All'ora del tè

di Little Redbird
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Flash scritta per il Drabble MidWeek indetto su We are out for prompt.
 
 
 

L'ora del tè dovrebbe essere il momento più tranquillo e rilassante della giornata, ma John ormai è ben consapevole che è l'ora in cui Sherlock porta guai.

Posando la tazzina sul vassoio con i biscotti che la signora Hudson ha preparato per loro, John studia attentamente il pennuto bianco nel bel mezzo del soggiorno.

“Che cos'è?” chiede con tono rassegnato.

“Un'oca” è la risposta secca dell'altro.

“Lo so bene questo.”

“Non sembrava, quando l'hai chiesto.”

John sospira. “A cosa ti serve quest'oca?” riformula.

“A cosa potrebbe mai servirmi un'oca, John?”

“Non ne ho la minima idea.”

“Me l'ha data un cliente.”

“Un cliente? Abbiamo un nuovo caso?”

“Ho già risolto.”

John si acciglia, un po' deluso di essersi perso l'azione, ma ritorna al suo tè.

L'oca gironzola per la casa per un po', quando si sente suonare il campanello e, subito dopo, la signora Hudson che parla con qualcuno; poi dei passi di corsa e la porta del loro appartamento si spalanca, lasciando entrare un bambino dai ricci capelli rossi e col fiatone.

“Signor Holmes” esordisce il piccolo. “Mi dispiace essermi presentato così, ma mia madre mi ha ordinato di riprendermi l'oca e pagarvi il dovuto. Con dei soldi, questa volta.”

John fa vagare lo sguardo dal bambino a Sherlock e viceversa, più confuso di prima.

“Prendi pure l'oca” risponde Sherlock, evitando gli sguardi degli altri due. “Ti ho già spiegato che non c'era bisogno di nessun pagamento.”

“Mia madre insiste, signor Holmes.”

“Di' a tua madre che ho fatto solo il mio lavoro.”

Il bambino annuisce e rincorre l'oca – che starnazza e cerca di scappare – per poi metterla sotto il braccio ed uscire di corsa.

“A cosa ho appena assistito?” domanda divertito il dottore.

“Non fare domande, John.”

Ah, se l'ora del tè fosse sempre così!



 





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