Angels
and Chocolate
01. I'm glad I didn't die before I met you
Ricordava ancora la prima volta che aveva incontrato i suoi occhi, ci
si era perso dentro.
Quelle profonde iridi verdi, come smeraldi che riflettevano i suoi.
Zack alzò lo sguardo al cielo, quello stesso cielo che aveva
promesso di mostrarle, un giorno.
Aerith aveva detto che quella distesa azzurra le faceva paura, aveva la
brutta sensazione di venir risucchiata da un momento all'altro.
Quando però, lui le aveva proposto di mostrarglielo, la
paura era quasi svanita.
Si sentiva protetta al suo fianco, Zack le aveva sempre dato la
sicurezza che cercava, fin dal primo momento.
Si preoccupava per lei, si curava sempre di andarla a trovare, quando
il lavoro glielo permetteva ovviamente.
Aspettava sempre con ansia il momento in cui si sarebbero incontrati di
nuovo, e presto, sarebbe stato così.
Non aveva missioni in programma, ne aveva appena portata a termine una.
Si stiracchiò distogliendo lo sguardo da cielo per tornare a
incamminarsi verso la ShinRa, dove si sarebbe riposato un po' prima di
raggiungere Aerith.
Stranamente non l'aveva chiamato in quegli ultimi giorni, non se ne
preoccupò, era sicuro che stesse bene, però le
mancava.
Forse avrebbe rimandato il riposo a un altro momento, la voglia di
vederla era troppa, la quale continuava a crescere ogni minuto che
passava.
Fece dietro front e si diresse verso il Sector 5, con la chiesa come
destinazione.
Era sicuro che fosse lì, era certo che in quel momento
stesse curando quei fiori che tanto amava.
Gli venne da sorridere al pensiero che quegli stessi fiori avevano
attutito la sua caduta, salvandolo da morte certa.
Sinceramente non aveva capiva come avesse fatto a salvarsi, data la
caduta, non potevano essere stati i fiori.
Poi pensò alla ragazza e tutto gli fu chiaro, probabilmente
era stata la sua aura angelica a salvarlo.
Arrivò in poco tempo alla chiesa, entrandovi silenziosamente
e scorgendo la figura di Aerith chinata sulle sue "creature", proprio
come aveva immaginato.
Le si avvicinò, sfiorandole la spalla con delicatezza.
Non aveva bisogno di voltarsi per vedere chi fosse, sapeva benissimo
che dietro di lei c'era Zack e sorrise radiosa.
Aveva imparato a riconoscerlo dal ritmo dei passi.
"Ciao Zack!" disse poi, accarezzando uno dei fiori.
Lui continuò ad osservarla, incantato.
"È da un po' che non ci vediamo e non consideri neppure?"
esclamò lui, fingendo di essere offeso.
Aerith allora si voltò, per un attimo aveva creduto fosse
serio, ma quando vide l'espressione serena del ragazzo le venne da
sorridere.
Era davvero felice che fosse tornato, per lei.
"Bentornato Zack Fair!" i suoi occhi brillavano dalla gioia e lui lo
notò immediatamente.
Anche lui aveva imparato a conoscerla, riusciva a capire che cosa
pensava semplicemente con uno sguardo.
Aveva notato però, che la sua espressione celava
qualcos'altro oltre alla felicità, gli stava nascondendo
qualcosa.
"Che hai?" le ridacchiò, era certa che se ne sarebbe accorto.
Sorridendogli, cominciò a dondolarsi come una bambina,
restando però in silenzio.
Zack la guardava con aria interrogativa, quella ragazza lo stava
incuriosendo da morire.
"Allora? Non tenermi sulle spine, dai!" era una supplica, non era mai
stato un tipo paziente lui.
Fu così che Aerith decise di accontentarlo.
Si allontanò per un istante dal Soldier per recuperare la
sua borsetta, con una mano cominciò a frugare al suo
interno, senza mai essere abbandonata dallo sguardo di Zack.
Dopo poco, avendo trovato ciò che cercava, tornò
di fronte a lui.
"Questo è per te Zack, per ringraziarti." disse porgendogli
un pacchettino colorato.
Si vedeva quanto impegno ci aveva messo la ragazza per incartarlo, era
sempre così precisa, era una qualità che la
rendeva ancora più carina.
"Ringraziarmi di cosa? Non dovevi..." scartò con cura il
piccolo dono, stando attento a non rovinare niente, gli dispiaceva
strappare la carta, data la buona volontà che ci aveva messo
Aerith.
Solo dopo aver visto il contenuto del regalo si ricordò che
giorno fosse, non era una semplice data come le altre.
Non aveva mai dato importanza a quella ricorrenza, invece lei si era
preparata in grande stile per quel San Valentino.
Aveva dato al cioccolato la forma di un fiore, simbolo del loro primo
incontro, con la cioccolata bianca fusa aveva disegnato una faccina
sorridente, che gli ricordava molto la sua.
Era rimasto incantato a fissarla, incredulo.
Adesso che ci pensava, che significato aveva per lei quel dono?
