We
love each other.
We
are a band
no
matter what.
We'll
always be Big Time Rush.
(James
Mslow- Big Time Rush)
Capitolo
undici.
Pov.
Marlene Mellark.
Nel
momento in cui Claudius Templesmith annuncia l'inizio dei
Settantacinquesimi Hunger Games, so che i ragazzi avranno meno di un
minuto per pensare alla prima strategia utile. Le telecamere volano
per tutta l'arena senza soffermarsi in un punto fisso. Riesco a
scorgere per un secondo la testa bionda di Peeta: gli Strateghi
l'hanno messo molto lontano da Katniss, la quale e' la protagonista
assoluta di una telecamera. Vogliono farci vedere la morte della
Ghiandaia Imitatrice? Tengo le mani incrociate, sperando che Peeta
scappi verso la foresta al di la' dell'acqua, ma so che non lo fara'
mai. Si buttera' in acqua (Sa nuotare il mio bambino?) per arrivare
alla Cornucopia e raggiungere Katniss. Lei ha gia' deciso la sua
strategia: ha gli occhi fissi sulla Cornucopia e i piedi pronti a
scattare. Mi ritornano in mente le parole che Peeta mi ha detto
qualche giorno prima della mietitura.
-Non
stiamo andando a giocare questa volta. Non stiamo andando sperando di
sopravvivere anche questa volta. Stiamo partendo con la
consapevolezza della vincita. Come i Favoriti-. Le loro strategie
sono quelle adottate dai Favoriti. Quando il gong suona, non mi
stupisco che entrambi i nostri ragazzi si gettino nell'acqua. Lo
sguardo vacuo negli occhi di Jane mi fa capire che anche lei lo
pensava. Stringe forte a se' il corpicino spaventato della figlia,
che guarda attentamente senza versare neanche una lacrima. Anche lei
e' una vera Everdeen, penso. Forte e coraggiosa. Mio marito invece
inizia a piagnucolare.
-Moriranno..Morira'..Lo
so..- singhiozza. Gli stringo forte la mano, cercando di cullarlo
dolcemente tra le mie braccia, ma lui non si fa neanche toccare. Mi
sento cosi' impotente. Non posso neanche proteggere mio marito o
farmi carico del suo dolore. Posso solo camminargli affianco e
continuare a tenergli la mano. Chissa' se riuscira' a superare questi
altri Hunger Games, penso notando le pesanti occhiaie nere che
marcano i suoi occhi languidi. Nel frattempo, la maggior parte dei
tributi e' arrivata alla Cornucopia (c'e' ancora chi galleggia
nell'acqua, ma per fortuna nessuno affonda). Claudius commenta
eccitato gli ultimi avvenimenti: i tributi dell'1 e del 2 hanno
formato un'alleanza e si allontanano rapidamente, Finnick e Katniss
combattano fianco a fianco mietendo diverse vittime. Non riesco
neanche a provare pieta' per quei poveretti che cadono a terra, con
la faccia riversa sulla pietra dura macchiata di sangue perche' cerco
Peeta da tutte le parti. Poi finalmente vedo Peeta. E' ancora
bloccato nella piastra di metallo (Povero il mio bambino! Non puo'
neanche muoversi con quella gamba di metallo). Tiro un sospiro di
sollievo quando quel biondino del 4 lo tira fuori e lo porta verso
Katniss. Adesso che sono insieme, hanno una chance in piu'. Anche se
non mi piace per niente, quel tipo. Allf ien questo gioco e' stato
ideato per far uscire il lato peggiore di ognuno di noi. Preferisco
veder salvo mio figlio che un biondino qualsiasi e tra l'altro,
sconosciuto.
-Hai
visto tesoro? Sono insieme, sono vivi- sussurro come una litania in
direzione di John che accenna un debole sorriso, asciugandosi le
lacrime con il dorso della mano. Jane invece continua a guardare
preoccupata lo schermo.
-Sta
tranquilla. Hanno appena iniziato, non manderanno creature strane il
primo giorno. Non con tutte quelle vittime- Lei annuisce, ma non mi
guarda. Prim scrolla la testa.
-E'
strano che mia sorella abbia accettato degli alleati-
-Beh,
non aveva molto scelta. O un'alleanza o la morte- replica Josh,
logicamente.
-Si
devono portare anche quella vecchietta?- chiede titubante John.
-Non
credo che possano lasciarla li' da sola-replico -Quel tizio..Finnick?
