La paladina dell'Oscurità, Bloody Water!
“Sora, sei pronto?” chiese Riku, al suo fianco.
“Abbiamo solo una possibilità. Dobbiamo
farcela.”
“Lo so.” Rispose l’altro.
“Stando a Yen Sid, lei è la chiave che conduce
agli altri due, in più si rivelerà un alleato
potente.”
Davanti a loro, la piazza di Radiant Garden era deserta, Leon e gli
altri avevano tenuto gli abitanti in casa. Ora non rimaneva
che evocare il portale per il Regno dell’Oscurità
e salvare la Maestra Aqua.
Sora e Riku puntarono i Keyblade dritti davanti a loro, e convogliarono
le energie come gli era stato insegnato. Subito, uno squarcio di luce
si materializzò al centro della piazza, dal quale
fuoriuscì un miasma oscuro.
“Ce l’abbiamo fatta, Riku! Ce l’abbiamo
fatta!” Il ragazzo abbandonò la sua postazione.
“Sora! Aspetta!”
Sora, euforico, scattò in avanti verso il portale..
… e si ritrovò un tacco di quattro centimetri in
faccia.
Il ragazzo cascò a terra, battendo la nuca. Quando si
riebbe, osservò la giovane donna dai capelli cerulei che lo
fissava con tale intensità da volerlo incenerire con lo
sguardo.
“Ah! Vanitas! Sei ancora vivo!” urlò la
ragazza, estraendo un Keyblade e puntandoglielo addosso.
Sora fece appena in tempo a rotolare via ed evitare il fendente diretto
alla sua fronte. “U-Un attimo! Ci deve essere un
equivoco!”
“Non tentare di ingannarmi! Non casco nei tuoi tranelli! Ora
ti eliminerò!” La ragazza colpiva con una furia
omicida. Riku si era ormai ripreso dallo stupore, ed era giunto in
aiuto del suo amico.
“Quindi vuoi attaccarci. E va bene.” Il ragazzo si
mise in guardia, serio e pacato come sempre. “Non so
perché siamo arrivati a questo, ma non ti
permetterò-“
“MA LEVATI!” con un singolo gesto, la maestra
evocò una colonna di fuoco sotto ai piedi del ragazzo, che
ora volava nel cielo notturno con un grido che poco si abbinava al suo
fare calmo e dignitoso di poco fa.
L’urlo del Custode del Keyblade ormai promosso a fuoco
d’artificio novello aveva attirato Lea e Topolino, che
stavano monitorando la situazione in città.
Videro una ragazza inferocita che sparava dardi magici a Sora, mentre
quest’ultimo li schivava in un modo che ricordava quello dei
vecchi cartoni animati.
“Aqua!” Il Re andò a fermare i due.
“Aqua! Ferma! Lui non è… aspetta.
Vanitas? Tu che ne sai di che aspetto abbia Vanitas? Noi non
l’abbiamo visto in faccia.”
“Io so tutto!” La ragazza sembrò
dimenticarsi di dare la caccia a Sora e si voltò, come se
parlasse a un pubblico su un palcoscenico. “Io sono
l’urlo di speranza di tutti gli esseri viventi! Sono
l’alfa e l’omega! La paladina dei Keyblade e il
terrore degli Heartless! Io sono Bloody Water!”
I tre spettatori rabbrividirono, sia per la brezza serale che per lo
scarso talento della giovane per i soprannomi.
Lea mise una mano sulla spalla della medesima, ancora ferma in una
strana posa da supereroe. “Uhm… Aqua, giusto?
Forse vuoi un attimo sederti, e fare dei bei respiri… credo
tu abbia bisogno di-“
“Levami. Quella. Mano. Di. Dosso.” Con un movimento
fluido, la guerriera si girò verso Lea e gli
sparò contro dei proiettili ghiacciati. Ma lui
balzò all’indietro e li deviò col suo
Keyblade. “Ah! Tutto qua? Dovrai fare molto meglio
di cos-” Un gigantesco blocco di ghiaccio
seppellì il rosso e le sue ultime parole con lui. Ma non il
gemito che seguì.
Topolino non sapeva se ridere o piangere delle prodezze dei suoi
alleati, gli stessi che –teoricamente- avrebbero dovuto
aiutarlo a battere Xehanort. Decise comunque che ci avrebbe pensato
dopo. Ora doveva fermare Aqua, era ovvio che la permanenza
nell’Oscurità le aveva danneggiato il cervello.
“Sora! Preparati dobbiamo aiutare Aqua a…
Sora?” Ma guardandosi attorno, il topo constatò
che il ragazzo non era più nella piazza. E purtroppo,
nemmeno lei.
“MUHAHAHAHAH! IO SONO BLOODY WATER!”
Il grido rimbombava nelle vie della città, mentre il Re si
guardava attorno con aria sconsolata e Bloody Water si dirigeva verso
nuove avventure.
Un Riku brillava nel cielo notturno.
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