Sigaretta
Ho
rivolto i miei occhi al cielo e ho pianto.
Mi
sono persa nelle nuvole grigie, il loro riflesso è annegato nei miei occhi e ho
pensato di averlo catturato.
Si
muoveva lì, sul fondo del pozzo.
Ho
lasciato che le lacrime si asciugassero sulle mie guancie, artigliando la pelle con la loro traccia
salata.
E
il freddo si è unito al mio corpo, e la mia anima ha danzato e gioito sotto il
cielo coperto, cantando una ballata di uomini persi nella nebbia.
Ho
lasciato che le dolci spirali di fumo salissero fino al cielo per congiungersi
alle nuvole grigie che tanto ho amato, in quel momento.
Le
spirali che partono dalla sigaretta riportano questa mia danza, la danza della
follia della mente e della perdita.
Mi
sono persa, in questa giornata grigia.
I
gemiti d’amore e di dolore si sono condensati anch’essi nell’aria, seguendo la
via della nicotina e di tutte le vuote preghiere lanciate a esseri superiori,
che si sono addormentati.
Hanno
lasciato questo mondo, questa danza di perduti per creare nuovi figli.
Così
le muse impazzite hanno cominciato la loro danza di squilibrio e insania, di
grida e risate isteriche, di pianti.
D’ilarità
isterica, per quanto esse siano infelici.
Nastri
hanno avvolto le membra e i capelli, hanno sfiorato i loro volti e asciugato le
lacrime.
Le
figlie elette non dovrebbero suicidarsi.
La
falena grigia ha aperto le sue ali stanche per raggiungere la luce di questa
sigaretta accesa, e la mia mano pallida l’ha scacciata lontano, a cercare
un’altra luce, con il mio requiem sulle ali.
Non
voglio il suo sacrificio.
I
miei polmoni buttano fuori sostanze nocive, che si aprono un varco tra mie
labbra, dolci, senza sforzo. A quanto pare, ho messo da parte l’istinto che
salva dal dolore e dalla malattia.
Predominio
del pensiero sul corpo.
La
nebbia è sorta dal suolo, lontano, ai piedi delle montagne.
Nebbia,
o nuvole basse.
Sospiri
e nicotina degli angeli, che sono scesi sulla terra.
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