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Troubles.
{ Disclaimer | La storia e i
personaggi non appartengono a me, ma sono di proprietà di Fanny
Robert e Sophie Lebarbier, che non ringrazierò mai abbastanza per la
stupenda serie di cui hanno fatto dono al mondo (a parte qualche
piccolo particolare che va beh). Quanto segue è però di mia
proprietà, e chiunque osasse appropriarsene senza il mio consenso
passerà guai molto seri. Questa storia non è stata scritta a scopo
di lucro. } { Pairing | Thomas
Rocher/Hyppolite de Courtène }
Per Dada, perché
l'hai pretesa, e sai che (nei
limiti del possibile) cerco sempre di
darti quello che vuoi.
LA
VITA CHE MERITO
Dicono che le cose migliori
accadano per caso, ma Thomas non ci ha mai creduto – arrendersi ad
una simile verità significherebbe cedere all'idea che sia il destino
a controllare il mondo, e per uno come lui, da sempre convinto che
nella vita contino soltanto il duro lavoro e l'onestà, sarebbe
davvero troppo. Certo, a ben pensarci è vero che le grandi scoperte
arrivano spesso senza essere cercate, lo insegna persino la storia –
basti pensare a Cristoforo Colombo, ad Alexander Fleming, o al tizio
che ha inventato la Coca Cola –, ma Thomas proprio non se la sente
di crederci. Anche se resistere diventa difficile, adesso che entra
in casa e trova Hyppolite impegnato a stirare, la televisione
sintonizzata su un canale di cucina.
Doveva essere una soluzione
temporanea, un divano trasformato in letto per il tempo necessario a
trovare un nuovo appartamento dopo il fallimento della convivenza con
Fred, ma ormai sono sei mesi, e Thomas sa che Hyppolite non se ne
andrà più. In un certo senso, Thomas ne è felice, perché è bello
tornare a casa sapendo di trovare un'altra presenza oltre quella di
Lucas, inspirare a fondo con il naso e alzare il coperchio di una
pentola cercando di indovinare cosa ci stia bollendo dentro, avere
qualcuno cui stringersi la notte, anche se quel qualcuno ha i piedi
freddi come il ghiaccio.
Venire a patti con quello
che è successo è stato difficile, ma Thomas si è abituato all'idea
prima di quanto credesse. È successo di venerdì, pochi giorni prima
di Natale, con Lucas in vacanza a Lille con i nonni e Hyppolite
parcheggiato in salotto da due settimane. Tornando a casa dopo un
turno di dodici ore Thomas ha scoperto la caldaia in sciopero, e
quando, dopo due ore di inutili tentativi, ha nascosto il virile
orgoglio che lo contraddistingue, ha scoperto di dover aspettare fino
al giorno dopo per avere un tecnico. Per lui il freddo non sarebbe
stato un problema, è sempre stato abituato a cavarsela anche nelle
situazioni più complicate, ma Hyppolite... beh, Hyppolite no. Tre
minuti in una casa fredda e già tremava come una foglia. Offrirgli
di dividere il letto gli è sembrato un gesto normale, nemmeno tanto
strano quanto si potrebbe pensare. Ma una volta al sicuro sotto le
coperte, qualcosa è cambiato. Ancora adesso Thomas non sa spiegarsi
che cosa sia successo esattamente, se sia stato soltanto a causa del
freddo, o se fosse colpa dell'astinenza, o se, più semplicemente,
doveva succedere. Tutto ciò
di cui è certo è che un attimo prima erano distanti, rannicchiati
ai due capi del letto, e un istante più tardi, nel tempo che
impiegano due mani a sfiorarsi, si stavano baciando come due
adolescenti che devono incontrarsi di nascosto. Si
è tenuto dentro il segreto per giorni, ma per giorni non ha fatto
che ripensarci, lasciando che il segreto lo mangiasse vivo da dentro
senza avere il coraggio di sputarlo fuori, e quando proprio non ce
l'ha più fatta ad andare avanti senza parlarne ha fatto la cosa più
logica: si è presentato a casa di Chloé alle due del mattino. Lei
gli ha aperto in pigiama, indossando un solo calzino, e lo ha
lasciato parlare standosene rannicchiata sul divano con una mano
affondata tra i capelli disordinati, apparentemente senza prestargli
attenzione. E alla fine, quando lui ha capito di essersi mostrato più
nudo di quanto intendesse fare all'inizio, lei ha detto l'ultima cosa
che si sarebbe aspettato di sentire, e cioè che Hyppolite è
esattamente il tipo d'uomo con cui si sarebbe aspettata di vederlo.
