L'introspezione di una vita buia.

di Sjel
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Volevo iniziare a vivere davvero. Almeno provarci. Ma la dura realtà dei fatti è che mai avrò la possibilità di assaggiare l'emozione del passare degli anni. Mai verrà quel giorno in cui soddisfatto, potrò esalare l'ultimo respiro e diventare cenere, ritornare alla terra. Gli uomini sono terra e terra diverranno. Io non sono un uomo; sono morto ma vivrò per sempre. Sono un essere senz'anima condannato all' infelice eternità, che non ha mai potuto godere della maestosa bellezza del tramonto e dell'alba, in cui il cielo riesce a tingersi delle più belle e luminose tonalità d'azzurro, di viola e di rosso. La mia è un esistenza buia come la notte; nasconde misteri, sangue, morte... Il tunnel che porta alla luce non è mai esistito e dubito esisterà mai. Tante volte ho cercato la pace eterna per poter finalmente raggiungere la bramata luce di quel tunnel ma non sono altro che un lurido codardo. Ahimè! Ahimè... Quest' esistenza mi divora da secoli. Vorrebbe lacerare l'anima che non ho, vorrebbe colpire e far sanguinare il cuore che ormai non è altro che pietra fredda e dura. Dunque sono condannato ad un' inutile sofferenza mentale...
Oh, chiunque sia a capo dell' umanità... M' hai donato tanta bellezza... Cosa me ne faccio se l'unica cosa in cui sono libero è vagare in solitudine nell'oscurità? Un povero essere, profondamente solo e amareggiato dalla vita che ha saputo offrire solo dispiaceri amari. Un essere che per vivere deve nutrirsi della sostanza vitale di quei poveri umani disgraziati. Sono un essere spregevole. Sono tutto ciò che un comune essere mortale potrebbe detestare in una maniera smisurata. Bramo la Morte. La Signora vestita in nero armata di falce prima o poi farà a tutti la sua tanto temuta visita. Non a me. Da me non arriverà mai, perché non sono altro che un suo sciocco aiutante.




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