su chi dei due dovrà guidare le
truppe sul campo di battaglia: poiché è impossibile lasciare il regno
senza un sovrano, solo uno di loro potrà andare in guerra mentre
l'altro dovrà rimanere a corte ad occuparsi degli affari di stato.
Ma è implicito che il vero significato dietro quelle parole sia che
almeno uno di loro due debba sopravvivere.
Alla fine è la testardaggine di Theon ad avere la meglio, dopo una
notte passata a sfinire il marito fra le lenzuola fino a costringerlo a
concedergli il tanto sudato permesso di condurre l'esercito. Dopo un
bacio tanto dolce che Robb sente che il cuore potrebbe anche
sciogliersi in quel momento, il marito lo stringe forte a sé
intrecciando con naturalezza le loro gambe tra loro e affondando il
naso nei folti riccioli ramati.
Il loro possessore sa perché l'altro lo stia facendo, ma questo non
aiuta a rendere la separazione incombente meno dolorosa, perché lo
spettro della morte aleggia intorno a loro e non c'è nulla che possano
fare per fermarla. Per quanto possano essere re ciascuno è consapevole
che l'altro, per eroismo o testardaggine, si rifiuterebbe di guidare la
battaglia dalle retrovie preferendo invece un posto fra le prime linee
di assalto, dove la mischia ma anche il pericolo si fanno cento volte
più gravi.
Robb ha un bisogno straziante di sentirsi rassicurare sul fatto che
Theon tornerà sano e salvo, tutto intero, di nuovo a casa, ed il
castano è ben felice di farlo stringendolo fra le braccia
raccontandogli dei piani segreti che teneva in serbo per il loro
futuro: come il trascorrere il loro quinto anniversario nel castello
sul mare in cui andavano spesso durante l'estate da ragazzi, comprare
nuovi cavalli per migliorare la qualità delle scuderie reali, o
adottare un figlio che possa un giorno succedere loro sul trono.
Questa più di ogni altra cosa è l'idea che a Robb appare più pazza,
sconclusionata ed assolutamente meravigliosa di tutte, mentre la
stanchezza lascia momentaneamente da parte il posto al bisogno di
sentirsi vivi e qui ed ora, finché possono ancora farlo.
Il mattino dopo, Theon parte con l'esercito per la battaglia,
sigillando la promessa di tornare presto a casa con un bacio.
Tre mesi dopo la guerra è vinta dopo una lunga e sanguinosa battaglia
che ha permesso al regno di ricacciare indietro gli invasori con una
bruciante sconfitta e un gran numero dei loro uomini abbandonati sul
campo. Ma il prezzo della vittoria è stato alto e molti dei forti e
valorosi difensori hanno perso la vita nel farlo.
Tra questi, in mezzo a cumuli di nemici, giace il corpo senza vita del
re, spirato a causa delle ferite.
Vent'anni dopo, il regno passa nelle mani del giovane e valente Eddard
Theodore Stark-Greyjoy.
La venticinquesima vita è apparentemente la più normale di tutte quelle
che gli sono toccate sino a quel momento: suo padre è un avvocato, sua
madre si è ritirata dal suo lavoro di psicologa per crescere la
numerosa prole e Theon è il suo migliore amico sin dai tempi dell'asilo.
Alle elementari e alle medie finiscono sempre per ritrovarsi nella
stessa classe, spesso in compagnia di Jon e Sam anche se un paio di
semestri sono solo loro due a condividere lo stesso banco sul fondo
dell'aula: Theon è il buffone del gruppo mentre lui è lo studente
diligente e coscienzioso, ma la loro amicizia funziona anche per questo
e nessuno dei due prova mai gelosia nei confronti dell'altro.
Alle superiori il loro piccolo gruppo sembra essere il centro
dell'intero universo, con tutte le ragazze che gravitano intorno a loro
due e Jon mentre Sam se ne sta consapevolmente in disparte a lamentarsi
dell'ingiustizia del mondo, ma alla fine è solo Theon a sfruttare
quella popolarità per guadagnarci qualcosa.
