Quelle cose rare

di secsihug
(/viewuser.php?uid=200678)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Avete presente la sensazione che si prova al suono dell’ultima campanella dell’ultimo giorno di scuola? L’entusiasmo dell’inizio dell’estate? La felicità nello scartare i regali il giorno del proprio compleanno o di natale? Quando la persona che vi piace vi bacia? Quando le persone più improbabili vi fanno gli auguri per il vostro compleanno? E ora passiamo alle cose negative, l’odio che sale verso qualcuno che vi scantona a terra durante una partita importante? La collera verso vostra madre che urla di risistemare la vostra camera? Vostro padre che si lamenta dei caricabatterie buttati ovunque dentro casa? Il dolore che provate quando la persona che vi piace ci prova con un’altra? Ecco com’è la vita, alterna momenti di felicità ad altri di dolore, ma ci può essere qualcosa che vada semplicemente “normale” non bene e neanche male, ma semplicemente vada. La vita è come un fiume, si sa che percorrerà sempre la stessa strada, ma a volte potrà inondare le paludi vicine o essere in secca, oppure arrivati alla foce si ramificherà ed ogni molecola o perché trascinata da una forza esterna o per sua volontà prenderà la sua destinazione.
Grace non aveva un buon rapporto con il suo vicino di casa, si conoscevano da sempre e da sempre si odiavano. A tre anni le aveva staccato il braccio della sua bambola preferita, a sei anni le aveva spezzato tutte le matite e sapeva quanto ci tenesse, a dieci anni era riuscito a metterla contro tutte le sue amiche. Come poteva non odiarlo? Grace non era da meno, gliene aveva combinate di cotte e di crude anche lei, lo aveva fatto lasciare con un paio di ragazze, gli aveva rubato la bici, gli aveva bucato tutti palloni pur sapendo quanto ci tenesse. Era inevitabile uno sguardo fulminante quando si incontravano. Nonostante tutto ciò le loro madri, amiche da troppo tempo, si ostinavano a farli giocare e passare del tempo ancora insieme. A Grace dava davvero fastidio quel ragazzo, per di più era il migliore amico di suo fratello Nash e avevano frequentato tutte le scuole insieme. Ora avevano diciannove anni e fortunatamente per Grace era arrivato il momento di non andare tutte le mattine a scuola con quei due che si stavano preparando per entrare al college. Proprio non riuscivano ad andare d’accordo Grace e Cameron,  Grace ci aveva provato in un’infinità di modi, anche solo per non far dispiacere il fratello delle loro continue ostilità, ma niente lui non voleva proprio saperne. Non sa né come e né quando Grace smise di provarci, tutti i suoi tentativi erano stati vani e per di più doveva continuare a sopportarlo a casa, al bar, ovunque era lei di sicuro avreste potuto trovare anche lui. Erano entrambi convinti che queste casualità non fossero accidentali ma volute da tutti e due, nell’ultimo periodo le cose sembravano andare meglio, ma non bene, la tensione si leggeva ancora nei loro occhi i giovedì sera quando i loro genitori uscivano insieme e i ragazzi, come sempre, erano  costretti a starsene in casa a trascorrere del tempo insieme. Grace doveva ammettere che le sarebbe dispiaciuto se Cameron e Nash avessero chiuso i battenti, è difficile da spiegare, ma non ritrovarselo più tra i piedi sarebbe stato molto strano dopo tutti questi anni e ci sarebbe rimasta male nel vedere il fratello senza il suo compagno di avventure. Ne avevano combinate davvero di tutte i colori quei due e tra loro c’era un’affinità che non poteva esistere tra nessun altro sulla Terra. Erano migliori amici a tre anni quando giocavano con le carte dei Pokemon, a sei anni il primo giorno di scuola con gli zaini più grandi di loro, a nove con la prima cotta, a tredici quando scelsero lo stesso liceo, a quindici durante la loro prima “scopata”, a sedici con la maggiore età e la patente; erano migliori amici quando litigavano e si insultavano, quando erano fidanzati, quando si incazzavano, quando si rispondevano male, quando qualcuno provava a dividerli, quando non si vedevano (cioè mai perché passavano l’intera vita insieme, andavano anche in vacanza insieme ormai), e quando non avevano niente da dire non era imbarazzante guardarsi e starsene buoni. Erano esattamente compagni di vita, quello che non aveva uno lo possedeva l’altro per controbilanciare i loro caratteri, erano due pezzi di puzzle che si univano perfettamente e si incollavano con la colla più forte e resistente, l’amicizia, quella vera, quella solida e indistruttibile,  in modo da non potersi dividere mai.
Meno male c’era Sierra che nonostante fosse più grande di tutti loro teneva compagnia a Grace durante quei giovedì monotoni. Sierra era la sorella di Cameron, il vicino di caso altezzoso, uno dei ragazzi più popolare della scuola insieme ai suoi amici Nash, Matthew, Taylor, Carter, Jack, Jack, Aaron, Shawn e Hayes. 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3192116