Glielo aveva regalato semplicemente perché lo considerava un
amico, oppure voleva esprimere altro?
Fu interrotto da tali pensieri udendo la voce squillante della ragazza.
"Beh, non ti piace il cioccolato?" il tono esprimeva delusione.
Zack scosse la testa e le rivolse un sorriso dolcissimo. Le si
illuminarono gli occhi.
"Certo che mi piace, ti ringrazio Aerith!" detto questo
assaggiò quella saporita creazione, rimanendo piacevolmente
soddisfatto. Era buonissimo.
Se pensava che l'aveva fatto lei, pareva ancora più buono.
Dopo esserselo gustato del tutto, decise di porre fine ai suoi dubbi,
cercando di mantenere il suo solito tono scherzoso.
"Allora, alla fine l'hai capito pure tu che sono un figo, eh?" una
risatina riecheggiò nell'aria.
"Forse." disse divertita.
Zack sbuffò, non riusciva mai a strapparle di bocca un
sì ogni volta che le poneva certe domande.
Improvvisamente gli venne un'idea, siccome voleva ricambiarla per quel
gesto d'affetto, decise che era arrivato il momento di mantenere la
promessa.
La guardò negli occhi e le afferrò una mano con
delicatezza.
"Aerith, vorrei mostrarti una cosa. Ti va di seguirmi?" lei
annuì con un cenno del capo.
Adesso era lei ad essere curiosa, voleva assolutamente sapere dove
l'avrebbe portata.
"Dove andiamo?" gli chiese allegramente, perdendosi nel calore di quel
contatto.
Lui rimase in silenzio per qualche secondo, poi le lasciò la
mano e la esortò a seguirlo, entusiasta.
"È una sorpresa, lo vedrai con i tuoi occhi." a quelle
parole Aerith restò in silenzio, continuando a chiedersi
dove stessero andando.
Pensò ad ogni posto possibile ed immaginabile, ma le
sembrava tutto così scontato.
Cosa c'era poi di sorprendente a Midgar? La conosceva come le sue
tasche ormai, però, anche se la fantomatica sorpresa fosse
stata in quel luogo, non le sarebbe importato.
In fondo, le bastava essere con Zack per stare bene e il fatto che lui
volesse mostrarle qualcosa le faceva piacere.
Ripensò al contatto che avevano avuto poco prima, si era
sentita speciale.
Il calore che l'aveva avvolta era una nuova sensazione per lei, era
stato piacevole e rilassante.
Si riscosse da quei pensieri quando si rese conto che avevano appena
oltrepassato il cancello che dava l'accesso al di sopra del piatto.
Cominciava a capire dove stessero andando e un senso di soffocamento la
colse all'improvviso.
Si bloccò immediatamente, aveva timore di ciò che
avrebbe visto.
Zack si era voltato verso di lei, intuendo le sue paure,
così le si avvicinò, afferrandole nuovamente la
mano per rassicurarla.
"Non ti accadrà nulla, ci sono io con te. Ricordi quello che
ti ho detto? E poi, sono sicuro che ti piacerà." lei
annuì impercettibilmente e si sforzò di seguirlo.
Aveva ragione, lui l'avrebbe protetta, non aveva niente da temere e
poi, quella stretta le infondeva il coraggio necessario. Non era sola.
Nonostante questo, aveva deciso che non avrebbe alzato lo sguardo.
Quando le porte dell'ascensore si aprirono, un'ondata di luce
illuminò l'abitacolo.
Aerith si coprì il volto con le mani, non aveva mai visto un
bagliore simile.
Quando la sua vista si abituò a quella
luminosità, si scoprì gli occhi osservando
ciò che aveva attorno.
Non era buio come nei bassifondi e se doveva essere sincera aveva
un'aria meno spettrale, non se l'aspettava così.
"Allora, ti piace?" non sapeva cosa rispondere, era rimasta incantata.
Ripresero a camminare fino a che non arrivarono nel punto
più alto della città, in cima ad una scalinata.
La fece sedere sulla panchina che si trovava poco distante da loro e le
si mise accanto.
"Mi assicuri che non sarà così terrificante
questo cielo? Che non mi risucchierà per davvero?" chiese
lei titubante.
Zack la trovava buffa, l'espressione sul suo volto esprimeva tutto
fuorché sicurezza, ma gliel'avrebbe data lui.
Le strinse delicatamente la mano per farle capire che lui era
lì.
"No, ti piacerà." poi calò il silenzio.
Ci volle un po' prima che Aerith si decidesse ad alzare la testa, per
la verità fu Zack a guidarla, alzandogliela lentamente con
una mano.
Ciò che vide la lasciò senza fiato.
Una distesa immensa di azzurro, decorata con qualche nuvola bianca e
paffuta, le ricordarono lo zucchero filato.
I raggi del sole formavano strani giochi di luce a contrasto con la
volta celeste.
Il cuore cominciò a batterle freneticamente, era bellissimo,
meraviglioso, fantastico. Non sapeva neppure lei che aggettivo usare,
le sembravano tutti così inappropriati a quella bellezza che
aveva sempre ignorato.
