Danse Macabre - Ouverture
Personaggi: Luigi, Re Boo,
Mario (menzionato), Yoshi (menzionato), Toad (menzionato), Daisy (menzionata), Peach
(menzionata), Rosalinda (menzionata), Bowser (menzionato), OC.
Genere: Introspettivo,
Soprannaturale.
Pairing: Het, Shonen-ai
(unilaterale), Crack Pairing.
Note: Nessuna.
Ouverture
« Stanco? »
« Di te? Sempre. » Il tono
non fu brusco, ma arrendevole, quasi un mormorio. Per caso era
tornato a giocargli qualche altro brutto scherzo?
Il fantasma sfoderò le zanne
in un risolino tagliente, nient'affatto piccato dalla risposta. Non
che avesse chiesto per premura, bensì soltanto per stuzzicare. «
Suvvia, per un paio di gusci blu mi metti il broncio. Ormai dovresti
essere avvezzo a questo ed altro. » Si raddrizzò con indifferenza
la coroncina più leggera e modesta che usava sfoggiare durante le
competizioni su quattro ruote, quella senza la grande ametista
incastonata al centro.
Due gusci blu, uno appresso
all'altro, che mi sono costati il primo posto. Luigi tirò un
sorso di granita alle mandorle dalla cannuccia, leggermente ingobbito
sul tavolino occupato da lui solo mentre gli altri concorrenti erano
rimontati in sella e partiti verso casa già da un pezzo. Nutriva la
ferrea convinzione che lo spirito avesse barato, poiché ricevere ben
due volte di seguito lo stesso tipo d'arma dal cubo oggetto magari
non era impossibile, ma certo era altamente improbabile in termini
matematici. E Re Boo era comunemente noto per la pessima tendenza a
giocare sporco anziché per la sua fortuna.
« La tua tenera donzella? »
domandò questi tingendo la voce di una dose d'ironia. Daisy non gli
piaceva: troppo rumorosa, esuberante e la sua presenza era una
distrazione per Luigi.
« Serata per sole donne con
Peach e Rosalinda » rispose l'idraulico sbrigativo senza spostare la
visiera calata sugli occhi. Mario e Yoshi, rispettivamente primo e
secondo gradino del podio, erano già partiti insieme a Toad e
compagnia bella per una piccola festicciola tra le mura domestiche.
Il fratellino non era proprio in ansia di prendervi parte,
attardandosi in uno dei chioschi nei pressi del Circuito di Mario,
ora deserto, dove si era tenuta come sempre la cerimonia di
premiazione. La strada e i marciapiedi erano ricoperti di un generoso
strato di coriandoli variopinti che gli spazzini avrebbero rimosso la
mattina seguente, cancellando l'ultima prova della vittoria che
purtroppo non era toccata a lui quel giorno.
La sua scarsa collaborazione
nel reggere la conversazione non scoraggiò il grosso boo che sorrise
smagliantemente alla luce del tardo meriggio, fluttuando sopra
l’unica sedia libera come se di fatto intendesse occuparla. «
Potremmo concederci un incontro da solo a solo. »
Stavolta l'idraulico si decise
a sollevare lo sguardo e non per trasmettere cordialità.
« Coi kart » precisò il
fantasma ricambiando la fredda diffidenza di fronte con un ghigno
sfrontato. « Una rivincita a tu per tu, che te ne pare? »
« Come se tu avessi corso per
vincere, oggi. » Tutte le volte che Luigi si era azzardato a gettare
uno sguardo alle spalle durante la gara, si era sempre ritrovato quel
sorrisetto irritante puntato addosso. Aveva perso il conto di quanti
gusci gli erano stati mitragliati dalla medesima direzione.
