La corsa del lupo
La corsa del lupo
Alen!
questo il suo unico pensiero da quando aveva cominciato a correre,
veloce e terrorizzato, giù per il versante della montagna. Le
sue gambe umane dolevano affaticate, ma non poteva permettersi ne di
fermarsi, ne di trasformarsi. Continuava a correre a perdifiato
saltando ogni sorta di ostacolo che la natura gli poneva davanti.
I capelli neri erano umidi di sudore, mossi dalla frenesia dei
movimenti di Drew che ormai da quasi un'ora fuggiva per salvare la
propria vita.
Alen, devo andare da Alen!
Alle sue spalle altri ringhi: i tre lupi che lo inseguivano erano vicini.
Cercò di accelerare il passo terrorizzato, il cuore batteva all'impazzata.
Alen, aiutami!
Come un fulmine a ciel sereno la terra gli mancò da sotto il
piede, sgranò gli occhi guardando per un attimo il vuoto sotto
di lui, gli aspettavano metri di rovi e spine di arbusti selvatici.
Abbassò lo sguardo sul fagottino che teneva tra le braccia, si
chiuse a riccio cercando di proteggerlo con il proprio corpo, pronto al
peggio.
Atterrò violentemente di schiena e per i primi metri
rotolò, poi colpì un tronco con l'anca, gli
strappò un grido di dolore ma riuscì a raddrizzarlo per
gli ultimi metri. Sentiva i vestiti lacerarsi e la pelle venir
strappata da quelle braccia spinose, ma sicuramente più delicate
delle fauci di un suo simile.
Uscì dal sottobosco che ancora scivolava, tingendo appena di
rosso l'erba che lo accoglieva fresca. Sentì le forze venirgli
meno, la vista appannarsi; le braccia ancora strette al ventre dove il
fagottino si agitava disperato, strillava.
«Alen...» mormorò, poi più nulla.
Quella mattina si era svegliato solo nel letto, tra le lenzuola un biglietto di Drew, riconosceva la calligrafia elegante.
Si ostinava a voler andare a caccia in cima alla montagna.
Sbrigate le faccende di casa e del suo piccolo allevamento si mise a
spaccare la legna nel cortile, era pomeriggio, ormai Drew doveva essere
sulla strada del ritorno.
Era stato bello trovarlo al suo fianco la mattina dopo il loro
anniversario, e quella dopo e quelle successive per questi dieci mesi
trascorsi.
Sorrise poggiando l'accetta al tronco che usava per base, e
s'incamminò verso il ruscello poco distante casa, si
sciacquò il collo e la faccia e si rialzò stiracchiando
la schiena. Inspirò l'aria fresca della primavera a pieni
polmoni: sangue.
Un brivido gli percorse la schiena, annusò ancora e
confermò ciò che aveva sentito. Una seconda folata gli
portò l'inconfondibile odore dolciastro del compagno. Il terrore
lo attanagliò.
Cominciò a correre veloce seguendo la scia rossa del vento,
all'odore si aggiunsero i suoni: un pianto disperato d'infante e dopo
poco ringhi e litigi di quelli che capì subito essere lupi.
Tornò cosciente, non aveva coraggio di aprire gli occhi. Non
voleva vedere quegli affamati saltare su loro e sbranarli. Ancora le
urla del piccolo. Per istinto, nella sua cecità voluta, lo
strinse al petto. Altri ringhi e poi un bramito. Spalancò gli
occhi cercando di mettere a fuoco il prima possibile, voltò il
capo verso quel suono che subito prese forma: Alen era in piedi in
tutta la sua imponenza, agitò le grosse zampe bramendo ancora
contro i tre ora indecisi se attaccare il mastodontico orso bruno o
ritirarsi nella foresta. Dopo una rapida occhiata i tre saltarono
addosso all'orso che ne afferrò immediatamente due gettandoli
addosso ad un albero poco lontano, il terzo gli addentò il collo
strappandogli un gemito di dolore, riuscì a staccarlo e con un
potente colpo lo uccise sbattendolo al suolo. L'unico lupo ancora in
vita, dopo essersi rialzato barcollante, se ne andò con la coda
tra le gambe.
Si voltò verso Drew che respirava stanco stringendo al petto un
lenzuolino bianco ormai sozzo di terra e foglie. Tornò umano e
si lanciò al suo fianco
«Drew» gli sorresse la testa «dimmi qualcosa»
mormorò accarezzandogli una guancia, il lupo sorrise debolmente
e allungò un braccio
«continuo ad essere un pessimo lupo...»
l'uomo chiuse gli occhi lasciando due lacrime uscire e sorrise a sua
volta, poi sentì la voce del compagno chiamarlo ancora
«abbiamo un po' di latte di capra?» Alen riaprì gli
occhi sul fagottino, ora silenzioso, allungò due dita e
scostò il panno da quello che si mostrò essere un bambino
delizioso e paffutello. Questo alzò lo sguardo sul gigante e
abbozzò un sorriso che mostrò i sue due piccoli incisivi.
