Grazie a te ho ricominciato a vivere
Questa storia è frutto della mia
creatività, della mia pazzia e della mia fantasia. Con i
seguenti fatti narrati non racconto episodi realmente accaduti,
perchè se forrese avvenuti realmente, ora sarei la ragazza
più felice sulla faccia della terra, anzi, dell'intero universo.
I Cinema Bizarre non mi appartengono, purtroppo uno di loro non mi
appartiene... T.T
Ora è giunto il momento di leggere, quindi...
DIVERTITEVI E RECENSITEEEEEE!!!
Grazie a te ho ricominciato a vivere
Adesso basta.
Questa volta non mi tirerò indietro.
Non finirà come l’ultima volta che per la troppa codardia ho preferito continuare.
La mia vita fa schifo, non è mai stata speciale.
Tutti
mi odiano semplicemente perché sono diversa, perché
voglio essere veramente quello che sono, perché non voglio
indossare la maschera di una persona falsa.
Sono
sempre stata sola; i miei genitori sono morti in un incidente stradale
quando ero ancora piccola, non mi ricordo nemmeno che volto avessero.
Si, certo, li vedo nelle foto del loro matrimonio, ma non è la
stessa cosa. Non è come averli al tuo fianco. Non è
piacevole sapere che quando torni a casa non c’è nessuno
che ti aspetti, che ti chiede semplicemente come è andata la
scuola o che sia pronto a consolarti nei momenti difficili della
crescita. Dei parenti li ho, come del resto li hanno tutti, ma che pur
di non avermi tra i piedi mi pagano vitto e alloggio, basta che non
vivo con loro.
Avevo
trovato una persona che mi faceva sentire come se fossi veramente a
casa, con lui parlavo di tutto, avevamo legato sin dal primo momento.
Mi ricordo ancora la prima volta che lo vidi. Era un ragazzo dai i
capelli nerissimi, i quali creavano uno stupendo contrasto con il
colore degli occhi, che erano chiari. A differenza degli altri ragazzi,
non provava vergogna nel mettere lo smalto o un filo di ombretto, al
contrario, ne andava fiero. Era più alto di me di parecchi
centimetri e aveva la sfrenata passione per il Giappone e i manga,
proprio come me. Era il mio primo giorno in una scuola nuova; me ne
stavo in disparte per non attirare troppa attenzione, persa nei miei
pensieri e nella musica che creava come una barriera intorno a me. Fu
lui che si avvicinò a me per primo, con la scusa di sapere i
compiti per il giorno dopo. Si sedette vicino a me e iniziammo a
parlare; inizialmente quel tizio non mi convinceva molto. Ma mi dovetti
ricredere; col tempo, scoprimmo di avere molte cose in comune e
diventammo ottimi amici.
Amici.
E niente di più.
Per
me era veramente importante quella persona… Ormai non lo vedo
più da due anni, non so più niente di lui, non ho nessuna
notizia. Non so se sta bene o se sta male, non so dov’è,
cosa fa, se ripensa qualche volta a me… Non una chiamata, una
lettera o un messaggio. Nulla di nulla. Il destino ha voluto
allontanarmi dall’unica persona che abbia mai veramente amato, me
l’ha portato via talmente velocemente che non ci siamo neppure
potuti salutare.
E ora mi manca, mi manca terribilmente.
Vorrei
che fosse qui vicino a me per supportarmi e consigliarmi nelle
decisioni da prendere. Vorrei che fosse qui a consolarmi quando soffro,
a gioire quando sono felice, a scherzare e a parlare, a cantare, a fare
anche semplicemente un giro. Vorrei rivederlo anche solo per dieci
minuti, il tempo necessario per rivelargli quello che significa
veramente per me…
Ora
mi trovo sulla terrazza del condominio in cui vivo. È notte
fonda e fa freddo, ma non lo percepisco per via di tutta la vodka che
ho bevuto. Prendo la bottiglia e ne bevo il contenuto che mi brucia la
gola ma che, se non altro, mi avvicina all’incoscienza e fra poco
non capirò più quello che sto facendo. Estraggo dalla
tasca dei jeans l’astuccio metallico delle sigarette con stampato
sopra il mio nome, lo apro e ne prendo una delle ultime rimaste. La
appoggio alle labbra, ritiro il contenitore per estrarre
l’accendino; brucio l’estremità della sigaretta e ne
prendo un lungo respiro il quale esce poco dopo dalle mie labbra ormai
gelide. Osservo piano piano il tabacco bruciare e la sigaretta
accorciarsi, come i minuti che mi rimangono da vivere. Mi sporgo
leggermente dal cornicione del tetto per guardare la strada
sottostante; getto il mozzicone e lo guardo attentamente mentre cade e
rilascia ancora qualche scintilla, fino a quando si schianta al suolo.