Non la lascerebbe mai andare-
Alla
fine, Finnick con Mags sulle spalle, Peeta e Katniss lasciano la
spiaggia e si dirigono per la giungla. Mio figlio va avanti per
primo, il che mi fa temere un po' ma non posso dire nulla per evitare
di mettere John in uno stato di agitazione, lo seguono Finnick con
quel suo bellissimo tridente e Mags. Katniss chiude la fila, tendendo
il suo arco. Poi lei sale su un albero per controllare la situazione
e tutto cio' che si puo' vedere e' una distesa di cadaveri che
galleggiano in mare di sangue. I suoi occhi si riempiono
improvvisamente di preoccupazione e afferra con piu' decisione
l'arco. Scende velocemente e ad attenderla c'e' Finnick, il quale
tiene uno dei suoi tridenti in mano, con molta noncholance. Si
fissano entrambi con un'espressione di sfida negli occhi, le armi in
mano. Che abbiano intenzione di uccidersi a vicenda? Ci chiediamo io
e Jane con gli occhi. Credo che anche gli altri debbano aver
percepito il nervosismo nell'aria, perche' all'improvviso tendiamo
tutti i nostri corpi e respiriamo appena come se avessimo paura che
il nostro respiro potesse disturbarli.
-Cosa
succede laggiu', Katniss? Si sono dati la mano? Hanno fatto voto di
nonviolenza? Hanno gettato le armi in mare per sfidare Capitol City?-
chiede Finnick incalzando la
bruna con le sue domande. Sembra quasi che voglia far ragionare una
bambinetta capricciosa.
Katniss
si limita ad un secco e coinciso diniego, afferrando con maggior
vigore l'arco pronto per tirare una freccia e, in questo caso,
uccidere qualcuno.
-No-
ripete Finnick- Perche' il passato e' passato. E nessuno in
quest'arena e' stato un vincitore per caso.- Guarda Peeta per un
istante.-A parte forse Peeta-
Anche
questo ragazzo che non conosce per niente mio figlio, ha saputo
riconoscere la sua dolcezza e la sua bonta' d'animo. E' l'unico a non
meritare questa punizione. Non l'ha meritato la prima volta e
continua a non meritarlo. Capitol City deve essere molto piu' crudele
di quanto possiamo credere perche' chiunque conosca Peeta, rimane
folgorato dai suoi modi altruistici e generosi. Se tutti fossero come
lui, in questo mondo non ci sarebbero piu' Hunger Games, ingiustizie,
cattiverie e guerre. Questo discorso non vale pero' per Finnick e
Katniss e per gli altri concorrenti. Loro sono li' per uccidere, per
salvarsi. Alla fine sono li' per morire. Una persona scocca la
freccia e l'altro cade a terra. Sono le leggi naturali di questa
arena. Ma prima che uno dei due possa scattare verso l'altro, Peeta
si mette in mezzo come se avesse intuito che c'e' qualcosa che non
va.
-Quanti
morti ci sono stati?- chiede
con lo stesso tono innocente che aveva da bambino quando negava di
aver mangiato lui le caramelle. Azzardo un mezzo sorriso. Ha capito
che c'e' qualcosa che non va e si e' messo in mezzo di proposito.
-E'
difficile a dirlo. Almeno sei, credo. E gli altri stanno ancora
combattendo-
-Muoviamoci.
Abbiamo bisogno di acqua- E
mentre loro si allontanano alla ricerca d'acqua, le telecamere si
spostano su altri tributi. Prego affinche' trovino l'acqua, un buon
posto per dormire ed evitino altri combattimenti per oggi. Mentre i
cronisti riportano l'attenzione sui morti della Cornucopia e
commentano gli sforzi degli altri concorrenti, mi alzo per preparare
qualcosa di veloce da mangiare. Jane mi segue a ruota dopo pochi
secondi. L'aria statica del salotto renderebbe nervoso chiunque. Per
un po' rimaniamo in silenzio. Mi passa i piatti e io gli faccio
scivolare dentro delle fettine di carne.
-Gale?-
chiede Jane, indicando i piatti. Annuisco lievemente.
-Come
sta, a proposito? Insomma, dopo aver saputo che la sua bella
principessa e' sposata con il suo grande rivale e aspetta anche un
bambino da lui, deve averlo sconvolto parecchio. Immagino che
considerasse Katniss la Vergine Maria- commento acidamente. Jane
inarca un sopracciglio di fronte al mio tono volutamente acido e
sarcastico, ma decide di passarci sopra.
