Cos'hai, Gene?

di lapoetastra
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Cos’hai, Gene?”, ti chiedono in continuazione i tuoi compagni ogni volta che ti vedono cupamente assorto nei tuoi pensieri.
Non che tu sia normalmente molto allegro e socievole, eppure c’è qualcosa di diverso in te, adesso: un’altra luce, flebile e splendente, brilla in fondo ai tuoi occhi cangianti, subito però spenta dal muro di lacrime che si ostina a non abbandonare il tuo sguardo.
Se ne sono accorti loro, i tuoi compagni, i tuoi fratelli, che trascorrono insieme a te ogni minuto della propria vita e che saprebbero riconoscere un cambiamento di stato d’animo in te semplicemente da uno tuo gesto.
Cos’hai, Gene?”, continuano a domandarti imperterriti, incuranti del silenzio che segue le loro parole ogni volta.
Perché non vuoi rivelare ciò che ti tormenta?
Perché non vuoi dirglielo?
Non lo sai nemmeno tu.
Non sai niente, ora.
Puoi solo chiudere gli occhi e vederla, come se lei fosse realmente lì, accanto a te, con le mani sporche di sangue rappreso di un qualche ferito di guerra a cui ha appeno salvato la vita, che ti offre un pezzo di cioccolato, esattamente come l’ultima volta che l’hai vista.
Non hai accettato quel prelibato dolce.
Perché? Probabilmente perché eri troppo perso nei suoi occhi di un azzurro talmente intenso da annullarti completamente.
Ti porti le dita fredde al viso, e rimembri ancora la morbidezza del tessuto celeste che le ornava i capelli, quel tessuto che è l’unica cosa di lei che sei riuscito a sfiorare ed a tenere tra le mani.
Ma ora hai perduto anche esso, ridotto ad una fasciatura d’emergenza per avvolgere la mano ferita di Babe.
Non hai più niente di lei, adesso.
Solo il suo ricordo, a cui ti aggrappi come fosse un’ancora di salvezza in mezzo a questo oceano di morte e dolore in cui sei completamente alla deriva.
Forse è per questo che non vuoi confidarti con gli altri.
Perché raccontando loro di lei, di Renée, è come se la perdessi ancora un po’ di più, e non lo puoi proprio permettere.
Perché se parlassi loro di lei, lei non sarebbe più solo tua.
E lei è l’unica che abbia mai importato qualcosa per te.
Per te Renée non occupava semplicemente un posto nel tuo cuore: lei era il tuo cuore.
Ed ora se n’è andata, spezzandoti in mille pezzi inconciliabili, lasciandoti nient’altro che il suo nome come ricordo.
Cos’hai, Gene?”, ti chiedono gli altri, ogni minuto, ogni momento.
Non rispondi, stai in silenzio.
Di nuovo.
Non è ancora giunto il momento di parlare di lei.
Lo farai solo quando il suo pensiero produrrà in te un sorriso, e non amare lacrime di dolore.
Lo farai solo quando smetterai di amarla almeno un po’, quando sarai pronto per condividere il suo ricordo, che adesso custodisci gelosamente come una piccola pietra preziosa nella parte più recondita della tua anima.
Lo farai, un giorno, ti riprometti.
Ma dentro di te lo sai.
Sai che quel giorno non giungerà mai.




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