È un bel salto da intraprendere e ho paura, paura di non
riuscirvi nemmeno questa volta. Voglio cancellare questa insicurezza
che regna in me, così afferro nuovamente la bottiglia e in un
sorso solo bevo metà del contenuto. Salgo sul cornicione e
osservo le auto che velocemente scorrono sotto il mio sguardo;
nonostante sia notte fonda, qui a Berlino c’è ancora gente
che, al contrario di me, se la spassa. Qualcosa di bianco cade. Alzo lo
sguardo al cielo e noto che sta nevicando. Che bello. Adoro la neve.
Per una volta una cosa che mi piace e che fa comparire sul mio volto un
leggero sorriso. È perfetto come regalo d’addio. Non so
per quale motivo, ma inizio a piangere. Lacrime calde e nere rigano il
mio pallido volto, le ultime lacrime che verserò in vita mia.
-Cosa vuoi fare?-
Una
voce alle mie spalle mi distoglie dai pensieri, è una voce
famigliare. Mi volto e vedo un ragazzo che si avvicina lentamente a me.
-Non
sono affari che ti riguardano- dico, facendo un respiro profondo e
soffiando fuori il fumo dell’ultima sigaretta che nel frattempo
ho acceso.
-Ho capito cosa vuoi fare… ma perché lo vuoi fare?-
-Tu non puoi capire-
-Cercherò…-
-La mia vita è uno sofferenza, tutto va storto e sembra che il mondo intero ce l’abbia con me-
-Ma non credi che potrebbe cambiare?-
-Ho
creduto per troppo tempo che la mia vita potesse cambiare, ma questo
non accadrà mai, visto che non siamo nel mondo delle favole che
vengono raccontate ai bambini…- mi siedo –Fino a qualche
tempo fa credevo che tutto potesse magicamente trasformarsi, ma dopo
quello che è accaduto stasera…-
-Cosa ti è capitato?- il ragazzo si è avvicinato sempre di più a me e mi si siede accanto.
-
È difficile da dire…- chiudo per un istante gli occhi
-Stavo tornando a casa come faccio sempre, ero uscita per fare un giro
perché ne avevo abbastanza di stare in camera, mi serviva una
boccata d’aria. Ero quasi arrivata a destinazione quando un tizio
mi ha bloccata e mi ha trascinata di forza in una stradina buia…
e poi…- alzo semplicemente la maglia che è praticamente a
brandelli e gli mostro i lividi che ho su tutto il corpo -…mi ha
violentata…- a questa frase, permetto alle lacrime di scendere
ripetutamente nel ricordare quello che mi è accaduto. Il mio
interlocutore sfiora leggermente i lividi, quasi avesse paura di
causare nuovi ematomi viola sulla immacolata pelle che possiedo. Gli
osservo il volto, circondato da una chioma platinata nel cui centro
sono incastonati una splendida coppia di occhi grigi, ha i lineamenti
dolci e delicati, labbra sottili e rosee. Mi ricorda qualcuno, ma non
riesco a ricordare chi, ho la mente troppo annebbiata. Getto
violentemente la sigaretta a terra e la pesto con il piede.
-Non sai quanto mi dispiaccia- dice guardandomi negli occhi.
-Si,
come no. Uno che nemmeno conosco che mi comprende… Ma vallo a
raccontare a qualcun altro…- e così dicendo, rido e salgo
in piedi sul cornicione.
-Scendi, altrimenti rischi di cadere- dice,alzandosi anche lui in piedi.
-Ma
è quello che voglio!- faccio scivolare dalla mia mano la
bottiglia ormai vuota, che, cadendo a terra, si franutma in mille
pezzi. Un’improvvisa brezza mi scompiglia i capelli; inizio
camminare sul bordo del cornicione, la mia mente è ormai
offuscata.
-Stai attenta…- dice il ragazzo con un filo di preoccupazione nella voce.
-Ormai
l’ora è arrivata…- mi giro e do le spalle alla
strada, mostrando a chi mi sta davanti uno dei pochi sorrisi che ho
fatto in vita mia –grazie per avermi tenuto compagnia in questi
ultimi minuti… addio.- e così dicendo,guardo per
un’ultima volta il firmamento e chiudo gli occhi, lasciandomi
andare. Un sorriso compare sul mio volto mentre una lacrima solitaria
lo riga.
