Hermione e Severus

di Veggie12775
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Nota: Storia scritta senza fine di lucro, i personaggi sono di proprieta di J.K. Rowling.



CAPITOLO UNO


1996
Il primo settembre Hermione si trovava al binario 9 ¾ della stazione di King Cross dove avrebbe preso il treno per recarsi alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts che avrebbe frequentato per il sesto anno.
L’Hogwarts Express era appena arrivato e la ragazza salì a bordo per sistemare i suoi bagagli in uno scomparto vuoto poi scese a terra per aspettare i suoi amici che arrivarono alcuni minuti dopo.
“Harry, Ron, Ginny! Sono qui!” gridò Hermione sbracciandosi per attirare la loro attenzione in mezzo alla folla.
I tre ragazzi, seguiti dai coniugi Weasley, la videro e la raggiunsero.
Si scambiarono i saluti poi, dopo che Molly e Arthur ebbero dato un ultimo abbraccio ai ragazzi, i quattro salirono sul treno che poco dopo partì.
“Come stai, Harry?” chiese Hermione guardando l’amico che sembrava pallido e sciupato.
“Beh, vivere con i Dursley è sempre orribile ma per fortuna le ultime due settimane le ho passate alla Tana con Ron e gli altri.”
“Già e noi siamo stati felici di averti con noi, amico!” disse Ron dando una pacca sulla spalla di Harry.
Harry cercò di sorridere ma fallì miseramente.
Nessuno disse niente ma tutti sapevano che la morte di Sirius Black era stata un duro colpo per Harry.
Sirius era stato il suo padrino ed il miglior amico di suo padre e Harry aveva sognato di poter un giorno andare a vivere con lui e lasciare per sempre i Dursley ma il suo sogno si era infranto tre mesi prima per colpa della spietata cugina di Black, Bellatrix Lastrange, fedele seguace di Lord Voldemort che lo aveva ucciso.
Il povero Harry nella sua giovane vita ne aveva già passate tante.
Aveva perso i genitori ad un anno, uccisi da Voldemort, ed era stato affidato ai Dursley, la famiglia di sua zia, la sorella di sua madre, che era gente bigotta che detestava la magia e che aveva tenuto all’oscuro il ragazzo riguardo ai suoi poteri.
A undici anni Harry aveva scoperto la verità e aveva iniziato a frequentare Hogwarts facendo amicizia con Hermione e Ron.
Aveva passato alcuni momenti sereni ma anche tristi e difficili, soprattutto con il risveglio di Lord Voldemort due anni prima che aveva creato caos nel mondo della magia e che era costata la vita a Sirius che aveva conosciuto l’anno precedente.
Infatti, il destino di Harry era strettamente legato a quello di Voldemort come era scritto in un’antica profezia.
Il ragazzo era consapevole di tutto questo e anche i suoi amici che non avevano alcuna intenzione di abbandonarlo.
Alcune ore dopo arrivarono alla stazione di Hogsmeade e salirono sulle carrozze che li avrebbero condotti a Hogwarts.
“Primo anno! Da questa parte!” gridò la familiare voce di Hagrid, il mezzogigante guardiacaccia e insegnante di Cura Delle Creature Magiche di Hogwarts.
Hagrid era un loro grande amico perciò Harry e gli altri corsero subito a salutarlo.
“Hagrid!”
“Oh, ciao ragazzi! Mi fa davvero piacere rivedervi! Ora, però, dovete scusarmi ma come consuetudine devo accompagnare i ragazzi del primo anno.”
“Sì, certo. Ci rivediamo più tardi al castello.”
Dopo il breve saluto a Hagrid, Harry e i suoi amici salirono su una carrozza che li condusse fino all’immenso parco di Hogwarts.
Come di consueto quando entrarono si recarono nella Sala Grande e presero posto al tavolo dei Grifondoro e da lì assistettero all’entrata di Minerva McGranitt, la professoressa di trasfigurazione e direttrice della loro Casa, seguita dagli studenti del primo anno che dovevano essere smistati dal Cappello Parlante nelle quattro Case di Hogwarts: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero.
Al termine di questa procedura, il preside Albus Silente diede ufficialmente il benvenuto agli studenti per il nuovo anno scolastico poi iniziò il consueto, ricco banchetto.


