Questa bufera è incessante. Non avevo idea che quelle nubi, avvolte
come un drappo sulla cima della montagna, nascondessero una tale furia.
Se mi guardo intorno, non riesco a vedere nulla oltre a pochi passi di
distanza, sono circondato da una cortina densa e grigia come l'acciaio.
Anche se sono un figlio di Skyrim, sento che il gelo mi sta penetrando
nelle ossa, mi sta prosciugando il fisico di ogni energia.
Il vento, invece, sta prosciugando il mio spirito. Mi ulula nelle
orecchie, mi spinge indietro, si oppone alla mia avanzata.
Forse posso calmarlo.
"Lok vah koor!"
Per qualche istante il vento cessa e cade il silenzio. I fiocchi di
neve rimagono sospesi, quasi stupiti, nell'aria immobile.
Non faccio in tempo a rallegrarmi del cambiamento che tutto torna come
prima. Il vento ricomincia a flagellarmi, sembra quasi oltraggiato dal
mio tentativo di placarlo. Ancora una volta il Thu'um ha fallito, non so
più cosa pensare. Devo trovare una risposta, non avrò più pace
altrimenti.
Una raffica più forte mi fa vacillare, con una mano riesco a trovare un
appiglio sulla parete rocciosa. Ho la schiena curva e i muscoli
rattrappiti, non riesco a sollevare il capo. Posso solo fissare il
sentiero, e mettere un passo avanti all'altro.
La salita mi sembra eterna, ogni passo è sempre più faticoso. Con la
mano destra continuo a percorrere la parete del sentiero.
Ad un certo punto non riesco più ad aggrapparmi, mi ritrovo ad
affondare le dita nella neve. Con un movimento doloroso, sollevo lo
sguardo e vedo che finalmente sono arrivato.
La cima della Gola del Mondo. La vera culla della razza degli uomini.
Il sentiero si allarga in uno spiazzo piuttosto ampio, sulla sinistra
c'è il picco vero e proprio della montagna, molti piedi più in alto.
Stranamente il vento è molto meno intenso qua. Arrivo fino al bordo e
guardo nello precipizio, ma sinceramente non riesco farmi un'idea di
quanto sia in alto. Potrei essere a duemila piedi di altezza, o a cento,
con queste maledette nuvole non vedo nulla. Se non ci fossero, scommetto
che potrei vedere il Mare dei Fantasmi da qui.
Solo adesso mi accorgo di una roccia circolare, troppo precisa perché
sia naturale. Infatti quando mi avvicino noto dei rilievi e alcune
iscrizioni scritte con le antiche rune. Sembra uno dei tanti monumenti
dedicati al vecchio Culto del Drago.
Mi allontano di pochi passi, quando un'ombra enorme mi passa sopra la
testa. Sento un rumore sordo alle mie spalle. Mi volto, e mi ritrovo
faccia a faccia con un drago!
La creatura si è appollaiata in cima al Muro del Drago, e mi scruta con
intensità.
"Drem yol lok! Salute, umano." esordisce.
È incredibile: mi ha salutato. Non ho mai sentito un drago parlare
prima d'ora, o perlomeno, non nella mia lingua. Ha una voce strana,
profonda e gutturale.
"Salute, drago. Perdonami, non sapevo che questo fosse il tuo rifugio."
"Il mio rifugio?" Cosa fa? Si è messo a ridere? "Neanche un
dovah sarebbe così arrogante da appropriarsi di questa montagna."
Non è il suo rifugio, questo l'ho capito. Ma che ci fa qui allora?
"Qual è il tuo nome?" mi domanda.
"Il mio nome è Jurgen Windcaller, sono un pellegrino."
"Un pellegrino?" ripete il drago. "E cosa cerchi, Jurgen Windcaller?"
La domanda è stata così diretta e semplice che mi ha spiazzato. Il
drago avvicina il muso al mio volto e mi guarda intensamente.
"Tutti i pellegrini vagano in cerca di qualcosa," afferma. "Dunque,
cos'è che cerchi?"
Esito un momento, ma rispondo con sincerità.
"Cerco risposte."
"Onik. Ma prima di cercare risposte, bisogna trovare le domande
giuste."
Questo drago mi affascina, in qualche modo so che può aiutarmi. Devo
parlargli di più.
"Qual è il tuo nome, drago?"
"Krosis, mi sono dimenticato di presentarmi. Il mio nome è
Paarthurnax."
"Per le ossa di Shor!" esclamo, sbigottito. "Tu sei davvero il maestro
Paarthurnax?"