Ci è voluta una buona mezz'ora per farle capire che non era il fatto
che fosse successo con Hyppolite a mandarlo in confusione, quanto il
fatto che fosse successo.
Prima di allora non aveva mai avuto dubbi sulla propria natura,
nemmeno da ragazzino: era un uomo attratto dalle donne, punto.
Bionde, rosse, more, alte, basse, magre o con qualche chilo di
troppo... gli piacevano le donne, tutto qui. Fino ad Hyppolite. Non
sapeva nemmeno come fosse riuscito a farlo, visto che era la prima
volta che si trovava in una situazione del genere. Con le donne ci
sapeva fare, ci sapeva fare eccome:
conosceva milioni di trucchi per farle impazzire, sapeva quali corde
toccare, dove mettere le mani e come prendersi quello che voleva...
ma con un uomo era tutt'altra cosa.
A Chloé ha detto tutto,
perché di Chloé ci si può sempre fidare. E alla fine, sempre
continuando a grattarsi la testa, Chloé ha detto che è normale, che
può succedere, che forse si è cercato dentro un altro uomo perché
sa che non potrà più trovarsi in una donna, dopo aver perso sua
moglie. Sentirsi dire da Chloé che non è completamente uscito di
senno lo ha rassicurato, anche se non ha del tutto cancellato la
paura. Quella, lo sa, non si può eliminare con un colpo di spugna o
con una chiacchierata a notte fonda. Ancora adesso, quasi sei mesi
dopo, Thomas si ritrova a rigirarsi nel letto con gli occhi
spalancati, il cuore che va a mille e la sensazione che tutto
crollerà in mille pezzi – ma dopo un istante la mano da
informatico di Hyppolite stringe le sue dita piene di calli, e in un
attimo Thomas si riscopre sereno.
Spiegare la situazione a
Lucas è stato più semplice di quanto immaginasse: è stato proprio
il figlio, dieci anni appena, ad affrontare per primo l'argomento,
presentandosi a lui con l'aria più angelica del proprio repertorio
per chiedergli se Hyppolite fosse il suo fidanzato. Contrariamente a
quanto pensava Thomas, confermare la relazione è stato piuttosto
semplice: Lucas si è limitato ad annuire, guardandolo dritto negli
occhi e raccontandogli poi che nella sua scuola ci sono almeno altri
trenta ragazzini con genitori dello stesso sesso, e che nessuno di
loro ha mai avuto problemi a causa della propria situazione
familiare. Questo lo ha tranquillizzato, perché Lucas ha già
vissuto abbastanza situazioni traumatiche da bastargli per una vita
intera, e mai si sarebbe perdonato di aver peggiorato le cose. Un po'
più complicato è stato parlare con i suoi suoceri, che hanno
faticato a capire come sia riuscito a sostituire la propria figlia
con un uomo, ma anche con loro è bastata qualche settimana per
abituarli all'idea, anche se forse non riusciranno mai ad accettarla
completamente.
Al
lavoro i commenti si sono sprecati, ma sono state sufficienti un paio
di scazzottate per rimettere le cose a posto e convincere tutti che
vivere con un uomo non lo rende meno virile, così come non rende
Hyppolite un finocchio, così come troppe volte lo ha sentito
chiamare. Certo, ci sarà sempre qualche testa di cazzo che li
additerà ridacchiando, ma Thomas sa che non si possono raddrizzare
tutti i torti del mondo, nemmeno quando si possiede un destro
micidiale quanto il suo. È servito parecchio tempo, ma alla fine si
è rassegnato all'idea che ci sarà sempre qualcuno che li guarderà
male, che li riterrà due persone malate, due anime perse senza
possibilità di redenzione – ma gli basta svegliarsi ogni mattina
accanto ad Hyppolite per sapere che è questa la vita che vuole,
stronzi e malelingue inclusi.
Resta fermo sulla porta a
lungo, le mani infilate a fondo nelle tasche del cappotto, guardando
le mani di Hyppolite impugnare saldamente il ferro e impegnarsi per
lisciare bene il colletto di una delle sue camicie per capire che è
questa la vita che vuole, perché è questa la vita che merita.