Nelle settimane successive le lezioni e i compiti si fecero piuttosto impegnativi.
Hermione, come sempre, era scrupolosa negli studi e spronava anche i suoi amici ad impegnarsi anche se tutti erano preoccupati per Lord Voldemort e i suoi mangiamorte che avevano già cominciato a fare alcune vittime fra i Babbani e i Mezzosangue.
Harry, inoltre, era sempre triste e pensava continuamente a Sirius e a nulla servivano le parole dei suoi amici per aiutarlo.
Hermione, vedendo quanto il suo amico soffriva, decise di aiutarlo e capì che l’unico modo per farlo era tornando indietro nel tempo prima che Sirius venisse ucciso da sua cugina Bellatrix.
In fondo già una volta avevano salvato Sirius in quel modo insieme all’ippogrifo Fierobecco, perché non farlo una seconda volta?
In quell’occasione Hermione aveva utilizzato una Giratempo che le era stata data dalla McGranitt all’inizio del terzo anno per permetterle di assistere alla lezioni dei numerosi corsi a cui si era iscritta e che si tenevano negli stessi orari.
Al termine dell’anno scolastico però Hermione l’aveva restituito alla professoressa perché aveva trovato troppo stressante la cosa e aveva rinunciato ad alcuni corsi.
Ora non poteva però andare dalla McGranitt a richiederglielo perché il Giratempo era uno strumento che veniva concesso con parsimonia e con un motivo valido data la sua pericolosità e solo dietro concessione del Ministero Della Magia.
Hermione, quindi, decise di cercare un altro metodo per tornare indietro nel tempo trascorrendo parecchie ore in biblioteca.
Le sue ricerche vennero premiate quando trovò in un vecchio e polveroso libro nel reparto proibito informazioni su una difficilissima pozione combinata ad un incantesimo in lingua antica.
Tutto ciò appariva molto difficile da realizzare ma Hermione era sempre entusiasta d’imparare qualcosa di nuovo e si mise d’impegno nella riuscita del suo progetto.
Ora che aveva trovato il libro, Hermione si recava ogni sera in biblioteca a studiarlo nei minimi particolari, recandosi là con il mantello dell’invisibilità di Harry.
Di solito ci restava per un’oretta al massimo per non essere scoperta da Argus Gazza, il custode, e la sua gatta Mrs. Purr quando facevano le loro perlustrazioni.
Una sera, però, si attardò più del previsto e fu scoperta da Gazza che l’accompagnò subito nell’ufficio di Severus Piton, il professore di pozioni e direttore dei Serpeverde.
Avrebbe dovuto accompagnarla dalla McGranit, che era la direttrice della sua Casa, ma la donna aveva preso un paio di giorni di permesso per andare a trovare un’anziana parente malata così la sua decisione cadde su Piton.
Hermione maledì la propria sfortuna, immaginando che oltre a detrarre parecchi punti a Grifondoro, Piton le avrebbe inflitto una severa punizione dato che provava parecchia antipatia nei suoi confronti.
Appena giunsero nei sotterranei davanti all’ufficio di Piton, Gazza bussò alla porta e dopo un istante la voce profonda del professore diede il permesso di entrare.
“Professore, ho scoperto la signorina in biblioteca nella sezione proibita” spiegò Gazza.
“Ma davvero?” disse Piton alzandosi dalla sua sedia dietro alla scrivania e avvicinandosi.
Dal luccichio dei suoi occhi neri, Hermione capì che stava pregustando la punizione che stava per infliggerle.
“Sì, signore” rispose Gazza.
“Bene. Entrare in biblioteca di notte e per di più nella sezione proibita è una grande infrazione, lo sai, signorina Granger?”
“Sì, signore.”
“Cinquanta punti in meno a Grifondoro e come punizione dovrai pulire tutte le sere per una settimana il mio laboratorio senza usare la magia e se sarai sorpresa di nuovo a violare le regole potresti essere espulsa. Intesi, signorina Granger?”
“Sì, professor Piton.”
“Bene. Ora torna subito nella tua stanza. Ti aspetterò domani sera alle otto per la tua punizione.”
Senza aggiungere altro, Piton voltò le spalle e tornò a sedersi davanti alla scrivania facendo intendere che l’incontro era concluso.
Quando Hermione tornò nella sua stanza pensò che poteva anche andarle peggio anche se cinquanta punti erano davvero consistenti.
Naturalmente non poteva più recarsi in biblioteca ma ormai non aveva più importanza per la realizzazione del suo progetto dato che aveva imparato a memoria le istruzioni del libro.
Ora non le restava che procurarsi gli ingredienti per preparare la pozione e pensandoci la punizione che le aveva inflitto Piton poteva tornare a proprio vantaggio visto che doveva recarsi a pulire il suo laboratorio tutte le sere.


