ALMENO
TU NELL'UNIVERSO
Ella si avvicinò a passi lenti,
per poi fermarsi di colpo al centro della città: alla sua
destra si ergeva il Grenny, proprio come lo ricordava, all'orizzonte
invece...i suoi genitori, Killian, Henry, Regina e Robin, la sua
famiglia.
Tutti loro la fissavano con sguardi
imperscrutabili e difficili da identificare: Biancaneve e David avevano
gli occhi lucidi, tremavano visibilmente, e sembravano sull'orlo di un
pianto isterico.
Killian teneva stretto tra le dita
dell'unica mano sana il pugnale.
Lanciò all'oggetto una veloce
occhiata, il quale sembrava brillare nonostante la nebbiolina soffice
delle prime ore mattutine di un freddo inverno.
Henry, il suo ragazzino, fece per
avvicinarsi verso di lei: era fiducioso, con un timido sorriso ad
albergare sul suo viso.
Il cuore del vero credente.
Ma anche Henry, con il suo credere
ciecamente nella sua mamma biologica, doveva arrendersi ed accettare la
realtà.
La Emma che conosceva non esisteva
più.
Con uno schiocco deciso delle dita il
pugnale volò via dal pirata, per atterrare docilmente sulla
morsa ferma e decisa della mano di colei che un tempo era stata la
"Salvatrice".
Illuso.
Non avrebbe permesso mai a nessuno di
controllarla.
Finalmente era libera.
Libera da responsabilità non
volute. Libera dal ritrovarsi sempre in mezzo a situazioni spiacevoli.
Regina afferrò un braccio di
Henry, trascinandolo via, accanto a Robin. Corrugò la
fronte, lanciandole un'occhiata inquisitoria seguita da una
più torva.
Lei, tra tutti, sapeva quali effetti
poteva provocare l'Oscurità su un'anima tormentata.
Emma, notando quel gesto così
materno, si umettò le labbra, per poi sorridere.
Incurvò le labbra in un sorriso
diverso dai suoi soliti: non era nè dolce nè
maturo; al contrario, ricordava vagamente quello di una ragazzina
terribilmente dispettosa. Un piccolo folletto malefico.
Regina rabbrividì,
perchè la nuova Oscura le ricordò
improvvisamente ciò che un tempo era stato Tremotino: folle,
sociopatico, insensibile ai dolori altrui, doppiogiochista.
Emma non ricordava un coccodrillo. Non
aveva la pelle verde-d'orata o a squame; la sua carnagione era bianca,
argentea, i capelli legati in uno chignon perfetto.
Indossava abiti neri, di pelle, che le
fasciavano il corpo snello, e vertiginosi tacchi a spillo. Un rossetto
rosso, simile al sangue, le colorava le labbra sottili; particolarmente
accese in contrasto con tutto quel nero.
Tutto taceva.
L'unico rumore era l'ululato del vento
invernale.
"Sai, la gente è
strana...prima si odia e poi si ama...cambia idea, improvvisamente..."
Emma trasalì, ricordando le
parole di Ingrid anni addietro, in quei sei mesi che avevano condiviso
insieme; fu uno dei pochi insegnamenti che ricevette in tutta la sua
vita da un adulto.
Aveva ragione ovviamente, come sempre.
La minuscola parte buona che era rimasta
assopita dentro di lei si mosse d'istinto: strascicando un piede dietro
l'altro, si ritrovò di fronte a Regina, in perfetto
parallelo: occhi negli occhi, cioccolato contro mare e foresta.
"Non
cambierai, dimmi che per sempre sarai sincera, e che mi amerai davvero
di più, di più, di più."
La Salvatrice avrebbe voluto
rivelare alla ex Regina Cattiva quelle stesse parole; avrebbe voluto
spiegarle, confidarsi, lasciarsi andare.
Ma l'Oscura non era dello stesso avviso.
La trattenne.
Inchiodata ai margini del suo stesso corpo.