« A differenza di voi morituri
che vi fate la guerra per una coppa vuota, io corro anche con
l'intento di divertirmi » affermò lo spettro adottando
un'espressione così savia e vissuta che Luigi rimpianse di non aver
portato con sé il suo efficiente Poltergust 5000 per rimuovergliela
dalla faccia. « Ti spiace se mi siedo? »
Ammesso che tu riesca a
starci su quella seggiolina. « Non ho nulla con cui impedirtelo
» disse l'idraulico con un velo di rassegnazione, tuttora di
malumore nei confronti del boo che al suo solito non si degnò di
recepire il messaggio o, se lo aveva fatto, non ne dava segno. La
confidenza ormai instaurata tra i due li rendeva a sguardi estranei
una coppia di amici che si stava tranquillamente intrattenendo in
ciarle. Luigi era tuttavia ben consapevole della minaccia che l'altro
poteva rappresentargli, ma sapeva anche riconoscere quando
quest'ultimo aveva intenzioni maligne o solamente voglia di ingannare
placidamente il tempo.
Il sovrano si accertò che non
vi fossero sguardi indiscreti nei paraggi prima di mantenere la
parola e stupire il suo idraulico preferito mostrandosi nelle originarie sembianze: un'abilità padroneggiata soltanto dal più
potente tra i boo. Le dimensioni del corpo di ectoplasma si ridussero
sin quasi alla grandezza di una testa normale, sotto la quale si
diramarono in spirali di fumo le esili membra che pian piano
acquisirono nitidezza come una vecchia foto sopravvissuta negli anni.
Tutto dello spettro regale non sconfinava dalla scala del grigio fino
ad affievolirsi nel bianco cereo della pelle, ad eccezione degli
occhi feroci e della lingua bluastra che schernevole faceva capolino
tra le labbra, offrendo a malapena una reminiscenza incolore di colui
che era stato nella sua vita precedente: senza dubbio di natali
aristocratici, a giudicare dall'aspetto raffinato della giacca a due
code e del panciotto abbelliti da intarsi elaborati, dai merletti
sopraffini del bavero e dei polsini e dai lucidi scarpini col tacco,
rendendo un'immagine sbiadita della moda settecentesca.
Il viso tondo come una zucca
stonava con la fragilità che quel corpo gracile ispirava, tuttavia
il padrone vi si muoveva sicuro a proprio agio, accavallando
compostamente le gambe ed appoggiando un braccio sullo schienale per
accomodarsi senza staccare le pupille lampeggianti di malizia dal suo
interlocutore. Anche la capigliatura non si distanziava molto dallo
stile dell'epoca in cui doveva essere deceduto, seppur acconciata in
maniera meno estrosa rispetto allo standard, con boccoli argentei che
contornavano il viso e una piccola coda di cavallo sulla nuca, tenuta
insieme da un nastro. Curiosamente le basette pronunciate ed il
ciuffo arricciato dietro la testa ricordavano gli arti e la coda di
boo.
Lo spettro poggiò il mento su
una mano rivestita di un guanto candido, continuando ostinatamente a
fissare l'altro con l'intensità di un micio furbastro in attesa di
una reazione del topolino in trappola.
« Perché non giri sempre
così? » fu la domanda legittima da parte di Luigi, sentitosi in
obbligo di rompere il silenzio che minacciava di impregnarsi
d'imbarazzo.
« Sono panni caduti fuori moda
da secoli, che figura ci farei? La gente mi darebbe dell'antiquato »
obiettò Re Boo con tono indulgente. « Anche se ai miei giorni erano
considerati all'ultimo grido. »
Luigi si lasciò dominare dalla
curiosità e gettò uno sguardo attento sullo stravagante personaggio
che gli permise di studiarlo restando in posa come una scultura di
pregio. Aveva letto abbastanza libri per aver consolidato l'ipotesi
che un fantasma sapesse riprodurre soltanto l'aspetto in cui aveva
esalato l'ultimo respiro, eppure con Re Boo era difficile stabilire
con precisione quanti anni potesse aver avuto prima di spirare: di
certo era impossibile definirlo anziano, col volto privo dei segni
del tempo e quell'atteggiamento pimpante, anzi sembrava addirittura
nel fiore dell'età. Inoltre gli abiti erano come nuovi e non vi
erano danni o ferite visibili a comprovare la causa della sua
dipartita. « Come è successo? » si arrischiò a chiedere
l'idraulico, augurandosi di non suonare indiscreto.
