Osaka in nero

di Invent
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A casa del professor Agasa, un simpatico scienziato vicino di casa di Shinichi, Ai stava seduta sulla sedia ed eseguiva dei complicati calcoli dati da un programma sul computer. Stava conducendo studi sull' APTX 4869 di nascosto. Voleva trovare finalmente un antidoto definitivo, non per se stessa, ma per Conan. Ai è stata sempre attratta dal quel piccolo stravagante detective. Però lui pensava solo a Ran e considerava la scienziata solo una sua amica intima. Mentre lavorara, alcune lacrime le rigarono il volto. Il suo amore per Shinichi era molto forte, ma purtroppo non era ricambiato. Gli esperimenti che conduceva sul veleno che li aveva fatti ritornare bambini erano un segno di affetto nei confronti del detective dell'Est. Ai allontanò quei tristi pensieri e tornò al suo arduo lavoro.

Goro non sapeva se accettare o meno la proposta di andare ad Osaka. Certo il caso era molto intrigante e gli avrebbe dato ulteriore celebrità, ma non era sicuro. Alla fine dopo circa quaranta secondi il detective disse: << Ok andiamo. Credo che abbiano bisogno di me! >>. " Bisogno di me semmai" pensò Conan e gli scappò anche un sorrisetto. La partenza era prevista per la mattina seguente, quindi Conan aveva tutto il tempo per salutare i suoi amici. Dopo aver già fatto visita a Genta e Mitshiko; si congedò anche da Ayumi e si diresse verso casa del dottore. Rivide casa sua, l'abitazione dove risiedeva quando la sua vita era normale. Ricordò i piacevoli momenti passati con Ran da piccoli. Lui la difendeva sempre, anche di fronte a ragazzi più grandi. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, la amava troppo. Non sopportava vederla soffrire, ma su quello non poteva fare granchè vista la situazione. 

Conan suonò al campanello del dottor Agasa che venì subito ad aprire la porta. Conan chiese dove fosse Ai e seppe che in quel momento era nel laboratorio. Haibara sentite le voci salvò tutto sulla memoria e spense momentaneamente il computer per dirigersi al salone. Arrivata lì saluto Shinichi e si accorse che il suo cuore batteva forte. Conan gli riferì tutto del caso di Heiji, anche i particolari. La scienziata era molto contraria all'idea che il piccolo investigatore seguisse una pista che molto probabilmente l'avrebbe portato vicino all'organizzazione, ma non potè ugualmente fermarlo. Lo avvertì come sempre di essere prudente e di non fare mosse avventate se si dovesse trovare faccia a faccia con i criminali. Shinichi la rassicurò e se ne andò salutando i due. In realtà il fatto che preoccupava di più Ai era di non poter riuscire a finire l'antidoto prima che Conan partisse. Poteva anche essere pronto in due settimane, ma adesso doveva velocizzare tutto per consegnarglielo prima di un possibile scontro con Gin e gli altri. Appena Kudo andò via, Haibara ritornò nel suo laboratorio, ma molto più preoccupata e allarmata di prima. Inoltre non aveva neanche avuto il coraggio di informarlo che stava lavorando all'antidoto.


Ciao a tutti miei cari lettori. In questo capitolo ho deciso di non proseguire nella storia, ma ho voluto farvi capire i sentimenti di Ai, molto diversi da quelli di Conan. Spero che questa parte vi sia piaciuta e vi invito a recensire così posso sapere che ne pensate del racconto. Ciao e alla prossima!




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