La Salvatrice voleva ribellarsi, gridare,
uscire fuori. Desiderava con tutto il cuore prendere Regina e baciarla,
incurante del fatto che la loro intera famiglia fosse lì.
Non lo fece tuttavia, non come si era
immaginata.
Afferrò il viso del Sindaco. La
guardò per un istante con uno sguardo carico di affetto, e
di gratitudine.
La Salvatrice la ringraziava. Per essere
stata, nonostante tutto, una buona mamma per Henry, e per averlo
protetto e amato.
Le adagiò un soffice bacio
sulla fronte; rimasero in quella posizioni per tre secondi.
Tre secondi intensi. Indimenticabili. Ma
furono davvero solo tre secondi.
"Sai,
la gente è sola...come può, lei si consola..."
L'Oscura riemerse.
Il sorriso sardonico, cattivo,
sociopatico, tornò.
Regina chinò lo sguardo,
così come tutti i presenti, per fissare la mano destra di
Emma che teneva tra le dita il cuore pulsante del Sindaco: rosso e
nero, il quale aveva preso il posto del pugnale.
<< No... >>
mormorò Regina.
Una lacrima, solitaria, le
scivolò lungo la guancia.
Non singhiozzò, anche se
probabilmente avrebbe voluto, perché era una donna piena
d'orgoglio, con una dignità da difendere.
Se quella era la fine, di certo se ne
sarebbe andata a testa alta.
<< Emma, ti prego!
>> sua madre urlò. Robin tentò di
avvicinarsi, così come Henry.
Ma nessuno sembrava poterle raggiungere,
nonostante fossero entrambe proprio lì davanti.
La magia dell'Oscura era troppo forte.
"Tu,
tu che sei diversa. Almeno tu, nell'universo!"
Strinse il cuore prima piano, poi sempre più forte.
Regina boccheggiò; il fiato le
venne meno.
Era come se un paio di mani invisibili le
circondassero il collo con l'intento di soffocarla.
Pianti, urla, lacrime...nulla valse per
fermare la donna.
E fu un attimo.
Un lungo e interminabile attimo carico di
disperazione.
Robin le lanciò un'occhiata
piena d'odio, di disprezzo, mentre insieme a Henry si accasciava sul
corpo senza vita della donna che amava, nonostante sapesse che il cuore
di lei appartenesse a qualcunaltro. O meglio, a qualcun'altra.
<< Emma. >>
mormorò sua madre, il volto solcato da lacrime.
<< Quando tornerai in te...il rimorso ed i sensi di colpa
non ti faranno più vivere. >>
La figlia inclinò la testa di
lato, fissandola come se la vedesse per la prima volta.
Rise.
Una risata vuota, senza allegria, una
risata folle.
Si girò di spalle, e si diresse
verso il bosco, camminando lentamente con il ticchettìo
armonioso dei suoi passi.
Aveva ucciso la Regina Cattiva.
Aveva ottenuto la sua vendetta, accentuata
dall'oscurità.
Ella le aveva rovinato la vita, ed Emma in
risposta aveva stroncato la sua.
Perché allora non si sentiva
meglio? Perché invece di sentirsi più leggera si
sentiva terribilmente pesante?
Sarebbe stata quella, in futuro, la sua
vita? Vivere oscillando tra luce e oscurità?
Angolo
Autrice:
Non
so come ho potuto scrivere una cosa del genere...sarà che
ieri sera ho visto il programma televisivo "per sempre Mia", un elogio
ad una delle più grandi cantanti della musica italiania
e...mi sono sentita ispirata! (Da notare le parole della canzone
"Almeno tu nell'universo" xD)
Lo
so, è stata una ff tristissima. Potete tirarmi delle
cartacce virtuali, lo capirei. Ma...bé, amo le cose tristi,
le trovo affascinanti.
Spero
abbiate comunue apprezzato.
Alla
prossima!
Molto
presto, promesso!
Angels4ever
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