Viaggio in treno.

di Capolera
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Romano dormiva accasciato sul sedile blu, le braccia erano dolcemente abbandonate sulle sue gambe, la bocca semi-aperta e la testa era inconsciamente appoggiata sulla spalla dello spagnolo.
La finestra del treno era leggermente aperta, ogni tanto soffiava un po' di vento che scompigliava i capelli dei due ragazzi.
Lo scenario era cambiato in fretta: dalla monotona modernità con grattacieli, cartelloni pubblicitari, strade asfaltate e colori cupi all'aperta campagna con un cielo pulito e vasto. Antonio lo osservava meravigliato, lasciandosi trasportare dalla semplicità delle cose. Eppure nel sud Italia non esisteva la solita noiosa monotonia. Entrando in un normale mercato potevi ammirare ed entrare in nuovo mondo ricco di cultura, antiche tradizioni e superstizioni. Un mondo dove la formalità non esiste, dove non importa il lavoro che svolgi, tu sarai sempre il benvenuto nelle colorate putìe. Un mondo che lui aveva profondamente influenzato.
Pensando alle meraviglie del mondo guardando il suo amato Romano, si lasciò lentamente trasportare nel mondo dei sogni, incapace di rimanere sveglio per controllare le varie stazioni e scendere alla fermata tanto agognata. Romano non ne sarebbe stato affatto felice.




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