La sera successiva Hermione si presentò puntuale nell’ufficio di Piton e lui le tenne gli occhi addosso mentre lei puliva il suo laboratorio negandole in tal modo la possibilità di rubare gli ingredienti che le servivano per la pozione.
La stessa scena si ripeté per le altre sei sere e ormai Hermione aveva perso la speranza di potersi procurare gli ingredienti che le occorrevano ma, proprio quando stava per terminare la sua punizione, qualcuno bussò alla porta dell’ufficio di Piton e lui si allontanò.
Tendendo le orecchie, Hermione capì che si trattava del professor Silente e quando i due iniziarono a parlare, la ragazza non perse tempo e corse all’armadietto dov’erano custoditi gli ingredienti per preparare le pozioni.
Prese tutto ciò che le serviva in fretta e furia poi, proprio nel momento in cui Piton tornava nel laboratorio, fingeva di aver appena finito di spolverare.
“Ho finito, professore.”
“Bene, ora puoi andare.”
Hermione non se lo fece ripetere due volte e uscì in gran fretta per tornare nella propria stanza.
Finalmente aveva tutto ciò che le serviva perciò il giorno successivo iniziò subito a preparare la pozione utilizzando il bagno di Mirtilla Malcontenta.


Era trascorsa una settimana e Hermione, dopo aver controllato il calderone, capì che la pozione era pronta per essere usata.
Proprio quel giorno c’era la prima partita di Quidditch, Grifondoro contro Corvonero e tutti erano elettrizzati ed ansiosi di assistervi.
Harry, Ron e Ginny facevano parte della squadra ed avevano già raggiunto il campo per il riscaldamento mentre gli altri compagni e gli insegnanti stavano uscendo in quel momento dal castello per andare sugli spalti.
Sentendosi osservata, Hermione alzò lo sguardo e si accorse che Piton la stava guardando intensamente.
Il professore poi fu chiamato dal preside che lo sollecitava ad accompagnarlo e uscì dall’aula.
Hermione non sapeva il motivo dell’occhiata di Piton ma conoscendo la sua intelligenza ed intuitività capì che forse si era accorto della sparizione di alcuni ingredienti dal suo armadietto e sospettava di lei.
Aveva già deciso di agire quel giorno e i sospetti di Piton rafforzarono la sua decisione, quindi, invece di recarsi allo stadio, corse nel bagno di Mirtilla Malcontenta e dopo aver bevuto la pozione recitò l’incantesimo.
Per un attimo non accadde nulla poi all’improvviso Hermione si sentì risucchiare nell’oscurità e svenne.




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