« Oh, è stato terribile! »
trillò lo spettro lusingato dalla domanda, tanto che il capo fluttuò
separato dal resto per un istante provocando un brivido dall'altra
parte del tavolo. « Lo sai che sono stato tra i primi eletti ad aver
saggiato il soffio della ghigliottina sul collo? Purtroppo non ho
goduto di un pubblico alla stregua del Re di Francia, ma è stata
comunque una bella esecuzione. Avresti dovuto esserci. Ah, i tempi
gloriosi delle decapitazioni » sospirò nostalgico rievocando un
flusso di atroci e meravigliosi ricordi. « La lama cade, la testa
è tagliata in un batter d'occhio, l'uomo non è più » decantò
quelle parole come se fossero pura poesia. « Rimembro ancora gli
incessanti lamenti dei tormentati dal vaiolo nell'oblio della notte,
il pianto degli sventurati in attesa nelle lorde cellette del loro
turno per il boia... Non la finisci, quella? » Si interruppe
indicando con interesse il bicchiere mezzo pieno che il proprio
ascoltatore aveva lievemente scansato dopo aver perso l'appetito alla
macabra rivelazione.
Luigi fece scorrere l'oggetto
sulla superficie liscia del tavolino e Re Boo si servì compiaciuto.
« Sei un po' troppo impressionabile. Credevo di essere riuscito ad
indurire quella scorza molle che ti ritrovi dopo tutte le insidie che
ho messo a punto solo per te » lo rimproverò allegramente prima di
infilarsi in bocca una cucchiaiata di granita, ostentando un verso di
gradimento quasi indecente. Non nascose la propria soddisfazione
quando Luigi gli arrossì davanti e si movicchiò a disagio sulla
sedia, visto che aveva usato lui per primo la posata. Adorava fargli
smarrire il suo contegno.
I boo cessavano di subire la
schiavitù della fame dal primo giorno di morte, ma ciò non impediva
loro di appagare qualche sfizio goloso di tanto in tanto, forse
suscettibili ad un'antica nostalgia dei sapori. Re Boo in particolare
aveva un debole per i dolci: l'idraulico se ne era accorto quando le
liquirizie che aveva l'abitudine di tenere nel taschino della
salopette avevano iniziato a sparire per magia tra una corsa coi kart
e l'altra, per poi scorgere lo spirito in questione ridacchiare
felice con la lingua annerita. Luigi gli aveva già fatto presente
che non gliele avrebbe negate se si fosse disturbato a chiedere, ma
lo spettro gli aveva risposto sereno che era più divertente così.
Persino quando era stato l'idraulico ad offrirgliene una, Re Boo
aveva rifiutato quasi con disdegno e dopo qualche minuto Luigi si era
accorto di avere una caramella in meno in saccoccia. Ciononostante
non aveva smesso di rinnovare le scorte, pazientando di riuscire a
coglierlo in flagrante almeno una volta e concludendo l'ultima gara
su quattro ruote con la tasca di nuovo svuotata, oltre al bruciore
della sconfitta.
« Posso portarvi dell'altro? »
Una toad con pois gialli sul capo ed un vezzoso vestitino rosa si
appropinquò tentando di dissimulare la propria curiosità verso il
bizzarro individuo che sedeva accanto al più riservato dei fratelli
Mario, leggendo nel ghigno affilato che le si distese davanti un
raccapricciante presentimento che d'istinto la fece arretrare di un
passo. Fu solo grazie alla presenza sicura del secondo paladino del
regno che la toad mantenne abbastanza sangue freddo per non venir
meno, incapace tuttavia di reprimere una certa fretta
nell'allontanarsi dopo che lo sconosciuto aveva ordinato la coppa di
gelato più costosa sul menu e le aveva strizzato l'occhio
riconsegnandole la carta.
« Potresti smetterla, per
favore? » lo riprese Luigi a disagio. Sembrava davvero che lo
spettro non potesse fare a meno di provocare chiunque a suo tiro.
« Di fare cosa? » si schermì
questi con la solita faccia tosta. « Grazie, chérie » disse
mellifluo quando venne celermente accontentato, rivolgendo un altro
sorriso tutto denti alla toad che intimidita rientrò svelta nel
locale restituendo loro la privacy mentre un brivido gelido le
risaliva la schiena. « Vuoi favorire? » Sistemò la coppa invitante
al centro del tavolo, lasciandogli disponibile il cucchiaino pulito e
continuando ad usare l'altro che il giovane gli aveva ceduto, o
meglio, del quale lui si era illegittimamente impossessato.
