I'm smiling next to You (NaruSaiSasu)
Ennesima
fiction del 2014 mai postata su EFP! La scrissi per un Prompt richiesto
sul nostro forum, Il Tempio di Sai! Qui di seguito tutti i dettagli,
buona lettura! ♥
Prompt richiesto da: Queen of the
lower court (Oducchan qui su EFP)
Richiesta: Secondo mio headcanon, Sai ha
problemi d'insonnia, quindi non dorme per periodi abbastanza lunghi salvo poi
crollare quando raggiunge il limite; gli altri lo sanno, quindi la regola d'oro
è non svegliarlo.
Il team 7 ( e se volete il taka) sono in
missione. Durante il viaggio, via nave, via carro o via treno [hanno i treni?
non rammento], Sai finisce per addormentarsi profondamente sulla spalla di
Sasuke. Lui protesta vivacemente, ma Sakura lo rimbecca ricordandogli che
bisogna avere pazienza.
Alla fine, Sasuke finisce per addormentarsi
anche lui con il capo poggiato a quello di Sai, mandano in sovraccarico di
pucciosità sia Karin sia Sakura
BONUS A vedere quei ciuffi neri mischiarsi tra
loro, quello è il preciso istante in cui Naruto si innamora (Di uno, dell'altro
o di entrambi, fate voi)
Nick autore: wolferetic (Dragon gio qui su EFP)
Titolo: I’m Smiling next
to You [In Silenty Lucidity]
Personaggi: Sai, Naruto, Sasuke, Sakura, Kakashi, Yamato, Suigetsu,
Karin, Juugo
Genere: Commedia, Sentimentale
Avvisi: One Shot, Shonen Ai, NaruSaiSasu
Rating: Verde
Note:
Non c’è molto da dire se non che mi sono innamorata istantaneamente del Prompt
proposto da Odu, come non mi accadeva da tempo, LOL! XD Mi sono divertita un
sacco a scriverla e confesso di essermi presa parecchie licenze poetiche
rispetto al Prompt originale, ma spero vada bene lo stesso Odu! XD Come al
solito temo l’OCC, inoltre il tutto è scritto dal punto di vista degli altri e
non di Sai, spero davvero di non aver fatto cazzate! XDD Aha, e dulcis in fundo,
il titolo è tratto dal ritornello della magnifica canzone Silent Lucity dei Queensrÿche.
I'm Smiling next to You
[In Silenty Lucidity]
C’era qualcosa di
incredibilmente sbagliato in tale scena, ma allo stesso tempo di terribilmente
affascinante. L’altero e ostico Sasuke Uchiha, il giovane pittore Sai, non
potevano essere più diversi nel carattere tanto quanto non potevano
assomigliarsi nell’aspetto. Ed ora si trovavano lì, seduti immobili, le teste
poggiate l’una con l’altra con i capelli che si sfioravano a vicenda. Le
ciocche si intrecciavano ricadendo morbide le une sulle altre, creando quasi un
effetto di simbiosi fra i due ragazzi. Naruto era rimasto rapito, quasi
ipnotizzato dalle figure addormentate dei suoi due compagni.
Sai soffriva perennemente di
insonnia, glielo aveva confidato lui in persona solo qualche mese prima. A
volte non riusciva a dormire per lunghi periodi, salvo poi crollare di botto
quando il suo fisico non ne poteva più di rimanere sveglio. Aveva infine deciso
di mettere a frutto questa sua “dote” come l’aveva definita lui, prima di
prendersi un pugno sotto il mento da parte di Sakura. Quando non riusciva a
dormire, andava ad aiutare i senpai più anziani a pattugliare Konoha nei turni di
notte. Forse era per questo che, il lungo viaggio via nave che avrebbe portato il
speciale team 7 allargato nel paese
del Riso, si era trasformato per tutti i membri una gara di scommesse su quando
Sai sarebbe crollato dal sonno.
“Io dico che ci siamo!” Suigetsu
e Naruto erano seduti un po’ distanti al resto del gruppo, per quanto la
piccola cabina in comune che gli avevano concesso, poteva permetterlo.
“Nah, secondo me resiste
ancora per qualche ora!” sbottò l’Uzumaki incrociando le braccia dietro la
nuca.
“Figuratevi! Sta già
socchiudendo le palpebre, non vedete?!”
“Non ci provare confettino
avariato! Questa scommessa la vinco io!”
Karin scosse la chioma rossa
con aria di superiorità sorridendo mefistofelica, mentre Sakura, già fumante
come una teiera, veniva trattenuta per un braccio da Naruto.
“Ragazzi, non credete che
questa cosa delle scommesse sia un tantino… ecco…” Yamato stava cercando le
parole giuste, da almeno mezz’ora, per tentare di mettere fine a questa faccenda
ridicola. Anche se doveva ammettere che pure lui si stava chiedendo quando Sai
si sarebbe addormentato.