La fama di dongiovanni lo segue attraverso l'adolescenza, ma Robb
rimane stupito quando si rende conto che se pure le ragazze caschino
letteralmente ai piedi del suo migliore amico, questi ne approfitti
meno di quanto ognuno dei se stessi precedenti abbia mai fatto.
A sedici anni Robb riesce a separare senza problemi i ricordi di
ventiquattro vite precedenti senza però lasciare che i rimpianti o il
dolore di ciascuna di queste lo trascinino nel baratro, ma anche senza
i sentimenti dei vari passati ha già fatto in tempo ad innamorarsi del
suo migliore amico ed a venire ai patti col fatto che molto
probabilmente dovrà accontentarsi di amarlo da lontano: non è il lieto
fine che ha sempre sognato, ma considerando certe vite che gli sono
capitate questa è un lusso su cui non sputare di certo sopra, e sarebbe
irrispettoso lamentarsi di ciò che non ha potuto avere quando sarebbe
potuto toccargli ben di peggio.
La svolta inattesa però avviene la notte del suo diciottesimo
compleanno, dopo che la festa è finita e solo lui e Theon sono rimasti
sotto la veranda in giardino, con una birra in mano ad ammirare il
cielo stellato. E' un momento tanto pacifico che Robb si augura possa
ripetersi ancora per un milione di vite, anche se al suo fianco ci sarà
sempre qualcuno che non potrà mai essere nulla di più che un migliore
amico.
"Robb, posso darti adesso il mio regalo?" mormora improvvisamente Theon
lanciandogli un'occhiata da sopra il collo della sua bottiglia "Ora che
ho abbastanza alcol in corpo da calmare a sufficienza quella fottuta
paura che sento e con la speranza che domani questo sia stato solo un
sogno assurdo?"
Ma prima che il festeggiato possa rispondergli, due labbra leggermente
screpolate si sono già posate sulla sua bocca e stanno scivolando quasi
con leggerezza contro le sue, con una delicatezza che Robb non avrebbe
mai pensato di poter associare a Theon
Greyjoy.
Ma un istante prima che gli sia data la possibilità di rispondere come
si deve al bacio, il castano si è già allontanato ed ora lo sta
fissando con un'espressione insieme insicura e colpevole.
"Scusa Robb ma cazzo, era da una vita che volevo farlo ma avevo una
fottuta paura di come avresti potuto reagire. Avevo il terrore che
potessi darmi del deviato o roba simile e sì, potrei anche esserlo, ma
il fatto di sentirlo uscire dalla tua bocca sarebbe stato…"
Robb non gli lascia il tempo di finire di parlare, perché diamine Theon
ha già detto troppo ed il suo cervello si è fermato a quel "era da una vita che volevo farlo"
e perché non riuscirebbe a vivere un minuto di più senza sentire di
nuovo il sapore di quelle labbra sopra le sue.
Quando finalmente capisce di non essere stato respinto ma anzi, di come
il suo regalo sia stato accettato con immenso piacere, Theon si
affretta a posare la bottiglia mezza vuota a terra per poi afferrare la
testa dell'amico fra le mani e assicurarsi che questo non possa
scappare da nessuna parte mentre usa bocca prima e lingua dopo per
sfogare anni di sentimenti repressi che il rosso è più che felice di
accettare.
La luna, quella notte, illumina con la sua luce la nascita di una nuova
coppia.
Sette anni dopo, due giovani uomini sono seduti insieme su un divano
davanti alla televisione accesa, ma nessuno dei due sta veramente
facendo caso a quanto accade sullo schermo: la testa di Theon è
appoggiata sulle gambe di Robb mentre con occhi chiusi si gode il
leggero movimento della mano di quest'ultimo tra i suoi scarmigliati
capelli castani.
"Neh Robb, che cosa ne pensi tu della reincarnazione?"
