the silence of Sherlock

di NotError
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29 Dicembre 2014 parte 2

 

  • prove? - fece Lestrade lasciando cadere la cornetta e mentre un'espressione speranzosa si faceva strada sul suo viso.

  • esatto. Ma ho bisogno di irrompere in casa di questo Tom. Sai come procedere, immagino -

    in una ventina di minuti eravamo a casa del fidanzato della vittima. Abitava in un appartamento piccolo e cupo, dalla tappezzeria vecchia.

    Entrammo prima io e Sherlock, poi altri due uomini che aveva portato Lestrade.

  • Cosa dobbiamo cercare, di preciso? - chiese quest'ultimo guardandosi intorno

  • un travestimento. Non penso abbia avuto tempo e occasione di buttarlo, dato che lo avete arrestato proprio ieri. Ah, poi delle caramelle, o un leccalecca..qualcosa del genere -

  • travestimento? -

  • già. Cosa non ti è chiaro? -

    anche se con riluttanza, Lestrade diede immediatamente l'ordine di perquisire la casa in cerca di questo presunto travestimento.

    Si fidava ciecamente di Sherlock Holmes, sapeva che non si sbagliava.

Ci volle una mezz'ora per trovare ciò che cercavamo.

Uno degli agenti dell'ispettore tornò trionfante in salotto, dove eravamo io e Sherlock con un sacchetto
nero della spazzatura in mano.

Dentro vi era un travestimento da Babbo Natale.

Pochi istanti dopo ci raggiunse anche l'altro, con un sacchetto di cioccolatini in mano.

  • Ora abbiamo tutte le prove – disse Holmes, con un sorriso beffardo.

Sherlock si diresse immediatamente da Molly per far esaminare i dolciumi trovati, mentre io e gli altri
agenti ritornammo a Scotland Yard, e iniziammo il processo due giorni dopo.

 

  • Tom Baker, è il colpevole – iniziò Sherlock in tribunale – dato che il fratello della signorina Morris, a causa di un impegno lavorativo, non poteva presentarsi all'appuntamento, la ragazza lo ha tranquillizzato dicendo che avrebbe chiamato qualcuno. Non lo ha fatto. E questo è confermato dal suo cellulare. Sicuramente avrà deciso di rimanere al bar solo per un caffè da cinque minuti e andarsene presto. Perché? Voleva incontrarsi subito dopo con il fidanzato, il signor Baker. Lo ha avvisato che era nel bar nel centro di Londra e lui ne ha approfittato. Avevi già pianificato tutto, vero? - concluse rivolgendo uno sguardo accusatorio a Tom Baker, ancora seduto con le mani ammanettate davanti a sè

  • si – rispose quello dopo una pausa – ormai è finita, quindi che serve tenersi tutto dentro?
    Avevo deciso di ucciderla già da tempo, ormai. Ma un'occasione del genere non mi si era mai presentata. Lavoro da un mese come “Babbo Natale”, vale a dire girare per la città dando ai bambini caramelle e volantini promozionali. Sono povero e disposto a tutto pur di vivere. Anche uccidere. Così, ancora travestito, sono andato a quel bar offrendo a ogni cliente una caramella. A lei però, ho riservato il cioccolatino avvelenato -

  • come ha avuto la Tetradotossina? - lo interruppe Holmes con tono stanco, quasi annoiato, e con lo sguardo al cielo

  • oh, vedo che sa parecchie cose, lei. Comunque, da un clandestino. Dove vivo gira parecchia gente, e con questa anche parecchie sostanze. Sfortunatamente, essendo incappato nelle droghe, spesso non posso fare molto affidamento sulle mie capacità visive, così ho dovuto riempire di veleno ogni cioccolatino, per non confondermi. Così ai clienti ho dato le caramelle, a lei il cioccolato. La tetradotossina l'ha immobilizzata subito e il suo stesso vomito l'ha fatta strozzare.. Cos'altro ho da spiegare? -

  • perché l'hai uccisa, ovviamente – sul viso di Sherock era ritornata la solita espressione di ghiaccio, aveva solo da riempire le ultime lacune che gli mancavano e il puzzle sarebbe stato completato

  • oh, quello. Per soldi, certo. Mi amava molto, nonostante le droghe. Quindi, fu tanto stupida da
    piazzarsi sulla testa un'assicurazione sulla vita che in caso di morte mi avrebbe assicurato di poter vivere tranquillamente ancora a lungo.. -

  • e la borsa? -

  • prestiti. Lei sapeva della droga ma non del fatto che fossi povero. Dai miei vestiti non si direbbe, vero?. Comunque, la borsa deriva da un prestito bancario che avrei colmato non appena fosse morta. Dovevo in qualche modo aumentare la fiducia che aveva in me, no? -

Tom Baker, quello stesso giorno, fu dichiarato colpevole.

A distanza di tre giorni, il signor
Morris si presentò alla nostra porta con un insolito sorriso.

  • Signor Holmes, non so come ringraziarla – disse David con un tono di felicità mista a malinconia – ha dato a mia sorella la pace che cercava -

Sherlock rispose con un sorriso anche se era più preoccupato a fissare fuori dalla finestra .

  • la prego di accettare questi – continuò l'uomo, porgendo al mio amico una scatola di sigari molto pregiati.

Sherlock fece per prenderli, ma appena ne prese uno in mano lo fece cadere, ma non si accostò per
prenderli.

  • scusami, John, puoi aiutarmi? Non so cosa mi succede, faccio cadere tutto.. - la sua voce tremava, ma non me ne preoccupai e mi accinsi a raccogliere la scatola mentre il signor Morris lo fissava con fare sospetto.

  • Capita a tutti, signor Holmes -

Dato che il silenzio si era fatto imbarazzante e visto che David non sembrava avere nessuna intenzione di andarsene, dissi che andavo a preparare del thè.

Quando tornai però, nel piccolo salotto era rimasto solo Holmes.

Ma non era quello di prima.

Sul suo volto, normalmente freddo e distaccato, ora vi era un'espressione di terrore e disgusto.

  • Sherlock. Ehi, Sherlock! - cercai di smuoverlo invano

  • oh. John, sto bene. Si sto bene, tranquillo. Ho solo bisogno di una doccia– rispose scostandosi
    nervosamente una ciocca di capelli e dirigendosi verso il bagno in un secondo momento.

Da quell'episodio iniziarono tutti i problemi che racconterò in seguito.

 





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