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di Lyris
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La pedana era quasi confortevole, come l'abbraccio dei mentori, che si sono affezionati ai tributi ma che sanno di mandarli verso morte certa. Se avessi avuto Edward vicino, probabilmente mi avrebbe avvolto fra le sue braccia e avrei ascoltato il battito del suo cuore seguire il ritmo del conto alla rovescia.

Ma quando Marvel, il tributo maschio del primo distretto, si è trovato di fronte a me, non ha esitato un attimo. Io ho cercato i suoi occhi nella speranza di trovare una piccola traccia di umanità. Sono rimasta delusa, il vetro delle illusioni si è infranto accompagnato dal rumore di una lama che penetrava nel mio stomaco.

Pensare all'amore, in questo momento, è stupidamente inutile. Gli Hunger Games, per quanto siano stati concepiti per un capriccio, mascherato da una distorta forma di bene per i ribelli, più di mezzo secolo fa, sono una delle tante cose che uccide l'amore. Questo non è affatto l'arma più potente del mondo. Per distruggerlo ci vuole ben poco. Una lancia, ad esempio. Marvel ha impiegato qualche secondo a ritirare l'arma ed a correre via. La ferita è profonda, si apre sempre di più e temo che il mio corpo sputi fuori le viscere. Mi accascio al suolo ma il tonfo non lo sente nessuno. Cado all'indietro e rimango stesa. Il dolore è così insopportabile che non lo sento quasi più. Il cervello probabilmente ha iniziato a spegnersi.

Non c'è nessun film della mia vita che scorre davanti ai miei occhi. Solo il viso di Edward. Sarei morta con un sorriso sulle labbra, se gli avessi detto che l'amavo, perché non avrei avuto rimpianti.

Ma sul mio volto, ora, c'è solo il solco salato lasciato da una lacrima.

 

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