Paarthurnax è il maestro di tutti i maestri della Voce, il primo ad
insegnare il Thu'um agli uomini, non riesco a credere di essere al suo
cospetto.
"Dunque non vi siete dimenticati di me." dice con lieve compiacimento.
"Tuttavia, non capisco perché tu mi chiami maestro, non ricordo di
averti insegnato alcunché."
"Non a me direttamente, ma attraverso il mio maestro, e i maestri dei
maestri, i tuoi insegnamenti sono arrivati a me ed a molti altri
uomini."
"Ho insegnato solo una cosa ai mortali..." lascia la frase in sospeso,
evidentemente ha capito che mi riferivo al Thu'um. Raddrizza il collo
serpentino e ricomincia a guardarmi dall'alto. "Dunque tu sei una...
uhm... Lingua? È così che vi chiamate giusto?"
"Sì, è giusto." coloro che eccellono nell'uso della Voce sono chiamati
Lingue. Anch'io mi fregiavo di tale titolo, ma ora...
"Se è così, Jurgen Windcaller, fammi sentire il tuo Thu'um." la
richiesta del drago mi lascia un momento perplesso, anche se,
effettivamente, avrei dovuto aspettarmela.
"Vuoi sentire il mio Thu'um?" ripeto, esitante.
"Non dovrebbe essere un problema per te." non ha tutti i torti, ma
sento che mi sta provocando, probabilmente ha intuito quale sia il mio
problema.
"Non posso, ho offeso gli dèi." finalmente ho avuto il coraggio di
ammetterlo. "Non sono degno di usare il Thu'um."
Paarthurnax non sembra turbato dalla mia affermazione. "Gli dèi sanno
essere clementi con chi si ravvede. Qual è la tua colpa?"
"Non lo so!" la domanda fa esplodere la rabbia, la frustrazione e
l'insicurezza accumulata in questi mesi "È come se d'improvviso non
riuscissi più a camminare! Io... il nostro Re ci ha ci ha chiesto di
scendere in guerra contro gli elfi di Resdayn, ed io ho obbedito! Era
quello il mio dovere!" prendo fiato un momento prima di riprendere il
mio sfogo "Perché abbiamo perso? Perché non riesco più ad usare la Voce?
Cosa ho fatto per meritarmi questa punizione?" mi sento svuotato, e
scivolo lentamente in ginocchio. Ho dedicato la mia vita allo studio ed
al perfezionamento della Voce, essere una Lingua era per me motivo di
orgoglio, ora sento solo vergogna, e un senso schiacciante di
inadeguatezza.
Paarthurnax ha aspettato che finissi il mio sfogo e che mi calmassi,
prima di parlare di nuovo. "Vedo che molti dubbi ti tormentano, ma
nessuna di queste domande è quella giusta, perché, in fondo, le risposte
le conosci già."
Le conosco? Forse sì, ma ho paura, paura di aver sbagliato tutto. Devo
capire, devo continuare a domandare.
"Maestro, perché sei qui in cima alla Gola del Mondo, isolato da
tutti?"
"Perché anch'io ho delle colpe, e sono qui per espiarle."
Rimango stupefatto dalle sue parole, perché mai dovrebbe sentirsi
colpevole?
"Quali sono le tue colpe, Maestro? Tu hai insegnato agli uomini ad
usare la Voce, ci hai liberati dal tiranno Alduin!"
"La mia colpa più grande è la mia suhlon, la mia debolezza." risponde
quasi rassegnato. "L'istinto di noi dov è quello di dominare, e ho
lasciato che questo istinto prendesse il sopravvento su di me. Insegnare
il Thu'um a voi jul, voi umani, è stato il mio primo atto di
espiazione."
L'istinto di dominare... un momento! Nella nostra guerra con gli elfi,
noi non ci stavamo difendendo. Non eravamo minacciati, la nostra era una
guerra di conquista... una guerra per dominare. Ora comincio a capire.
"Maestro, perché hai scelto proprio la Gola del Mondo?"
"Noi la chiamiamo Monahven, nella vostra lingua significa madre
vento." spiega con pazienza. "Kaani revak strunmah. Questa è la
montagna sacra di Kyne, come la chiamate voi. Kyne è la madre che
sorregge il nostro volo e ci parla nel vento. Noi dov siamo ospiti nel
cielo, il suo dominio, e anche su questa montagna io sono suo ospite."
"Non credevo che anche voi draghi riconosceste la dèa Kyne."
"Noi non riconosciamo solo il nostro padre Akatosh, molti sono i rah
vahlann, i dèi della creazione."
"Quindi è vero che è stata Kyne a intercedere in nostro favore, a
chiederti di insegnarci la Voce."
