Salve a tutti!
Bene bene… come avevo già anticipato ad alcune
“ colleghe” del TMPCP, ha inizio una nuova fan
fiction firmata Elly & Lolly!
“The toys room” è una storia che avrei
voluto scrivere già un po di tempo fa… ma
purtroppo non ero sicura che sarei riuscita a “metterla in
piedi” da sola… e così mi sono rivolta
alla mia ormai collaboratrice di fiducia, la Lolly! <3 ( Lolly
ti adorooo!!!!) e dalla nostra collaborazione… ecco una
nuova storia sulle orme di “R.H” ( che, state
tranquilli, aggiorneremo!).
Ma adesso basta…niente spoiler! XD
Buona lettura!
† The
Toys Room †
Prologo
C’era una luce fioca in quella stanza. Avrebbe sicuramente
potuto essercene di più, ma il Bambino non voleva. Andava
benissimo così, le candele facevano l’atmosfera
giusta. Gli erano sempre piaciute, le candele.
Sorrise. Era arrivato il momento di giocare un po’. Aveva
sistemato la sua Bambola su una seggiolina bassa, con un bel vestito
nuovo, ed era pronto a servirle del tea caldo. Perché
c’era solo una cosa che interessava il Bambino, i giocattoli,
e in particolare le sue Bambole. Quelle non erano giochi comuni, le
custodiva gelosamente, non le faceva vedere a nessuno, e le teneva
nella Dimora fino a che non si rompevano. Perché purtroppo,
le Bambole avevano il grande inconveniente di essere molto fragili.
< Spero sia di tuo gradimento il nuovo vestito che ti ho
regalato... Desideri dell'altro tea, Halle-Doll?>
sussurrò a voce bassa alla Bambola dai capelli dorati che
stava davanti a lui. Era una delle sue bambole preferite, una delle
più rare... Aveva veramente faticato per riuscire ad
ottenerla, a farla sua. Aveva tanto lottato, ma alla fine si era
arresa. Esattamente come tutte le altre.
I biondi capelli le ricadevano sulle spalle, coperte dalla seta nera
del vestito nuovo che il Bambino aveva provveduto a donarle.
Le braccia ricadevano sul tavolinetto in legno. Lo sguardo puntato nel
vuoto... Dopotutto era solo una Bambola.
Le avvicinò, fissandola con le iridi di carbone, alle labbra
la tazza fumante di tea. Era bollente.
Il piccolo poté notare gli occhi di ella tremare, producendo
piccole gocce trasparenti che ricaddero giù dalle guance.
La Bambola piangeva.
< Oh oh! Ma cosa fai? Le Bambole non piangono, perché
sono finte... Magari sei difettosa...>
Nel pronunciare tali parole fece gocciolare lentamente il liquido
bollente sulle labbra di lei. Il tea percorse il candido corpo
facendolo arrossare lungo tutto il percorso.
Lievi gemiti misti a dolore. Dolore che ella tentava di celare dietro
ad un falso sorriso.
Allora il Bambino si alzò di scatto rivolgendole uno sguardo
di puro disprezzo. Era decisamente più basso del suo
giocattolo, e vestito buffamente, tutto di bianco. In lui tutto era
latteo e irreale, a partire dai riccetti candidi da angelo fino alle
punte delle dita delicate e infantili… Ma il suo fisico non
gli impedì di strattonarla per la veste nera facendola
cadere a terra.
< Devi avere qualche cosa che non va... Ma non preoccuparti,
adesso ti aggiusto io, non temere...>
Immobile sul pavimento, osservò il suo padrone allontanarsi
per qualche istante, tornando poi con un'altra sua simile trascinata a
forza per il colletto.
La lasciò andare facendole ricadere la testa sul pavimento.
Anche questa non accennava a muoversi, ma non dava nemmeno il minimo
segno di vita come invece, purtroppo, aveva fatto lei.
Vide il suo padrone, questa volta, armeggiare con uno strano oggetto
luccicante, tipo una lama.
< Dunque... Questa è Takki-Doll... Era la mia Bambola
preferita prima di te, un buon modello, non ci sono dubbi... Non mi ha
mai dato problemi lei, a differenza di te, però... Se
riuscissi a concentrare le sue funzioni con il tuo corpo magari potrei
ricavarne qualcosa di meglio, penso...>
La Bambola seduta non si scompose. Poteva parere immobile, come se non
avesse sentito, ma in realtà non era così. Un
osservatore attento, un osservatore come il Bambino, avrebbe notato
immediatamente che aveva incominciato a tremare. Erano piccoli sussulti
quasi impercettibili… Perché se solo la Bambola
ne avesse ancora avuto la capacità, avrebbe urlato di
terrore…
Il piccolo boia non rimase con le mani in mano. Abbandonata a terra la
minuscola tazza in ceramica mal decorata come solo un oggetto
giocattolo vecchio di anni poteva essere, piantò il coltello
che aveva in mano direttamente nel petto della figura stesa a terra.
Una figura che doveva essere morta da tempo.
La Bambola l’aveva capito, anche perché le sue
narici riuscivano ancora a percepire debolmente un filo di fetore
putrido che fino al momento in cui quel demonio travestito da creatura
innocente non aveva portato nella stanza quella cosa non
c’era.
Nel frattempo l’altro sembrava scavare facendo uno strano
frushfrush inquietante, senza curarsi di niente, ne del sangue nero e
denso che gli ricopriva le mani pallide anche a quella fioca luce, ne
del modo terribile con cui stava macellando quella cosa… No,
lui non provava mai niente. Niente.
Ad un certo punto, ne tirò fuori (e si poteva intuire un
ghigno soddisfatto dietro la maschera atona del suo volto coperto di
ombra) un organo sanguinolento, una viscera avariata e violacea, che
sapeva solo di morte…
La Bambola bionda chiuse gli occhi, aspettando la fine. Voleva che
arrivasse in fretta, voleva solo questo. Nessuno avrebbe potuto
salvarla, lo sapeva. E quel pazzo non si sarebbe mai fermato.
Perché lui era il Bambino, e i bambini non sono consapevoli
delle azioni che compiono…
Quando il Bambino ebbe finito la sostituzione dei circuiti della
bambola bionda, si occupò dell’altra,
anch’essa nelle medesime condizioni… Come poco
prima, la riprese per il colletto del vestito trascinandola via, ormai
inutilizzabile.
Tornò allora da Halle-Doll, la sua prediletta con un sorriso
tra il sadico ed il pazzo stampato sulle labbra.
< Come ti senti ora, Halle-Doll? Va meglio, vero? Non sono stato
bravo?>
La bambola non mosse un muscolo. Gli occhi vitrei serrati.
< …>
La smosse un pochino per vedere se riprendeva le proprie funzioni, ma
nulla…
< Oh! Si è rotta!> constatò infine
notando distrattamente di non essersi ricordato di ricucire la stoffa,
e che questa era macchiata di uno strano e denso liquido…
Piccolo errore di distrazione, poteva accadere ogni tanto,
dopotutto… Anche se gli dispiaceva un po’ per la
sua Halle-Doll, lei gli piaceva tanto!
Forse era l’ora di concedersi un riposino, giusto il tempo
per pensare a come ottenere un nuovo giocattolo che sostituisse quello
ormai rotto. Uno che era bello uguale.
Il Bambino si allontanò lentamente. Le impronte dei suoi
piccoli piedi stampate sul parquet erano di un rosso acceso.
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