La domanda è tanto inaspettata che il rosso interrompe per un attimo il
movimento della mano, prima di decidersi a muoverla appena più in basso
per grattare il compagno dietro l'orecchio, sorridendo del suono che
riceve in risposta e che ricorda spaventosamente quello delle fusa di
un gatto.
"Non saprei, perché me lo chiedi?" domanda, un minuto dopo, mentre il
rumore della pioggia di tardo autunno fa da sottofondo insieme al
ronzio del frigorifero.
"Stamattina mentre tu dormivi ancora stavo facendo zapping ed in uno di
quegli stupidi talk show che piacciono tanto a tua sorella parlavano
appunto di questa cosa delle anime gemelle e della reincarnazione e,
dato che tu sei un tipo schifosamente romantico, ho pensato che avessi
un opinione in proposito e che fosse lecito per me chiedertelo"
"Assolutamente" ridacchia il rosso dandogli un leggero colpetto sullo
stomaco e sogghignando di fronte allo sguardo irritato che riceve in
risposta "Ma perché non mi dici prima tu cosa ne pensi di questo
argomento?"
"Beh, se proprio ci tieni tanto a saperlo…" mormora sbuffando il
castano prima di lanciare uno sguardo distratto alla tv "Personalmente
penso che siano tutte una marea di baggianate buone solo per le
ragazzine di quindici anni, ma se proprio dovesse capitarmi di
reincarnarmi… non mi dispiacerebbe rivedere ancora la tua brutta
faccia, diciamo"
Il leggero rossore che gli colora le guance è di quanto più adorabile
Robb abbia mai visto in vita sua, ma la forza nascosta dietro alle
parole apparentemente scocciate del biondo nasconde la più grande
promessa d'amore che abbia mai ricevuto nel corso delle sue
innumerevoli vite. Ora capisce, perché ogni volta lui e Theon siano
sempre stati destinati ad incontrarsi in un modo o nell'altro.
"Io ti inseguirei attraverso ogni vita" mormora chinandosi in avanti
per posargli un leggero bacio sulla guancia "Ti inseguirei attraverso
dieci, venticinque, cento vite fino a che non ti troverò ancora una
volta e ti farò nuovamente innamorare di me"
Lo sguardo che Theon gli rivolge è tanto stupefatto che i suoi occhi
azzurri, del colore del mare d'estate, appaiono più brillanti di quanto
non siano mai stati.
"Cazzo Robb, da dove hai tirato fuori questa cosa? E' talmente mielosa
che adesso mi sento tutto appiccicoso"
Ridacchiando, Robb si sporge in avanti fino a posare le labbra sul
quelle del suo futuro marito.
"Cosa vuoi che ti dica, sei tu che mi ispiri"
Note dell'Autrice:
Questa non è la mia prima yaoi scritta, ma di certo è la prima FINITA.
E' un'emozione sempre incredibile vedere finalmente la fine di una
storia, ma la prima in un fandom, o la prima di un nuovo tipo di
pairing, ha sempre un gusto leggermente diverso.
Questa storia è stata composta in quello che non potrei definire altro
se non un tornado di ispirazione, nel corso di una notte che si è
conclusa con una revisione alle cinque del mattino per poi sentire la
sveglia suonare alle otto e mezza... di sabato mattina! Ma qualcosa mi
diceva che se mi fossi fermata per dormire, non sarei più stata in
grado di riprenderla e ritrovare quell'ispirazione che mi aveva colto.
E dire che all'inizio la coppia che avevo scelto erano Ginko e Kureha
di Yuri Kuma Arashi... poi il pensiero di fare un regalo gradito e
inaspettato alla mia senpai, che ama alla follia Robb e soprattutto
Theon, ha vinto su tutto e TADA'! Ecco qui la mia prima Throbb!
Ringrazio di cuore la meravigliosa fanfiction in inglese su Kill la
Kill che mi ha ispirato, e ovviamente tongari per aver creato quel
capolavoro che è 25 lives.
E ovviamente la mia senpai, per inviarmi sempre meravigliose fanfiction
che mi sanno dare la carica nei momenti più inaspettati.
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