“Ash
prosegue il suo viaggio nella regione di Kalos per poter diventare un
Maestro Pokèmon. In questo momento, lui e i suoi amici sono
in
viaggio verso Romantopoli, luogo dove il nostro eroe ha intenzione di
conquistare la sua sesta medaglia. Tuttavia...”
“Cosa?!
Che vuol dire che il ponte non si può
attraversare?”- disse
bruscamente Ash. Il gruppo, dopo aver salutato Luminopoli, aveva
imboccato il sentiero più vicino per raggiungere la prossima
città,
ma improvvisamente si erano trovati davanti un cartello che vietava
l'accesso oltre il punto in cui si erano appena fermati: purtroppo
per Ash, infatti, il ponte che collegava le due estremità
del bosco
che stavano attraversando era stato dichiarato
“pericoloso”.
“Non
possiamo farci niente, Ash, sii ragionevole.- disse Serena, la
ragazza coi capelli dorati che accompagnava il giovane attraverso
Kalos- Guarda, il ponte è completamente a pezzi, se ci
salissimo
sopra il nostro viaggio finirebbe qui!”.
A
Serena in quel momento scoppiò una piccola risata, che
contagiò
anche Ash, nonostante non fosse di buon umore.
“In
ogni caso dobbiamo trovare un modo per avanzare, non possiamo
fermarci qui”- disse invece Lem, un altro compagno di Ash,
con i
capelli biondi e gli occhiali.
Sua
sorella Clem si avvicinò subito a Serena e chiese:
“Cosa dice il
tuo navigatore Serena? C'è un'altra strada per
Romantopoli?”.
La
ragazza fece subito una ricerca: “Vediamo un attimo... Si, ho
trovato! Possiamo dirigerci a Water Seaven e da li prendere un
traghetto per Romantopoli!”
“Come?
Water Seaven?”- fece Ash, il quale non aveva mai sentito
nominare
un posto simile.
“Pika?”-
fece a sua volta Pikachu, l'inseparabile spalla di Ash.
“Si,
ne ho sentito parlare anch'io. -chiarì Lem- Water Seaven
è
conosciuta in tutta la regione di Kalos come “la metropoli
dell'acqua”: è una specie di
città-isola costruita sul lago più
grande della regione, dove gli abitanti realizzano opere
architettoniche a causa delle quali è considerata un
patrimonio
artistico. Possiamo prendere una nave da li e con essa raggiungere
Romantopoli”.
Ash
rispose: “La metropoli sull'acqua? Ottimo, tutti in marcia
verso
Water Seaven!”. “Pika-chu!”- aggiunse
Pikachu.
Così
i quattro si misero in cammino verso la loro nuova metà,
mentre tre
individui a noi sicuramente noti li osservavano da lontano.
“Avete
sentito? Parlavano di opere di un certo valore, vero?- disse una
ragazza dai lunghi capelli.
“Si,
e anche di un patrimonio artistico!”- rispose un ragazzo dai
capelli corti.
“Vi
ricordo che il nostro obbiettivo sono i Pokèmon, ma potremmo
fare
uno strappo alla regola... Voi che ne dite?- fece infine un piccolo
Pokèmon dall'aspetto di gatto- Cerchiamo dei preziosi, li
sgraffigniamo, vendiamo tutto e diventiamo ricchi sfondati!”.
“Poi
sarà la volta di rubare Pikachu e tutti gli altri
Pokèmon!- disse
la ragazza coi lunghi capelli- Oggi è giornata di trionfo!
Il Team
Rocket sfreccia come un razzo verso la ricchezza!”.
“Brilleremo
nel cielo più d'ogni altra stella!”- fecero gli
altri due
all'unisono.
“Woooo-
Buffet!- disse infine Wobbuffet, il Pokèmon tondo e azzurro
di
Jessie.
Intanto,
i nostri amici erano quasi giunti a destinazione, e avevano deciso di
rifocillarsi: Lem aveva preparato il pranzo per tutti, e Serena aveva
pensato al dolce, sfornando tanti Pokèbignè. Alla
fine il gruppo,
dopo questa breve sosta, riprese il cammino, quando Serena
inciampò
e fece: “Aaaaaah!”
“Serena!
Va tutto bene?”- Ash corse immediatamente verso la sua amica,
e le
diede la mano, aiutandola a rialzarsi: la ragazza arrossì un
pochino, e si alzò, ringraziando Ash. Lem e Clem li
raggiunsero
subito e chiesero cos'era successo.
“Io
sto bene,- disse Serena- è solo che lì davanti ho
visto qualcosa”.
Ash
fu il primo a voltarsi, e vide giacere a terra quello che,
effettivamente, sembrava essere un Pokèmon.
“E'
un Metang!”- disse subito il ragazzo.
“Si,
è un Metang cromatico!”- affermò Lem.
Metang
aveva un colore diverso dagli altri esemplari della sua specie:
invece di essere azzurro, era di una tonalità quasi
argentata, e
aveva degli artigli dorati.
In
quel momento aprì gli occhi, e accortosi di Ash e gli altri,
fece
uno sguardo arrabbiato e serio.