Come aveva potuto avere il terrore di una cosa tanto bella?
Si morse le labbra e si voltò verso il ragazzo che la
fissava soddisfatto.
"È... È bellissimo..." balbettò lei
completamente sconvolta, positivamente s'intende.
A quelle parole Zack scoppiò a ridere.
Era stato tutto un insieme di cose; la sua espressione, il suo tono
incredulo, ma soprattutto perché quella ragazza aveva detto
una delle più grandi sciocchezze che avesse mai sentito in
tutta la sua vita.
Lei inarcò un sopracciglio senza capire, fece per parlare ma
lui le rispose prima che potesse farlo.
"No Aerith. Ti sbagli..." si fermò un istante per
sorriderle, poi riprese il discorso "...non se lo paragoniamo a... te."
e l'aveva detto, finalmente le aveva esposto quello che pensava, con
una serietà che non gli si addiceva.
La ragazza rimase nuovamente senza parole, la bocca semi aperta per lo
stupore.
Si sentì avvampare improvvisamente, poi un sorriso le si
formò sulle labbra, senza che potesse rendersene conto.
"Sono contento sai?" Zack aveva introdotto un nuovo discorso, forse per
farla reagire, forse perché semplicemente non le aveva detto
tutto.
Aerith ritrovò finalmente l'uso della parola.
"C-Come mai?" Zack prese un lungo respiro e cominciò a
parlare, il suo volto era rilassato.
Sembrava impaziente di dirle ciò che pensava, e di fatto lo
era.
"Sono contento perché col lavoro che faccio rischio la mia
vita ogni giorno. La morte si trova dietro l'angolo per uno come me, ti
coglie all'improvviso, non puoi mai sapere quando arriverà
la tua fine. Fino a qualche tempo fa pensavo che se quel momento fosse
arrivato, non mi sarebbe importato, sarei morto per la ShinRa, avrei
tenuto alto il mio onore di Soldier morendo per lei." prese una pausa,
mentre Aerith lo ascoltava senza fiatare "Ma sono felice che non sia
successo, ne sono davvero felice. E vuoi sapere perché
Aerith?" lei lo guardava, era così serio in quel momento,
non aveva niente del solito Zack che conosceva.
I suoi bellissimi occhi color cobalto esprimevano un mix di emozioni
tutte diverse fra loro.
Poi Aerith si riscosse dalle sue riflessioni e annuì,
curiosa di sapere la risposta.
"Perché se fossi morto, non avrei scoperto l'esistenza degli
angeli." lei aggrottò le sopracciglia senza capire, poi
spalancò gli occhi quando lo vide avvicinarsi al suo volto.
Il respiro gli si era fermato non appena sentì l'impatto con
le sue labbra, morbide, delicate.
Poi, chiuse gli occhi, trascinata in un turbine di emozioni, perdendosi
in quel bacio che sapeva di loro.
Istintivamente si strinse al suo corpo, circondandogli la vita con le
braccia, memorizzando ogni istante per non dimenticarlo, ma sarebbe
stato impossibile farlo.
Lentamente sciolsero quel contatto che pareva essere durato
un'eternità e restando in silenzio, si guardarono
intensamente, si sorrisero.
Era ciò che volevano entrambi, era ciò che
avevano sempre voluto.
Fu Aerith a rompere il silenzio.
"P-Posso farti una domanda?" era ancora sconvolta da ciò che
era appena accaduto, ma avevo il bisogno di porgli quella domanda che
gli era frullata in testa per tutto il tempo.
"Certo, dimmi."
"Non me ne hai dato il tempo. Credevo che tu non credessi negli angeli,
cosa ti ha fatto cambiare idea?" era così ingenua.
Zack le sorrise calorosamente, accarezzandole il viso.
"Uno di loro mi ha parlato." Aerith lo guardò incuriosita.
"E cosa ti ha detto?" si aspettava quella domanda, per la
verità non vedeva l'ora che glielo chiedesse.
"Vuoi davvero saperlo? Mi ha detto... 'prontooo?'" disse imitando la
voce del presunto angelo.
Quell'angelo che Aerith aveva appena scoperto di essere.
Per l'ennesima volta in quella giornata rimase senza parole, possibile
che Zack avesse quel potere?
Note
dell'autrice:
L'ho finita! **
Ho sempre desiderato scrivere una ZackAerith.
Ho colto l'occasione dopo aver scoperta l'esistenza di S.
Valentine's Meme, una challenge che mi ha subito
ispirata.
Ho in programma un'altra fanfiction per questa challenge, sempre
ZackAerith! **
Colgo l'occasione per fare i complimenti a michiru_kaiou7
l'ideatrice di questa splendida challenge! Sapere che ne
tirerà fuori una per ogni ricorrenza mi rende felice! **
Per il San Valentino in questa fanfiction, ho voluto utilizzare la
tradizione giapponese, per questo Zack non sa se Aerith gli abbia
regalato la cioccolata per amicizia o per amore. ^^
Spero che vi sia piaciuta! ^^
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