Il coraggio del fantasma

di meme_97
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Prologo


Ne è davvero valsa la pena?

La osservo camminare per il passaggio sospeso della città bassa. I raggi che filtrano tra le foglie della rigogliosa vegetazione le illuminano il viso, protetto da un paio di occhiali da sole. Ora si è stesa e riposa placida su una panca di legno.
Quanto mi sarebbe piaciuto sfiorarle la guancia morbida, ma non posso.

Era successo tutto così in fretta.
Era la quinta volta che le chiedevo un appuntamento, così lei alla fine ha ceduto e ha accettato l'invito. Abbiamo fatto un giro a Central Park e lì ci siamo messi a giocare a frisbee. A fine serata l'ho portata su all'osservatorio della Freedom Tower.
Ero completamente preso da lei, così l'ho baciata. Sembrava una cosa normale da fare con la ragazza che si ama.
Lei invece mi ha rifiutato malamente. Mi ha spinto all'indietro con un'espressione sconcertata sul volto.
“Ma cosa stai facendo?”
Avevo provato a balbettare qualche frase di scusa, ma mi era uscito solo qualche rantolo indistinto.
“Marianne...” era l'unica parola concreta che ero riuscito a formare.
“Non so cosa tu abbia pensato, ma sono uscita con te solo perché hai insistito tanto. Questo non è mai stato un appuntamento.”
Poi aveva girato i tacchi e si era avviata all'ascensore per tornare giù.
Cos'ho che non va? Sono un ragazzo come tanti altri, perché non le vado bene?
Sono uno sportivo, ho le spalle larghe. A tutte piacciono le spalle larghe.
Ammetto di non essere il tipico “biondo occhi azzurri”, ma gli occhi verdi danno vita ai miei spenti capelli castani.
L'avevo subito inseguita fino all'ascensore ed ero riuscito a prendere lo stesso suo. Non mi guardava. Continuava a fissare il vuoto.
Una volta scesi, lei si era diretta in fretta verso la metropolitana.
Dopo avermi dato un'altra spinta per allontanarmi, mi aveva detto: “Smettila di comportarti così, io e te abbiamo chiuso.”
Avevamo chiuso proprio in partenza.
Queste parole mi pesano ancora come un macigno.
Stavo per scoppiare a piangere dalla frustrazione.
Finalmente ero riuscito a convincerla a uscire con me e invece avevo rovinato tutto.
Conosco tutto di lei.
Frequenta da quest'anno la famosa scuola di moda Fashion Institute of Technology, pratica il badminton e nei fine settimana va a nuotare con la sua migliore amica. Lei in realtà è canadese, ma si è trasferita a New York dalla seconda liceo. I suoi genitori sono molto ricchi, quindi ha un bell'appartamento tutto per sé vicino al parco.
Mi ha lasciato solo.
Arrabbiato e triste allo stesso tempo, ero corso sulle rotaie, non appena era partita la metro in cui era salita lei. Avevo corso a perdifiato in senso contrario a lei fino a quando non avevo visto il mezzo dopo arrivare a gran velocità verso di me
Non aveva fatto in tempo a fermarsi che ero già diventato un fantasma.





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