6°
Capitolo
Quando aprì la porta sgranò gli occhi per la
sorpresa.
Il vento autunnale penetrò in casa, facendola rabbrividire e
stringere in un caldo abbraccio.
Un profumo familiare la riportò indietro nel tempo, quando
le stuzzicò le narici.
Una donna piuttosto anziana, sui 70 anni, le sorrise commossa,
portandosi una mano alla bocca emozionata.
L'abbracciò teneramente, accarezzandole i lunghi capelli
corvini, poi tornò a specchiarsi nei suoi occhi cioccolato,
sfiorandole dolcemente il viso.
I suoi capelli, corti e bianchi come la neve, erano trattenuti da un
bellissimo fermaglio e le rughe, che le solcavano il volto, segnavano
il viso pieno di cicatrici. Era sempre stata minuta, ma adesso le sue
ossa sembravano vuote e i polsi e le articolazioni erano coperte di
ombre livide.
Gli occhi di lei,
neri come la notte, le ricordarono tremendamente quelli di suo padre,
morto quando era solo una bambina.
- Sei diventata una
bellissima donna, nipote. Sei una meraviglia!- esclamò la
donna, guardandola affettuosamente.
Kagome non credeva ai
suoi occhi.
La nonna parterna, che tanto aveva amato sin da piccola, era davanti a
lei.
Motivi oscuri l'avevano tenuta lontana da Tokyo per lunghi anni e
Kagome dovette trattenere le lacrime di commozione, che minacciarono di
sgorgarle dal bel viso, quando la riconobbe.
- Che gioia
rivederti, obaasan. La mamma non mi ha avvisata del tuo arrivo. -
esclamò Kagome, invitandola gentilemente ad entrare.
La donna
annuì tristemente. -Vorrei avere più tempo,
Kagome.-
Esclamò
quelle parole tutte d'un fiato.
Ora la sua voce appariva più stanca, come se l'energia di
pochi istanti prima fosse stata solo una messinscena per confortarla.
Le strinse le mani, come per incoraggiarla, senza però
alzare gli occhi contriti su quelli cupi di Kagome, che si posarono
invece tristemente sulla sua figura fragile e scarna.
Era così esile, pallida, avvizzita.
- La mamma mi ha
accennato qualcosa riguardo la tua malattia, ma non credevo fosse
così grave.-
La sua voce divenne
un flebile sussurro.
Kagome ricacciò prontamente indietro le lacrime.
Sentì un nodo doloroso alla gola e una tremenda voglia di
urlare.
Rimasero per un pò in silenzio, specchiandosi l'una negli
occhi dell'altra, senza proferir parola.
La donna rise
amaramente, poi le sorrise, scuotendo la
testa nel tentativo di scacciare via i cattivi pensieri che l'avevano
condotta in quel luogo. - Io e tua madre ci siamo scambiate diverse
lettere in questi ultimi anni. Mi ha raccontato tutto di te e tuo
fratello. Mi ha anche detto che ti sei innamorata di un bel giovane di
nome Inuyasha. Non desidero altro che vederti felice. Vorrei tanto
conoscerlo, questo tuo futuro marito.-
Kagome
sbiancò visibilmente, barcollando.
Futuro marito?
Ricordò solo in quel momento che la madre aveva comunicato
alla nonna del suo "finto fidanzamento" con Inuyasha, ormai esasperata
dalle lettere il cui la donna si mostrava impaziente di sapere quando
avrebbe potuto vedere la nipotina felicemente accasata.
Aprì la
bocca per rispondere, ma le parole le morirono in gola.
Fortunatamente furono interrotte dal ritorno della madre e di suo
fratello Sota, cosicchè l'attenzione della donna si
concentrò su di loro.
Inuyasha doveva essere rimasto nella sua camera.
Non poteva assolutamente permettere che la nonna scoprisse la sua
natura di mezzodemone. La madre di Kagome aveva accuratamente evitato
di raccontarle "certi particolari" riguardo l'epoca dalla quale
proveniva.
Kagome
cercò di immaginarsi come sarebbe stato essere la compagna
di Inuyasha.