Kakashi, che era in piedi
dietro di lui sospirò leggero “Tenzo, se davvero vuoi farli smettere dovrai
essere molto più convincente!”
“Parla proprio lei senpai che
ha partecipato alla scommessa, invece di convincerli a desistere!” sentenziò
acido Yamato assottigliando gli occhi, Kakashi inarcò sorpreso un sopracciglio
osservandolo per qualche istante, senza però distrarsi troppo dalla lettura del
suo Icha Icha Paradise.
“Se la pensi così, allora
perché anche tu continui ad osservare Sai?”
Yamato colto in fallo
sussultò, tentò di ricomporsi, di replicare che non era vero, che non lo stava
fissando senza togliergli gli occhi di dosso un solo istante perché volesse
vedere a che ora si sarebbe addormentato. “Se avessi partecipato alla
scommessa, tu che ora avresti detto Tenzo?”
“Non mi chiamare Tenzo!” ringhiò
offeso dando le spalle al Jonin più anziano, ma poi si affrettò ad aggiungere
“Ore 16,00…”
Poteva quasi essere certo di
avvertire Kakashi che sorrideva giulivo da sotto la maschera, mentre con
estrema nonchalance passava dei soldi a Juugo.
“Questi te li presto io, Tenzo!
Se vinci però dividiamo!”
“Perché mi sono lasciato
coinvolgere?!”
“Siete proprio dei cretini
colossali!” Sasuke, appena rientrato dal bagno, lanciò immediatamente
occhiatacce a tutti i presenti. Stavano rintanati a branco in un angolo della
stanza a ciarlare come delle comare, mentre Sai, ignaro di tutto, sedeva su uno
dei letti a leggere.
Naruto arricciò le labbra in
un primo momento, pronto a dire qualcosa, ma poi si rilassò tutto un tratto
allargando la sua stupida bocca, come la definiva Sasuke, in un sorriso
inquietante.
“Eddai ammettilo, che pure tu
vuoi scommettere!”
“Tsè! Te lo scordi, Urasontokachi!” passò avanti ignorando
sia le proteste di Naruto, sia i gridolini compiaciuti di Karin che si
complimentavano con lui per aver messo a tacere quel Baka dalla testa ossigenata.
“Sei un pessimo bugiardo!” lo
canzonò subito dopo Suigetsu, fischiettando innocente non appena l’Uchiha si
voltò di scatto con lo Sharigan attivato.
“Su, adesso basta litigare!”
Kakashi, si mise in mezzo fra i due fuochi,
evitando di far scatenare una rissa senza quartiere. Già lo spazio era esiguo,
in più se si mettevano a far volare spade a random e sparare Chidori a caso
erano a posto.
“Sasuke…” improvvisamente
tutti si quietarono udendo la voce di Sai. Non capì perché ogni persona
presente in quella stanza lo guardava come se fosse una cavia da laboratorio.
Ovviamente Sasuke sbottò alterato “Che vuoi?”
“Non dovevamo studiare un
piano assieme per questa missione?”
Sasuke sgranò
impercettibilmente gli occhi, ma nessuno parve accorgersene realmente a parte
Karin, che ghignò silenziosa nascondendo il viso con una mano.
“Sì, arrivo…”
Passarono così alcune ore,
seduti uno accanto all’altro a leggere rotoli che parlavano del paese del Riso,
della zona assai pericolosa verso cui dovevano dirigersi. A decidere che si
sarebbero mossi a coppie, chi sarebbe andato con chi, gli orari, l’attrezzatura
ninja più adeguata da sfoderare, le possibili tecniche da usare senza che portassero
devastazione ad un intera foresta come accaduto nell’ultima missione.
Avevano appena finito, Sasuke
si strofinava le tempie con un paio di dita, gli stava venendo mal di testa,
non era proprio abituato a viaggiare in nave. Al contrario il pittoruncolo al suo fianco, sembrava non
patire mai nessun mezzo di trasporto. Un po’ lo invidiava. Si concentrò sul
soffitto, sperando che il fastidio che gli procurava l’ondeggiamento continuo
si placasse. Tutto un tratto avvertì un fastidioso, e per nulla gradito, peso
sulla spalla. Quando voltandosi appena si accorse che Sai vi aveva poggiato la
testa come nulla fosse, sfruttandolo a mo di cuscino, si alterò notevolmente.
“Ehi, idiota…” stava per
enunciare una lunga serie di insulti, ma venne zittito da una mano di Sakura
che gli si schiantò quasi contro le labbra tanta la potenza che usò.
“Sssh! Non lo svegliare!”
Sasuke sapeva, come tutti,
delle difficoltà di Sai nel dormire. Sapeva che quando si addormentava, era
meglio lasciarlo riposare. Lo sapeva,
ma diavolo che venisse usato come appoggio da quello scemo proprio non gli
andava.