-Non
ne abbiamo parlato. Ha preferito evitare l'argomento e io non ho
voluto sollevarlo, ma deve soffrire molto- aggiunge.
-Beh,
non piu' di quanto debba soffrire in questo momento mio figlio. E tra
l'altro, con quella sua idea potrebbe averle salvato la vita. Magari
pensando che Katniss e' incinta, molte donne nella sua stessa
situazione doneranno qualcosa o attireranno nuovi sponsor pronti a
sostenerla. Del resto Capitol si e' affezionata alla sua eroina dalla
treccia mora- concludo. Jane sta per replicare qualcosa riguardo alla
mia ingiustizia nei confronti di sua figlia, quando sento un urlo
agghiacciante provenire dal salotto. Non perdo neanche il tempo a
posare il piatto che tengo tra le mani e lo lancio semplicemente,
correndo a per di fiato nell'altra stanza. Ed e' allora che lo vedo.
Una telecamera gigante inquadra la scena, mentre un'altra fa vedere
il replay almeno una decina di volte. Sento ogni battito del mio
cuore, ogni gittata sistolica, ogni vena che pulsa sempre piu' forte.
Non riesco neanche a gridare, come invece continua a fare John,
tempestando di pugni il bracciolo della poltrona, Si vede chiaramente
Peeta andare a sbattere contro qualcosa, un campo magnetico come dice
Caesar e poi finire rovinosamente a terra. Katniss lo scuote, lo
chiama, si getta sul suo cuore urlando e piangendo, ma lui rimane
li'. Immobile. Morto. Tutto dura solo pochi secondi, ma a me sembra
essere trascorsa un'eternita'. Sono completamente disorientata, mi
muovo senza sapere dove sto andando. Mi ritrovo sul pavimento con il
viso tra le mani, non ricordando neanche di essermi accasciata. Josh
corre subito al mio fianco, cercando di sostenermi mentre tiene
ancora gli occhi puntati sullo schermo.
-Sta
attenta. C'e' un campo di forza- Sono
queste parole a riportarmi indietro dal limbo nel quale ero scesa
improvvisamente. Alzo lo sguardo e vedo Peeta, vivo, alzarmi
faticosamente grazie all'aiuto di Katniss. E' stanco, ferito ed
esausto, ma e' vivo. Nient'altro ha senso, ora.
-Eri
morto! Il tuo cuore si e' fermato!- esplode
Katniss in un impeto di rabbia e sollievo. Lo abbraccia e lo tiene
stretto a se'. Torno a respirare. E' vivo, mi ripeto. E' vivo, andra'
tutto bene. Lentamente mi alzo di nuovo e corro da John, il quale si
sta riprendendo a fatica dagli ultimi avvenimenti. Ha una mano sul
cuore e respira con affanno.
-Va
tutto bene tesoro, il nostro bambino e' vivo- gli dico. Lui sorride e
chiude gli occhi. Si accascia totalmente su di me ed io evito di
fargli notare quanto sia pesante. Non ho idea di quanti altri momenti
simili potremmo condividere ancora. Mi volto verso Jane e Prim le
quali continuano a versare lacrime in silenzio. Sussurro un
timido:-Grazie- e le invito a rimanere da noi per la notte.
-Potete
prendere la camera da letto dei ragazzi o anche la nostra. Non credo
che questa notte riusciro' a dormire-
-Noi
non andiamo da nessuna parte. Resteremo qui a vedere come vanno le
cose. L'importante e' che stiano bene, no?- dice Jane. Io annuisco.
Ma quanto puo' durare questo stato di pace? Perche' hanno dovuto
attaccare immediatamente? Gli Hunger Games sono appena iniziati. A
nessuno piacciono dei giochi veloci. Tutti vogliono uno spettacolo
lento, ricco di sorprese e sangue. Continuo a guardare lo schermo,
non stacco gli occhi dal viso tondo e dolce di Peeta, pensando che
forse non lo rivedro' mai piu'.
Angolo
dell'autrice.
Salve
a tutti! Mi scuso per l'enorme e tremendo ritardo. Mi dispiace
davvero tanto :( Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo
anche se non e' poi un granche'. Ringrazio tutti quelli che hanno
letto, recensito e inserito questa storia nelle
seguite/preferite/ricordate. Grazie di cuore <3
Hoon21
:)
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