"Sì, è vero. Voi jorre, voi mortali non siete nati per utilizzare il
Thu'um, la nostra lingua. Se Kyne non avesse cambiato le Qethsegol, le
Ossa della Terra, io non avrei potuto insegnarvi nulla."
Perché Kyne ha favorito così tanto noi uomini? Poi, la risposta mi
balena nella mente "Kyne voleva punire i draghi! Usavano il Thu'um per
tenerci soggiogati, e quindi ci ha dato un'arma per combattere alla
pari! Adesso invece ha punito noi, per la nostra arroganza, perché
abbiamo utilizzato la Voce come strumento di offesa."
"Molto bene, vedo che cominci a capire." Paarthrunax mi incoraggia,
proprio come fa un maestro con il suo allievo. "Ora pensaci bene, puoi
trovare la domanda giusta da porre."
Sento che mi sto avvicinando alle risposte che cercavo, finalmente! Mi
rialzo in piedi e pongo una semplice domanda "Maestro, che cos'è il
Thu'um?" per tutto questo tempo ho creduto di conoscere la risposta a
questa domanda, evidentemente sbagliavo.
Per quanto sia impensabile da dire, credo di aver visto Paarthurnax
sorridere. "Ecco la domanda giusta. Ma non sono io che posso
risponderti."
"Perché non puoi?" sono arrivato così vicino, non posso fermarmi ora.
"Per i dov il Thu'um è naturale come respirare, ma per voi mortali è
diverso."
"Allora a chi devo chiedere per conoscere la risposta?"
"Devi chiedere a chi vi ha donato il Thu'um." Paarthurnax spalanca le
ali e rivolge il muso verso il cielo. "Ricorda, solo il creatore di uno
strumento ne conosce il suo vero significato." ripiega le ali e si
avvicina di nuovo al mio volto. "Capisci ora, Jurgen Windcaller?"
Sì, finalmente. Dopo tanti mesi, calma e serenità invadono il mio
animo, placando rabbia e frustrazione. Mi limito ad annuire, poi chino
il capo e porto una mano al cuore.
Fino ad ora credevo che la Voce fosse un'arma, una magia potente e
formidabile. Ma solo ora capisco: il Thu'um è una preghiera, un dono a
noi mortali per parlare con i dèi. Dopotutto, quando prima ho urlato per
placare la tormenta, non ho in fondo pregato Kyne di calmare la sua
furia? Se non ha funzionato, vuol dire che la mia preghiera non era
convinta e sincera.
Kyne, Dèa della Tempesta e Vedova di Shor, io ti prego, lascia che
contempli il tuo dominio, così che io possa comprendere la tua volontà.
Lascia che io ti parli, e che le mie parole possano essere per te di
riconoscenza, e non di offesa.
"Lok vah koor!"
Il vento si placa, e i fiocchi di neve iniziano a scendere danzando al
suolo. Il sole incomincia a filtrare tra le nubi mentre queste si
ritirano, in breve mi ritrovo a osservare il cielo. Ora riesco a
sentirlo, il respiro più puro di Kyne.
"Una strada stretta e difficile è ora davanti a te. Wundun voth
ahkriin." la voce di Paarthurnax mi riscuote dalla meraviglia. "Se tu
vorrai io ti accompagnerò, sarò il tuo allievo, e imparerò l'umiltà dei
mortali."
Sorridendo, annuisco e mi inginocchio di nuovo, lo sguardo rivolto
verso il cielo limpido.
Con la compagnia del maestro Paarthurnax, sono sicuro che riuscirò a
trovare la vera Via della Voce. Il cielo mi sovrasta, la Voce è dentro
di me, Lok Thu'um, non mi serve altro.
Jurgen Windcaller, soprannominato "il Quieto", è ricordato da molti come
la più grande Lingua di tutti i tempi. Questo fa già di lui un personaggio
straordinario, ma pensare che lui abbia fondato una filosofia sul Thu'um,
e che questa filosofia sia stata adottata da un drago, per me è ancora più
straordinario.
Nel lore della serie non viene specificato se e quando Jurgen Wincaller
abbia incontrato Paarthurnax, perciò volevo "dire la mia" in merito, dato
che qui su EFP non mi sembra che qualcuno ne abbia ancora scritto. Spero
che la one-shot non sia sembrata "affrettata", e che non mi siano sfuggiti
strafalcioni, sopratutto spero di aver reso giustizia a questi due
personaggi.
Nota: per coloro che se lo fossero chiesto, Resdayn è l'antico nome di
Morrowind.