-No
Ele!!- a queste due parole spalanco improvvisamente gli occhi. No, non
può essere lui. Inizio a precipitare, la paura si impossessa
nuovamente di me.
–Elena!!!- Ora ne ho la certezza, solo lui mi chiama con il mio nome e senza nomignoli. Sono sicura che è lui.
–Tim!-
riesco a scorgere la sagoma che corre in mia direzione. La mia caduta
si arresta di colpo. Alzo il volto e lo vedo, è proprio lui, mi
tiene saldamente per un braccio.
–Non
ti lascerò andare, non questa volta- afferra l’altro
braccio e mi tira su, portandomi al sicuro da quel vuoto che fino a
poco fa era sotto i miei piedi. Mi stringe forte al suo petto e io mi
sfogo completamente, numerose lacrime rigano il mio viso.
-Allora sei davvero tu…-
-Si, e questa volta sono tornato per sempre, non ti lascerò mai più sola-
Lo
guardo, non riesco a credere che sia veramente lui. Lentamente passa
una mano sulle mia guance, cercando di eliminare quelle sbavature di
trucco.
-Sei
molto cambiata da quando me ne sono andato. Mi dispiace di averti
lasciata senza farti giungere nessuna notizia per tutto questo tempo e
volevo anche dir…-
-Ti
prego, non dire niente. Ora tocca a me parlare. Probabilmente qualcosa
sta cambiando, il mondo mi sta dando una seconda possibilità e
non voglio assolutamente farla volare via. Vedi, come ultima cosa avrei
voluto che tu fossi stato qui vicino a me anche solo per pochi minuti
perché volevo dirti una cosa importante, che ho tenuto chiusa in
me per tutto questo tempo e che probabilmente avrei dovuto dirti tempo
fa…-
Abbasso
lo sguardo, non riesco proprio a guardarlo negli occhi. Non so come
fare ma devo assolutamente trovare il coraggio, devo sapere ad ogni
costo se lui la pensa nello stesso modo in cui la penso io.
-Ti
chiedo di non ridere di me… Ecco… non so come
dirtelo… Da quando te ne sei andato mi sono sentita sola, come
se fossi stata incompleta, come se la mia famiglia mi avesse
abbandonata per la seconda volta. Tu per me sei molto speciale, sei
più di un fratello, più di un semplice amico.
Probabilmente tutto questo tempo mi ha fatto capire e confermare i
sentimenti che provo per te. Non ce la faccio a stare senza di
te… Io ti…-
-Non
c’è bisogno di aggiungere altro. Sono convinto che sia la
stessa cosa che voglio dirti io- e così dicendo, mi prende il
viso tra le mani e lo alza, portandolo vicino al suo e posando un
leggero bacio sulle labbra. Il contatto è leggero e delicato; le
mie labbra a contatto con le sue iniziano a scaldarsi; le dischiudo
leggermente per concedere alla sua lingua di penetrare e di iniziare un
lento movimento. Vorrei che questo momento non finisse mai. Non sono
mai stata così felice. Finalmente l’ho ritrovato, ho
ritrovato il mio amore perduto ormai da tempo. Ci separiamo quando
siamo a corto di ossigeno; nuvolette bianche escono dalla mia bocca,
come se quell’unione tra noi due mi avesse magicamente riportata
in vita.
-Forse
è meglio che ti porto in camera, sai, fa leggermente freddo a
notte fonda in pieno inverno...- e così dicendo, mi sorride e
toglie il suo cappotto per mettermelo sulle spalle.
-Grazie. Ma come facevi a sapere che ero qua?-
-Ho
chiesto a Jack. Vedi, sono arrivato a casa questo pomeriggio e, visto
che avevo tempo, ne ho approfittato per andare a fare un giro; sono
entrato in un bar per prendere qualcosa da bere e ho incontrato i
nostri vecchi compagni di scuola. C’erano proprio tutti, Jack,
Katy, Christian, Daniel… ma te non c’eri, allora ho
chiesto informazioni e mi hanno spiegato dove avrei potuta trovarti. Ho
raggiunto il palazzo e ho chiesto di te, mi hanno indicato
l’appartamento ma non ti ho trovata. Non so come facevo a sapere
che eri sul tetto, so solo che ho avuto come una stretta al cuore e ho
temuto che potessi essere in pericolo. E poi c’era quella lettera
sul letto-
-Ah,
capisco…- entriamo nel mio alloggio e appoggio il cappotto sulla
sedia -Che hai fatto in tutto questo tempo?- sprofondo sul divano e,
lasciando andare la testa indietro, chiudo gli occhi.
