La
danza del tempo
-“Ho
fatto di tutto...”-
-“Non
si preoccupi Hokage-sama”-
-“Ce
la farai?”-
Tu,
seduto con il Sandaime in persona su un comodo divano rosso fuoco,
fissi il riflesso che ondeggia sul tè verde poggiato sul
basso
tavolo che ti sta difronte. Sei tu. È questa l'espressione
di
un futuro omicida? No, questa è l'espressione da tredicenne
costretto a far fuori la sua famiglia e fuggire. Tutto per evitare
guerre che coinvolgerebbero l'intero villaggio di Konoha, tutto
rigettato sulla docile schiena di un adolescente, tutto gettato nelle
mani di Itachi Uchiha, obbligato a sterminare il suo clan.
Alzi
la testa verso il tuo interlocutore, come risvegliato da un turbine
di pensieri, e lo guardi con i tuoi occhi neri, neri come il carbone
ma freddi come il ghiaccio.
-“Non
c'è alternativa”-
La
tua è una risposta malinconica ma gli occhi mentono
sicurezza.
Ti alzi goffamente e con un cenno di permesso abbandoni l'ufficio
dell' Hokage e ti avvii verso un luogo che aveva i minuti contati:
casa tua.
Tic
Tac Tic Tac...
Mentre ti
muovi a passi
lenti e silenziosi alzi gli occhi verso il cielo.
È
blu scuro, ha
migliaia di puntini luccicanti ma una sola, enorme e piena sfera
gialla che risalta in quella monotonia, quasi la uccide. Ti soffermi
ad osservarla e noti con dispiacere che siete colpevoli dello stesso
peccato, o meglio, tu lo sarai da qui a poco.
Lei,
Luna, così
bella distrugge le gracili stelle, le cancella con la sua grandezza e
luminosità, le uccide...ogni sera, ogni notte.
Tu,
Itachi, a breve
porrai fine alla vita di centinaia di persone del tuo stesso sangue
brutalmente, ne sterminerai una ogni secondo, per tutta un' intera
notte.
Vuole, la
Luna, fare
tutto questo?.
Vuoi,
Itachi Uchiha,
fare tutto questo?.
Socchiudi
gli occhi
quasi dolorante ed abbassi la testa tornando a camminare verso il
clan. Ora che ci pensi è piuttosto tardi, i tuoi saranno in
pensiero...Peccato, perché non pregano che tu non torni?
Ingenui.
Eccola,
casa tua, casa
dolce casa adesso più che mai. Ti avvicini ed apri la porta,
ti sfili le scarpe, ed entri camminando lentamente verso camera tua
stanco per aver dovuto affrontare una delle solite, pesanti missioni
che ti affidano ogni santo giorno come membro degli ANBU, stanco per
aver dovuto rinunciare anche all'ultima piccola possibilità
di
poter evitare di far del male alla tua famiglia.
Passi per
la cucina ed
ecco mamma e papà: lui seduto sul suo solito posto davanti
al
tavolo, lei indaffarata nel ripulire il lavandino. Probabilmente
hanno finito di cenare da tempo.
Ti fermi,
li avverti
rapidamente che sei rientrato e torni verso camera senza lasciargli
tempo di risponderti, credi che standogli alla larga ucciderli
diventerà più facile? No non lo credi, lo speri
soltanto.
Alzi la
mano verso la
porta della tua stanza per aprirla e poi finalmente entrare e
sdraiarti nel tuo fuuton anche se infondo avevi paura di farlo: non
sarebbe stato tutto più difficile? Avendo tutta la notte per
pensare a quello che stai per fare, che stai per perdere...Non
rovineresti tutta la decisione che stai cercando di mantenere e di
mostrare a te stesso e all' Hokage? Che ormai ha fatto di tutto per
proporre una soluzione pacifica riguardo al meditato attacco degli
Uchiha verso il villaggio, ma senza risultati o appoggi dal
consiglio.
Ecco che
stai per aprire
la porta con la mano che però non la raggiunge ma anzi si
ritira quasi sorpresa nel sentire una stridula e gioiosa voce
familiare che irrompe in quel silenzio che riposa nel buio corridoio.
È una voce infantile e allegra che si avvicina sempre di
più:
-“Nii-san! Nii-san!”- questo è il suono
che emette. Non
fai in tempo a girarti che ecco piombarti alla vita un piccolo
bambino moro che velocemente alza gli occhi verso di te e ti sorride
felicemente. È tuo fratello.
Lo fissi
ancora un po',
poi gli ricambi il sorriso come se fosse impossibile non farlo.
-“Sasuke...Non dovresti essere a letto?”- il tono
è serio
ma tu comunque gli accarezzi la nuca spinto da una strana forza che
si manifesta solo con lui.
In
risposta non ricevi
quello che vuoi sapere ma una ingenua richiesta che ogni giorno si
mostra speranzosa.
-“Finalmente
sei
tornato!Nii-san domani mi alleni con gli shuriken?Sono giorni che te
lo chiedo e tu rimandi continuamente!”- ormai sei alle
strette: è
notte, hai sonno e se dici “no” sarai costretto il
giorno dopo a
farti perdonare in qualche modo, o peggio ancora, questa notte
stessa.