“Toglimelo di dosso, Sakura!”
“No, meglio di no! Rischiamo
di svegliarlo, poverino! Porta pazienza, dai…”
Poverino? Porta Pazienza?
La venetta pulsante si stava già gonfiando sulla sua fronte provata, ma di
nuovo qualcosa lo trattenne dal tirarsi di dosso l’artista da strapazzo. Ed era
la faccia da stupido che aveva mentre dormiva. Ormai tutti l’avevano catalogata,
affettuosamente, con l’espressione: Sai
che dorme profondamente, non lo disturbiamo per niente al mondo, nemmeno se
Madara stesso ritornasse nuovamente dagli inferi. Manco a dirlo era stato
Naruto a scegliere questa assurda, chilometrica, definizione su Sai.
Sasuke era indignato a dir
poco, lo sentiva, il suo respiro totalmente rilassato, il corpo abbandonato su
lui, il capo che era comodamente sprofondato nella sua spalla. Inspirò,
cercando quell’autocontrollo che invano gli avevano insegnato Kakashi e Yamato.
Secondo l’Uchiha era impossibile mantenere la calma con certi elementi in
squadra.
“Alla fine ho vinto io,
gente!” Suigetsu troneggiava entusiasta andando a sventolare i soldi appena
vinti, proprio sotto il naso dei compagni. Naruto era lì per suonargliele, ben
sapendo che sarebbe stato aiutato da Karin, Sakura scrocchiava le nocche
parlottando fra sé, Juugo se ne stava in disparte sistemando le sue cose,
mentre Kakashi si lamentava con Yamato.
Perfino l’Uchiha ad un certo
punto percepì il torpore che gli trasmetteva la vicinanza, estrema, di Sai. Si
lasciò sfuggire un ringhio sottomesso, se solo non avesse avuto la certezza che
Sakura gli avrebbe spezzato le braccia dopo, avrebbe calciato via l’imbecille
senza troppe cerimonie. Ma siccome voleva conservare i suoi arti sani, cedette
completamente ai sensi. Quasi senza accorgersene si appisolò pure lui,
lasciando scivolare la testa di lato, facendola scontrare dolcemente contro
quella di Sai.
Il primo a notarlo fu proprio
Naruto. Spalancando la bocca e indicando senza proferire parola, attirando così
l’attenzione di Karin che lo guardò come si osservava un malato di mente. Ma
poi, capì.
“Oh!” chiocciò la ragazza e si
aggrappò al braccio di Sakura. Come in preda alle convulsioni, la scrollò con
forza per farla girare. Quando anche lei vide, la sua voce si tramutò in un inquietante gridolino stridulo.
“Sono troppo carini!”
Suigetsu poté giurare di avere
un conato di vomito, e non a causa delle onde. Juugo continuava ad osservare in
silenzio ognuno di loro, facendo spallucce di tanto in tanto o scuotendo la
testa sconsolato. Kakashi, senza un motivo apparente, si lasciò coinvolgere
dall’entusiasmo delle ragazze accodandosi ai loro vari “carini, teneri, adorabili, pucciosi”. Yamato si schiaffò una mano
in faccia, disperato, per la scena pietosa che gli si parava dinanzi.
Naruto invece restò lì,
imbambolato, ritto in piedi rigido come un manico di scopa. Si stava sforzando,
già da parecchi minuti ormai, di tentare di staccargli gli occhi di dosso, ma
non ci riusciva. Deglutì a vuoto, confuso, perché stava provando un simile
calore al petto?
A vedere una scena così avrebbe
dovuto sentirsi indifferente, o addirittura schifato, ed invece a lui veniva
solo voglia di sorridere e gettarsi su loro abbracciandoli e baciandoli senza
ritegno.
Il solo pensiero lo fece
avvampare e fu proprio l’improvviso calore sulla faccia a farlo destare dalla
sua immobilità assoluta. Fece un passo indietro, indeciso se fuggire in bagno
per rinfrescarsi, o rimanere ancora lì a guardarli dormire.
C’era qualcosa di
assolutamente strano, ma non erano Sai e Sasuke addormentati spalla a spalla,
ma quel sentimento incondizionato che sfociava dal cuore di Naruto. Si rilassò,
lasciando che l’amore lo travolgesse, sovrastandolo, facendolo sentire felice,
spaventato, traboccante.
C’era qualcosa di
incredibilmente assurdo nel fatto che Naruto si fosse innamorato di entrambi,
nello stesso preciso istante. Ma a lui non importava poi tanto. Avanzò fino a
raggiungere il letto e vi si sedette sopra, dalla parte di Sai. Un braccio
tentò, seppur a fatica, di circondare le spalle di entrambi i compagni, per
stringerli a sé. Sul volto dipinto il sorriso più sereno e affettuoso che gli
avessero mai visto.
Quella sì che fu la scena più strana di tutte.
END
04-03-14
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