La vendetta delle shipper

di Choi Yume
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indifferenza

HakuKyou

Quella mattina era iniziata in un modo totalmente anonimo, Hakuryuu si era alzato contro voglia per andare a scuola con i suoi lunghi capelli bicolore sparati in tutte le direzioni.
“Fanculo, dannata scuola” mugugnò decidendosi finalmente ad alzarsi.
Si era diretto in cucina, aveva fatto colazione e si era preparato per la solita pallosa giornata di scuola.
Il suo miglior nemico lo aspettava già fuori dalla porta quando si decise ad uscire, si lo aveva chiamato miglior nemico perché il suo rapporto con Tsurugi Kyousuke era davvero particolare, litigavano spesso, pesantemente, avrebbe aggiunto, ma in fondo, molto in fondo, non riuscivano a stare l’uno senza l’altro.
“In ritardo come al solito Hakuryuu” sbuffò il blu degnandolo appena di un’occhiata.
“Le cose belle si fanno attendere” disse iniziando a camminare dietro di lui con le braccia incrociate dietro la testa e un sorrisino beffardo dipinto sulle labbra.
Tsurugi si girò appena nella sua direzione per schioccargli un’occhiata annoiata per poi continuare a camminare senza degnarlo di una parola, conoscendo la natura silenziosa del blu questo gesto sembrerebbe parte della normale routine, ma per l’albino, che lo conosceva fin troppo bene quel comportamento gli apparve anomalo, di solito il blu gli avrebbe risposto a tono dicendo che se era davvero così lui sarebbe dovuto arrivare in anticipo per quanto era brutto, ma non lo fece.
Hakuryuu alzò le spalle incurante, forse aveva solo sonno. Ma l’idea che si era fatto l’albino si era dimostrata sbagliata nel corso della giornata, Kyousuke non faceva altro che ignorarlo cosa che lo faceva a dir poco infuriare.
Non gli aveva degnato la minima attenzione tutto il giorno né durante l’ora di matematica quando l’albino aveva preso a lanciargli palline di carta che però l’altro si toglieva pacatamente dai lunghi capelli blu senza degnarlo di uno sguardo, né durante l’intervallo quando gli aveva rovesciato l’acqua sui pantaloni “per sbaglio”, il blu si era semplicemente coperto le gambe aspettando che l’acqua asciugasse. Né quando nel pomeriggio durante gli allenamenti di calcio Hakuryuu aveva segnato ben tre goal alla squadra dell’amico e né tantomeno sulla strada di casa che percorrevano insieme dove l’albino non faceva altro che vantarsi come suo solito.
Avrebbe potuto fumare dalla rabbia non c’era nulla che gli desse più fastidio che essere ignorato, ma se era proprio farlo dare in escandescenze quello che voleva il blu lui non gliene avrebbe concesso la soddisfazione, anche a costo di comportarsi gentilmente con lui.
Sul suo volto si dipinse un ghigno malefico mentre Tsurugi si allontanava senza neanche salutarlo, sì, avrebbe fatto così, si sarebbe comportato bene con lui, a quel punto il blu avrebbe avuto di certo un qualsiasi tipo di reazione, ne era certo.
Però le sue certezze, come ogni certezza che aveva avuto nella vita era destinata ad infrangersi dato che neanche la sua geniale “psicologia inversa” aveva funzionato sull’altro che continuava a trattarlo con indifferenza, ormai non gli schioccava più neanche le sue solite occhiatacce infastidite, Hakuryuu sentiva di stare per esplodere dalla rabbia, ma si diceva che doveva farla pagare a quello stronzetto così ingoiava la sua rabbia e si costringeva a fare cose totalmente fuori dalla sua natura di testa calda, ma mai che il ragazzo riuscisse a fare ciò che si prometteva; nulla non ci era riuscito, era esploso una giorno dopo quattro lunghissime settimane passate a fare l’angioletto gli aveva urlato contro.
“POSSO SAPERE PERCHÉ CAZZO MI IGNORI DANNATO PUFFO CHE NON SEI ALTRO?”. Si poteva quasi vedere il fumo che gli fuoriusciva dalle orecchie, doveva farlo o gli sarebbe venuta un’ulcera, ne era più che sicuro.
“Non ti sto ignorando” sbuffò l’altro poco interessato.
“LO STAI FACENDO ECCOME ANCHE ADESSO FIGLIO DI PUTTANA”.
“Non mi pare” disse il blu alzando appena il sopracciglio “Ho altre cose a cui pensare, romperti le palle non è il mio obiettivo primario nella vita, non sei di certo il mio primo pensiero, non sei così importante Hakuryuu”.
Quella mossa di Kyousuke, era stata davvero pessima, se l’albino avesse dovuto dire la cosa che odiava di più al mondo era proprio sentirsi dire che non era importante, così agì d’istinto premette le labbra su quelle di Tsurugi coinvolgendo l’altro sorpreso in un bacio per poi voltarsi di spalle e dirigersi verso la porta di casa con un ghigno. “Ora prova a dire che non sono il centro dei tuoi pensieri stronzetto” disse per poi chiudersi alle spalle.
Kyousuke, dal canto suo ghignò come soddisfatto, ci era voluto più tempo del previsto, ma alla fine il suo piano aveva funzionato.

[angolino dell'autrice]
tadaaaannn dopo tanto sono tornata scusate per l'assenza davvero, l'erstate è una specie di piaga per la mia voglia di scrivere Gomen....
beh vo lascio con questa hakukyou sperando che vi piaccia NON L'HO RILETTA.
Baci
Chloe x




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