Luigi rifiutò con cortesia,
immaginando che qualcuno avrebbe potuto costruirsi strane idee se
avesse assistito per caso alla scena in cui loro due si servivano
dallo stesso dessert e con Re Boo che si sporgeva verso di lui,
comunicando fin troppa affabilità come una scolaretta giuliva.
Ad ogni modo, era già da
qualche tempo che questi manifestava una curiosa ricerca di
attenzioni e gli si approcciava con nonchalance durante le pause tra
le corse coi kart, unica occasione che avevano di rivedersi al di
fuori dei loro soliti ruoli: l'uno il grande spettro malvagio che
aspirava a stravolgere l'armonia fra le ombre ed i vivi e, l'altro,
l'umile acchiappafantasmi in erba ancora alle prese con la propria
phasmofobia. Fino ad allora il lugubre sovrano si era limitato a
qualche frasetta di circostanza buttata lì, tipo 'Alquanto
scialba la concorrenza quest'oggi, nevvéro?' o 'Bowser ha
sempre avuto un gusto grossolano per l'arredo', fluttuandosene
via senza attendere una replica davanti lo sguardo perplesso di
Luigi. Quella era la prima volta che Re Boo pareva essersi deciso ad
intraprendere un dialogo da pari a pari, calatosi al livello del
mortale paladino fino ad acconsentire di mostrare il suo volto
precedente.
« Insisto che ne provi almeno
un boccone. Ti fa venir voglia di resuscitare. » Assaporò
soddisfatto una seconda cucchiaiata quasi spacciandola per ambrosia
divina, tentando di convincere il silenzioso commensale a dargli quel
piccolo contentino. « Accettalo come un pegno di scusa da parte mia
per aver ostacolato le tue ambizioni di gloria durante la corsa di
oggi. »
Luigi gettò un'occhiata alla
coppa. Proprio a forma di cuore doveva sceglierla?, rifletté
leggermente a disagio. Si girò intorno guardingo per assicurarsi che
nessuno li stesse spiando dalla finestra del locale, prima di
afferrare il cucchiaino intoccato e scavare nella zona opposta dove
il fantasma si stava abbuffando.
« Questa sì che è una coppa
per cui correrei volentieri » asserì convinto Re Boo, sporgendo la
punta della lingua a un angolo della bocca con fare spiritoso. Gli
occhi profondi dello spettro baluginarono vittoriosi scorgendo un
sorrisetto affiorare di fronte. Aveva scoperto che gli piaceva
osservare Luigi mangiare: quando qualcosa gli garbava particolarmente
aveva un'espressione così serena e soddisfatta che il defunto re non
finiva mai di trovare adorabile. « È
stato un italiano ad inventare il gelato » disse casuale,
abbandonando l'amaretto per passare alla crema.
Il giovane fratello Mario
sollevò interessato lo sguardo, col cucchiaino tra i denti.
Re Boo cercò di astenersi dal
ridacchiare. « Un siciliano, per l'esattezza » cominciò a spiegare
senza interrompere la degustazione, tenendo la posata tra l'indice e
il pollice ed il mignolo alzato. « Ha aperto un café nel cuore
palpitante di Parigi dove si riunivano le menti più argute del XVIII
secolo. Voltaire, d'Alembert, Diderot... È
stato lì che ho incontrato il dottor Guillotin, col quale ho avuto
diletto a indulgere in lunghe, illuminanti chiacchierate. Abbiamo
sempre condiviso una certa intesa, malgrado l'opinione pubblica fosse
stata distratta dalla sua eccentricità e non ne avesse subito
compreso il vero genio. »
Ascoltando rapito stralci di
storia di un'esistenza passata, confidatigli cordialmente tra un gusto di
gelato e l'altro fino a raschiare il fondo della coppa, Luigi apprese
con sommo sbalordimento che non solo Re Boo era stato un assiduo
visitatore del suo mondo d'origine, ma ne apprezzava inoltre la
cultura e principalmente la dimensione estetica e artistica
dell'esperienza umana. Un'ulteriore rivelazione poi lo lasciò a bocca
aperta.
