In the middle of the night

di Sakura Hikari
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Nel cuore della notte, ti ho sentito cantare…
 

Prompt di Parcker: Erik x Christine: le lacrime della bambina smarrita.
Parole: 421
 

La prima notte a Parigi Christine aveva pianto: aveva pianto perché si trovava da sola in un dormitorio sconosciuto, in una città sconosciuta; aveva pianto perché suo padre era morto, e lei era stata affidata ad un tutore di cui sapeva poco e nulla; aveva pianto perché non conosceva nessuno e aveva paura di restare sola; aveva pianto perché, scioccamente, aveva deciso di sgattaiolare via dalla sua camera per esplorare il teatro e si era persa.
Immerso nel buio, il teatro sembrava un luogo ancora più minaccioso. Per farsi coraggio, Christine intonò una canzone, come le aveva insegnato suo padre quando entrava nel panico. Quello che non si aspettava, era una voce maschile rispondere al suo canto, una voce profonda, gentile, rassicurante. Spinta dalla curiosità, Christine ascoltò e cercò, cantando a sua volta quando la voce taceva, per riprendere nella sua ricerca quando rispondeva. Giunse in una delle stanzette nel fondo del teatro; oltre il muro sentiva la voce cantare.
Impressionata, Christine chiese: “Sei l’Angelo della Musica?”, e senza dargli tempo di rispondere, continuò. “Devi esserlo: mio padre aveva detto che, dopo la sua morte, mi avrebbe inviato un angelo.”
Nessuna risposta seguì questa sua affermazione. Passarono alcuni lunghi, silenziosi istanti prima che la voce parlasse di nuovo: “Canta per me.”
E Christine cantò. Cantò la canzone preferita di suo padre, senza esitazione e senza che la voce le tremasse. Quando terminò la bambina attese speranzosa un applauso o una lode. Invece udì questo: “Adesso, da brava, ricomincia. Ma questa volta ascolta i miei consigli.”
L’angelo le insegnò a prendere dei respiri profondi e a rigettare l’aria in un lungo sibilo; serviva a mantenere più a lungo il suono, diceva; di tanto in tanto la interrompeva e le faceva ripetere alcune parti, dandole dei consigli su come darli la giusta interpretazione. Come tutti i bambini, Christine non prendeva molto bene le critiche, e mal sopportava quando qualcuno le faceva notare che sbagliava; ma l’angelo aveva una voce paziente, calmante e piena di fiducia in lei, e la bambina seguì obbedientemente ogni sua parola. Sembrò che il tempo si fosse fermato e che la lezione durasse per ore e ore, ma ben presto la stanchezza si fece sentire, e la bocca di Christine si aprì in uno sbadiglio.
“Devi riposare.”, disse l’angelo, più come un dato di fatto, eppure a Christine sembrò di percepire una nota di malinconia nella sua voce.
“Tornerò domani sera.”, promise, prima di andarsene.
E da quella notte, Christine cominciò a prendere lezioni di canto dall’Angelo della Musica.




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