-Tantissime
cose. Finalmente abbiamo debuttato come band e abbiamo inciso il nostro
primo cd, abbiamo tenuto concerti e abbiamo viaggiato per tutta Europa-
si siede vicino a me.
-Sono felice per voi! Suoni ancora la batteria,vero?-
-Si, infatti sono il batterista della band. Ognuno di noi ha un nome d’arte,io mi chiamo Shin-
-Shin sta per Shinya, vero?- lo guardo.
-Brava! Te lo ricordi ancora!-
-E
come avrei potuto dimenticarmene? Mi assillavi tutto il tempo con quel
batterista- richiudo gli occhi e pronuncio l’ultima frase con
disgusto.
-Ehi!-
-Ahia!- sobbalzo -Ma sei scemo?-
-Perché?-
-Mi hai fatto un pizzicotto! Fa male!-
-Adesso non esagerare!-
-Invece si, mi ha fatto male eccome! Basta, non ti voglio più parlare- mi giro di lato e fingo di essermi offesa.
-Ah, è così che la metti, eh? Beh, vediamo allora se riesco a farmi perdonare…-
Inaspettatamente
sento la sue braccia stingere la mia vita da dietro, percepisco le sue
labbra mentre tracciano piccole scie sul mio collo, fino ad arrivare
all’orecchio sinistro e inizia a morderlo delicatamente, cercando
di staccare il piercing che si trova a metà del lobo. Lentamente
mi giro e incrocio il suo sguardo, quegli occhi che per tempo, troppo,
sono stati distanti da me.
-Come mai in tutto questo tempo non sei mai venuto?-
-Le
poche volte che tornavamo a Berlino era per andare alla casa
discografica o comunque solo per qualche giorno. Il tempo non era
sufficiente per venirti a trovare, perché sapevo che se ti
avessi vista anche solo per cinque secondi, poi sarei dovuto partire
nuovamente e allontanarmi da te. Ogni volta che facevo ritorno a casa
ero pronto per raggiungerti e stare con te, ma il resto della band mi
aveva consigliato di non farlo, altrimenti avrei sofferto di
più. Ti ho pensata ogni singolo giorno, ogni singola
notte… e ti ho anche sognata. Io ti amo-
-Anche io ti amo, e credo che questa distacco abbia convalidato i miei sentimenti-
Mi
fa accomodare meglio sul divano e continua a baciarmi, siamo solo noi
due e nessuno può disturbarci. Alla fine ci siamo ritrovati. Le
sue mani scorrono lungo il mio corpo, assaporano ogni fisionomia di
esso. Lascio insinuare le sue mani sotto quello che resta della mia
maglia per fargli percepire meglio la mia pelle, solleva leggermente il
tessuto e sofferma nuovamente il suo sguardo sui lividi.
–Mi
dispiace per quello che ti è capitato, con me non correrai
questo rischio, ti proteggerò anche a costo della mia vita-
-Ormai non importa più, quello che conta è essere qui con te-
-Hai ragione, niente è perfetto quanto noi-
Azzero
nuovamente le distanze tra le nostre labbra, lui passa una mano sulla
mia gamba e poi porta entrambe le mani all’altezza del mio
bacino, iniziando a massaggiare delicatamente i fianchi. Mi alzo
leggermente, quanto basta per raggiungere il suo collo e baciarlo.
Inizia a slacciarmi la cintura. Di colpo mi irrigidisco.
-Cosa c’è? Non ti va?-
-No,
cioè si… si che mi va, ma non qui- dopo queste parole, mi
alzo e, tenendolo per mano, lo conduco nella mia camera da letto.
-Per un istante ho temuto che mi avessi rifiutato-
Riprende
a baciarmi e mi spinge sempre più vicino al letto, finché
non vado a sbattervi contro ed entrambi finiamo su di esso, lui sopra a
me. Riprende da dove si era fermato, mi slaccia la cintura e dopo di
essa mi toglie la maglia. Io faccio la stessa cosa e gliela sfilo,
lasciando posare il suo corpo caldo sul mio freddo; a questo contatto,
un brivido di piacere percorre le nostre schiene. Alzo lo sguardo e,
nonostante ad illuminare la stanza sia la luce fioca che penetra dalla
finestra, noto che è presente qualcosa sulla sua spalla destra.
