Ciaooooooooooooo
Aggiornato in fretta no?!
Ditemi cosa ne pensate, un commento è sempre gradito!
Un bacio
Avevo finito di pranzare e decisi di dedicarmi al
mio appartamento.
Ancora non ci potevo credere.
Era il mio appartamento.
Presi una scala per cominciare a montare le tende.
Ne avevo scelte un paio semitrasparenti e molto colorate per la mia
camera, così da lasciar filtrare il sole, quando c'era.
Era un giornata stupenda. Aprii la finestra ed entrarono i suoni
direttamente dalla strada.
Soprattutto rumore di veicoli e voci allegre di persone a spasso.
Agganciai uno ad uno gli anelli al bastone.
Scesi e ne ammirai il risultato. Era davvero bello. Migliorai il tutto
con una calamita che teneva la tenda su un lato, così
entrava più luce.
Il motore di una moto potente si spense proprio sotto casa mia.
Possibile che fosse già venuto da me?
Mi affacciai alla finestra e lo vidi togliersi il casco.
I suoi capelli biondi brillavano anche sotto il timido sole di
novembre, una tipica giornata di fine autunno.
Lo lascia suonare.
< Chi è? > risposi al citofono.
< Sono Jean >. Come mi piaceva il suo accento francese.
Premetti il pulsante per aprire la porta d'ingresso e mi avviai verso
quella del mio appartamento.
Quasi non feci tempo ad aprirla che era già davanti a me. E
dire che ero al secondo piano.
< Ciao > mi disse prima di stringermi a se e baciarmi.
Non me lo aspettavo. Pensavo che ci avesse ripensato.
< Ciao > gli risposi quando si staccò.
Sorrideva beato.
Gli feci strada all'interno e gli mostrai le stanze.
Gli scatoloni erano ancora pieni e ingombravano il pavimento.
< Con una così bella giornata ti va di andare a fare
una passeggiata in castello? > mi chiese.
Era una bella idea. Anche perchè restare in casa rendeva la
situazione molto più imbarazzante.
< Lasciami il tempo di cambiarmi > dissi, indicando la
tuta che indossavo.
< Per me sei perfetta anche così > ripose
tenero.
Ma si allontanò sedendosi sul divano.
Scelsi un paio di jeans, un maglione non troppo pesante e il giubbotto.
Misi un filo di trucco.
< Sono pronta > esclamai entusiasta.
Poi ricordai la moto.
*
Guardai Charles seduto all'estremo opposto del tavolo.
Eravamo in casa solo io e lui. I miei erano fuori a pranzo con amici,
come loro abitudine.
Il tavolo era imbandito con le portate che la servitù aveva
cucinato esclusivamente per noi.
< Gradisce ancora un po' di sacher, signorino Jamie? > mi
chiese Augustine, il maggiordomo.
< No grazie, ho mangiato fin troppo. Ne vuoi ancora Charles?
>.
Charles alzò gli occhi dal piatto che stava terminando e
annuì.
Io scossi la testa. Come faceva a mangiare così tanto?
Fin da bambini lui ci metteva il triplo di me a terminare un pasto.
Certo, finchè prendeva tre porzioni di ogni portata.
< Vado a sdraiarmi sul divano, avvertimi quando hai finito di
abbuffarti! >.
Accesi la tv e feci un po' di zapping, ma non c'era nulla che potesse
interessarmi.
La spensi e chiusi gli occhi.
Sentii una mano che mi scrollava.
< Hai finito? Sicuro di non valere un ammazza-caffè?
> lo derisi.
< Rifocillarmi mi ha fatto venire in mente il programma del
pomeriggio >.
< Sentiamo >.
< Portami a fare un giro in centro >.
Poteva andare. Anche se sicuramente avremmo trovato un caos assurdo.
< E chiama qualche tua amica > disse, enfatizzando
l'ultima parola.
Mandai un messaggio ad Angela, dicendole di chiamare gli altri.
Rumori assordanti tutto intorno a me. Non ne potevo più dei
portici di Piazza Duomo.
Bambini che correvano di qua e di là tra la folla che si
spintonava per trovare il passaggio migliore.
< Allora Jamie quando pensi di dare questo party? > mi
chiese Angela.
< Il prossimo sabato. Sentite ragazzi perchè non ci
allontaniamo da questo casino? >.
< Dai andiamo in castello > propose Chiara.
Io acconsentii e così anche gli altri.
Stavamo camminando quando Chiara salutò una ragazza sola
sull'altro lato della strada.
< Ciao Amelie! Ti unisci a noi? >.
