Una come te

di Dreamer In Love
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6.
 
[Una come te, per una rosa può morire,
solo perché ancora non sa
togliere le spine.]

 
- Dove lo lascio questo? -
La voce della ragazza portò Shade a voltarsi verso di lei. Le sue iridi scure incontrarono un vaso di media grandezza sormontato da una cespugliosa pianta e dotato di gambe sottili. Si perse qualche attimo in un sorriso divertito e si alzò dalla posizione accucciata per aiutare a sistemare il vegetale. Prese la ceramica tra le braccia e finalmente potè scorgere tra le fronde il viso, paonazzo dalla fatica, di Fine.
- Da quando fai la facchina? -, chiese con ironia mentre poneva l'oggetto in un angolo della serra. La rossa, intanto, si era avvicinata al rubinetto dell'acqua per dissetarsi e sciacquarsi il viso.
- Stavo venendo a cercarti e ho incontrato il giardiniere in difficoltà con la pianta. Così gli ho dato una mano. -
Il cobalto si avvicinò a lei, porgendole uno straccio per asciugarsi. La rossa prese la pezza e si sfregò il volto, mentre ringraziava il ragazzo.
- Hai fatto bene a venire. Voglio mostrarti una cosa. -
Intrecciò le sue dita con quelle della giovane che al contatto arrossì vistosamente. Era ormai da qualche settimana che uscivano insieme e, nonostante sapesse cosa provava il ragazzo e di essere ricambiata, non si sarebbe mai abituata all'intimità che stava nascendo tra loro. Non si sentiva mai all'altezza di quel sentimento bello e terribile che incombeva sul suo cuore. Shade, notando il suo imbarazzo, seguì le iridi cremisi concentrate sulle loro mani. Si ritrovò a sorridere dolcemente.
- Dovrai farci l'abitudine. -
Fine divenne ancora più paonazza e sobbalzò stupita. Il cobalto scoppiò a ridere e trascinò la sua timida compagna oltre un telo cerato che isolava una piccola parte della serra. Accese, poi, una lampadina che iniziò a sfavillare sopra le loro teste.
- Oh! Shade... -, sussurrò appena la rossa chinandosi a terra. In un intricato cespuglio di rovi, una piccola rosa rossa splendeva alla luce precaria. Era circondata da una piccola ampolla che gli permetteva di stare al calduccio dal rigido gennaio di quell'anno. Il gambo esile saliva verso l'alto circondato da piccole e temerarie spine e si apriva in una gonfia armonia di petali.
- È sbocciata qualche giorno fa. Anche se la pianta è qui nella serra, è una rarità che sia riuscita a crescere. Sai, è stato grazie a questo miracolo della natura che ho deciso di chiederti di uscire. -
Fine riportò l'attenzione al ragazzo, guardandolo dal basso verso l'alto.
- Come? -, sibilò appena, anche se sapeva di essere ben udita nel silenzio della serra.
Il cobalto si passò nervoso una mano tra i capelli, scompigliandoli.
- Ho notato il bocciolo e, d’istinto, ho pensato a te e a quanto ti sarebbe piaciuto vederlo. -
Il principe si chinò accanto alla ragazza e tolse l'involucro che circondava il fiore. Afferrò delicatamente lo stelo e prese dalla cintola una delle forbici che utilizzava nel giardinaggio. Tagliò alla radice del gambo, quando questo si allontana dalla pianta. Sentì Fine, che aveva seguito i suoi movimenti, sussultare al tac secco della lama.
- No... -, protestò appena.
Shade pose la rosa davanti agli occhi cremisi.
- E ho deciso, -, continuò convinto, - che l'avrei coltivata per te, per regalartela. -
Le iridi della principessa incontrarono quelle scure di Shade.
- Per me? -, domandò stupita mentre un sorriso sereno le aleggiava sulla bocca. Afferrò il fiore senza distogliere lo sguardo da quello del ragazzo. Questo si avvicinò piano a lei mentre i suoi occhi erano incantati dalle carnose e rosee labbra di Fine. La rossa sentì il respiro del ragazzo sul suo viso e chiuse gli occhi, imbarazzata ma desiderosa di approfondire quella vicinanza.
- Ahi! - esclamò, invece, facendo sobbalzare entrambi.
Shade la guardò preoccupato.
- Che è successo? -
La rossa si portò il dito dolorante davanti al naso per scorgere una piccola spina nella pelle. Agitata, aveva stretto troppo il fiore tra le mani.
Shade scosse la testa, rassegnato, lasciandosi andare in un sorriso divertito.




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