Enough for me

di MissJB2501
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"Smettila di piangere."dissi prendendo tra le braccia la mia migliore amica Claire. "Marcus è uno stronzo , non ti merita"continuai accarezzandole i capelli.

Marcus , il suo ragazzo, era una persona orribile.

Faceva soffrire Claire e di lei se ne importava poco e niente, e la cosa mi mandava in bestia.

"Non capisco perche si allontana da me in questo modo , senza una spiegazione." disse lei soffiandosi il naso.

Dopo pochi minuti in silenzio sbottò "Sai una cosa ? Hai ragione , lui non merita più le mie lacrime! Quello che mi serve è uscire e conoscere nuova gente, e serve anche a te."

Anche se diceva così sapevo benissimo che il giorno dopo avrebbe fatto pace con quell'idiota e sarebbe tornato tutto come prima.

"Mi dispiace ma non ho intenzione di appoggiarti in questa storia"

Presi la limonata dal frigo e mi riempii un bicchiere.

"Perché no?" Chiese corrucciando la fronte.

"Liv, da quando la tua situazione sentimentale è in stallo?"

Avrei voluto dirle che la mia situazione sentimentale non era poi così in stallo con quello che era successo il giorno prima in ambulatorio, ma mi limitai a dire "Non dovrebbe importarti"

la sua espressione si fece dura.

"Io sono la tua migliore amica , deve importarmi." 

notai che nella sua voce c'era rabbia.

"Si, ma lo sai che non amo molto parlare di queste cose con nessuno, indipendentemente da te."dissi mettendo il bicchiere ormai vuoto nel lavello.

"Si , ma vorrei che tu venissi con me. È da tanto che non facciamo qualcosa insieme la sera, e mi piacerebbe tornare un po' ai vecchi tempi" mormorò addolcendosi nella voce.

Non capivo perchè insistesse a volermi portare in qualche locale , mi conosceva da tutta la vita e sapeva bene che non mi erano mai piaciute quel genere di cose.

"Non cederò solo perchè vuoi tornare ai vecchi tempi." la informai incrociando le braccia al petto.

"Sei una pessima amica , non capisco perchè tu non voglia fare più niente con me." disse imbronciata.

"Hai finito con questa messa in scena?"chiesi scoppiando a ridere.

"Questo vuol dire che verrai?" mi rispose con un'altra domanda facendo il labbruccio.

"Va bene , ma solo perche sei una pessima attrice."

Mi sorrise e mi baciò la guancia.

"Ehi scusa , sei tu l'attrice qui."

XXX

Sapevo che quella sarebbe stata una pessima serata, e neanche quella volta mi sbagliavo.

Claire mi aveva costretta ad indossare un abitino svolazzante che pungeva, e la sensazione era davvero sgradevole.

Al locale avevamo incontrato Marcus, e Claire dopo due paroline dolci gli era saltata addosso.

Si era immediatamente dimenticata di me.

Ora stavo tornando a casa, a piedi, da sola.

Seattle quella sera era un pò più calda e poco popolata. Le strade erano quasi deserte se non per le poche auto che passavano, e quello mi faceva sentire stranamente nostalgica.

I tacchi facevano male e mi maledissi, perchè ero sicura che fossi la ragazza più sfortunata degli stati Uniti.

Mentre continuavo a camminare fui catturata da un familiare luccichio.

Guardai meglio e notai che quel luccichio proveniva da un oggetto in una macchina rossa fiammeggiante.

Pensai subito all'unica persona che non lasciava i miei pensieri da circa due giorni a quella parte.

La macchina era parcheggiata fuori un locale la quale insegna diceva a grandi lettere cubitali "PK".

Non riuscivo a collegare quelle due lettere praticamente a nulla, e la curiosità di scoprire cosa ci fosse lì dentro, ma anche quella di rivederlo prese la meglio su di me, ed entrai.

Inizialmente avvertii un leggero odore di fumo , andando avanti quell'odore si fece più intenso.

Le pareti erano per lo più di colore blu oltremare e c'erano persone sedute un po' in tutto il locale a fumare e bere.

Mi guardai intorno alla sua ricerca , ma non era da nessuna parte.

Il presentimento di aver preso una svista e il pensiero che la macchina non fosse sua iniziò a tormentarmi , ma ormai ero lì ed era meglio controllare.

Continuai la mia esplorazione e arrivai davanti ad una porta dalla quale si sentivano voci e risate.

Senza pensarci su due volte e la spalancai.

Justin era seduto ad un tavolo di poker e stava puntando qualcosa.

Tutti si girarono nella mia direzione, lui compreso.

"Che cazzo ci fai qui?" chiese alzandosi in un baleno e avvicinandosi a me.

"Potrei chiederti la stessa cosa , ma non ne ho bisogno." dissi voltandomi con l'intenzione di andare via , ma lui mi bloccò.

"Come hai fatto a trovarmi?" Chiese in un sussurro, irrigidendo la mascella.

"Cosa ti fa pensare che ti stessi cercando, non ti conosco nemmeno."  Sbottai. "Come puoi pensare ad una cosa del genere?" continuai seria.

"Certo" mi schernì

"È la verità."

"Allora spiegami che cosa ci fa la ragazza più maldestra di Seattle in un locale di Poker." Incroció le braccia al petto e mi guardò dritto in faccia.

"Non sono affari tuoi, mi.."

"Bieber la partita deve finire." Intervenne un uomo, impedendomi di rispondere.

Justin lo liquidó con un gesto veloce della mano, poi si rivolse a me.

"Vieni con me, finisco la partita e ti accompagno a casa."

"Posso andare benissimo a casa da sola, non mi va i stare qui." Mi affrettai a dire.

Gli occhi di Justin brillarono, e la sua espressione cambió.

"Spero che tu stia scherzando. A quest'ora ci sono tantissimi maniaci in giro, se ti vedessero vestita in questo modo... non credo che arriveresti a casa." dichiarò guardandomi da capo a piedi.

Non seppi bene se sentirmi offesa dalla sua frase oppure no, ma quando stavo per pensarci, mi trascinò dentro con lui.

Ritornammo in quello che ritenevo un brutto ambiente, un posto disgustoso

Justin mi fece sedere sulle sue gambe e mi circondó la vita con un braccio.

Mi sentivo davvero a disagio, gli altri uomini mi guardavano come se fossi un dolcetto prelibato e la cosa non mi piaceva.

Il petto di Justin si alzava e si abbassava contro la mia schiena.

Avevo la netta sensazione di essere scoperta, come se gli altri riuscissero a vedere più di quanto avessi scoperto, così cercai di abbassare più che potevo il mio abito.

Avvertii subito la mano di Justin intorno la mia vita, come una rassicurazione, ma non riuscivo a restare calma.

Non conoscevo nemmeno lui, infondo.

"Bieber potresti scambiare lei al posto dei soldi, nel caso perdessi."

Il signore che avevo di fronte mi indicò e mi sorrise maliziosamente, ma come si permetteva.

Non sarei stata scambiata al posto dei soldi, era assurdo.

Deglutii e mi preparai a rispondere, non dovevo lasciarmi  intimorire da nessuno, non dovevo permetterlo.

Aprii la bocca, ma Justin mi precedette.

"Si la vedo una buona idea."





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