“Perchè
reagisce cosi?”- disse Clem.
“Forse
ha voglia di lottare.- suggerì Ash- Molto bene Metang,
sarò io il
tuo avversario! Preparati a combattere!”.
“Aspetta
Ash- lo fermò subito Lem- guarda il corpo di
Metang”.
Ash
volse più attentamente lo sguardo verso quel
Pokèmon selvatico:
Metang infatti aveva ferite e cicatrici in diversi punti del corpo,
come lo avesse travolto un tornado.
“Che
gli sarà successo? Non sembra in gran forma”-
disse il ragazzo.
“Prova
a catturarlo. Lo porteremo in un Centro Pokèmon”-
gli suggerì
Serena.
“Idea
fantastica,- disse Ash- proviamo!”. Ash prese dalla cintura
una
delle sue Pokèball, e la ingrandì,
dopodichè la lanciò su Metang:
“Pokèball, vai!”.
Metang,
tuttavia, respinse la Pokèball senza fatica, e questa
ritornò tra
le mani di Ash, che rimase stranito.
“Che
strano... Avete visto?”- disse Clem, e in quel momento la sua
borsa
si aprì: dentro c'era Dedenne, un piccolo Pokèmon
arancione simile
a un criceto.
“De-ne?”-
disse lui.
Serena
suggerì ad Ash un'altra idea: “Senti Ash, a me
Metang sembra pieno
di energie, prova a farlo lottare con Pikachu. O magari col mio
Braixen! Un tipo Fuoco dovrebbe essere in vantaggio contro uno
Acciaio!”.
“No
Serena,- la contraddisse Lem- io credo che questo Metang non sia in
condizioni di battersi: ha troppe ferite. Ash,- si rivolse in quel
momento al suo amico- prova di nuovo a lanciare la tua
Pokèball!”.
Ash
rispose: “Ok, faccio un tentativo! Pokèball,
andiamo!”.
Stavolta,
quando la rilanciò, sembrò che funzionasse:
Metang era entrato
dentro la sfera. Però non fu così,
perché infatti il Pokèmon
selvatico uscì quasi immediatamente da essa, lasciando i
nostri
amici al punto di partenza.
“Certo
che è proprio cocciuto da parte sua...”- fece Ash,
e Pikachu
concordò.
In
quel momento, Metang si alzò in aria e andò via.
“Ehi,
aspetta! Vogliamo solo aiutarti!”- disse Ash, e
cominciò a
inseguire Metang, fino a quando questi non raggiunse una grotta.
“Ma
perché fuggi via?”- chiese Ash.
“Non
credo stia fuggendo- disse Lem- E' un Pokèmon selvatico,
forse
preferisce stare da solo. E poi a me sembra che questa grotta sia la
sua casa, quindi lasciamolo qui”.
“Se
lo dici tu, fratellone...”- disse Clem.
Ash
invece era un po' dubbioso, così Pikachu si
avvicinò a Metang, e i
due iniziarono quello che sembrava essere un dialogo.
“Che
fai Pikachu?”- chiese Ash. Pochi minuti dopo, Pikachu
ritornò dai
ragazzi, e cominciò a fare dei gesti, che Ash
riuscì a interpretare
come un messaggio.
“Si,
ho capito.- disse lui e, rivolgendosi agli altri- Ok ragazzi, Pikachu
dice che Metang non vuole venire con noi, perché deve fare
qualcosa
in questa foresta”.
“Cosa
esattamente?”- chiese Serena.
“Ecco,
questo non lo so”- cominciò a dire Ash, quando
Clem notò qualcosa
sul braccio sinistro del Pokèmon: “Ehi, che
cos'è quello? Lì,
sul braccio!”.
Lem
si avvicinò e disse: “Sembra un bracciale, e su di
esso c'è una
scritta: ...-01. Il resto è illeggibile, ci sono troppa
polvere e
troppe cicatrici”.
Prima
però che Lem potesse dare un'altra occhiata, Metang
reagì alle
azioni del ragazzo muovendo il suo braccio metallico verso di lui,
come se volesse scacciarlo via, e poi si ritirò in un punto
ancora
più profondo e buio della grotta.
I
ragazzi sospirarono, e continuarono a guardare straniti il
Pokèmon,
che continuava a comportarsi in maniera quasi “enigmatica e
senza
un senso chiaro”.
“Forse
appartiene già a un altro Allenatore, e lo sta aspettando-
ipotizzò
Ash- Ok, lasciamolo pure qui, e proseguiamo il viaggio. Voi cosa ne
dite amici?”.
Gli
altri annuirono, e così il gruppo si mise di nuovo in
marcia, mentre
Metang rimase nella grotta e li ignorò completamente,
limitandosi a
restare impassibile e immobile dov'era.
Finalmente,
dopo qualche altro minuto di cammino, Ash e i suoi amici arrivarono a
destinazione. Avevano davanti un gigantesco lago, sul quale si ergeva
una vera e propria città, e a collegare entrambi era un
ponte di
metallo grosso e resistente. Tuttavia, di una cosa il gruppo era
ignaro: una nuova avventura stava per cominciare.
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