Per un istante, l'idea di domandare a Inuyasha di fingere per un
pò di essere realmente una coppia non le sembrò
una cattiva idea.
Di reale, infondo, non sarebbe accaduto proprio nulla. Non aveva nulla
a che fare con la realtà.
Sconcertata dai suoi
stessi pensieri, Kagome scosse la testa. rattristandosi. Inuyasha non
avrebbe mai accettato di partecipare ad una simile recita.
Mentire è in aperto
contrasto con i miei principi, ma non posso dare un dispiacere del
genere alla nonna, riflettè poi, prendendo
maggior coraggio.
Kagome si
allontanò quasi subito, farfugliando delle parole di scuse,
e corse in camera sua. Si fermò sulla soglia della porta,
tremendamente imbarazzata.
Tentò di formulare mentalmente l'incontro che sarebbe
avvenuto da lì a poco.
Il cuore le
tamburellava pericolosamente in petto.
Ripensò al modo in cui era fuggita, alle mani di Inuyasha
strette sul suo corpo e al modo in cui l'aveva guardata.
Arrossì vistosamente, portando una mano al petto nel vano
tentativo di placare il suo animo.
Provò a chiudere gli occhi, tentando di trovare il coraggio
di alzare lo sguardo sui suoi occhi magnetici, senza provare di nuovo
il desiderio di sprofondare tra le sue braccia.
Inuyasha l'aveva
sentita arrivare, ne era certa.
Le sue orecchie si mossero impercettibilmente ma, nell'istante in cui i
loro sguardi si incontrarono, rimase paralizzata, come se il cuore
avesse smesso di battere.
Le ginocchia minacciavano di cederle e lei cercò
disperatamente di mantenere una certa compostezza.
Quando la finestra
della sua camera si aprì, un brivido di freddo la percorse
interamente.
Tremò, strofinandosi energicamente le braccia, ma una mano
forte e armoniosa le sfiorò la schiena, nel tentativo di
scaldarla.
Quel contatto inaspettato la fece sobbalzare. In preda alla vergogna
per il fascino che Inuyasha suscitava in lei e, consapevole del fatto
che le sue guance fossero in fiamme, voltò la testa da una
lato, mentre un fremito le scosse sfacciatamente il corpo.
Kagome si
divincolò con estrema naturalezza, pregando che i suoi
sviluppati istinti predatori non gli avessero trasmesso le stesse
sensazioni che quel contatto aveva suscitato in lei. Aveva percepito
qualcosa di diverso nello sguardo di Inuyasha.
Soddisfazione, forse?
Il modo in cui
continuava a fissarla le provocò un nodo alla gola.
Quando, arretrando, toccò la porta con le spalle si
ritrovarono così vcini da percepire il respiro reciproco.
Per un istante ebbe la sensazione di essere in trappola.
Kagome lo
guardò dritto negli occhi.
I suoi occhi erano ancora fiammeggianti.
L'ardore con cui l'aveva stretta e accarezzata quella mattina era una
sensazione così reale.
Schiarendosi la voce,
come se niente fosse accaduto, disse la prima cosa che le
passò per la testa, tentando di mantenere un tono di voce
neutrale.
- Non
indovinerai mai chi è venuto a trovarmi.- La sua voce si
trasformò in un fievole sussurro. Kagome rise dentro di
sè per la banalità di quelle parole.
Inuyasha, invece,
sogghignò inaspettatamente, allontanandosi improvvisamente
da lei, come scottato.
- Tsk! A volte
dimentichi che nelle mie vene scorre anche sangue demoniaco.-
replicò il mezzodemone, scrutandola con interesse. - Dunque
io.. sarei il tuo futuro marito? -
La guardava con una
tale intensità da impedirle di distogliere lo sguardo per
nascondere le proprie emozioni.
Kagome si rese conto
solo in quel momento che il mezzodemone aveva ascoltato tutta la loro
conversazione, e arrossì violentemente per la vergogna.
- Tu.. tu hai sentito
tutto, non è vero?- balbettò Kagome, temendo che
Inuyasha potesse fraintendere la situazione.
Kagome
sentì di dover agire, e subito. Doveva assolutamente
dirglielo, altrimenti non avrebbe più trovato il coraggio.
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