Io la guardai un attimo. Era una ragazza minuta, con i capelli neri
piuttosto corti rispetto al normale.
Non era il mio tipo.
Amelie attraversò la strada e si aggiunse a noi.
< Che dici lo diciamo anche a lei della festa? > mi
sussurrò Angela all'orecchio.
Non capivo queste confidenze che si prendeva, senza che gliene avessi
dato motivo.
Ci pensai un attimo.
< Sabato prossimo organizzo un party a casa mia, ti va di
venire? Puoi portare anche delle amiche se vuoi! > le dissi
guardandola negli occhi.
Sembrò stupita che mi stessi rivolgendo a lei.
Le ragazze mi rendevano troppo importante. Ecco perchè poi
diventavo arrogante.
< C-certo, volentieri > rispose.
Arrivammo finalmente in castello.
Mi piaceva. Aveva un non so che di antico trascurato e il prato era ben
tenuto.
Attraversammo qualche viale cercando il posto migliore dove fermarci.
Sentii Amelie salutare qualcuno.
Mi voltai.
Sul prato, teneramente abbracciati, erano distesi la cameriera e un
tipo biondo.
Perfetto. Avevo trovato il posto migliore.
*
Le sue labbra si muovevano delicatamente insieme alle mie.
Era disteso di schiena e io ero in fianco a lui, distesa di pancia.
Le sue mani mi stringevano, trasmettendomi il suo desiderio.
Qualcuno mi stava salutando. Mi costrinsi a staccarmi da lui e a
cercare la fonte di quell'interruzione.
Vidi Amelie che si sbracciava per salutarmi. Aguzzai meglio la vista.
Ma con chi era?
Scorsi Angela, Chiara, altri ragazzi e poi loro due.
Cosa ci faceva Amelie con loro?
Si avvicinarono in gruppo, Amelie in testa. Mi alzai e così
fece anche Jean.
< Ciao Sofia! > mi diede i consueti baci sulle guance. Io
la guardai perplessa.
Ancora non mi spiegavo quella situazione.
< Possiamo unirci a voi? > chiese, guardando entrambi.
< Sì prego > anche se dentro di me non
desideravo che il contrario.
< Ti hanno finalmente licenziato o ti concedono pure il giorno
libero, cameriera? > sibilò Jamie.
Sentii Jean irrigidirsi al mio fianco e lo guardai per calmarlo. Non
doveva intervenire.
La questione era tra me e quell'idiota. Noi due e basta.
< Ci speravi eh? E invece mi danno la domenica libera per
evitare di vedere la tua faccia. Peccato. Non avevano previsto che ti
incontrassi anche qui! >.
Mi alzai e mi allontanai un attimo, guardando Amelie così da
invitarla a seguirmi.
< Ma che ti è saltato in mente di portarli qui? E
soprattutto, cosa diavolo ci fai con quelli? > chiesi irritata
appena fummo fuori dalla portata del gruppo.
< Sofia, io non sapevo che tu fossi qui con Jean. E poi sono
simpatici >.
Io feci una smorfia disgustata.
< Si simpatici come il diabete mellito! >.
< Devi sempre esagerare eh? >.
< Non esagero Amelie. Tu non sai di cosa è capace
quella gente. Sono solo dei bambini viziati! >.
< Non fare l'adulta adesso. E poi volevo chiederti una cosa, ma
mi sa che mi è passata la voglia! >.
Era delusa. Si girò per ritornare dagli altri ma le presi un
braccio.
Dovevo fare buon viso a cattivo gioco, altrimenti rischiavo per colpa
loro di litigare con lei.
< Scusa ho esagerato. Dai dimmi che sono curiosa >.
Il suo viso ritornò quello sereno di sempre.
< Jamie ha organizzato una festa a casa sua per il prossimo
sabato. Ci andiamo vero? >.
Non potei fare a meno di notare che sottolineò il
“ci”. Voleva che partecipassi anch'io.
L'idea non mi attirava affatto, soprattutto perchè includeva
lui.
Ma non potevo dirle di no.
A lei Jamie piaceva, era evidente, ed era sorda a qualsiasi rimprovero
mosso nei suoi confronti.
< Sì, ci andremo >.
Mi abbracciò soffocandomi. Almeno lei sarebbe stata felice.
Spazio autrice:
-vero: visto
che c'è ancora il punto di vista di Jamie, contenta? Spero
tu non ne abbia sentito la mancanza XD
-mary: ho
pubblicato appena ho potuto, grazie per esserci sempre!
-kety: cara!
grazie per aver letto due volte la dramione e per i complimenti, sei
troppo buona! spero che questo capitolo ti sia piaciuto altrettanto..
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