Curtain Falls

di Ino chan
(/viewuser.php?uid=20371)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


È la sensazione di avere il coltello ancora piantato nella guancia, a svegliare Will nel modo peggiore possibile. Apre gli occhi di soprassalto, le mani già al viso ,le dita che premono scioccamente sulla ferita, come se potesse servire a stemperare il dolore che, ad ogni respiro, si ramifica lungo l'orecchio, l'occhio, il collo e l'interno della bocca.
Respira in maniera convulsa , la gola che brucia come se avesse ingoiato lamette, gli occhi che lacrimano; il cielo sembra così vicino che Will non può fare a meno di chiedersi se stia per cadere in mare. In quello stesso mare che ha rifiutato sia lui che Hannibal.
Hannibal... Il pensiero lo attraversa come una folgore; l'ha stretto a sé, ha deciso la morte per entrambi, ma ora che non ha coraggio di guardarsi attorno, di scoprire di essere riuscito a liberare sé stesso e il mondo da Hannibal Lecter.
Will gira lentamente la testa verso destra: non c'è nessuno. Il dolore è più forte di quella lama immaginaria piantata nella sua faccia, ha desiderato questo momento, ogni giorno, tutti i giorni, negli ultimi cinque anni e ora che forse è arrivato non può crederci.
Bedelia aveva ragione: Non può vivere con lui, ma non può vivere nemmeno senza.
Gira la testa verso sinistra, timoroso di scoprirsi solo su quella spiaggetta fra cielo e mare , ma Dio o il Diavolo, chiunque sia di mano nella partita a scacchi che è diventata la sua vita, ha deciso che non è ancora giunta la fine. Hannibal è steso bocconi a qualche metro da lui, le onde, invece di trascinarli a fondo, hanno portato in salvo entrambi.
Dio è sicuramente stato Dio a salvarli; solo lui ha un simile, pessimo, senso dell'umorismo.
Hannibal rigurgitando acqua, alza gli occhi su di lui e Will, per la prima volta, sente di aver sbagliato, di essere in torto con lui. Lo ha abbracciato per fargli abbassare la guardia, ma ora sente il desiderio di rifarlo per assicurarsi che stia bene.
" A quanto pare, Will, vivremo."
"Così sembra."
Will lascia cadere le braccia mentre fissa lo sguardo sulla luna , unica luce in questa notte dove tutto sembra oscuro " No so se ne sono felice."
"Nessuno che conosce il significato della sua vita è felice di viverla."
"Qual'è il significato della mia vita Hannibal?"
"Essere una parte di me."
Will non può contraddirlo, non stavolta. Ha sempre saputo di essere la metà mancante di Hannibal Lecter, doveva solo accettarsi che fosse vero anche l'inverso, che Hannibal fosse il tassello mancate per riempire il vuoto della sua esistenza con Molly e Walter. E durante il combattimento con
Dolarhyde ne ha avuto la conferma.
È Hannibal Lecter e solo lui, l'unica persona in grado di comprendere e consolare la ruvida bestia che c'è in lui.
"Tu sei felice di essere una parte di me?"
Hannibal non risponde, ma Will ha la netta sensazione che, quella piccola smorfia sul suo viso, sia in realtà un sorriso.
"Winston e gli altri mi mancheranno."
"Troveremo un modo per riprenderli."
Will sorride arricciando un angolo della bocca "Stai mentendo."
"Non amo i cani, Will, ma voglio che tu sia felice."
Felicità, che parola strana e carica di promesse.
"Dove andremo?"
"Ha importanza?"
Will scrolla la testa "No, dire di no."
L'unica cosa che conta è che tutte le maschere siano cadute e che la verità, per quanto scomoda sia venuta a galla “Mi sento bene.”
Hannibal sbuffa una risata “Dicono che faccia bene morire.”
“Non morire Hannibal, cambiare pelle.”





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3241363