Un bambino. Stava per morire per salvare un piccolo bambino mutante.
Tornò a guardare il lupo che accarezzava la piccole mani
dell'infante e sospirò alzandosi
«ti porto a casa, vediamo se il latte di bellina gli riempirà la pancia»
Una volta a casa non ci fu verso di far ragionare Drew, aveva dovuto
prima scaldare del latte e creare dal nulla un biberon con un boccale e
il becco di un vecchio flauto.
Il piccolo parve apprezzare il latte che bevve, ingordo, tra le braccia
del lupo, che senza più scusanti si stava lasciando medicare dal
marito.
«fammi capire... come l'hai trovato» domandò Alen ravvivando il fuoco una volta finito le medicazioni.
«ero a caccia, quasi in cima alla montagna, l'ho sentito piangere
e mi sono avvicinato. Era coperto dal corpo della madre morta di sa
quali stenti. L'ho preso tra le braccia senza fare caso ai tre lupi che
lo avevano deciso come cena» mormorò accarezzando la
testolina bionda del bimbo che ora dormiva tranquillo
«avrà sei mesi...» concluse più a se stesso
che ad Alen che pareva molto concentrato su qualcosa.
Dopo qualche minuto di silenzio Alen si alzò e coprì i
due con la grossa coperta che stava nel letto matrimoniale poi si
infilò il giaccone e il cappello
«Dove vai? È buio fuori...» come risposta ebbe solo
un sorriso strano poi il suo compagno sparì fuori, nel buio.
Tornò a guardare quel piccolo mutante per cui aveva quasi perso la vita
«che tu ci creda o no, piccolo fortunello, oggi mi hai fatto
sentire più lupo di quanto io non sia mai stato... ecco forse un
po' mamma lupo, ma è sempre un inizio no?»
ridacchiò stanco e chiuse gli occhi. Il calore del fuoco era
così rilassante, il crepitio che produceva era quasi più
dolce di una ninnananna in quel momento. Strette le braccia intorno al
piccolo si lasciò andare al sonno.
La mattina dopo aprì gli occhi stretto tra le braccia di Alen
che ancora dormiva pesantemente, si scostò sbuffando da sotto
quell'ammasso di muscoli e si mise a sedere, in quell'istante i
ricordò del piccolo, non era tra le sue braccia!
«Alen! Il bambino!» urlò svegliando il compagno e
guardandosi attorno. Sentì un mugolio assonnato e si
voltò verso i piedi del letto: dentro un lettino ben imbottito e
dalle alte sbarre il piccolo lo osservava scocciato dalla sveglia
improvvisa. Rimase immobile a fissarlo per qualche secondo poi
ridacchiò ricadendo mollemente sul letto
«Drew... devi stare a riposo. Hai delle brutte ferite»
biascicò Alen massaggiandosi gli occhi, quando li riaprì
vide il compagno che cullava quel piccolo fagottino di ciccia, sorrise
e lo tirò a se. Era incredibilmente docile quando aveva il
neonato tra le mani.
«devo essere geloso?»
«molto geloso...» mormorò il lupo senza staccare gli
occhi da quelli grigi del piccolo che sorrideva giocando con i propri
piedi.
«oggi andrò al paese allora...» Drew lo
guardò senza capire, quindi proseguì «devo comprare
delle assi e qualche altra cosa se vuoi che ingrandisca questa casa.
Non mi piace l'idea di far dormire nostro figlio in una stalla.»
Ci fu un attimo di silenzio, poi il piccolo ridacchiò divertito
dallo scatto che lo aveva portato dritto tra le braccia di quell'omone
gigante che gli piaceva tanto. Osservò i due adulti stringersi,
e scambiarsi qualche bacio. Era in mezzo ai loro petti, stretto in un
caldo abbraccio e cullato dai loro cuori. Sorrise sentendosi bene come
mai lo era stato.
«come lo chiamiamo?»
il piccolo si sentì osservato e li guardò, erano molto
concentrati. Vide quello dai capelli lunghi e neri sorridere
«Amias...» l'altro sorrise baciandogli la fronte e
sentì ancora i loro cuori battere forte. Si sentì
importante, si senti amato.
«sei il nostro piccolo Amias»
*^*^*^*^*^*^*^*^*
Salve a tutti! grazie per aver letto questa storia!
A dirla tutta è un sequel (molto indipendente, a dirla
tutta tutta), quindi vi lascio il link per la prima storia ---> L'alba di una nuova vita
Nata come una OS ho deciso di dedicare ancora un po' di tempo a questi
due mutanti, mi ci sono affezionata più di quanto credessi! non
dico che è conclusa, mi piacerebbe ancora scrivere di loro... se
capita, se sono ispirata! bo, fatemi sapere! :D
Se la storia vi è piaciuta mi piacerebbe saperlo, sentitevi liberi di lasciare un commento o un like su FB o qualsiasi cosa! tipo anche una freccia con attaccato un bigliettino! un drone! un kamikaze giapponese!
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