Terzo capitolo -
l’incontro
La mattina dopo mi svegliai ancora sconvolta. Ah, mi sono
dimenticata di dirvi che durante la mia permanenza nel 2001 ero ospite
di un anziano signore che aveva un cottage nella periferia della
città, ed essendo solo aveva accettato di ospitarmi il tempo
necessario che mi serviva per compiere la missione. Naturalmente era
all’oscuro di tutto …
Ero ancora sotto le coperte quando mi misi le mani nei capelli.
- Oh, cavolo … Come farò? Come farò a
compiere questa benedetta missione in meno di una settimana?
E’ impossibile … -
Guardai l’orologio sul comodino e …
- Oh, santa pazienza, è tardissimo! Tra mezz’ora i
Devilish iniziano le prove! Non posso mancare!-
Saltai giù dal letto e mi preparai in dieci minuti scarsi.
Presi in prestito la bicicletta del proprietario del cottage e mi
fiondai verso Magdeburgo.
Alle 10 e 20 ero arrivata in una vecchia rimessa che i ragazzi usavano
sempre per le prove dei loro spettacoli. Lì vicino,
abbandonato, c’era un vecchio ma fortunatamente grande
paravento. Io mi nascondevo sempre lì dietro per tenere
d’occhio i Devilish durante le loro prove. Anche quella
mattina mi nascosi lì e aspettai l’arrivo del
gruppo.
Non tardarono a venire e il tempo di preparare gli strumenti ed erano
già lì che strimpellavano. Era sempre emozionante
vederli, mi sentivo felice.
A un certo punto mi accorsi di aver perso il mio braccialetto da
rockettara, formato da borchie argentate. Mi misi a cercarlo
disperatamente e quando lo trovai mi accorsi che per prenderlo dovevo
allungare la mano oltre il paravento, rischiando di essere vista!
- Oh, cazzo! Ma capitano tutte a me???-
I ragazzi erano occupati a suonare una delle loro splendide canzoni,
così cercai cautamente di afferrare il braccialetto. Ma nel
farlo mi spinsi troppo in avanti e caddi, facendo cadere anche il
paravento, rivelando così la mia presenza!
Come potevano non notarmi i Devilish? Smisero di suonare e mi
guardarono stupiti. Io ero nel panico. Non sapevo cosa fare,
né cosa dire. Ero terrorizzata, non riuscivo ad emettere un
suono. Finché Bill non si avvicinò e mi rivolse
lui la parola.
- Ehi, e tu cosa ci fai qui?-
Non mi sentivo più lo stomaco e mi si raggelò il
sudore che mi colava ai lati della fronte.
- … ehm … chiedo scusa … non volevo
disturbare … -
Ero terribilmente patetica! Si avvicinò anche Tom,
accrescendo la mia ansia.
- Cosa ci facevi dietro al paravento?-
“Oh, no, e ora cosa rispondo?” mi chiesi.
“calma, Vicky, non perdere la calma …”
- ehm … ieri ero venuta qui con alcuni miei amici e
… avevo perso il mio braccialetto … ero solo
venuta per cercarlo … Ma ora che l’ho ritrovato
posso andare … -
Afferrai il bracciale e me lo infilai alla svelta.
- Chiedo scusa, non volevo disturbarvi … -
- No, stai tranquilla, non ci hai disturbati!-
Mi alzai in fretta.
- Comunque sia … ora devo andare … -
Mi girai e cominciai a camminare, pensando alla pessima figura che
avevo fatto. Quando una voce mi fermò:
- aspetta un momento!-
Non riuscii più a muovere un passo e spalancai gli occhi.
Era la voce di Georg …
- per caso … mentre cercavi il tuo braccialetto …
-
Inghiottii la saliva.
- … ci hai sentiti suonare?-
“Certo, che vi ho sentiti, siete talmente bravi!”
mi venne da dire. Ma mi trattenni in tempo e mi limitai a girarmi
lentamente.
- Sì … vi ho sentiti … -
Bill sembrava irrequieto dalla mia risposta.
- oh … e come ti siamo sembrati?-
Idea! Se li avessi conosciuti come una semplice amica forse avrei avuto
più speranze di compiere facilmente la mia missione! Sorrisi
lievemente.
- Siete … siete bravi. Davvero niente male!-
Tom subito si eccitò.
