Tre all'improvviso // Larry

di Unadulterated
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2007

Sono tre anni ormai che sono uscito dalla mia relazione con Nick. Perrie, la mia migliore amica mi ha appena combinato un appuntamento con un ragazzo e mi ha detto che si chiama Louis.

Io e Perrie ci conosciamo da moltissimo tempo. Se lei ha un problema, viene da me. Se io ho un problema, vado da lei.

Nella nostra amicizia ci sono stati molti alti e bassi, ma abbiamo affrontato sempre tutto quanto insieme.

Eravamo come due fratelli e siamo ancora come fratelli.

Afferro l'asciugamano che si trova sulla sedia in camera mia. Vado in bagno, apro l'acqua nella doccia e ci entro. Cosa c'è di meglio di una doccia calda, prima di un appuntamento al buio? Niente.

Un paio d'ore dopo sono seduto sul divano che aspetto il ragazzo misterioso.

È in ritardo di un'ora, cominciamo bene.

Prendo il telecomando della televisione e, sedendomi sul divano, comincio a fare zapping tra i canali, decidendo poi di lasciare il canale della musica.

Quando comincio a pensare che Mr. Mistero non si presenterà più, ecco che suona il campanello.

Mi alzo dal divano e, con passo lento, mi avvicino alla porta.

"Sei in ritardo", dico appena apro la porta. "Di un'ora. Un enorme ritardo", aggiungo.

Un ragazzo poco più alto di me, con gli occhi azzurri e i capelli castani, con uno strano ciuffo sulla destra, mi si presenta davanti.

"Ora più, ora meno. Non cambia un granché, Riccio", dice lui.

"Mi chiamo Harry, Mr. Ritardo."
"Se vuoi chiamarmi Mr., meglio che lo fai con il giusto nome dopo", dice lo sconosciuto facendo l'occhiolino.

"E sarebbe?", chiedo confuso.
"Tonlinson. Mr. Tomlinson, grazie."

Lo guardo con uno sguardo sempre più confuso, mi avvicino a pochi passi da lui e "se lo dici tu, Mr. Tomlinson", gli dico a pochi passi dal viso. "Andiamo, sei già in ritardo di un'ora, vedi di non tardare oltre", aggiungo sorpassandolo.

Usciti di casa, attraversiamo il cancello e, non appena lo chiudo, mi vedo arrivare tra le mani, un casco.

"Usiamo il casco per andare in macchina? È davvero così pericolosa la tua guida?", domando con il casco ancora tra le mani.

"Ehi, non offendere la mia bambina", dice in modo offeso. "Non andiamo in macchina, ma tadan!", sussurra indicando un'enorme moto.

"Oh, no. Puoi scordati che io salga su un'affare del genere. Dico, ma l'hai vista?!", gli dico rendendogli il casco.

"E allora? Vuoi andare a piedi?", replica mettendo le braccia incrociate sul suo petto.

"No!", trillo troppo contento per poi aggiungere "andiamo con la mia macchina, così ho la possibilità di guidarla. È nuova."

Mi giro in direzione della mia nuovissima, rossissima Smart e "stai scherzando?! Andremo davvero a giro con un nonsocosa del genere?", mi domanda lui, un po' spaventato.

"Ehi, non offendere la mia bambina", gli dico ripetendo le sue stesse parole di poco prima.

Camminiamo verso la mia macchina e, dopo essermi seduto sul sedile del guidatore, lui apre lo sportello del passeggero, facendo fatica ad entrare per via della sua altezza.

"Bene, dove hai prenotato?", domando dopo che tutti e due ci siamo sistemati nella macchina.

Il ragazzo di fianco a me mi guarda, come a dirmi ah, dovevo prenotare io?

"Non hai prenotato?!". Mi agito sul sedile mentre lui "dovevo prenotare io?" dice. Ecco, appunto.

"Ah. Bene, non solo arrivi un'ora dopo. Ma non hai la macchina e non hai nemmeno prenotato un posto?! Che succederà prima della fine della serata?". Sono un po' arrabbiato. Quando sentirò Perrie, gliene dirò quattro.

Lui sta per rispondermi quando all'improvviso suona un telefono. Il suo. Che altro capiterà?

Risponde.

"Pronto? Ehi, ciao. Si, tutto ok, tu? Stasera? Mh, dopo le 23?". Mentre parla al telefono lo guardo. Sono sicuro di stare per fulminarlo con lo sguardo.

Arriva tardi all'appuntamento. Non viene in macchina. Non ha prenotato. E ora sta addirittura flirtando al telefono con chissà chi.

"Ma fai sul serio?!", gli domando dopo qualche minuto dall'inizio della telefonata. "Stai uscendo con me e ti prenoti già la tua scopata serale?!"

Lui mi guarda e sempre alla persona al telefono con lui "Senti, facciamo anche alle 22" dice. "Bene, a dopo", aggiunge.

Lo guardo con gli occhi spalancati e, dopo aver attaccato il telefono "senti, mi è passata la voglia di uscire con te, Louis", gli dico quasi urlando.

"Bene, perché nemmeno io ne avevo più tanta voglia. Ho un culo che mi aspetta a casa", dice aprendo la portiera.

"Sei disgustoso", aggiungo scendendo di macchina.

Scesi di macchina, mi incammino verso casa. Di nuovo. Prendo il telefono di tasca e lascio un messaggio a Perrie nella segreteria.

"Perrie, promettimi che non dovrò rivederlo mai più."





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