MEGLIO
TARDI CHE MAI
“ Rin!Aspetta...”
Kakashi rincorse la giovane donna che era fuggita in fretta e furia
dalla stanza dove entrambi si trovavano poco prima.
Lei
si fermò di colpo, lui la afferrò per un polso “
aspettare...credo di averlo fatto troppe volte con te” mormorò
piano, voltandosi lentamente verso di lui, il volto rigato di lacrime
amare.
“ Rin...io”.
“ Sai
cosa...io e te, la nostra storia. Non era nei programmi delle nostre
reciproche vite. Per quanto io possa amarti, il mio amore non ti
arriverà mai. Sono quasi dieci anni che tento di cambiare, di
cancellare cose che, kami! solo sa non si possono modificare. Io ti
amo da morire Kakashi, ma...il nostro amore, in questo mondo...non
c'è spazio per lui. Per noi. Il destino ci ha lasciato
indietro, la morte di Obito e mille altre cose non hanno fatto altro
che mettere sempre più ostacoli tra me e te, quindi non
chiedermelo più. Non chiedermi più di aspettare
qualcosa che non sarà mai importante per te quanto lo è
per me!” sbottò.
Lui
lasciò la presa e Rin fuggì.
In
quell'istante, qualcosa, in Kakashi si spezzò.
Avrebbe
chiuso il ricordo di lei da qualche parte.
Per
lui quelle parole erano troppo inspiegabili da capire, in quel
momento.
Proprio
come se lei fosse morta.
Come
se non fosse mai esistita.
Avrebbe
continuato a vivere senza quel dolce sorriso.
Doveva
imparare a farlo...per forza.
7
anni dopo...
Kakashi
osservò il villaggio dalla finestra.
“ Sesto
Hokage?” Shizune entrò nella stanza circolare.
“ Shizune,
è successo qualcosa?”.
“ No
ma...c'è una persona che desidera vedervi”.
“ Falla
pure entrare”.
“ Ecco...non
è qui” farfugliò, “ si trova al Campo 13”.
Lui
si voltò osservandola sconcertato, “ chi è?”.
L'assistente
sorrise, “ non posso dirvi nulla”.
“ D'accordo,
occupati un attimo tu di far spostare questi documenti nell'archivio
4. Torno presto”.
“ Come
desideri, Kakashi-sama” disse inchinando leggermente il capo.
L'uomo
si tolse il pastrano da dosso, rimanendo con la divisa scura da jonin
e saltò giù dalla finestra.
Shizune
alzò gli occhi al cielo ma non disse nulla.
La
figura avvolta nel mantello chiaro sentì i passi dietro di se,
“ questo luogo, non è cambiato dall'ultima volta”.
Kakashi
si bloccò, quella voce era fin troppo famigliare.
“ Hokage...chi
lo avrebbe mai detto. Ne hai fatta di strada, Kakashi, lui sarebbe
fiero di te” continuò l'altra, sfiorando con le dita un
nome inciso sullo spuntone di pietra.
Spostò
il cappuccio rivelando la lunga chioma rosso scuro, voltandosi verso
di lui, “ non sei cambiato però e sembri molto
più...maturo, sono felice di rivederti” sorrise.
“ Rin”
riprendendosi dallo stato catatonico di poco fa avanzò verso
di lei. Prima che potesse fare altro, lei piano gli cinse i fianchi,
appoggiandosi sul suo petto.
Kakashi,
rimasto con le braccia a mezz'aria, goffamente le cinse le spalle.
“ Se
stringi più forte non mi fai del male”.
Alzò
il viso appoggiando il mento sul suo torace, “ un momento, i
tuoi occhi...”.
Lui
indietreggiò quel poco per osservarla in tutta la sua
confusione e pensò che era tremendamente bellissima, ma non
lasciò le sue mani.
“ Bè,
sono successe molte cose da quando te ne sei andata”.
“ Cose
importanti?”.
“ Niente
lo è quanto lo sei tu, Nohara Rin”.
Lei
si avvicinò pericolosamente alla sua maschera, inserendo le
dita ai lati, le sue intenzioni erano chiare.
“ Meglio
tardi che mai, Hatake Kakashi”.
Shizune
osservò i due dalla finestra, avvinghiati e con i visi che si
fondevano in uno, sorridendo soddisfatta.
“ Oh
bè, meglio muoversi qui, non sono una guardona no?”.
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