Si ricomincia morendo
Ci sono tante cose che vorrei dirti e insegnarti, ma il
tempo scarseggia – scandito dalle esplosioni delle mie granate, dai colpi
inferti dalla tua spada, dai nostri sguardi assetati di vita e dalla morte che
aleggia attorno a noi.
Mi piacerebbe smettere di combattere e posare le armi a
terra, alzando le mani in segno di resa: «Parliamone», ti direi, sperando che
tu mi ascolti e faccia lo stesso. Qualcosa mi dice che, se lo facessi, tu non
esiteresti a fermarti: sei troppo puro di cuore, un ragazzotto innocente che è
stato catapultato in questa situazione per un motivo ancora ignoto.
Ma non posso farlo. Se smettessi di correre e di colpirti,
cesserei di esistere. E tu con me.
Del resto, noi assassini siamo fatti così. Siamo maledettamente
irrecuperabili e irrecuperabilmente maledetti.
Siamo plasmati di sangue e sangue bramiamo.
Do you like fighting?
A me piaceva veramente
tanto, sai? Le prime volte mi sentivo
davvero potente. Anzi, onnipotente. Ogni mia mossa, azione e strategia poteva
rivelarsi decisiva: avevo tra le mani la vita del mio avversario e potevo farci
quello che volevo, come se stessi giocando con una vecchia bambola. Puntavo il
dito contro chi volevo estinguere dalla faccia della terra e il mio arsenale di
armi faceva il resto. Quante volte ho sorriso soddisfatta, sotto la pioggia del
loro sangue!
Ma a lungo andare stanca. Uccidere diventa monotono e non lo
fai più per piacere, no, bensì per necessità. Ho provato ad astenermi, che tu
ci creda o no. A isolarmi da questo mondo e riflettere sul vero significato
della nostra esistenza, sul nostro ruolo in questo mondo marcio e
sovraffollato.
Do you like killing?
Purtroppo non ho trovato la risposta che cercavo. Più guardo
le persone che mi circondano, più vedo in loro carne da macello. Ho cercato e
cerco tuttora di provare pietà per loro, di immedesimarmi nella loro famiglia,
di immaginare come soffrirebbero i loro cari, se un giorno queste non
tornassero più a casa.
Ma non ho provato proprio nulla. Anzi, vuoi sapere che cosa
ho capito?
Anche se scompari da questo mondo e qualcuno all’inizio
piange la tua assenza, prima o poi questo qualcuno si abituerà al cambiamento e
tutto tornerà come prima, proprio come se tu non fossi mai esistito. Ci saranno
altri che prenderanno il tuo posto e ti sostituiranno. E tutto questo è un ciclo,
un ciclo morboso e vizioso.
Noi assassini abbiamo il compito di spezzare la monotonia
della vita e dell’esistenza umana. Questo è quanto ho elaborato nel corso di
questi anni.
Do you like fear?
A volte mi domando che cosa succederebbe, se fossi io a
scomparire da questo pianeta. Ho sempre temuto l’arrivo di quel giorno, sai? Se
non lo avessi fatto, non avrei mai trovato la determinazione che mi spinge a
dare il massimo di me stessa nelle battaglie. Mai abbassare la guardia, se vuoi
veramente sopravvivere.
Ironico quanto gli assassini, pronti ad uccidere il proprio
nemico come se nulla fosse, siano così aggrappati alla propria vita. Non trovi
che sia tremendamente contraddittorio? Come inizi a pensarci, non ne esci più:
più cerchi una spiegazione a questa assurdità, meno la trovi e più ti disperi.
Ma, anche se realizzi di non essere altro che un mostro
assetato di sangue, non vuoi affatto morire. Desideri fortemente rimanere qua e
restarci pure come si deve, non di certo sepolto in un cimitero o ridotto in
cenere.
Ed è proprio questo terrore folle che ci fa sentire vivi in
mezzo alla nostra totale indifferenza nei confronti del mondo.
Do you accept death?
Sei ancora giovane, Travis. Puoi tirarti indietro e uscire
da questo circolo vizioso, se lo desideri: sei ancora inesperto e uccidere gli
altri non è ancora diventata la tua dipendenza. Lo leggo nei tuoi occhi, lo
capisco dal modo in cui mi guardi ed esiti a infliggermi il colpo di grazia.
Sai? Non mi sono mai sentita così viva prima d’ora. Ti dico
che per noi assassini non esiste altro destino al di fuori della morte, però
dentro di me vorrei aggrapparmi alla grazia che mi stai concedendo. Ti
ringrazio, Settimo.
Vorrei davvero che tu mi rubassi quel bacio che mi hai
promesso. Ma è un pensiero troppo frivolo, che non si addice affatto a una
veterana del settore come me.
Vorrei dirti che sì, possiamo ricominciare insieme, che non
è necessario che uno dei due muoia, che si può vivere benissimo senza assaporare
il sangue altrui versato. Ma non è così che funziona. Quando diventi un
assassino, lo resti fino alla fine dei tuoi giorni: anche se ora ci ritirassimo
a vita privata, un giorno qualcuno sfonderebbe la porta di casa nostra e ci
ucciderebbe senza alcuna esitazione, così come noi abbiamo fatto in passato.
Vorrei che tu evitassi di assistere alla mia fine. Ma questo
è l’unico modo che ho per trasmetterti silenziosamente tutto ciò che voglio
insegnarti. Non c’è altra via.
Non c’è altra via.
Non c’è altra via.
Non c’è altra via.
Non c’è altra via.
No, c’è.
Travis, levami dalla bocca questa granata, ti pre...!
Death is the only
truth.
Tisana alla canella:
Trovo che “No More Heroes” sia un gioco veramente ben
fatto e non nego di esserci rimasta male, quando ho notato che non esiste una
sezione dedicata alla storia e ai personaggi. Travis è un protagonista che rimane
particolarmente impresso e, diciamocelo, non si può proprio fare a meno di
volergli bene – è uno sciocco patentato, che si è cacciato in una situazione
più grande di lui per puro caso, che corre dietro a una tizia che non gliela
darà mai e che resiste alle granate che gli esplodono praticamente davanti alla
faccia. Ops...
A proposito di questo, Holly Summers ha fatto esplodere
anche il mio cuore, oltre alla sua testa. Avevo sperato sinceramente in un
lieto fine, esattamente come è stato per Shinobu, ma così non è stato: la
coppia è scoppiata sul nascere. Ri-ops...
Detto questo, spero che questa piccola storia sia stata
di vostro gradimento. Grazie mille per aver letto!