« Tu hai conosciuto Luigi XVI?
» ripeté affascinato.
Lo spettro fece roteare con
indifferenza il cucchiaino tra le dita, come se stessero discutendo
di una banalità quotidiana. « Luis le Dernier,
sì. Deludente conversatore e di apatica compagnia. La sua consorte,
invece, amabile provocatrice e invidiabile maestra del giogo d'azzardo. Le
sue feste erano le più sfarzose a cui abbia mai presenziato. »
Stabilì che l'espressione esterrefatta dinnanzi meritava un
ritratto. « Sono stato anche nella vostra bella Italia » aggiunse
con aria sorniona, godendosi il momento esatto in cui la sorpresa del
suo gentile pubblico sfociò in entusiasmo.
« Dove, di preciso? » domandò
Luigi, ormai incapace di contenere la propria curiosità. Sognava sin
da bambino di potersi permettere un viaggio nella terra dei suoi
genitori, ma le vincolanti responsabilità nel Regno dei Funghi ed i pochi fondi
a disposizione nel conto in banca a New York lo avevano costretto a
rettificare la lista delle sue priorità.
« Questa è una storia che
riserverò per una volta seguente, se vorrai ancora gradire la
compagnia di questo povero boo annoiato. » Lo spettro gli rivolse
uno sguardo triste e indifeso, ricordandogli il suo poltercucciolo
quando doveva lasciarlo solo a casa per uscire ad attendere agli
impegni quotidiani (commissioni, lavandini da sturare, sequestri di
principessa, ecc.); peccato per i denti acuminati che rovinavano
l'effetto.
Luigi incrociò le braccia
dubbioso. « Perché sei così gentile? »
« Come ho già detto: mi
annoio. E tu sei un bravo ascoltatore. »
« Chi mi dice che non sia un
tranello? »
« Puoi sempre portarti dietro
quel tuo aspirapolvere infernale » concesse Re Boo con un sospiro.
Detestava immensamente anche solo la vista dell'orrendo
marchingegno che aveva il potere di imprigionarlo neppure fosse un
misero grumo di sporcizia, ma se era quello il compromesso da scontare
per rivedere in privato il suo idraulico preferito...
Questi prese il suo tempo per
ponderarvi con attenzione. Per la prima volta, il timido e prudente
Luigi parve cedere al brivido della novità. Quel lato imprevedibile
dello spettro re aveva ridestato la sua sete di sapere sul mondo
inesplorato dei fantasmi che infestavano le lande più tetre del
regno. Se Re Boo sembrava accondiscendente a rivelargli dell'altro
sulla natura enigmatica dei suoi simili, nonostante la scarsa fiducia
che riponeva in quell'insolita tregua, sentiva che scartare a priori
tale occasione lo avrebbe portato a rimuginarci in futuro. Oltre a
ciò, non lo negò a se stesso, scoprire di più sul suo valido
opponente lo allettava. « Stesso posto. Dopo il torneo della
settimana prossima. »
« Ad una condizione. » Re Boo
drizzò l'indice. « Tutto ciò che ascolterai resterà in confidenza
tra noi due. »
Un patto venne dunque stipulato
alla debole luce delle prime stelle.
Il lugubre sovrano
osservò il
giovane accomiatarsi educatamente e lasciare paga e mancia sul
tavolino, prima di salire in sella alla sua moto e fare rotta verso
casa col sollievo che per allora i festeggiamenti dovevano essere
quasi terminati. Re Boo se la prese con molta più calma invece e
chiamò la cameriera che non aveva avuto il coraggio di
informarli che l'ora di chiusura era stata abbondantemente superata,
facendole dolcemente cenno con un dito dopo averla pizzicata a
sbirciare dietro le tendine della finestra. « Mi aggrada questo
posto. Ho deciso che ci tornerò più spesso »
proferì non appena
la toad ubbidiente si fu avvicinata con malcelato timore impresso sui
lineamenti.
« Grazie, signore. »
Non gli sfuggì la mancanza di
entusiasmo nella risposta, ma poco gli importava. « Confido inoltre
che di questo incontro, e degli altri che seguiranno, giammai se ne
farà parola con anima viva. N'est-ce pas, chérie?
