Jecht sentì dei bassi provenire dalle sue
spalle, erano finalmente arrivati. Si voltò per vederli meglio, erano
indubbiamente più di quanto pensasse, e tra loro c’erano anche Tidus ed Auron.
“sei in ritardo” disse rivolto al suo amico
Auron abbassò il capo tristemente “Lo so”
Tidus lo guardò con odio, come se volesse
trafiggerlo con il solo sguardo
Jecht si voltò verso di lui “Sei cresciuto”
sentì una fitta al cuore, vederlo così trasformato gli ricordata i doveri di
padre che non aveva mai adempito “ma sei tutto pelle ed ossa, mangi bene?”
“Ma tu sei sempre più grande” rispose il
figlio
“Beh sai io sono Sin” disse sorridendo Jecht
“Non fa ridere”
Jecht cambiò espressione, infondo era vero,
non era una situazione per niente divertente, era arrivata la sua ora e lui era
pronto ad accettare questo destino
Auron era pronto a combattere, anche se si trattava di Jecht.. sapeva che
lui voleva essere liberato da questa sofferenza..
“Quando tutto questo sarà finito” aveva detto Auron a Tidus “me ne andrò, ho
giocato troppo alla vita”. Così finalmente avrebbe potuto riabbracciare Braska,
quanto tempo era passato…
Accanto ad Auron Tidus stringeva i pugni con rabbia “papà.. io ti odio”
Jecht chiuse gli occhi, come se ciò che aveva appena sentito fosse più di
quanto potesse sopportare “Lo so”.
“Quando inizieremo.. io non sarò più me stesso” continuò Jecht aprendo gli
occhi e fissando suo figlio “Mi dispiace”
“Basta” urlò Tidus che sembrava sul punto di scoppiare “Iniziamo”
“Va bene”.
Jecht fece qualche passo indietro, la lunga piattaforma dove si trovavano
finiva alle sue spalle e lasciava spazio a una distesa di lava.
Era pronto a farla finita una volta per tutte, non
voleva più continuare a vivere così, sperava con tutto il cuore che lo
uccidessero.
Jecht lanciò un ultimo sguardo ad Auron, sperava
che fosse lui a dargli il colpo di grazia.
Tidus si avvicinò al padre e cercò di bloccarlo ma
ormai era troppo tardi, la trasformazione aveva avuto inizio e dalla lava
sottostante non riemerse Jecht ma l’eone di Braska, la battaglia era iniziata ed
in cuor suo Jecht sperava solo che finisse presto, aveva sopportato abbastanza.
Il combattimento fu, come previsto, molto duro ma
alla fine fu Jecht a cadere a terra conscio che quella era la sua fine.
Tidus si avvicinò a lui in lacrime e lo aiutò,
Jecht sorrise “vedi..” disse cercando di far leva sulle poche forze rimaste
“piangi sempre, stai piangendo anche ora”
Auron si avvicinò di qualche passo, aveva sempre saputo in cuor suo che
questo momento sarebbe arrivato “Jecht”
“Papà..” disse Tidus tra le lacrime “Io.. per la prima volta, sono
orgoglioso di essere tuo figlio”
Auron abbassò il capo e si tolse gli occhiali scuri, era sicuro che Tidus
non avesse mai veramente odiato suo padre ed era contento che finalmente fosse
riuscito a dire ciò che realmente provava.
Jecht sorrise, rincuorato da quell’affermazione,
sapeva di non essere mai stato un buon padre ma tutto quello che aveva fatto lo
aveva fatto a fin di bene, voleva il meglio per suo figlio solo non era riuscito
a dimostrarlo nel migliore dei modi.
Afferrò la mano di Tidus e la strinse dopodiché
cercò disperatamente lo sguardo di Auron, presto entrambi avrebbero raggiunto
Braska.
“Yuna.. ricordati quello che deve fare” disse
prima di spirare, la ragazza afferrò saldamente il suo bastone “io devo..” si
fermò e guardò Tidus incerta
Tidus si alzò e si fece da parte, le lacrime gli
scorrevano ancora lungo il viso ma sapeva di non poter evitare a Yuna di fare il
trapasso.
Yuna non aspettò un attimo di più, iniziò la sua triste danza, il rito del
trapasso.
Auron sospirò, consapevole che la sua ora era ormai arrivata, era riuscito a
portare a termine ben due pellegrinaggi, il suo era senza dubbio un record di
cui andare orgogliosi!
Eppure sapeva che non voleva più vivere, era pronto ad accettare il suo
destino.
Improvvisamente il corpo di Auron iniziò a scomparire, il trapasso stava
colpendo anche lui, Yuna se ne accorse subito e si fermò
“No.. io non posso”
“Continua Yuna” disse lui incoraggiante sfoderando il migliore dei suoi
sorrisi
“Ma se continuo..”
Kimahri mise ad Auron una mano sulla spalla con fare rassicuramene, Auron lo
guardò ma nei suoi occhi non c’era tristezza, sembrava non aver paura di morire.
“So cosa succederà, ma la mia vita è già finita da tempo, è ora che io me ne
vada” disse avvicinandosi all’evocatrice e guardando uno ad uno tutti i suoi
compagni di viaggio.
Voleva imprimere nella sua mente i loro volti, le loro voci e tutto quello
che loro avevano fatto durante quel lungo viaggio, quel viaggio che aveva
portato Auron a percorrere gli stessi sentieri che aveva percorso assieme a
Braska e Jecht.
Yuna chiuse gli occhi e una lacrima bagnò il suo giovane viso “Va bene”
sussurrò appena riprendendo la sua danza.
Il corpo di Auron si dissolse sparendo nel nulla, ma la sua anima volò in
cielo.
Così finì il viaggio dell’ultima evocatrice di Spira, Yuna figlia del grande
Braska, che dopo mille anni riuscì finalmente a sconfiggere per sempre Sin.
Finalmente era finito anche il viaggio di Auron e Jecht che poterono
riabbracciare il loro amico di sempre.
|