- davvero???-
E Gustav lo seguì a ruota.
- lo pensi sul serio?-
- sì, siete davvero bravissimi!-
E allargai il mio sorriso fino a contagiarli. Sorrisero a loro volta e
vennero a stringermi la mano.
- Piacere, Bill!-
- Vicky!-
- Ciao, io sono Tom!-
- Piacere!-
- Io mi chiamo Gustav, piacere di conoscerti!-
- Il piacere è tutto mio!-
Arrivò il turno di Georg …
- Piacere, io sono Georg!-
- Io Vicky, piacere!-
Appena mi toccò la mano sentii un formicolio che
partì dalle dita e arrivò fino alla spalla. Ero
emozionatissima come mai in tutta la mia vita. Mi sorrise …
quasi mi scioglievo … per un attimo i nostri occhi si
incrociarono … Ebbi una strana sensazione … Quasi
di nausea, guardando il colore dei suoi occhi … Erano simili
ai miei … Anch’io ho gli occhi verdi, ma i suoi
erano di sicuro più belli …
Tom si infilò la chitarra:
- allora, che dite, le facciamo sentire uno dei nostri pezzi migliori?-
Gustav si sedette dietro la sua Tama.
- Che ne dite di “der letzte tag”?-
Bill mi guardò.
- Tu che dici, Vicky, il titolo ti ispira?-
Tutte le loro canzoni erano bellissime per me, ma finsi naturalmente di
non conoscerle.
- uhm, sì, sento che è una bella canzone!-
Per forza, la tradurranno in “final day”, ci
faranno un videoclip e sarà una delle loro canzoni
più conosciute!
Mi sedetti e con grande emozione, che purtroppo ero costretta a
nascondere, assistetti alle loro migliori performance in versione
Devilish. Ma poi posai casualmente lo sguardo sull’orologio e
…
- Oh, no! E’ tardissimo, mi staranno aspettando! Dovevo
essere a casa mezz’ora fa!-
Georg mi chiese:
- vuoi che ti accompagniamo a casa?-
- oh, non fa niente, là dietro c’è la
mia bicicletta.-
Gustav infilò una mano in tasca e prese il cellulare.
- allora io chiamo mia sorella che ci porta a casa, ok?-
- ok!!!- fecero in coro i gemelli.
Decisi di aspettare la sorella di Gustav con loro. E intanto cercai di
fare un tentativo nel compiere la mia missione: fare in modo che Bill e
gli altri facessero nascere la canzone “durch den
Monsun”.
Era quasi ora di pranzo e decisi di sfruttare il momento.
Massaggiandomi la pancia dissi:
- accipicchia, ho una fame tremenda! Quasi avessi un monsone nello
stomaco!-
I quattro mi guardarono straniti. E capii di aver detto una cazzata
megagalattica.
- cioè, io volevo dire … lo stomaco brontola e
… cioè, intendevo … lasciate stare!-
“ma quanto sono scema! Ecco, un’altra figura di M
garantita!”
Fortuna che arrivò la sorella di Gustav a togliermi dai
guai. Mentre gli altri caricavano gli strumenti nel bagagliaio, Georg
si avvicinò.
- Senti, Vicky … -
- Dimmi!-
Fingevo sicurezza ma in realtà ero super imbarazzata.
- Noi proviamo anche oggi pomeriggio … ti va di …
ecco … di venire a vederci?-
Speravo di non essere diventata rossa, ma dubito di essere riuscita a
rimanere di un colorito normale.
- ehm, certo! Ci sarò … -
Lui mi fece un sorriso che mi fece battere il cuore
all’impazzata. Ricambiai mentre saliva in auto. Lo guardai
andare via con una faccia da ebete demenziale e se mi avessero vista mi
avrebbero presa per un’idiota. Presi la bicicletta e pedalai
veloce fino a casa.
- Evvai, ho conosciuto i Devilish! Ancora non ci credo! E poi Georg
… -
Non riuscii a dire più nulla su di lui … era
indescrivibile dire come mi sentivo se pensavo a lui …
- Spero che questo mi aiuti a compiere la mia missione, sarebbe davvero
utile!-
e così la nostra protagonista ha incontrato i
Devilish... cosa succederà?
recensite e ve lo sarà rivelato nel prossimo capitolo!
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