»
« Sarò una tomba, signore »
giurò la toad sotto il peso di quello sguardo tagliente che la
trapassò come una lama gelida.
« In effetti quella sarebbe
l'alternativa » ridacchiò il figuro facendole venire la pelle
d'oca. « Non sarà un problema prorogare l'orario di apertura di
qualche oretta, allora. Non tutti i giorni ovviamente, soltanto
quando verrà informata del nostro arrivo. »
La toad deglutì sconfortata,
chiedendosi in quale ginepraio si fosse appena cacciata. « No,
signore. »
« E per il dessert... »
« Offre la casa. »
« Be', posso dire che la
generosità sia la sua seconda qualità migliore, chérie,
dopo la piacevolezza della sua presenza. » Il terrificante
energumeno scattò in piedi, sfoderando la formidabile dentatura in
un ghigno a mezzaluna, e con un gesto elegante del polso le rivolse
una leggera riverenza a cui ella ricambiò meccanicamente, piegando
le ginocchia come se una mano invisibile le avesse premuto sul capo
bulboso.
Quasi collassò sull'aiuola
accanto quando questi fu abbastanza lontano da ignorare la perdita di
contegno, camminando con allegra baldanza e facendo volteggiare il
bastone da passeggio che si era materializzato tra le sue dita,
portante una voluminosa ametista incastonata in cima a mo' di pomo.
Re Boo non poteva ritenersi più
compiaciuto. Aveva nutrito certezze sin dall'inizio sulla reazione
favorevole di Luigi, e che sarebbe bastato svelargli una parte
infinitesimale dei suoi segreti per riuscire a persuaderlo. A
differenza di tutte le altre creature nel Mondo dei Funghi, il
paladino in verde non rifuggiva le insidiose meraviglie di quella che
non si poteva definire né morte né vita, ma un limbo perpetuo dove
l'esistenza procedeva secondo altre regole e molte delle quali le
aveva dettate il re medesimo. Aveva testimoniato in prima persona che
il suo degno avversario in fondo ne fosse attratto e, nel momento in
cui quest'ultimo aveva adottato il poltercucciolo, aveva accolto un frammento di
quell'infinita oscurità nella sua stessa casa.
Confidava pienamente che, con
la giusta dose di pazienza e perseveranza, lo avrebbe convinto a
passare dalla propria parte, una volta mostratogli quanto infime
erano le soddisfazioni che poteva riscuotere dalla vita e quanto
grandi i doni che avrebbe potuto offrirgli se soltanto glielo
avesse permesso.
Avvertì con fastidio il gelato
squagliato sciabordargli dentro a ritmo dei suoi passi. Purtroppo
ostentare l'apparenza umana che aveva perduto (assieme alla costanza
della tangibilità) richiedeva la dovuta concentrazione, onde evitare
che i resti liquefatti del suo spuntino colassero fuori dai vestiti
inzaccherando il pavimento. Se ne sarebbe disfatto con discrezione
prima di rimontare sul kart: non poteva fare altrimenti, non essendo
più in possesso degli organi interni.
Nota
d'autrice:
La fissa per questi
due non mi passa... aiuto. Sto addirittura covando la malsana idea di
scrivere di più su di loro.
Alcuni dettagli
significativi in questa one-shot divergono dalla precedente nella
quale ho trattato la sfera di Re Boo in maniera decisamente
superficiale ed approssimativa, mentre qui ho deciso di attribuirgli
un passato e soprattutto offrire una versione meglio approfondita di
lui e del suo rapporto con Luigi. Mi ha affascinato molto l'idea che
il fantasma possedesse la capacità di riassumere il suo aspetto da
vivo e descriverlo è stata la parte dell'intero capitolo in cui mi
sono divertita di più.
Riservo i miei
doverosi ringraziamenti & un abbraccio virtuale all'utente
Lulumiao,
per la sua pazienza di beta ogni volta che mi rivolgo a lei e per i
suoi preziosi consigli nella stesura della fanfiction.
«
Le coteau tombe, la tête est tranchée à la vitesse du regard,
l'homme n'est plus. »
—J.I.
Guillotin
Luigi,
Re Boo &
tutti i personaggi ivi citati dell'universo dei Mario Bros. ©
Nintendo
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