-Cosa hai fatto alla spalla?-
-L’ho fatto per te, è un piccolo tatoo con la tua iniziale-
-Credo
di aver avuto anche io la stessa idea…- sbottono i jeans e li
levo, mostrando una T all’altezza del bacino. Sorride orgoglioso
e poi posa un bacio sulla lettera, per continuare successivamente
la salita baciandomi la pancia, il collo e la mandibola. Nel frattempo,
anche se con qualche difficoltà, riesco a levargli i jeans
bianchi che vanno a raggiungere a terra il resto dei vestiti. Mi fa
leggermente inarcare la schiena e sgancia definitivamente il reggiseno,
mi stringo a lui perché temo a farmi vedere, ma poi capisco che
non devo avere paura. Lui mi ama. Nel giro di qualche secondo, anche il
resto dei nostri intimi finisce a fare compagnia al tappeto.
Continuando a guardarmi intensamente, mi apre le gambe e si sistema
bene, facendo penetrare la sua erezione in me. Non riesco a guardarlo,
mi vergogno troppo e allora chiudo gli occhi.
-Perché fai così?-
-Vedi, sono molto imbarazzata. Non è la prima volta, però… -
-Non preoccuparti,vedrai, andrà tutto bene-
Posa
definitivamente il suo corpo sul me e accosta il volto al mio,
nascondendolo tra l’incavo della spalla. Iniziamo a muoverci
all’unisolo, in principio con lentezza, poi, gradualmente,
aumentiamo la velocità. Lo stringo forte a me, graffiandogli la
schiena con le unghie, e, mentre emettiamo gemiti, entrambi
raggiungiamo il piacere. Nulla potrebbe essere più bello di
questo dannato momento. Prima di staccarci l’uno
dall’altra, sigilliamo il nostro sentimento con un bacio ricco di
sentimento, passione e dolcezza; il più bello che abbia mai dato
e che abbia mai ricevuto. Afferra le coperte e le posa sui nostri
corpi, dopodiché mi prende tra le sue braccia e inizia a
cantarmi una canzone che non ho mai sentito.
-È la mia canzone preferita tra quelle che suoniamo. Si chiama Angel In Disguise-
-È davvero molto bella…-
Ascolto
attentamente quelle parole, sono ricche di dolcezza ma allo stesso
tempo di tristezza. Credo che è quello che abbiamo provato
entrambi in questo periodo di lontananza, ma finalmente ci siamo
ritrovati e questa volta non ci lasceremo mai. Cullata da queste dolci
parole e rannicchiata tra le sue braccia, mi addormento, ma prima di
finire nel mondo dei sogni, riesco distintamente a capire cosa mi dice.
-Buona notte Ele, sei la cosa più importante per me, ti amo-
[˟♪☻♀˟]ₓ♥ﬡ☼↨↔ↄϾͽ˿
͓ ©♠@¤§®×˽ϞϨҩ҂♣؏ᴓᴧᵺ‼‼№℅₰∂∑≈⌂♦[˟♂☺♫˟]
Salve a tutti!!!^^
Come state?
Ecco finalmente sfornata una nuova ff...
è
da un pò
che mi girava per la testolina questa storia, ma non sono mai riuscita
a completarla per via della scuola e avrei voluto postarla prima di
natale ma il natale è sempre pieno di impegni per
me. Nonni, zii,
cugini, parenti, amici... Ho avuto troppo da fare e quindi non sono
riuscita a terminarla... Ma un bel pomeriggio, ovvero ieri, mi sono
messa d'impegno e ho fatto lavorare davvero tanto la mia testolina!!! e
finalmente sono riuscita a portarla a termine... che bello, mi sento realizzata ^___^
Scusatemi
se come personaggio femminile metto sempre me, ma, non so
perchè, mi rende il lavoro più facile, complece Shin che
è il protagonista di questa oneshot...
Stò
già lavorando a un'altra ff, sempre sui CB e, come protagonista
ancora il piccolo Tim e una ragazza strana, a cui ho trovato il nome
adatto e che mi piace molto, ma tranquille, non è ancora il
mio!!!
Compariranno
anche gli altri ragazzi nella nuova ff, ma non è una cosa
ufficiale, potrò scegliere di pubblicarla come potrò
scegliere di non pubblicarla... u.u
Indovinate che gruppo stò ascoltando?
Esatto, i cb, e che canzone?Piccolo suggerimento?è comparsa anche nella ff...
Angel In Disguise...
Adoro questa canzone...
Beh..Non so che dire, sto continuando a dire stupidate, quindi è meglio che la finisca.
Ciao e tutte e ricordate...
RECENSITEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
xD
...Grazie mille per l'attenzione...
˟˟˟Elengel483˟˟˟
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