-“Sei
insistente...Va
bene ma domani mattina presto e solo fino all'ora di pranzo. Ora vai
a letto che è tardi”- una sentenza decisa ma a tuo
sfavore.
Domani pomeriggio hai una missione e dovresti riposarti, eppure
domani ti sveglierai presto per andare ad allenare Sasuke, è
ora di allontanarsi anche dal dolce fratellino non credi?.
Accompagni
il bambino
nel suo fuuton, ti congedi con un leggero bacio sulla fronte, entri
nella tua stanza, ti sdrai, chiudi gli occhi e aspetti di ritrovarti
in un baleno a domani mattina.
Tic
Tac Tic Tac...
Sei di
mattina, i raggi
del sole che penetrano nella stanza sono chiari e flebili. Ti alzi e
ti avvicini allo specchio notando che la sera precedente ti sei
dimenticato di cambiarti prima di andare a riposarti. Di conseguenza
non stai a perdere tempo nel vestirti ed esci dalla stanza molto,
molto assonnato, come se avessi dormito non più di tre brevi
ed inutili ore. Vai in bagno e ti sciacqui il viso sperando di
svegliarti un tantino di più, ma la cosa funziona solo per
tutta la stretta durata del contatto dell'acqua gelida con la tua
calda pelle prima appoggiata comodamente ad un morbido, ed ora
più
invitante che mai, cuscino...Meglio non pensarci.
Entri in
cucina
nell'intento di bere dell'acqua ma ecco che vedi seduto un piccolo
corpicino con due piccole mani impegnate ad equipaggiare di shuriken
e kunai due borse marroni chiare. Avanzi silenzioso e riempi uno dei
bicchieri appoggiati al lavandino, di acqua, dopodiché ti
siedi accanto a lui guardandolo e aspettando un suo saluto esaltante,
che non si fa attendere.
-“Ohayou
Nii-san!Ho
quasi finito manca soltanto la mia borsa e possiamo andare!”-
è
così eccitato alla sola idea di poter tornare ad allenarsi
con
il suo fratellone come facevano sempre tanto tempo fa, insomma per
lui quella di oggi è una giornata stupenda.
Gli fermi
le mani
indaffarate e gli togli la sacca che stava preparando da davanti, poi
alzi gli occhi dal tavolo e lo guardi serio. Brutta cosa.
-“La
prossima volta”-
tre parole glaciali che racchiudono tutto il necessario per far
concepire il messaggio al bambino che ti fissa con gli occhi
spalancati senza riferire parola.
-“Ho
una missione e
devo riposarmi”- frase fatale che fa tremare il labbro di tuo
fratello ma non piangere, no, perché è un
bambino, ma
forte e tu lo sai benissimo.
Non lo
consoli, non ti
scusi, non gli fai neanche un' altra promessa, semplicemente ti alzi
e torni in camera udendo soltanto il rumore dei tuoi piedi scalzi che
battevano sul pavimento di legno.
“Cattivo” forse è
questo che pensa tuo fratello di te ora, forse è questo
quello
che pensi di te stesso ora, ma è necessario? Si.
Tic
Tac Tic Tac...
-”Si,
fu necessario
quella volta...”- Pensi, mentre alzi la spada verso i tuoi
consanguinei, guardandoli negli occhi e cercando di assimilare il
loro dolore con istintivo masochismo, quasi voglia di morire per quel
che stai commettendo.
Zii,
nonni, mamma, papà,
uno ad uno indistintamente lacerati da quella calda spada di sangue,
uno spettacolo così orribile, non vorresti lo vedesse
nessuno
all'infuori di te ma questo è l'ennesimo tuo desiderio che
non
si avvererà mai.
Tuo
fratello, ritornato
dagli allenamenti che ti guarda con terrore, delusione, tristezza e
chissà, forse anche disprezzo, è così
doloroso
ma non sei nessuno per decidere il tuo destino, ormai hai rinunciato
da tempo a questo privilegio.
Però...Però
c'è una cosa che hai voluto trasgredire in questo sterminio,
qualcosa che hai deciso sin dal primo istante in cui hai ricevuto
questo compito, una decisione che vale la vita di qualsiasi altra
cosa, persino la tua vita, i suoi valori, la sua dignità e
tutto ciò che la comprende.
Tic
Tac Tic Tac...
Ormai
è la tua
fine, Itachi Uchiha, ti avvicini esausto a tuo fratello lasciandogli,
accompagnato da un piccolo e dolce colpetto alla fronte, un ultimo
regalo dopo la tua stessa vita dedicata a lui, che lasciasti vivere
durante il pluriomicidio della tua casata di circa otto anni
fa...Hah...Otto anni? Speravi fossero di più, sono passati
così lentamente...
Sorridi e
cadi, è
finalmente finita, è tutto finito, tutto, finalmente puoi
riposare felice...Lui si salverà, lui non ti
rimpiangerà
come vuoi succeda, lui non ti deluderà, lui è il
tuo
fratello minore e resterà tale anche dopo la tua morte. E
ora
riposa. Te lo meriti più di chiunque altro.
Povero
angelo caduto dal
cielo spicca il volo lassù, torna a casa.
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