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IL TESTAMENTO DI JAGO
Sono alquanto irritato. Ho visto un gruppo di giovani
attori che recitavano la mia storia, la mia vita. Sono lusingato che la mia
immagine sia stata affidata nelle mani di un così bel signorino, Josh Hartnett,
ma la mia vanità non è così forte da mettere a tacere la mia indignazione.
Che cos’è che mi dà così fastidio? E’ l’eccessivo
vittimismo di quello che dovrei essere io nella vostra versione moderna. Io non
sono la vittima; io sono il carnefice! V’ ingannate, se pensate realmente che
Otello fosse il falco e che volasse più in alto di me. Era una semplicissima
gazza ladra, come tutti coloro che mi cinguettavano intorno. Troppo occupati ad
ingannarsi, con il debole e falso luccichio delle loro vite, per accorgersi
dell’ombra delle mia ali che incombeva su di loro.
Io sono il falco. Sono io che volo più in alto degli altri,
e non perché cerco di attirare l’attenzione; è semplicemente la mia natura. Non
sento la necessità di essere capito, quindi non cercate in me giustificazioni
per le mie azioni. Non è vero che ho architettato la cospirazione ai danni di
Otello perché avevo il sospetto che la mia dolce e stupida consorte mi avesse
tradito con il valoroso moro. Non crediate nemmeno alla mia rabbia per essere
stato messo in secondo piano da Cassio, il preferito di Otello. Io non sono
soggetto né alla gelosia né all’invidia; io le alimento come fossero mie adorate
figlie. Vero è che Emilia è cosa mia e mi irritava pensarla tra le braccia di un
altro; vero è che sono migliore di Cassio come soldato e, pertanto, il titolo di
luogotenente doveva essere mio. Ma, non dimenticate, è altresì vero che se non
ci fossero state queste ragioni la mia natura ne avrebbe trovate di altre.
Non comprendetemi dunque, ma badate bene di non giudicarmi.
Siete voi, forse, migliori di me? Questo è ciò che credete, ma la verità è
un’altra. Giocai con delle marionette che se fossero state più astute e più
accorte avrebbero tagliato facilmente i fili con cui li muovevo a mio piacere.
Mentre voi, ipocriti vigliacchi, ve la prendete con chi è più debole. Vi basta
premere un pulsante per distruggere intere città; una piccola nota di demerito
per licenziare un uomo e rovinare la sua famiglia. Siete dunque tanto diversi da
me?
Voi guardate la mia storia e provate pietà per tutti,
mentre a me riservate i vostri sguardi disgustati. Ma state tranquilli, io non
farò lo stesso con voi. Non vi giudicherò, non vi guarderò come foste feccia,
non punterò l’indice contro di voi.
A ben pensarci sono l’amico migliore che voi possiate mai
conoscere.
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